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Autore: allegretto    25/10/2012    5 recensioni
Quando i nostri ragazzi si ammalano vanno da Bobby per riposarsi e rimettersi in salute. A Bobby torna in mente la stessa occasione, avvenuta nel passato, quando loro erano bambini e pensa a come sono cresciuti e come sono cambiati da quella volta. I sentimenti sono rimasti inalterati sia tra i due fratelli che tra loro tre. E questo è la 'pietra angolare' della loro vita!
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bobby, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Bobby stava preparandosi la cena quando suonò il telefono. Con un sospiro, raggiunse l'apparecchio per rispondere, chiedendosi che tipo di caccia lo attendesse quella volta.

Singer Salvage”, annunciò, sollevando il ricevitore.

Bobby?”, una voce gracchiò nell'etere.

Sam? Sei tu?”, chiese Bobby, dubbioso anche se aveva riconosciuto la voce del più giovane dei fratelli Winchester.

Bobby, Dean ed io....avremmo bisogno di un posto dove stare una notte. Possiamo venire da te?”

Bobby si accigliò nel sentire il tono stanco nella voce di Sam.

Voi, ragazzi, siete sempre i benvenuti qui, a meno che non vi portiate a dietro un demone”, rispose il vecchio cacciatore, aggiungendo della salsa, dei fagioli e della salsiccia alla pietanza che stava riscaldando sul fuoco, in previsione di dar da mangiare a due affamati giovanotti.

Grazie, Bobby!”, esclamò Sam, sollevato, prima di interrompere la conversazione.

Non appena la telefonata terminò, Bobby fissò intensamente il telefono, come se avesse potuto rispondere ai suoi quesiti mentali. Uno in particolare lo assillava e lo faceva preoccupare: 'Perché i Winchester avevano bisogno di stare da lui per poco tempo, quando potevano prendere una camera in un motel e non sobbarcarsi ore di macchina per arrivare da lui? La sua casa non era proprio in una zona di grande passaggio'

Scrollando la testa, il vecchio cacciatore riprese a rimescolare nella pentola.

Circa un'ora più tardi, Bobby sentì il rumore inconfondibile dell'Impala rombare sulla ghiaia del suo vialetto d'accesso alla casa. Sbirciò attraverso le persiane per trovare conferma a quanto aveva appena udito. Era l'amata Chevy di Dean ma c'era qualcosa che non andava. Al volante c'era Sam e quello non era un evento normale. Inoltre, entrambi i ragazzi avevano una brutta cera. Come se fossero stanchi morti.

I due fratelli scesero dall'auto e con lentezza esasperante presero gli zaini dal bagagliaio e si avviarono verso la casa. Dean si appoggiava a Sam e anche quello non era un buon segno, anche se in quel modo sembrava quasi che sorreggesse il fratello minore a sua volta.

Bobby non capiva come quei due riuscissero ad aiutarsi l'un con l'altro anche quando entrambi erano malati o feriti, ma quello non era il momento opportuno per chiederlo. Qualcosa di più importante era accaduto e lui doveva appurare quali erano le cause e le conseguenze.

Aprì la porta ancora prima che uno dei due potesse bussare.

Sam, Dean, che diavolo succede?”

La sua domanda suscitò un debole sorriso nel ragazzo più giovane e un'occhiata mezza assonnata nel più anziano.

E' una lunga storia Bobby, ma....”

Non ha importanza. Entrate dentro, voi due, idioti, prima che cambi idea..”, esclamò Bobby, sornione.

I due fratelli entrarono di filato, carambolando di lato e se non fosse stato per l'angusto spazio offerto dal vestibolo, sarebbero crollati lunghi distesi per terra, suscitando così una preoccupazione maggiore da parte di Bobby.

Una volta che i due si furono sistemati nello studio, seduti sul consunto divano, il vecchio cacciatore iniziò il suo personale interrogatorio.

Ok, ora mi dite cosa avete combinato?”

