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Autore: Little Fanny    27/10/2012    2 recensioni
Rose stava per chiudere la telefonata quando una voce la fece scattare all’ascolto.
“Rose? Rose, sei tu?”
“Dottore?”

[Pete's World, pre 4x12 “The Stolen Earth”]
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Doctor - 10, Rose Tyler
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Appesa a un filo
Fandom: Doctor Who
Personaggi: Rose Tyler, Tenth Doctor
Rating: G
Genere: sentimentale
Conteggio parole: 493
Avvertimenti: one-shot, Pete’s world, post 2x13 “Doomsday”, pre 4x12 “The Stolen Earth”
Riassunto: Rose stava per chiudere la telefonata quando una voce la fece scattare all’ascolto.
“Rose? Rose, sei tu?”
“Dottore?”

Note: scritta per la Big Damn Table con il prompt 2. Intermezzo, partecipa alla prima missione del COW-T @maridichallenge, per i Blood Devils.
Disclaimer: La storia è basata su fatti e personaggi creati e appartenenti alla BBC e a chiunque ne detenga i diritti. La storia non è scritta a scopo di lucro, ma solo per mio puro diletto.




Appesa a un filo


“Mamma, faccio tardi questa sera. Non aspettarmi per cena.” Disse Rose per l’ennesima volta da quando erano arrivati in quell’universo.
Jackie sospirò rassegnata e rimase zitta all’altro capo del telefono, nonostante le sue labbra prudessero dalla voglia di fare un’altra ramanzina alla figlia.
“Ti prometto che domani mi libero prima,” aggiunse Rose in quella che ormai era diventata la battuta classica del suo copione.
Jackie sorrise come solo una madre può fare quando si trova a scontrarsi con una forza più grande di lei. E, nel suo caso, quella forza era un dannato cannone dimensionale. Maledetto il Dottore e maledetto quel mondo.
“Non ti preoccupare tesoro. Ma, mi raccomando, mangia un boccone. Me lo devi promettere.”
Rose sorrise dall’altro capo del telefono e annuì con il capo.
“Va bene, mamma. Ogni tuo desiderio è un ordine.” Scherzò la ragazza, salutandola con un bonario gesto militare.
“Ah. E Rose!” la richiamò Jackie, prima che la ragazza potesse riattaccare.
“Sì, dimmi.”
“Volevo ricordar-”
“Mamma? Mamma? Ci sei?”
“Asprl-”
“Mamma? La linea è disturbata, non ti sento bene!” urlò la ragazza nella cornetta.
Sospirò rassegnata: sua madre e la tecnologia vivevano in mondi completamenti diversi. Con tutta probabilità sarebbe tornata quella sera e l’avrebbe trovata ancora ancorata al telefono, nel tentativo di capire come mai non funzionasse bene.
La ragazza stava per chiudere la telefonata quando una voce la fece scattare all’ascolto.
“Rose? Rose, sei tu?”
La ragazza deglutì sbigottita, riportando la cornetta all’orecchio, mentre sentiva il proprio cuore battere all’impazzata.
“Dottore?” domandò con un filo di voce, torcendo il cavo del telefono dal nervosismo.
“Oddio, Rose. Sei tu. Mi era sembrata la tua voce.” Rispose l’uomo dall’altra parte del filo, trattenendo a stento la commozione.
“Ma, Dottore. Come…”
“Come è possibile, dici? Io sto viaggiando vicino alle Cascate Medusa, c’è un bel po’ di energia Uan sparsa, così il TARDIS può ricaricare i motori. Se da te c’è stato qualche fenomeno straordinario, come non so: un’eclissi, una tempesta solare…”
“Qui c’è stato un allineamento di pianeti.” Lo informò Rose, recuperando dal mucchio di scartoffie sparse sulla scrivania il giornale su cui la notizia capeggiava a caratteri cubitali.
Era l’avvenimento del millennio e sarebbero passati molti secoli prima che una tale combinazione potesse verificarsi di nuovo.
“Oh, bene. Credo che si possa spiegare il tutto.”
“Dottore, quanto tempo abbiamo?” chiese Rose con urgenza nella voce. Non voleva che il loro tempo finisse di nuovo, bruscamente, come era successo su quella maledetta spiaggia.
“Solo pochi minuti, credo.”
“Dottore, io ti amo.”
“Rose, lo so.” Replicò il Signore del Tempo con voce dolce.
“E sappi che farò di tutto per tornare da te. Non ti abbandonerò, mai. Te l’ho promesso.”
“Ros-”
“Dottore!” urlò la ragazza arpionando con forza la cornetta, nel tentativo di mantenere aperta la connessione.
“Dottore!” gridò di nuovo, ma ormai inutilmente.
La linea era caduta e del Dottore non rimaneva altro che il gracchiare fastidioso della linea disturbata.
Rose riagganciò il telefono, ma nel suo cuore era nata una nuova speranza.
Tornerò da te. Te lo prometto.
   
 
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