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Autore: sopra_al_rumore    25/10/2012    2 recensioni
Arriva per tutti il traumatico momento in cui la vita decide che dobbiamo 'abbandonare' la nostra guida che in giovane età chiamiamo più semplicemente idolo, questa è la storia del mio post-dream.
Genere: Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Il rapporto tra idolo e fan è il più vero per quanto irreale.
Vero perché non c'è interesse da entrambe le parti ma solo dedizione e rispetto,
irreale perché qualsiasi cosa accada, il tuo idolo non saprà mai realmente della tua esistenza.


 

Ottobre 2012.

Ero solo una ragazzina con la voglia di diventare grande e cambiare il mondo,
nel frattempo aspettavo che qualcuno cambiasse me.
Quel qualcuno però, nessuno mi avvertì, che sarebbe arrivato sottoforma di
calciatore, con una cresta buffa e il sorriso sempre stampato sulle labbra.
Che cosa assurda, stimare, apprezzare, desiderare, e oserei dire, amare,
una persona che non sarà mai propria.
Una persona famosa, che sta vivendo il suo sogno,
una persona bella, a cui piace mostrarsi,
una persona vivace, a cui piace ridere,
una persona tranquilla, per cui i problemi, son solo quelli matematici.
Avevo 20 anni quando abbandonai il mio sogno in un cassetto.
Prima della maggiore età non facevo altro che progettarmi il futuro lontano da casa,
e qualsiasi cosa programmassi, finivo sempre col pensare che prima di tutto avrei
dovuto premiare me stessa e regalarmi un incontro con la persona che mi stava
aiutando a crescere, il mio idolo.
Tutto sfumò dopo il diploma, la scelta universitaria si faceva sempre più presente e
le possibilità di andare alla ricerca del mio sogno in carne e ossa erano poche, se non nulle.
-Carly, che farai dopo l'Università?-
-Non lo so, vorrei viaggiare e conoscere nuove culture, ma non ho ancora capito
come fare soldi con questo...-
Tutti sorridevano alla mia risposta ma nessuno immaginava che io dicessi sul serio.
La notte i miei pensieri mi torturavano, perché la gente si è sempre aspettata molto da me,
la mia famiglia si è sempre aspettata molto da me, i miei amici si sono sempre aspettati molto da me,
e via via tutta la lista di conoscenti tra cui professori, coinquilini, ed estranei, si anche loro.
Mi sentivo una bomba ad orologeria, pronta ad esplodere da un momento all'altro.
Ma giorno dopo giorno inghiottivo questa cosa che mi soffocava,
cancellavo ogni pensiero 'cattivo' che desiderava altamente che mollassi tutto,
e mi azzittivo, soprattuto quello.
Parlavo poco, e quando lo facevo alla fine tornavo sempre a parlare del mio futuro,
eppure avrei tanto voluto per una volta, parlare del colore di smalto alla moda,
più tosto che dei libri di testo scolastici.
Sono passati vent'anni da quando ho detto stop al mondo.
Alla fine quella bomba è esplosa e sola, con me stessa come unica compagnia,
mi sono incamminata in un viaggio alla scoperta di tutto ciò che ho sempre voluto vedere.
A quasi cinquant'anni ho visto gran bei posti però in compenso ho perso tutto.

Una volta tornata in città, mi guardai attorno e e capì quanto tempo fosse passato.
Cercai  tutte le cose materiali che da ragazza mi tenevano compagnia e non ho trovai nulla,
Cercai  visi famigliari notevolmente invecchiati come il mio, ma anche di questi c'era molta assenza,
finché non mi sedetti  su una panchina e chiudendo gli occhi,
riportai alla mente le immagini di quelle corse, quei discorsi, quegli abbracci che scorrevano
come un rullino colmo di foto a velocità massima.