Sam scoccò un'occhiata a Dean prima di iniziare a raccontare gli eventi. “C'è stata una caccia. Un chupacabra. E' andato tutto bene: lo abbiamo ucciso e quasi non abbiamo riportato danni”

Alle sopracciglia sollevate di Bobby quando pronunciò la parola 'quasi', Sam aggiunse velocemente: “Si, va bene. Io ho avuto bisogno di un paio di punti e Dean ha battuto la testa e forse ha riportato una commozione ma è normale amministrazione per noi”

Bobby sospirò. “Allora come mai sembrate reduci dalla battaglia di Gettysburgh?”, chiese, poi, gesticolando verso i due.

Dean sbuffò e disse: “Grazie, Bobby. Proprio gentile!”

Il loro padre putativo scrollò la testa, accennando a un sorriso.

Bè, abbiamo trascurato qualche particolare!”, aggiunse Dean.

Bobby guardò prima uno poi l'altro con un espressione costernata. 'Cosa doveva fare con quei due idioti?', pensò, sconcertato.

Sam gli restituì l'occhiata, poi guardò suo fratello e infine esclamò: “Pioggia!”

Bobby dovette fare uno sforzo incredibile per non scoppiare a ridere. “Pioggia?”, chiese, incredulo.

Si, sembra pazzia, ma è la verità. Dannata pioggia, ci ha fatto venire ad entrambi il raffreddore”, Dean esclamò, tirando su con il naso.

Per essere precisi, solo a Dean ha provocato il raffreddore perché si è addormentato con i vestiti fradici addosso, Poi io l'ho preso da lui”, rettificò Sam.

Sottigliezze”, ribatté Dean, tossendo nella manica della giacca. Poi si girò verso Bobby che li stava guardando con incredulità crescente.

Pioggia? Siete sopravvissuti a un chupacabra solo per ammalarvi a causa della pioggia?”

I due ragazzi si scambiarono un'occhiata imbarazzata.

Si”, risposero all'unisono.

Bobby scrollò di nuovo la testa. “Incredibile. Ma ciò non spiega il motivo per cui sembrate così malconci. Non è che non vi sia mai venuto il raffreddore...”

Si, bè, quando Dean si è ammalato, si è rifiutato di ammetterlo”, Sam disse, guardando Dean, il quale faceva finta di niente. “Continuava a dire che stava bene. Così ho deciso di aspettare fino a quando non sarebbe stata evidente la malattia. Però anche a me è venuta la tosse e poi la febbre e il mio piano è andato a farsi friggere. Così lui non poteva starmi a dietro perché conciato più male di me e io mi sono trascurato per aiutare lui. Finché stamattina Dean non è svenuto...”

Non sono svenuto!”, gridò il giovane, scandalizzato.

Si, va bè, come vuoi tu!”, ribatté, scocciato, Sam, rivolto a suo fratello. “Comunque ho pensato che forse era meglio venire qui da te per fare un paio di pasti decenti, dormire una notte senza che i nostri colpi di tosse potessero dar fastidio ai vicini di stanza e rischiare di essere buttati fuori dai motel per questa ragione e avere una persona che ci desse un'occhiata”, concluse, poi.

Ci fu un lungo silenzio, intervallato solo dai colpi tosse stizzosa in un caso e catarrosa nell'altro.

Non ci posso credere!”, sbottò Bobby, dando una manata sulla scrivania. “Voi due mi porterete alla tomba!”, aggiunse poi il vecchio cacciatore con voce bassa e gorgogliante.

Guardò poi i due fratelli sussultare e la sua rabbia cedette subito il posto alla preoccupazione. Vedendo il loro sguardo febbricitante, il loro pallore e quel velo di incertezza che lui aveva visto nei loro occhi molto spesso, si alzò in piedi e mise in moto il suo ruolo di genitore angustiato.

Bene, almeno avete avuto il buon senso di venire da me. Andiamo su, avete bisogno di riposare. La vostra stanza è lì che vi aspetta!”

Sam si alzò con fatica dal comodo divano e dopo aver afferrato un braccio del fratello, lo tirò su di peso. Dean, stranamente, non si ribellò. Entrambi salirono le scale con difficoltà. Bobby fece a tempo a tirare giù i copriletti che i due ragazzi si erano già sdraiati sul letto.

