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Autore: robstenwhore    27/10/2012    12 recensioni
[...] Lui non è seduto sul divano che gioca con Bear come l'ho lasciato. Giro per casa ma non c'è, di lui nessuna traccia e neanche il nostro cagnolino salta fuori. Forse sono andati a fare un giro insieme, per sbollire la rabbia della nostra litigata di questa mattina. Entro nella nostra camera e mi siedo sul letto, sospirando. Qualcosa non torna, questa stanza è diversa, non era così quando sono uscita. Ora sembra quasi... vuota. Sì, è vuota, mancano delle cose. Apro l'armadio ed è il solito caos ma stavolta è differente. Ci sono solo i miei vestiti, i suoi sono scomparsi. No, non può essere. Sento il panico salire e corro in cucina, poi in salotto. Deve esserci una traccia di lui, deve. Poi lo vedo. E' un foglietto bianco, ripiegato in due, lasciato sul tavolino di fronte alla televisione. La mano mi trema mentre lo afferro e lo apro.
Mi disgusti. Non me lo sarei mai aspettato da te. Addio.
Le parole si marchiano a fuoco nel mio cervello e chiudo gli occhi, mentre le lacrime scendono e mi rigano le guance. Ho perso tutto, ho perso lui. E in un secondo tutto diventa buio.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kristen Stewart, Robert Pattinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Breathe Me - Capitolo 14

Breathe Me

Capitolo 14.

Red roses and diamonds


Dio, ti prego, uccidimi adesso. E' l'unica cosa che riesco a pensare da almeno un ora e un quarto, seduta sul divano a guardare un film che detesto. Sopportare altri cinquanta minuti di questa roba mi sembra impossibile, sento che il mio corpo proverà ad autodistruggersi per protesta. Il suo braccio si stringe intorno alle mie spalle e io sospiro impercettibilmente. Vorrei evitare di passare queste serate inutili, chiusa in casa a guardare film che detesto ma lui ama, però dobbiamo "recuperare il tempo perso durante le riprese" come dice lui. Non mi sembra un gran modo, visto che mi annoio terribilmente ogni volta e dopo sono talmente arrabbiata con lui che di sesso non se ne parla. Avrei dovuto accettare il suo invito a cena. Potevo inventare una scusa plausibile per evitare la serata dei film stupidi e dirgli che ci sarebbe stato tutto il cast, invece non l'ho fatto. Non sono così, non riesco a tradire, anche se in fondo non sarebbe stato un vero e proprio tradimento. Era una cena innocente, dopo tutto.
"Non potevi scegliere un altro film?", domando scocciata, ho io l'istinto di prendere una dannata spada laser e affettare in due il televisore.
"Stai scherzando? Star Wars è una pietra miliare nel suo genere!", afferma, quasi avessi bestemmiato.
"L'avrai visto almeno mille volte, potevamo guardare qualcosa di diverso stavolta... Un film romantico o una commedia, anche un film d'azione mi andava bene ma non questo". Il suo braccio lascia le mie spalle e mi guarda, sembra quasi che si stia domandando se sono impazzita o cosa.
"Kris, stai scherzando?", mi chiede confuso, sembra davvero che gli stia toccando la cosa più preziose al mondo.
"Me l'hai già chiesto prima, no,  non scherzo affatto. Mike io odio questo film okay? Lo odio, è noioso, non lo sopporto! Ti sembra questo il modo di recuperare il nostro rapporto? Facendo solo quello che piace a te?", sono seria mentre glielo chiedo. E' un po' che mi chiedo dove stia portando il nostro rapporto ma ormai sono più che certa che non vada da nessuna parte, non ha futuro. Solo che, per qualche ragione, lasciarlo e spezzargli il cuore mi sembra davvero un gesto orribile. In fondo abbiamo condiviso quasi tre anni insieme, dovrei essere legata a lui. Eppure...
"Fino a prova contraria quello che è stato messo da parte per lasciare spazio a te che ti divertivi a recitare tra i vampiri sono io, me lo merito no?".
"Punto primo è lavoro, non divertimento. Punto secondo non dirlo con quel tono, sembra quasi che ti faccia schifo".
"Non è che sia un capolavoro".
"Oh certo, scusami tanto se non ho recitato in Star Wars!", dico esasperata, alzandomi dal divano.
