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Autore: Icy    25/10/2012    1 recensioni
Cosa sarebbe successo se gli Hunger Games non fossero stati così spietati, all'inizio? Se i Distretti avessero già provato a ribellarsi? Cos'è successo da rendere questo reality così infame?
Heather Evans, una ragazza sedicenne del Distretto 12, lo sa e forse per questo si sente un po' colpevole.
Che i Giochi abbiano inizio.
(non sono brava con le introduzioni, lo so xD)
Genere: Avventura, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Caesar Flickerman, Nuovo personaggio, Presidente Snow
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Capitolo 2: La Mietitura -


 

"La morte è un sonno senza sogni e forse senza risveglio"




Il distretto è pieno di Pacificatori, uomini e donne provenienti soprattutto dal Distretto 2 o da Capitol City che, per piacere o per estinguere i propri debiti, decidono di incutere terrore nei distretti per farci rispettare la legge. Uscire dal recinto ha come pena una fustigazione in pubblico, cacciare ha come pena la morte. Sono stata molto fortunata oggi, magari finirà bene la giornata, o almeno lo spero.

Questo spiega perché stamani c'era tanta gente in giro: durante il giorno della mietitura tutti hanno la giornata libera. Questa sera il distretto festeggerà, tranne una famiglia, quella a cui verrà strappato il figlio dalle braccia che andrà verso morte quasi certa. Fino ad adesso nessun tributo proveniente dal Diostretto 12 è mai tornato vivo.

Visto che è già mezzogiorno decido di mangiare qualcosa, prepararmi e andare alla mietitura. Torno a passi lenti in camera per pettinarmi i capelli. A differenza delle altre ragazze io non ho nessuno che mi pettini e mi leghi i capelli, quest'anno devo vedermela da sola. Un anno fa c'era Julius che mi legava i capelli mentre mi raccontava una storia per tranquillizzarmi, mi accarezzava i capelli sussurrandomi che sarebbe andato tutto bene, e in quel momento ci ho creduto. E' stato molto difficile accettare il fatto che sarei rimasta sola per il resto della vita, tutt'ora lo è. I primi giorni rimasi chiusa in casa a piangere, non riuscivo a credere che ciò che avevo visto in tv fosse reale. Tutto per colpa degli Strateghi, senza il loro stupido ibrido mio fratello avrebbe potuto vincere, c'era solo una cosa che non andava bene agli Strateghi: aveva deciso che non avrebbe ucciso nessuno, anzi, aiutò diversi tributi in difficoltà. Ma nonostante questo riuscì ad arrivare in finale con uno dei Favoriti, ragazzi provenienti dai distretti 1,2 e 4 che vengono allenati sin da bambini per gli Hunger Games. Vengono dai distretti più ricchi,quindi ricevono più doni durante la durata dei Giochi. Hanno più probabilità di vincere, ma quel ragazzo era messo male, era gravemente ferito e non smetteva di sanguinare, quando rimasero in due. Era chiaro che sarebbe morto, ma gli Strateghi pensarono bene di farlo vincere uccidendo Julius, e in pochi secondi eccolo lì, un perfetto ibrido assetato di sangue a rincorrere mio fratello. L'avevano ucciso loro, ne ero sicura.

Senza accorgermene sto piangendo e la mia mano è talmente stretta all'impugnatura della spazzola da farmi male. Lo nocche sono bianche e i muscoli del mio braccio sono tesi. Mollo la spazzola e respiro un paio di volte lentamente.

Ogni mio tentativo di fare un'acconciatura strana è vana, non posso farcela da sola. Alla fine mi arrendo ad una semplice coda alta, è sempre la migliore scelta.

Cerco un vestito più carino, per la mietitura tutti dobbiamo metterci i vestiti migliori, come se tutti stessimo bene e fossimo felici, ma non è così.

Sospiro. Guardo l'unico vestito che ho, è azzurro, non molto lungo. Non ha fiocchi o pizzi, niente che lo impreziosisca, tranne una cosa: era di mia madre.

Mi levo controvoglia la tuta per infilarmi il vestito, anche se mi sembra ogni anno più corto. Mi giro davanti allo specchio, adesso mi arriva sopra il ginocchio. "Adesso ho capito da chi ho preso l'altezza" penso. Non sono molto alta, ma a quanto pare neanche mia madre lo era.

Mi allontano dallo specchio rapidamente, non ho voglia di vedermi in lacrime perché non riesco a pensare ad altro che non sia la mia famiglia.

Mi faccio forza e, una volta tornata in cucina, mangio con poca voglia le bacche.

L'ansia mi sta uccidendo. Penso a quante probabilità ho di venire scelta. Non dovrebbero essere molto, a occhio e croce ho solo sette nomine, ma a questo punto posso aspettarmi tutto.

Finisco le bacche, ma lascio stare il pesce, se sono fortunata lo mangerò stasera.

Cerco il modo migliore per conservarlo, così che non inizi a puzzare e ad attirare ospiti indesiderati, come i gatti dei vicini.

Sono già le due, manca solo mezz'ora. Non ho niente da fare, ma devo tenere occupato il mio cervello, o rischio di ricadere in depressione.

Esco di casa e chiudo la porta.

So che tra un po' i Pacificatori verranno a controllare che tutti siano alla mietitura, nessuno può mancare ad un evento tanto importante. Venire trovati dai Pacificatori in casa durante la mietitura equivale a una fustigazione in pubblico, o, nel peggiore dei casi, la trasformazione in senza-voce. I senza-voce sono persone che hanno cercato di ribellarsi alle regole di Capitol City, cercando di saltare la mietitura o scappando dal distretto, ma sono stati catturati e come punizione gli hanno tagliato la lingua e sono diventati schiavi di Capitol City.

