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Autore: Hell96    25/10/2012    4 recensioni
Le dottoresse mi guardavano allibite, dopodichè uscirono di corsa e dopo all'incirca dieci interminabili minuti rientrarono in camera con addirittura l'Hokage in persona, Naruto Uzumaki.
Rimasi abbastanza sbalordita nel vederlo lì, appena mi vide mi venne vicino e iniziò ad osservarmi. Dopo pochi secondi ruppe il silenzio per chiedermi da quanto possedessi questa abilità oculare.
Lo guardai stranita, non capivo proprio di cosa stesse parlando.
Prima di risponderlo, sentii un brusio che proveniva da fuori la porta. Piano piano iniziarono ad entrare persone che sicuramente avevo già visto, poichè avevano tutti dei visi conosciuti.
Iniziarono a sussurrarsi fra loro frasi per me incomprensibili.
'Cos'ha quella bambina? Quegli occhi...sembra abbia il Rinnegan!'
'E' vero però... Guarda sembra possegga anche lo Sharingan!'
'Com'è possibile che abbia sia lo Sharingan che il Rinnegan?'
Questo è uno spezzone dal prologo! Buona Lettura!
[MOMENTANEAMENTE SOSPESA, scusate ç_ç]
Genere: Avventura, Drammatico, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio, Un po' tutti | Coppie: Hinata/Naruto, Sasuke/Sakura
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Dopo la serie
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Ai no me.
capitolo cinque: In missione!
 

 
Fuori fa freddo.
Un freddo pungente, aspro. Quel freddo che, non appena metti il naso fuori dalla finestra, ti colpisce come una frustata e causa quella odiosa nuvoletta d'aria calda dalla bocca.
Osservo l'orologio. E' appena mezzanotte. Continuo a rigirarmi nella speranza di prendere sonno, ma il forte vento che crea turbinii di foglie, mi tiene sveglia.
E' incredibile come una tempesta abbia addirittura fatto si che l'Hokage rimandasse la nostra missione al giorno seguente. Ne ero sollevata. Inizialmente l'idea della missione mi ha intusiasmata, ma ora, un po' colpa dell'ansia, non mi sento pronta. Abbandono questi pensieri per concentrarmi nuovamente sull'esterno.
Eh si, fuori fa proprio freddo.
Da quando sono a Konoha, da che ho memoria,  non ha mai fatto così tanto freddo.
Credevo che il gelo fosse una prerogativa del villaggio della pioggia, ma mi sbagliavo.
Ormai non c'è più pioggia, c'è solamente quell'aria gelida che ti penetra nelle ossa. Provo a chiudere gli occhi, ma nonostante ci provi con tutta me stessa, li riapro.
Ho sempre odiato questo tipo di nottate; Il rumore del vento mi inquieta, ho voglia di essere abbracciata e di sentermi al sicuro. Sento lievi rumori, e, anche se so bene che sono solo nella mia testa, continuano a spaventarmi. Provo a convincermi con tutta me stessa, ma i miei timori non si affievoliscono.
Paura di cosa, poi? Del buio?Dei rumori? O forse proprio della solitudine? 
Fuori fa freddo, ma non è nulla rispetto al ghiaccio presente nel mio cuore.
Cerco di coprirmi ancora di più, nonostante la calda coperta di lana mi arrivi già alla bocca.
Ricontrollo l'orologio. E' mezzanotte e dieci.
Riprovo a serrare gli occhi, infondo domani ci sarà la mia prima missione e non voglio essere un peso alla mia squadra.
Ho la gola in fiamme, ho bisogno di un bicchier d'acqua.
Apro di nuovo gli occhi, questa volta però sembrano più pesanti, faccio quasi fatica a tenerli aperti. Osservo il lungo corridoio buio. 
Forse posso fare a meno dell'acqua.
Questo è il mio ultimo pensiero prima di abbandonarmi al dolce mondo dei sogni.
 