"Non è colpa mia se Twilight non vincerà il prossimo Oscar", risponde stringendosi nelle spalle, ma il suo tono è di scherno, mi sta deridendo.
"Scusa tanto Michael, mi ricorderesti qual'è stato l'ultimo film in cui hai recitato? E' passato talmente tanto tempo che l'ho cancellato totalmente dalla mia memoria. Io almeno cerco di lavorare! E poi non è così male, a me la storia piace e se ha tanti fan ci sarà un motivo non trovi?". Non ho voglia di litigare con lui, non mi diverto di certo, ma non permetto che critichi il mio lavoro così, senza neanche un motivo valido.
"Bella storia, davvero. La gente non vede l'ora di vedere un umana e un vampiro che scopano, punto".
"Dio non ci posso credere", mormoro tra me scuotendo la testa, voltandogli le spalle e passando una mano tra i miei capelli. Vorrei urlare ma non so cosa mi trattiene, anzi l'istinto più forte che ho in questo momento è di tirargli un pugno, tanto per scaricare la rabbia.
"Ah no hai ragione, prima dobbiamo sorbirci altri due film perchè il vampiro in questione è anche vergine. Un vergine di cento anni, bella trovata", insiste lui.
"Mike basta, davvero, ora stai esagerando", lo ammonisco guardandolo severa, sono stanca delle sue battutine, sta davvero esagerando.
"Perchè te la prendi così tanto? Ah giusto, ti sto toccando l'inglesino", continua a punzecchiarmi, sembra che non abbia intenzione di smetterla.
"Non tirare in ballo Robert. Lui non ha fatto niente, non è colpa sua se come fidanzato fai pena!".
"Ah è questo che pensi?".
"Sì, è questo che penso. Cazzo, quale fidanzato sano di mente farebbe vedere alla propria ragazza un film che lei detesta per passare la serata insieme? Nessuno! Tu non sai un cazzo di romanticismo. La prossima volta ti scoperai quel fottuto DVD perchè non credo proprio che da me avrai qualcosa per un bel po' di tempo".
"La metti su questo punto? Niente sesso per ripicca?", domanda, so di averlo preso in contropiede, il sesso è importante per lui.
"Sì, hai capito bene", rispondo annuendo decisa, non riuscirà a farmi cambiare idea in nessun modo, non stavolta almeno. "Se non ti dispiace ora vado a dormire, ti conviene tornare a casa tua. E ti supplico, porta via quel dannato DVD con te o giuro che gli do fuoco", aggiungo voltandomi, dirigendomi verso la mia stanza. Forse la mia reazione è stata un po' esagerata, ma non sopporto più i suoi modi e non ho intenzione di star zitta senza fare nulla.
"Ti stai liberando di me così avrai campo libero con il tuo amante?". A quelle parole mi blocco e mi volto verso di lui. Se potessi incenerirlo con lo sguardo adesso lui sarebbe un mucchietto di cenere fumante, sparso sul pavimento.
"Non so neanche di cosa stai parlando Michael, cominci a dare i numeri", il mio tono è acido, nessuno al mondo è capace di scatenare una rabbia tale dentro di me.
"Sai perfettamente a chi mi riferisco, non fare finta di niente".
"Smettila di nominare Robert! Sei paranoico cazzo, ti ho detto mille volte che non c'è niente tra noi, a mala pena ci siamo dati un paio di baci sul set. Credi davvero che io ti tradirei? Mi conosci da anni e pensi questo di me? Wow".
"Non fare l'innocente, ho trovato il CD che ti ha regalato".
A quelle parole mi blocco, mordendomi le labbra. Ero convinta di averlo nascosto per bene, invece lui è riuscito a trovarlo, chissà come. Non significa niente però, è stato un regalo innocente, un regalo fatto da un amico che conosce i tuoi gusti musicali e vuole farti ascoltare canzoni nuove. Anche se una canzone mi ha fatto credere per un istante che forse lui voleva dirmi qualcosa con quei testi e quelle canzoni, una di loro parlava di una ragazza dagli occhi verdi e ho quasi pensato che stesse parlando mi me ma lui mi ha detto che la canta un suo amico, non è possibile. In fondo perchè dovrebbe parlare di me? Lui non mi vede in quel senso, siamo solo colleghi, neanche davvero amici. Io sono fidanzata con un altro e lui sembra interessato a Nikki... Ma in fondo, che m'importa?