Cammino a passi lenti, dirigendomi verso il Palazzo della Giustizia, cercando di concentrarmi sui miei passi, dove metto i piedi. Ad un certo punto vedo in terra qualcosa che riflette la luce del sole. Mi chino per avvicinarmi e vedere cosa sia. E' una moneta.

"Trovane solo una e ti porterà fortuna... o almeno così dicono" penso. Stringo la moneta nel pugno della mano, sperando con tutta me stessa che sia vero.

Riprendo a camminare e mi guardo intorno. La maggior parte delle case sono già chiuse, le strade sono piene di persone, soprattutto donne che accompagnano i figli alla mietitura, tenendoli in braccio o stringendogli la mano. Hanno tutti un'espressione esangue, e non li biasimo. Mi guardo intorno, c'è troppa gente, troppi bambini. Alcuni piangono, altri fissano punti indefiniti della strada, gli occhi vuoti, senza luce. Solo tanta paura.

Stringo più forte la moneta.

Non è giusto, non è giusto che dei ragazzi così giovani vengano buttati in un'arena per uccidersi a vicenda: verranno segnati a vita! Ovviamente se resteranno in vita...

Faccio un profondo respiro e cerco di controllarmi. Mi fermo un secondo e mi appoggio allo stipite di una porta di una casa chiusa. Chiudo gli occhi, alzo il viso e mi concentro sul ritmo lento del mio respiro, ma i battiti del mio cuore sono così forti da rimbombarmi nelle orecchie.

"Dai Hather! Non ti ho mai vista così, e tutto solo per la mietitura! Andrà bene, andrà tutto bene" cerco di convinvermi.

Apro gli occhi lentamente e ritrovo un po' di coraggio e fierezza. Sono troppo orgogliosa per farmi vedere debole dagli altri.

Riprendo a camminare, a testa alta e con passo moderato. Manca poco all'inizio della mietitura.

Arrivo davanti al Palazzo della Giustizia in pochi minuti, durante i quali sono riuscita a camminare senza incespicare o dovermi fermare. Mi sento soddisfatta del mio risultato.

Davanti al maestoso palazzo, la piazza pullula di ragazzi già divisi per sesso ed età. Cerco le ragazze di diciassette anni per aggregarmi a loro. Non faccio in tempo a trovarle che mi si piazzano due uomini in tuta bianca davanti: Pacificatori.

«Come ti chiami?» mi chiede quello più alto. Sono entrambi grandi come armadi, ma uno è biondo con gli occhi azzurri, l'altro è abbronzato, ha gli occhi verdi e i capelli castani. Distretto 2 e 4.

«Heather Evans» rispondo, cercando di non mostrarmi troppo sottomessa.

«Anni?» chiede l'altro.

«Diciassette»

«Seguimi» mi dice il biondo e, dopo essersi girato, inizia a camminare, dirigendosi verso un gruppo di ragazze. Non posso fare altro che seguirlo.

«Sei arrivata» mi dice secco, allontanandosi e lasciandomi da sola, in un gruppo di mie coetanee. Sono in trappola. Non posso scappare.

Ad un certo punto arriva sul palco una donna all'incirca sulla trentina, che sembra arrivata direttamente da Capitol City. Ha un'enorme parrucca rossa, intonata ad un vestito a mio parere ridicolo. Gli occhi sono pesantemente truccati con eyeliner nero e ombretto rosso. Ha stampato sulla faccia un sorriso a trentadue denti. Le labbra sono state manomesse chirurgicamente, sono troppo gonfie e il rossetto non fa che metterle in evidenza. Si chiama Tracy ed è l'organizzatrice degli impegni del tributo, impegni che comprendono il viaggio, la sfilata, l'intervista e cavolate simili per intrattenere i personaggi di Capitol City e far crescere l'ansia tra i tributi.

«Benvenuti!» squittisce la donna «e felici Hunger Games! Possa la buona sorte essere sempre a vostro favore!» ci fu un attimo di silenzio.

«Bene, prima di estrarre il nome del fortunato o fortunata che verrà scelto come tributo per gli Hunger Games, vorrei mostrarvi un video arrivato direttamente da Capitol City!» dice, e con un ampio gesto della mano indica uno schermo sospeso in aria che s'illumina. Sappiamo già cosa mostrerà il video.

Immagini della rivolta. La capitale che torna al potere. Vengono indetti i primi Hunger Games. Immagini su come i ragazzi si uccidano a vicenda. Qualcuno esulta, perché ha vinto.

Metto la mano in tasca e stringo la moneta quando vedo che c'è anche mio fratello.

Finalmente appare lo sigillo di Capitol City e lo schermo si oscura.

«Okay, direi che è giunto il momento di scegliere il fortunato o fortunata tributo che rappresenterà il Distretto 12 agli Hunger Games!»

Viene avvicinata a Tracy una boccia enorme, ci saranno minimo mille nomine. Mi riecheggiano nella testa le parole di Julius dell'anno scorso: "Hai solo cinque nomine, Heather, non verrai scelta come tributo, vedrai, andrà tutto bene"

Quest'anno ho solo due nomine in più. Non possono fare tutta questa differenza, in fondo sono solo due in più, sono sette su più di mille...

Tracy affonda la mano nella boccia e tira lentamente su un pezzettino di carta.

Il mio cuore inizia a battere sempre più velocemente, una reazione analoga in ogni ragazzo del distretto.

«La fortunata» inizia. Fortunata, è una ragazza. Merda. «che rappresenterà il Distretto 12 alla nona edizione degli Hunger Games è... Heather Evans!»

Due parole si fanno strada nella mia testa, fino a diventare estremamente irritanti, ma purtroppo vere: sono morta.

  
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