Mi rimisi in piedi e con calma raggiunsi i citofoni di quelle case dove i miei amici abitavano da ragazzi,
ormai su quei campanelli c'erano altri cognomi, così malinconica del tempo che mi aveva arricchito culturalmente e 
impoverito affettuosamente tornai sui miei passi e solo per rivivere un po' d'aria passata,
entrai in un supermercato che a mia grande sorpresa era ancora aperto anche se con gestione diversa.
L'ordine dei prodotti era cambiato, anche molte marche un tempo importanti erano state sostituite da altre più alla moda,
comode e pratiche.
L'unica cosa che mi scaldava il cuore erano i muri bianchi e freddi come ai miei tempi.
Quelle pareti, per lo meno, non erano cambiate, non riportavano segni di cedimento o quant'altro, erano sempre lì,
lì dove le avevo lasciate.
Con una scatola di Thè e Caffè andai verso la cassa e mentre pagavo l'importo speso, una mano si posò sulla mia spalla:
-Carly..sei tu?-
Stavo per voltarmi con gli occhi pieni di speranza e commozione perché a prescindere da chi mi sarei ritrovata davanti,
avevo la certezza che per riconoscermi era di certo stata una persona importante nella mia adolescenza.
-Si, sono io.-
E lì ebbi la conferma di ciò che aveva elaborato la mia mente poco prima.
-Mi hai riconosciuto vero?-
-Certo...- il mio cuore aveva preso a battere all'impazzata perché l'emozione era tanta.
-Aspetta che pago e facciamo due chiacchiere.-
Aspettai con calma poiché non avevo nulla da fare e avevo davvero bisogno di passare del tempo con qualcuno.
-Allora...- disse l'uomo aprendo il portabagagli della sua macchina e sistemandoci dentro per bene le buste della spesa.
-Allora...- sorrisi cercando di non badare a quanto il tempo avesse segnato il suo volto, i nostri volti.
-Dove sei stata tutto questo tempo?-
-A realizzare i miei sogni...- risposi fiera e fiduciosa, poi posai gli occhi all'interno dell'auto e vidi un sediolone per bambini,
successivamente guardai la mano dell'uomo, dove al giusto posto era incastrata una fede.
Abbassai il volto trattenendo l'amarezza che quei particolari avevano scaturito in me.
-Ah si? Hai realizzato tutti i tuoi sogni...?- 
-No, non tutti...- dissi timorosa posando gli occhi sull'anello che avvolgeva il suo dito.
-Spero almeno che tu sia riuscita ad incontrare il tuo idolo...- disse l'uomo non capendo la mia precedente affermazione.
-Oh...- sorrisi debolmente ricordando che un tempo avevo un idolo e che tutto quello che desideravo era incontrarlo.
-Com'era dal vivo? Più forte o no?- 
-Uh, non puoi immaginare.-
E Dio solo sa quanto quelle parole fossero vere, l'uomo non avrebbe mai potuto immaginare perché non potevo farlo nemmeno io.
-Mi ha fatto piacere rivederti....ormai non si vede più nessuno in giro e soprattutto non credevo di rivedere te...-
-Beh...è riciproca la cosa sai?-
-Devo andare Carly, ci vediamo!- l'uomo sfoderò il suo miglior sorriso e si avvicinò alla portiera dell'auto.
-Stammi bene ok?- dissi debolmente.
-Come sempre.- Sorrise ed entrò in macchina, mentre io con la mia bustina tra le dita m'incamminai avvolgendomi nel giaccone.
I fari della sua auto lampeggiarono quando mi passò davanti, in segno di saluto, che  a me personalmente dava nuovamente il gusto di addio.
Subito dopo le lacrime presero posto sul mio viso.

Tornai nella vecchia casa di famiglia e ormai anche la mia stessa famiglia non dava più importanza al mio ritorno,
andai in camera mia e posai il giaccone e la bustina sul mio letto, poi presi da un armadio una valigetta.
Una valigetta che avevo dimenticato, e la portai alla luce.
La sistemai bene sulla scrivania e la guardai.
La stoffa che un tempo era rossa si era invecchiata a tal punto da sembrare marrone e la fantasia che un tempo era dorata,
d'un tratto mi sembrò quasi scomparsa.
Spinsi due gancetti e la valigetta si aprì.
All'interno trovai un mucchio di giornali, foto, poster, dediche e pezzi di un sogno reale andato in frantumi.
Dvd sulla Nazione in cui viveva il mio idolo, Cd sulle musiche tipiche del posto, libri su quella terra,
e tra un singhiozzo e l'altro la consapevolezza di aver girato tutto il mondo, tranne quel Paese che avevo sognato per anni.

Non avevo nessuno a cui spiegare lo stato in cui mi sentivo, trovavo.
Invidiavo mia sorella per la sua poca giovinezza in più di me,
e per il fatto che nonostante non fosse la perfezione, come reputavano me,
ha avuto il coraggio di non scappare ma bensì di crearsi una vita come tutti si aspettavano che fosse.
Casa, lavoro, matrimonio, figli, tutto perfetto quanto banalmente normale.

-Questa notte rivirò tutto per te! E scusami se ho mollato, mi hai insegnato tutt'altro, la colpa è solo mia.-
Mi ritrovai a sussurrare quella frase inserendo il cd con le musiche popolari nel pc.


Garota de Ipanema (http://www.youtube.com/watch?v=IN58QnSwDps



Ora, nuovamente sola con me stessa non ho altro da dire se non: scusatemi se alla fine ho egocentricamente deluso tutto e più di tutti, me stessa.
 

  
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