"E' un regalo Mike, un semplicissimo regalo, mi ha regalato un CD non un pacchetto di preservativi! Cazzo sei davvero assurdo, non ti rendi conto delle cose che arrivi a pensare?".
"Penso la verità, lo vedo come vi guardate, come ve ne state in disparte sul set a parlare, non sono cieco sai? Faccio finta di non accorgermene ma ci vedo benissimo".
"Non ti fidi di me?", domando. Forse lui non si rende conto quanto questa domanda significhi ma io sì. Sono sempre stata circondata da persone che mi hanno dato fiducia, mi sono sempre voluta trovare con persone che si fidavano di me, la mia famiglia per prima, perchè mi rende libera di essere me stessa, so che anche se sbaglio non deluderò nessuno, so che posso inciampare e cadere ma con loro mi rialzerò sempre. Se però lui non si fida di me, allora la nostra relazione che senso ha avuto?
"Sinceramente? Ora come ora no Kristen", risponde lui pacato, quasi come se niente fosse.
Sospettavo che avrebbe risposto così e inaspettatamente la cosa non mi ferisce neanche. Avevo immaginato che non si fidasse di me e in circostanze diverse questa cosa mi avrebbe deluso profondamente ma con lui non sento niente. Ho smesso di amarlo senza neanche accorgermene. O forse, per quanto sia brutto da ammettere, non l'ho mai amato davvero.
"Hai una settimana di tempo per prendere le cose che hai lasciato qui e portarle a casa tua, deve sparire tutto ciò che è tuo", il mio tono è freddo, non ho più molto da dirgli. Suonano quasi come una liberazione per me, ne sono contenta, volevo che andasse via ma lo sto ammettendo a me stessa solo ora.
"Che vuol dire?", sembra confuso mentre mi fa questa domanda, non si aspettava le mie parole.
"Ti voglio fuori da casa mia. E' finita, adesso basta. Tu non ti fidi di me, credi che ti tradirei come se niente fosse. Beh che tu ci creda o meno io non sono così ma non ha più importanza perchè non ti voglio più. E adesso se non ti dispiace ti voglio fuori di qui, sono stanca". Non alzo la voce neanche per un istante, sono tranquilla mentre parlo, non mi tocca più di tanto ed è la cosa che mi sconvolge di più. Dovrei provare qualcosa in questo momento ma non sento niente.
Lui non parla, mi guarda quasi con rabbia e con disprezzo ma poi semplicemente si avvicina al lettore DVD ed estrae il disco, rimettendolo nella custodia. Mi lancia un'ultima occhiata e poi si dirige verso la porta, scuotendo la testa tra sé.
"Vi auguro tutta la felicità del mondo, siete davvero una bella coppia", dice con ovvio sarcasmo nella voce, aprendo poi la porta per uscire.
Appena la porta si richiude con un tonfo sonoro, appoggio la schiena alla parete e lentamente mi lascio scivolare fino a sedermi a terra, sospirando. Non ricordo di aver mai avuto una litigata del genere, con nessuno. Reclino un po' la testa e chiudo gli occhi, cercando di rimettere insieme i miei pensieri e rendermi conto di ciò che è appena successo. Mi aspetto un pianto isterico come minimo, ma non accade. Mi sento sollevata ora, gli ultimi mesi con lui sono stati quasi opprimenti e inconsciamente non vedevo l'ora che andasse via.
"Finalmente", mormoro tra me e inaspettatamente sulle mie labbra si dipinge un piccolo sorriso.

Quando due settimane dopo Robert mi invita fuori per un caffè non mi sento in colpa ad accettare. Presto dovremo tornare sul set insieme e di sicuro vuole discutere di qualche scena con me, lo abbiamo già fatto altre volte e non ci trovo niente di strano. Questa volta almeno non dovrò mentire a Michael per evitare le sue scenate di gelosia senza senso. Fortunatamente non l'ho visto più dopo il giorno in cui è venuto a riprendersi tutte le sue cose e spero di poterlo evitare ancora per un po'. Non che la sua presenza mi infastidisca più di tanto, è lo sguardo di odio che mi rivolge che detesto profondamente. In fondo però so che anche se m'infastidisce non è così importante, non voglio dargli troppa corda, sarebbe come autorizzarlo a continuare ed è l'ultima cosa che voglio.
