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Autore: _Trancy    26/10/2012    0 recensioni
Era disordinato. Non un disordine normale, non un disordine a cui si poteva rimediare.
Era un disordine... Organizzato, sì.
Tentava di organizzare qualsiasi cosa che non fossero i suoi pensieri.
Genere: Angst, Slice of life, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Roxas
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun gioco
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 Always Smiling.


A volte pensava che la musica fosse l'unica e sola compagna che valeva veramente qualcosa.
Che valeva quando stava male, quando piangeva, quando stava sotto la pioggia, quando pensava.
Perchè lui piangeva, piangeva ininterrottamente, pensando a tutte le cose brutte.
Tutte quelle passate, e tutte quelle che si aggiungevano di giornata in giornata. Insieme, formavano un carico, un carico troppo pesante da portare per lui, troppo pesante da sopportare da solo.
I dispiaceri, le cattiverie, tutte addosso, l'una all'altra, andando a formare quelle lacrime che ormai gli bagnavano troppo spesso il viso.
Bagnavano il viso, e volavano via, le lacrime. Solo loro, da sole, però.
Non volavano via anche i pensieri con loro, non volava via il dispiacere e tantomeno il malessere.
Tutte le cose brutte gli rimanevano in testa, e rimbombavano, sempre più forti, sempre più insistenti.
A nulla valevano le mille tisane, i mille the e calmanti che tentava di buttare giù tutti in un colpo.
Non valevano niente, come non valeva niente lui, come non valevano nulla i suoi pensieri.
Piangeva, stringeva il cuscino.
Piangeva, e lo mordeva.
Piangeva, e si rannicchiava su se stesso.
Piangeva, e non passava niente.
Il dolore era sempre lì, i brutti pensieri lo assalivano ogni minuto di più.
Nulla riusciva a dargli tregua.
Ogni giornata, dal primo raggio di sole della mattina all'ultima stella di notte, era terribile.
 
Lui rideva, rideva e faceva finta di niente, ma dentro forse moriva.
Moriva, sapendo che una volta a casa sarebbe tutto tornato come prima.
Triste, monotono, non adatto a lui.
 
Era disordinato. Non un disordine normale, non un disordine a cui si poteva rimediare.
Era un disordine... Organizzato, sì.
Tentava di organizzare qualsiasi cosa che non fossero i suoi pensieri.
Ogni piccolo pezzo di carta, ogni minimo strappo di scotch andava tenuto.
Chissà, prima o poi sarebbe tornato utile.
 
I pezzi di carta, oh, quelli li adorava.
Adorava giocarci, accartocciarli, adorava piangerci sopra.
Adorava scriverci il suo nome, bagnarlo con una sua piccola lacrima, prendere l'accendino e bruciarlo.
I pezzi di carta in fiamme gli davano alla testa.
Brucia, brucia, brucia tutto.
Brucia il suo nome, come lui ha bruciato la tua vita.
E' per lui che piangi ogni notte, è per lui che mordi il cuscino, è per lui che sei così.
Così solo, isolato, triste e ... E non lo sapeva.
Non sapeva neanche più chi era.
O cos'era.
Non sapeva se considerarsi una persona, o semplicemente un oggetto.
Un oggetto tanto carino. Un oggetto di cui prendersi gioco. 
 
E' soltanto un oggetto.
Un pezzetto di carta è un oggetto,
un cuscino è un oggetto, 
le lacrime, forse, sono oggetti,
Era circondato di oggetti, e quindi perchè non avrebbe dovuto esserlo anche lui?
Un oggetto, sì.
Un oggetto da usare, da buttar via, dimenticandosene.
Tutto questo era lui. Probabilmente.
O probabilmente no.
 
Perchè darsi tanta pena, chiedendosi chi o cosa si era?
Perchè darsi tanta pena, quando bastava solamente guardarsi allo specchio e sorridere?
Un sorriso falso, certo. Ma pur sempre un sorriso.
I sorrisi, ammucchiati, potevano far uscire qualcosa di buono.
Come i dispiaceri, se si ammucchiavano, potevano far uscire qualcosa di cattivo.
Voleva provarci, Roxas, voleva provare a sorridere.
A sorridere, di giorno in giorno, e qualcosa sarebbe andato meglio.
Se non tutto.Tutto, sì, sarebbe andato meglio.
Tutti i giorni, qualcosa sarebbe migliorato e ne era sicuro.
Quindi sorridi Roxas, sorridi sempre.
Qualcosa di buono ne uscirà.






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Note dell'Autrice(?) :
Questa è un'altro pezzo che ho scritto nel giro di un quarto d'ora.
Tristezza? Stanchezza? Non lo so.
I riferimenti ad Axel sono mooolto lievi, in questo testo. Axel è il nome che Roxas brucia, appunto, come riferimento al fuoco, sul foglietto. Non so neanche se potrei essere la personificazione di Roxas. A volte anche io brucio dei pezzi di carta con dei nomi scritti sopra, mi fa star bene.
Forse. Mi raccomando, recensite, ci tengo a sapere e a scambiare le varie opinioni.
Grazie per aver letto x)

 
  
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