 
 
La sveglia suona rumorosamente -e fastidiosamente - come ogni mattina.
La palpebre sono pesanti e stanche. Sommessamente mi alzo e mi affaccio alla finestra.
Per fortuna la bufera se n'è andata ed il cielo è tornato limpido come sempre.
Mi dirigo in cucina dove faccio colazione, dopodichè mi muovo verso il bagno dove mi preparo per uscire. Questa volta opto per un completo rosso e bianco. Era di mia sorella, e probabilmente mi porterà fortuna.
Sono le otto e mi rendo conto di essere in leggero ritardo, siccome il punto di incontro era alle otto alle porte del villaggio.
Aumento il passo finchè non si trasforma in una vera e propria corsa. Sfreccio per le grandi strade di Konoha, schivo i passanti e in meno di dieci minuti arrivo al punto d'incontro.
Al cancello nord sono presenti, oltre al team cinque, anche i genitori di quest'ultimi; Hinata e Naruto accanto a Minato, mentre Sasuke e Sakura accanto ad Itachi.
Guardandoli a pochi metri di distanza, rappresentano proprio l'emblema della dolcezza. Persino Sasuke e Itachi, a cui è possibile affibire qualsiasi aggettivo fuorchè 'dolce' sembrano esser sereni. Non posso fare a meno di provare un pizzico di gelosia. Non mi riferisco alla solitudine, a cui -più o meno- ho fatto l'abitudine. E' qualcosa di diverso, quel qualcosa di essenziale, quel qualcosa che ti fa sentire completo, tranquillo. Quella parte della tua vita che ti assicura la monotonia, quella parte a cui sai di poter fare affidamento. Quella cosa a cui mancheresti se partissi per sempre, quella cosa che risiede un po' dentro di noi e un po' fuori. Quella sicurezza che ci sia qualcuno su cui contare. Quel sentimento ormai lontano, lontanissimo da me.
 L'affetto. Il calore umano. Il rassicurante abbraccio di una madre, la vigorosa pacca sulla spalla di un padre, i capricci di una sorella. E mi sento vuota, come se stessi continuando ad aspettare quel microscopico cambiamento che non avverrà mai. 
Li raggiungo e, mentre Minato mi saluta allegramente, Itachi mi fa notare il mio ritardo.
Superati i convenevoli e le lunghe raccomandazioni, ci mettiamo in viaggio.
Sasuke sensei ci ribadisce l'obbiettivo della missione. Portare dei documenti all'ufficio della Mizukage, nel paese della nebbia. Sembra facile, penso, ma la presenza di quei documenti importanti potrebbe comportare l'attacco di pericolosi nukenin. Deglutisco rumorosamente, tanto che temo che i miei compagni e il mio sensei mi abbiano sentito, ma quando noto la loro indifferenza, ringrazio i Kami per non avergli fatto notare la mia preoccupazione e la mia insicurezza derivata dalla mia mancanza di allenamento.
E li osservo ossessivamente, così sicuri, così forti. Vanno avanti, sono propensi al futuro, alle novità, alla conoscenza di nuovi jutsu. Mentre io sono bloccata nella paura, nell'insicurezza, nel passato.
E' come se tutti stessero correndo ed io non riuscissi neppure a stare in piedi.
Dov'è andata a finire la bambina saputella e continuamente in conflitto con sua sorella? Quella bambina che fa parte della famiglia da passato sconosciuto, quella bambina la cui infanzia è finita troppo presto. 
Quella bambina è sparita per lasciar spazio alla giovane ragazzina un po' troppo minuta dagli occhi strani e spaventosi. La dolce e piccola orfanella forse per metà Senju e per metà Uchiha. La ragazzina troppo riservata e silenziosa che forse pensa troppo, come diceva la mia mamma.
I pensieri continuano la loro strada, cullati dalla noia e dal vento. Fluidi come l'acqua ma dolorosi come spine conficcate nella carne.
Tutti proseguivano nonostante il sole stesse per calare; Non sembravano percepire la stanchezza e la spossatezza, cose che io sentivo particolarmente.
Come se mi avesse letto nel pensiero Sasuke sensei ci ordinò di fermarci.
-Siccome ci manca ancora po' prima di arrivare a destinazione, sarebbe meglio fermarci qui.- 
La serata prosegue abbastanza traquilla fra battibecchi e scherzi. Nonostante la stanchezza accumulata e la spossatezza dovuta al lungo viaggio non ancora terminato, non riesco ad addormentarmi. Inizio a camminare senza una meta precisa, solo dopo mi accorgo di non essere sola. A quanto pare anche il sensei non riesce a prendere sonno, poichè se ne stava appoggiato al tronco di un albero a guardare un punto imprecisato del cielo. Alzo i tacchi e faccio per andarmene, non voglio disturbarlo, ma il mio intento fallisce. Sasuke sensei mi dice di avvicinarmi e così faccio.
-Quando si è immersi nel dolore si fanno cose stupide.- Mi dice improvvisamente. Lì per lì non capisco ma poi realizzo a cosa si riferisce. Egli tradì il villaggio e si alleo con dei nukenin. Non sapendo che dire, mi limito ad annuire.
-Non voglio che tu faccia i miei stessi errori, nonostante ti senta sola, arrabbiata, pensa sempre prima di agire. Questo vale sempre non solo nella vita, ma anche nei combattimenti.-
-Grazie sensei. Non farò i suoi stessi errori, glielo prometto.-
-Sarà meglio. Adesso va a dormire, è tardi.-
-Buonanotte sensei!-
-Buonanotte.-
 