Il posto in cui Rob mi dice di andare è quasi deserto appena arrivo, è un piccolo bar che ha l'aria antica ma non per questo sembra mal concio, anzi è molto elegante, sembra uno di quei bar francesi che ho visto nei film, mi ispira quasi sicurezza. All'interno è anche meglio se possibile, ci sono tanti tavolini di legno e delle panche rivestite da un tessuto che sembra essere morbidissimo. Mi aspetto che lui sia in ritardo, Michael lo era sempre, ma lui invece è già lì ad aspettarmi, seduto al tavolino più appartato e appena mi guarda il suo viso sembra illuminarsi e si apre in un ampio sorriso. Non riesco a fare altro che sorridergli di rimando e raggiungerlo, sedendomi vicino a lui.
"Credevo che mi avresti dato buca", dice non appena sono affianco a lui e io scuoto la testa.
"Non sono in ritardo", rispondo controllando l'orario, sono perfettamente puntuale.
"Sì, sei in ritardo di due minuti, l'attesa mi stava divorando", il suo tono è scherzoso e mi fa ridere. Mi mordo le labbra e scuoto la testa, da quanto non provo questa sensazione? Ridere di gusto per una sciocchezza e sentirmi felice, serena? Non lo so, neanche ricordo se davvero mi è mai successo prima.
"Ti avevo detto che sarei venuta e l'ho fatto. Che c'è, non ti fidi di me forse?", chiedo ancora ridendo, non mi aspetto una risposta seria, non ora almeno.
"Oh no! Mi fido di te Kris, mi fido".
Rimaniamo a parlare lì, in quel piccolo bar tanto accogliente per non so quanto tempo, tanto, troppo probabilmente. Ci perdiamo in mille discorsi, parliamo di noi, di ciò che ci piace, ci raccontiamo aneddoti stupidi e quasi mi vergogno che in molti di essi ci sia Michael ma lui non sembra farci molto caso. Tra un caffè e l'altro, tra biscotti e muffin la giornata passa così veloce che neanche me ne rendo conto e probabilmente nemmeno lui, tanto che è il proprietario a doverci avvisare che stanno per chiudere e ci chiede gentilmente di andarcene. Lo facciamo, dopo che lui ha pagato tutto - anche se io ho insistito per pagare la mia parte - e mi accompagna alla mia auto. Si appoggia con una mano allo sportello e mi guarda, leggo una certa indecisione nel suo sguardo, come se attendesse qualcosa e so cosa sta per succedere ma non voglio fermarlo, perchè dovrei? Non sto così bene da così tanto.
"Grazie per la bellissima giornata Kristen, sono stato benissimo con te", mi dice sorridendo, il suo sorriso è così sincero e spontaneo che ti contagia.
"Grazie a te", rispondo ricambiando il suo sorriso.
Lui esita un attimo, si avvicina lentamente e i nostri nasi si sfiorano fino a quando non mi sollevo sulle punte e sono io a colmare la distanza tra le nostre labbra che finalmente si uniscono in un bacio. L'ho già baciato prima, mentre recitavamo, ma questo è completamente diverso. Niente telecamere, nessuno che ci guarda, non siamo Edward e Bella, non ora. Siamo Robert e Kristen, due ragazzi che si baciano davvero per la prima volta. Ed è bello, dolce come il miele, lento ma pieno di una passione che vuole esplodere ma noi teniamo a freno, non è ancora il momento di andare oltre e lo sappiamo. Nessuno dei due vuole correre, non ora. Un brivido mi attraversa la schiena appena le sue mani sono su di essa e mi stringono a sé, possessivo come non l'ho mai sentito e non è un male, anzi mi piace, voglio che sia così con me. Le mie mani trovano la strada per i suoi capelli e nella sera i nostri corpi sono un tutt'uno, stretti in un baciò che nessuno dei due vorrebbe finisse mai.