Almeno toglietevi le scarpe!”, borbottò il vecchio cacciatore.

Sam lo accontentò subito. Prima tolse gli scarponi a suo fratello, praticamente già addormentato, e poi i propri.

Un minuto più tardi, entrambi erano nel mondo dei sogni! Inconsciamente si erano girati sul fianco, uno di fronte all'altro, in modo che entrambi potessero tenersi d'occhio. Mentre Bobby li ricopriva con una coperta di lana, gli tornò alla mente una scena di un raro momento della loro infanzia, quando aveva avuto la fortuna di averli in casa sua per qualche giorno. Sorrise, pensando a quella 'fortuna' e ciò non lo avrebbe mai ammesso con loro due, neanche sotto tortura...

 

 

 

20 anni prima

 

Un John Winchester disperato si presentò alla porta di Bobby, senza preavviso in una notte fredda e tempestosa.

Per favore, Bobby”, esclamò John, con in braccio un dormiente Sam di otto anni e un Dean, dodicenne, mezzo imbambolato, accanto a suo padre, “devi tenerli qui stanotte. Dean è malato e non può badare a Sam!”, aggiunse, poi, spingendo Dean verso il suo amico.

Certamente mi prenderò cura di loro. Lo faccio sempre, d'altronde. Non posso credere, però, che tu non sia in grado di badare a entrambi. Santo cielo, John, sono i tuoi figli!”, esclamò Bobby, con tono di fermo rimprovero.

Lo so, ma non posso, Bobby. C'è un caso molto interessante che potrebbe darmi delle risposte e io...”, qui John abbassò la voce, “penso di aver trovato un riferimento al demone che ha ucciso Mary. Non posso lasciarmi sfuggire questa opportunità, Bobby”

Bobby sospirò, ma lasciò entrare John. Sapeva che non avrebbe fatto nulla per mettere in pericolo i suoi figli e cercava sempre di affidarli a qualcuno che avesse a cuore il loro benessere. Per quello finiva sempre davanti alla sua porta...

Con un grugnito, sollevò Dean per le ascelle e lo prese in braccio. Il ragazzo era cresciuto ultimamente ed era un po' più pesante dell'ultima volta. Quello che preoccupava Bobby era il fatto che Dean non si fosse ribellato a quel trattamento infantile. Per quello che che poteva ricordarsi Bobby, Dean non aveva mai voluto essere preso in braccio. Questa volta aveva messo le braccia intorno al collo di Bobby e appoggiato, addirittura, la testa sulla spalla del vecchio cacciatore. Bobby poteva sentire il calore che si irradiava dalla corpo del ragazzo a testimoniare la sua forte febbre.

Seguì John di sopra dove c'era la camera che dividevano i due ragazzini quando erano da lui. John aveva già adagiato Sam sul letto vicino alla finestra, quando questo si svegliò improvvisamente. I suoi occhi si spalancarono dalla paura.

Dean? Papà?”, mormorò, con voce tremante.

Tra le braccia di Bobby, Dean si agitò. “Sammy?, chiese, debolmente.

Bobby posò delicatamente Dean sull'altro letto, stupito di quanto questi due fossero in connessione uno con l'altro. Dean si alzò subito dal letto e si andò a sdraiare accanto a Sam, mettendogli un braccio attorno alla vita.

Va tutto bene, Sammy. Sono qui!”, sussurrò, mezzo addormentato. “Siamo da Bobby. Al sicuro”.

Sam, sentendo le parole rassicuranti del fratello, si rilassò immediatamente e si addormentò di nuovo.

Dean si girò a guardare suo padre. “Stai andando a caccia?”, chiese, lievemente, spalancando i suoi occhioni verde smeraldo.

John gli fece un gran sorriso. “Si, un amico mi ha chiamato. Una cosa importante”

Dean annuì. John gli diede un bacio sulla fronte e poi fece una carezza a Sam, cercando di non svegliarlo.

Rimettetevi presto, voi due”, esclamò John, prima di uscire dalla stanza.