 

 
Svegliarsi bruscamente non è mai piacevole.
Soprattutto se per 'svegliarsi bruscamente' s'intende svegliarsi grazie ad un simpaticissimo urlo di Minato nel timpano destro.
Minato Uzumaki è un tipetto forte, divertente e spesso fastidioso,  come spesso proferiva Sasuke sensei, credendo che nessuno lo sentisse.
Subito ci rimettemmo in marcia e raggiungemmo il villaggio della nebbia in poco tempo, relativamente parlando.
Durante il cammino verso casa, percepiamo il chakra di qualcuno. 
Il cuore inizia  a battare all'impazzata, sempre più forte, battito dopo battito capisco che il pericolo è vicino, è reale. Una scarica di adrenalina mi percorre la spina dorsale. 
 E' il pericolo, l'avventura, l'azione. Improvvisamente mi sento reale, viva.
Cinque spaventosi nukenin si parano davanti a noi. Subito Sasuke sensei gli comunica che i documenti sono stati già consegnati alla Mizukage, e dunque stanno perdendo solo tempo.
-Non ci intessano i rotolli.- proferì uno dei criminali dagli occhi color vermiglio -Noi vogliamo gli occhi della ragazzina.- concluse indicandomi.
Senti un tonfo al cuore. Ebbi paura. Come quando morirono i miei genitori, come quando morì mia sorella, come quando quel malfattori entrarono i casa mia. 
Le gambe tremano e non riesco a fermarle.
-Non ti lascerò ammazzare la mia allieva.- Disse apatico il mio sensei.
Itachi e Minato si spostano e si mettono davanti a me dandomi le spalle; Vogliono proteggermi. Itachi è impulsivo: Rapidamente prende un kunai e cerca di colpire i nukenin, ed uno di questi rimane ferito alla guancia. Al tizio dagli occhi color vermiglio sembra non aver gradito tale gesto. Prende uno dei suoi coltelli e lo lancia in direzione di Itachi.
E' così veloce il coltello, tanto veloce quanto le mie gambe.
Non ho paura. Nonostante la chiazza di sangue si allarghi sopra la mia maglia, non ho paura.
Una sensazione strana, una leggerezza infinita, quasi indescrivibile. Riesco a guardarmi intorno, mi osservano, i ninja traditori sogghignano in una maniera agghiacciante. Itachi dietro di me sembra esserse irrigidito, mentre Minato piange già. Sasuke sensei sembra fuori di sé mentre si scaglia contro i nemici.
Il dolore lancinante mi prende alla sprovvista, mi accascio e sembra che qualche lacrima sia scesa dai miei maledetti occhi. Stesa per terra, riesco a sentire l'odore fresco dell'erba mischiato all'odore pungente del sangue.
Buio.
 
 
Angolo dell'autrice!
Okay scusatemi per il mostruosissimo ritardo, sono davvero imperdonabile! D:
Capitolo incredivilmente introspettivo (E quando mai?! LOL) spero non sia risultato troppo... noioso?
L'ho riletto più volte e... bho! Ditemi voi! xD Fatemi sapere quanto fa schifo da uno a dieci!
Per il prossimo capitolo non vi prometto nulla, spero di aggiornare presto, ma questa storia è davvero complicata da scrivere! Per ora mi concentrerò soprattutto su Dear You e Death Note: Another Story (che non aggiorno da secoli! Pardon! )
P.S Salvo eccezioni userò l'Ai POV e il tempo sarà al presente. Detto questo, grazie per aver letto questa pazzia!
Un bacione e mi raccomando recensite!
HellGirl.

 
   
 
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