My
funny friend and me
{ sotto le stelle alla fine di un viaggio è dove
cominciano le storie più belle. }
All’inizio
è stato per via dell’odore.
Era un profumino delizioso, ma non si è trattato
solo di quello. Le due buffe creature che se lo portavano appresso – soprattutto quello grande e grosso –
sapevano di buono anche loro, ed era una cosa nuova, e non è stato difficile
decidere di seguirli per un po’ per vedere se quel buono era all’altezza del
profumino e se quel profumino sarebbe mai diventato un buon sapore sotto i
denti.
A poco a poco le cose sono cambiate. Naso puntato,
li ha seguiti per strade, per campi, per terra e per acqua, e con il tempo si è
accorto che stare con loro – soprattutto con
quello grande e grosso – è proprio divertente,
è qualcosa che in quel posto pieno di persone puzzolenti di fretta e stizza non
gli è successo mai, e a sorpresa lo è anche senza
sentire nessun buon sapore sotto i denti.
Alla fine non ci sono più state né acque né
strade, e il sentore di buono si è confuso in mezzo a una grande confusione di
odori simpatici e di profumini deliziosi come quello che lui ha sentito per
primo, e a quel punto è stato proprio per ritrovare quel loro buono – soprattutto di quello
grande e grosso – che si è deciso, senza sorprese stavolta, a far notare la
sua presenza.
«Bau! Bau!»
Adesso sono qui a guardarsi, un piccolo cane e
un uomo buffo grande e grosso. Hanno fatto insieme tanta strada ma è la prima
volta che si guardano, la prima volta che l’uomo grande e grosso si china ad
accarezzarlo, la prima volta che il cagnolino scodinzola per lui.
L’odore di un osso tanto inseguito e sospirato è
buono, ma quello dell’amicizia nata sotto le stelle dopo un inaspettato, lunghissimo,
divertentissimo viaggio lo è ancora di più.
[ 300 parole ]
Spazio dell’autrice
Questa
triple drabble può riuscirvi alquanto ostica se non
avete mai letto né sentito parlare dell’albo Astérix e il giro di Gallia, quinto in ordine cronologico, quello
in cui compare per la prima volta il personaggio di Idéfix.
Ma cercherò di darvene un’idea io per giustificare questa
storiella nata in un periodo in cui mi sento profondamente legata al villaggio
degli irriducibili matti da legare.
In questa
avventura datata 1965, Astérix fa una scommessa con i Romani che tengono il
villaggio sotto assedio: non solo lui e il fidato Obélix
riusciranno a evadere, ma per dimostrare la propria inarrestabilità faranno in
un unico viaggio il giro di tutta la Gallia – il primo Tour de France della
storia! – e porteranno da ogni città visitata una specialità gastronomica che poi
offriranno in banchetto allo stesso centurione romano che ha avuto l’infelice
idea di isolarli mediante una palizzata tutt’altro che efficace. Detto, fatto:
la prima tappa è Lutezia, odierna Parigi, ed è
proprio qui che un cagnolino bianco e nero, attratto dal profumo del prosciutto
nella sacca trasportata da Obélix, comincia a
seguirli. È la primissima apparizione di Idéfix, che
non avrà un nome finché non saranno i lettori a sceglierlo nel volume successivo;
per tutto il giro di Gallia lo vediamo costantemente alle calcagna di Astérix e
Obélix, vediamo che li segue persino nelle traversate
acquatiche e che li aspetta diligentemente fuori da ogni edificio che visitano.
Eppure è solamente alla fine, quando i due Galli sono tornati al villaggio per
sbattere in faccia ai Romani la scommessa vinta, che il cane attira abbaiando l’attenzione
di Obélix, il quale finalmente lo vede e gli fa una
carezza, prima di regalargli un osso durante il banchetto tradizionale di fine
avventura.
E beh, ecco,
di fronte all’adorabilità della cosa non ho potuto che scrivere un minuscolo
omaggio. Non è davvero niente di che ma ci tenevo tanto.
Il
titolo è tratto dalla colonna sonora del Classico Disney Le follie dell’Imperatore, brano cantato da Sting. ♥
Aya ~