Dean si girò a guardare Bobby. “Tu non ci lascerai, vero, zio Bobby?”, chiese Dean, calmo. Bobby, però, poteva percepire una punta di panico nella sua voce. Ebbe l'impulso improvviso di dare un pugno a John, mentre cercava di tranquillizzare il ragazzino.

No, Dean. Sto qui con voi. Cerca di dormire che va tutto bene”, disse Bobby, ricoprendo i due 'nipoti' con una trapunta a fiori sbiaditi.

Dean sorrise e si rilassò: “Bene”, esclamò, prima di addormentarsi.

 

Tempo attuale

 

Bobby si alzò in piedi, 15 anni dopo, osservando con un'espressione dolce e affettuosa i due fratelli. Erano cresciuti un bel po' da quella volta. Sam, ora, era più alto di Dean e i capelli biondi di Dean erano più scuri e quelli castano chiaro di Sam erano ora scuri. I due erano cambiati, però, solo in apparenza: Dean era sempre quello che doveva stare a dietro al minore e Sam quello che cercava la protezione e l'affetto del maggiore.

Entrambi i ragazzi – Bobby si corresse immediatamente – ora, uomini, di solito avevano i lineamenti tirati a causa dello stress e del tipo di vita che conducevano in quel momento.

In quel momento, nel sonno, erano il ritratto della giovinezza e dell'innocenza.

Fece sorridere Bobby, il fatto che Dean sembrasse così indifeso mentre dormiva. Le sue lentiggini erano chiaramente visibili, come sempre quando era malato. Lo stesso lo poteva dire per Sam che nonostante fosse alto e robusto quanto una montagna, sembrasse sempre quel bambino di otto anni così smarrito e indifeso. I suoi capelli così lunghi e ribelli, ricadevano sui suoi occhi come se fosse un cucciolo troppo cresciuto.

Bobby si spostò verso di lui per controllare la sua temperatura. Mise la mano sulla fronte e riconobbe qualche linea di febbre, non ancora preoccupante. Meglio era lasciarlo dormire e vedere come si sarebbe sentito una volta svegliato.

Sam continuò a dormire anche quando Bobby gli tirò su la manica per controllare i punti sul braccio che, grazie al cielo, non erano infetti.

Poi Bobby si girò verso Dean. A differenza di suo fratello, lui si svegliò immediatamente al tocco di Bobby, ma rimase fermo, i suoi occhi seguivano ogni mossa di Bobby. Una volta che il vecchio cacciatore ebbe finito la sua ispezione – rivelando una temperatura molto elevata e un bel bernoccolo sulla testa anche se in assenza di trauma cranico – Dean parlò con voce roca: “Qual è la diagnosi, dottore?”

La prossima volta non essere così stupido e testardo e togliti subito i vestiti bagnati!”, Bobby rispose.

Ah, Bobby, mi mancava la tua personale ramanzina!”, Dean esclamò, ghignando.

Idiota”, disse Bobby con affetto, tornando a sedersi sulla sua poltrona in fondo ai due letti.

I due stettero per un po' in silenzio, poi Dean chiese: “Bobby?”

Si?”

Mm, è un po' strano quello che sto per dirti ma volevo ringraziarti”

Bobby stava per rispondere per quale motivo, ma capì quello che intendeva Dean. Grazie per essere sempre qui nella buona e nella cattiva sorte! Bobby non poté far altro che sorridere, fece un gesto burbero per far intendere che non era il caso, si alzò in piedi per aggiustare la coperta sulle gambe di quel giovanotto che considerava a tutti gli effetti come suo figlio.

Ok. Tranquillo. Cerca di dormire, ora”

Si avviò verso la porta della camera per andare giù a prendersi una tazza di caffè caldo e un libro da leggere.

Tu non ci lascerai mai, vero?”, Dean chiese, mentre era già quasi fuori dalla stanza.

Bobby si voltò a guardarlo. Sembrava ancora quel dodicenne, vulnerabile così come allora e quello fece molta impressione a Bobby.

Ovviamente, no. Ci sarò sempre per voi due. Sempre!”, rispose Bobby, con la voce intrisa di commozione.

Bene”, disse Dean, rilassandosi e chiudendo gli occhi, mentre il suo padre-putativo scendeva in cucina. 

  
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