Quando mi sveglio ho un mal di testa tremendo e non faccio in tempo a mettere un piede fuori dal letto che già sono in bagno, piegata in due, a rimettere quel poco che ho mangiato ieri. Michael non si è fermato, non sembra avermi vista, lui e la sua macchina hanno tirato dritto e io ne sono stata più che contenta, cominciò ad avere seriamente paura di lui e ormai sono quasi sicura che sia coinvolto in questa storia. Ma perchè? Nonostante ci abbia pensato tutta la notte non sono riuscita a spiegarmi il motivo. Cosa potrebbe spingerlo a collaborare con Rupert per farmi del male? Mi odia davvero così tanto? Appena sono in grado di camminare mi sciacquo il viso e mi lavo i denti, guardando poi l'orologio. Sono le 9:20,  di sicuro Tom e Sienna saranno già svegli e avranno fatto colazione. Non mi capita spesso di svegliarmi così tanto ma per metà della notte non ho dormito, avevo bisogno di recuperare tutto il sonno perduto.
Mi vesto e mi pettino i capelli, sembrano una massa informe ma in qualche modo riesco a domarli, li lascio su un lato e mi guardo allo specchio. Non so da quanto tempo non lo faccio, probabilmente troppo, il mio viso è smagrito e spento, non mi piace vedermi così e non è nemmeno un buon segno, sono incinta e invece di mettere su peso lo sto perdendo a poco a poco, devo cercare di mangiare di più. Decido di fare colazione per poter poi prendere le vitamine che mi ha prescritto il medico e così scendo le scale velocemente, dirigendomi verso la cucina. Prima di entrare però sento delle voci e mi blocco, cercando di capire di chi siano. Non ci metto molto, sono voci a me davvero familiari.
"Quindi cosa hai intenzione di fare? Voglio dire, sei venuto qui lo stesso, dopo che ti ha detto di rifarti una vita", dice Tom, in risposta a qualcosa che evidentemente non ho sentito.
"Pensi che potrei farlo? Mi conosci, non ne sarei capace. Non potevo farlo prima, quando credevo che lei mi avesse tradito, come potrei farlo ora? Mi riesce impossibile anche solo pensarlo", mormora Rob, con un forte sospiro. Non è poi così difficile capire di chi stanno parlando, è ovvio che l'argomento sono io. Non li biasimo, in fondo sto facendo impazzire un po' tutti ultimamente.
"Secondo me lei...", comincia Tom e decido di intervenire. Con due finti colpi di tosse mi appoggio allo stipite della porta e li guardo, incrociando le braccia al petto.
"Secondo me non è per niente carino parlare alla spalle di persone che non ci sono e non possono difendersi, non trovate?", il mio tono è sarcastico, li ho colti pienamente in fallo e loro lo sanno.
"Non ti stavamo accusando Kris, non c'è niente di cui difendersi", prova a spiegare Tom. Io scuoto la testa, sospirando.
"Con te faccio i conti dopo. Ma tu... Robert ti avevo chiesto di non cercarmi più. Mi aspettavo che lo facessi", mormoro guardandolo. Forse no, non me lo aspettavo così tanto, mi aveva detto che non si sarebbe arreso ma speravo che avesse un minimo di buon senso.
"Io ti avevo detto che non ero assolutamente d'accordo con te", risponde lui guardandomi, alzandosi per venirmi vicino. Istintivamente faccio un passo indietro, cercando di mettere distanza tra noi. Non perchè non mi piaccia la sua vicinanza ovviamente, ma ho paura che alla fine potrei cedere e metterci in pericolo tutti. La distanza è una sicurezza in più.
"Perchè non capisci? Non provi mai a comprendere perchè lo faccio?".
"Ma io so perchè lo fai, Kris. Il punto è che tu non capisci. Cerchi di proteggere le persone che ami, di tenerle al sicuro ed è davvero una bella cosa ma lo fai nel modo sbagliato. Non è tenendoci all'oscuro di tutto o lontani da te che ci proteggerai. In questo caso non devi proteggere proprio nessuno", mormora guardandomi.
Le sue parole mi colpiscono con forza. Mi rendo conto che davvero lui sembra aver capito più di quanto credessi, ha capito anche ciò che non ho detto. Non è sempre stato così, in fondo? Lui mi ha sempre capita, anche senza bisogno di parole, anche con un semplice sguardo lui è sempre stato capace di leggermi a fondo.
"Sì invece. Devo proteggervi e questo è l'unico modo".
"No, non lo è. Non devi proteggere noi, non siamo noi quelli minacciati da uno psicopatico che probabilmente gode solo nello spaventarti. Sei tu. Siamo noi a doverti proteggere, io per primo. Perchè non me lo lasci fare?".
"Perchè ti metterei in pericolo. Starmi vicino non è sicuro ora", dico decisa. Possibile che lui non capisca? Si rifiuta così tanto di comprendere perchè lo faccio.
"Magari a me non importa se è pericoloso, magari io ti amo così tanto da volerti proteggere ad ogni costo!", esclama, quasi esasperato. Il suo sguardo si sposta su Tom su qualche istante e poi su di me, sospirando. "Ne parliamo con calma più tardi magari, ero venuto qui per chiederti se volevi venire a fare colazione con me".
"Non posso farla qui?", domando.
"Voglio assicurarmi che mangi e poi ho trovato un posto carino che penso ti piacerà. Non ci perdi niente Kris, dai".
Il mio stomaco è vuoto e per ora la nausea non sembra avere intenzione di tornare perciò dopo averci pensato ancora qualche istante decido di accettare e dopo aver salutato Tom e preso un giubbotto usciamo di casa insieme.

Il posto in cui mi porta è un piccolo bar, semplice, senza troppi fronzoli e non particolarmente moderno. Non è troppo lontano così ci arriviamo a piedi. Il deja vu è inevitabile, mi sembra di rivedere i tavolini in legno e le piccole panche rivestite del bar in cui siamo stati il giorno del nostro primo bacio. So perchè mi ha portato in questo posto, così come lo sapevo allora. Lo fa perchè sono quasi vuoti, c'è poca gente e nessuno può vederci, vuole preservare la nostra privacy e io gli sono più che grata di questo, non ho davvero voglia di affrontare i paparazzi o i fan che potremmo incontrare, non riuscirei a sopportarlo. Lui chiede di farci accomodare in un posto più appartato e il cameriere ci guarda con aria desolata, dicendoci che nessun tavolo è più isolato degli altri ma il posto è talmente tranquillo e vuoto che dubito che qualcuno ci veda, anche se non siamo completamente soli. Ci sediamo al tavolo più in fondo e Robert ordina qualcosa da mangiare per lui e per me. Lo fa per assicurarsi che io mangi ed è dolce, anche se la cosa mi innervosisce un po'. So badare a me stessa, non deve anche preoccuparsi che io mangi abbastanza.
"Allora, come sta Caroline?", domando una volta che il cameriere si è allontanato, lasciandoci qualche muffin e dei pasticcini assortiti insieme a del perfetto tè all'inglese. Lui mi guarda come se mi stesse supplicando di non tirare fuori questo discorso proprio adesso ma alla fine sospira, pronto a rispondere.
"E' rimasta Victoria con lei ieri, non sono più andato in ospedale da allora in realtà ma ho chiamato mia sorella e dicono che la dimetteranno presto, non ha subito gravi danni dopo l'incidente", risponde lui guardandomi, prendendo poi un muffin per addentarlo. Io mi limito ad imitarlo, non ho molta fame in realtà ma so di dover mangiare e sospetto che se non lo facessi mi costringerebbe ad ingoiare tutto.
"Non ha subito gravi danni, ha solo perso tuo figlio", mormoro stringendomi nelle spalle, ironica. Il suo sguardo sembra quasi ferito a quelle parole ma proprio non sono riuscita a trattenermi dal dirlo. In fondo è vero, aspettava un figlio suo e l'ha perso.
"Credi davvero che sarei andato a letto con lei? Sai come la penso sul tradimento".
"Credevi che io lo avessi fatto con te...".
"Questo non cambia niente Kris, per me stavamo ancora insieme e in ogni caso non sarei mai andato a letto con una donna per ripicca, men che meno con Caroline".
"Perchè no? Eri ubriaco in fondo".
"Non così ubriaco da non ricordare niente il giorno dopo. E poi lei aveva detto a Lizzy e Victoria che non era successo niente, salvo poi ritrattare tutto quando ha 'scoperto di essere incinta' ", dice imitando con le dita le virgolette. In un momento meno serio di questo probabilmente riderei del suo gesto, non è da lui.
"Perchè avrebbe dovuto mentire su una cosa del genere? Sarebbe assurdo. Prima o poi si sarebbe scoperto che non era incinta sul serio, no?", domando io.
"E' questo il punto. Io non ho mai visto una sua ecografia, né un'analisi e cose del genere, non ci sono prove che fosse incinta così come non ce ne sono del fatto che siamo andati a letto insieme. Si è contraddetta spesso. Non so perchè lo abbia fatto, forse voleva solo tenermi vicino a sé. Sai, Caroline ha una cotta per me da un sacco di tempo", mentre lo dice mi guarda, come per studiare la mia reazione.
"Sì, lo so", mi limito a rispondere, addentando ancora il muffin e masticando poi piano il boccone.
"Lo sai?".
"Non era difficile da intuire, conosco il modo in cui lei ti guarda. E poi Lizzy me l'aveva detto, il giorno in cui sono venuta a casa tua per...", sospiro, non sapendo bene come terminare la frase.
"Per lasciarmi", conclude lui. Sorride però, non sembra che il ricordo lo disturbi, non ora che sa la verità.
"Non ero venuta per lasciarti, o almeno quando sono partita per Londra avrei dovuto spiegarti tutto, dirti come stavano le cose ma Rupert ha cominciato a ricattarmi e non ho potuto farlo. E' stata Lizzy a chiamarmi e chiedermi di risolvere con te, ti vedeva stare male", spiego.
"Ho sempre detto che sei la migliore attrice della tua generazione, non ho capito che stavi recitando", risponde lui ridendo, come per alleggerire il discorso. "In ogni caso Caroline non è più un nostro problema, adesso non potrà più mentire sulla storia della gravidanza".
"Come fai ad essere sicuro che stesse mentendo?".
"Ne sono sicuro come è sicuro che la terra gira intorno al sole e come è sicuro che io ti amo e non farei mai una cosa del genere". Le sue parole mi spiazzano, le dice con una sicurezza e un ardore tale nello sguardo che potrei sciogliermi in questo preciso istante. E' l'effetto che le sue dichiarazioni fanno su di me, mi rendono sua ogni secondo di più.
"Perciò si sarebbe fatta investire di proposito? E' sadica e psicopatica allora", rispondo io. Faccio fatica a credere che qualcuno si farebbe investire da un auto in corsa di proposito, rischiando di morire pur di mettere in scena un aborto, è troppo, sembra la trama di un film.
"Potrebbe essere. Avete detto che la macchina non andava molto veloce al momento dell'impatto".
"Ma perchè fingere un aborto se voleva tenerti con sé? E poi lei come conosce Michael? L'ha investita lui".
"Michael? Di che stai parlando?", domanda confuso e mi accorgo di avergli detto una cosa che ovviamente non può capire.
"Sì uhm... Mentre tornavo a casa ieri ho riconosciuto l'auto che ha investito Caroline e alla sua guida c'era Michael. Forse non è la stessa macchina, non so, forse è solo una coincidenza", faccio spallucce, prendendo poi un sorso del tè che ha ordinato lui per me.
"Quindi Michael e Caroline si conoscono? Ma come?".
"Non lo so, non ne ho idea. Sono solo supposizioni Rob, niente di certo".
Lui sospira e per qualche attimo sembra assente, come se stesse pensando intensamente a qualcosa ma non me ne parla. E' frustrante, il più delle volte vorrei entrare nella sua testa per capire cosa pensa. Capisco come si sente lui quando io faccio lo stesso, cercando di proteggerlo. So che è sbagliato ma allontanarlo è l'unico modo che conosco, per quanto stupido e insensato possa essere. Se non lo amassi nel modo disperato e totale in cui lo amo non mi comporterei così, ma non posso permettermi di recitare ancora la parte della ragazza indifesa che aspetta di essere salvata dal suo fidanzato, nella vita reale - nella mia vita - non funziona così. Ma lui non mi lascia salvarlo, vuole affrontare le cose con me e per quanto il più delle volte vorrei rompergli quella testa dura che si ritrova è una delle cose che amo di lui: mi fa sentire al sicuro, protetta, amata come nessuno mi ha mai fatta sentire. Non è un rapporto impari il nostro, in cui uno da e uno riceve. Ci proteggiamo a vicenda, ci doniamo totalmente l'uno all'altra e forse è vero ciò che dicono, non tutti sono così fortunati da avere un rapporto come il nostro. Forse dovrei semplicemente smetterla di spingerlo via da me e lasciarmi amare, lasciarmi aiutare da lui. Il mio cuore ne sarebbe più che contento.
"Mangia tutto, non costringermi ad imboccarti", dice una volta uscito da chissà quali pensieri, sembra più sereno adesso, lo fa per non preoccuparmi ne sono certa. Lo lascio fare e annuisco, continuando a mangiucchiare il mio muffin e qualche pasticcino. Scopro che il tè non è poi così male, gli inglesi e le loro abitudini non sono poi così sbagliati in fondo. "Kris, ti andrebbe di andare a casa?", domanda poi, cogliendomi di sorpresa.
"A casa tua?", chiedo confusa.
"A casa nostra", risponde lui e capisco subito di cosa sta parlando, la casa in cui abbiamo vissuto durante le riprese di Snow White.
E' casa sua in fondo, l'ha pagata lui ed è intestata a lui ma l'ha sempre definita casa nostra. Ci sono tanti bei ricordi lì, i miei momenti preferiti con lui li ho passati davanti al camino acceso, accoccolata al suo corpo, quando non potevamo uscire a causa dei paparazzi. Mi piacerebbe tornarci, stare un po' tranquilla in un posto così speciale per me.
"Adesso?", mormoro tra me, guardando fuori dalla vetrina del bar. Ha cominciato a piovere e noi siamo a piedi, fantastico.
"Sì. Non piove molto, al massimo corriamo".
"Uhm... Io non posso correre", dico mordendomi le labbra, guardandolo.
"Oh, scusami hai ragione. Mi dispiace piccolino, devo ancora abituarmi a te", mormora lui, accarezzando la mia pancia. Quel gesto mi fa sorridere, è davvero dolce. "Ti porto io allora", aggiunge poi, guardando me.
"Che vuoi dire?".
"Aspetta e vedrai".
Si alza per andare a pagare il conto, come sempre, e io finisco il mio tè, cercando di capire cosa abbia in mente. Dopo aver pagato torna da me e mi porge la mano con un sorriso, non posso rifiutarmi di prenderla e lo seguo fuori. Non piove tantissimo ma di sicuro arriveremo a casa totalmente bagnati se camminiamo tranquillamente e non abbiamo nemmeno un ombrello.
"Vieni dai", mi dice dandomi le spalle e io lo guardo confusa.
"Uhm dove?", chiedo io, non capisco proprio che voglia fare.
"Vieni in spalla, visto che non puoi correre ti porto io".
"Vuoi portarmi come Edward porta Bella nella foresta?", domando senza riuscire a trattenermi dal ridere, questa scena ha davvero del ridicolo.
"Non ci avevo pensato ma sì, anche se non sono così veloce. Dai, salta su prima che ci bagnamo completamente", insiste, non ha proprio intenzione di arrendersi, è serio.
Dopo un po' d'esitazione faccio come mi dice e salgo sulle sue spalle, e dopo poco lui comincia a correre. Per tutto il tragitto con la smettiamo di ridere, Rob rischia di scivolare diverse volte ma riesce sempre a riprendersi e a evitarci delle brutte cadute. Ci inzuppiamo completamente, come era ovvio che succedesse, ma entrambi siamo felici, non importa se siamo zuppi di pioggia. Quando arriviamo davanti alla porta lui mi lascia scendere e prende le chiavi per aprire ed entrare dentro. E' tutto buio e non capisco perchè, forse non va lì da tanto, eppure non sembra ci sia odore di chiuso, anzi c'è un ottimo profumo di fiori.

Appena faccio qualche passo in avanti scorgo una debole luce, illumina solo il pavimento e dopo aver messo tutto a fuoco capisco cos'è. Sul pavimento ci sono tanti petali di rosa, rossi e bianchi, disposti in modo da formare un cuore. Intorno ad esse tanti lumini illuminano la figura, rendendola visibile anche al buio e proprio al centro del cuore, nascosta ma ben visibile, c'è una scatolina in velluto rosso, chiusa. Il mio cervello fati a elaborare le immagini e ci metto un po' più del dovuto a capire cosa significa. Porto una mano alla bocca, sorpresa.
"Oddio, dimmi che non è ciò che penso", mormoro tra me, sono totalmente scombussolata, sembra che il mondo abbia preso a girare al doppio della velocità.
"Dipende da cosa pensi che sia", mi risponde Robert che fino a questo momento è rimasto dietro di me e adesso va a prendere la scatolina. Si inginocchia davanti a me e il mio cuore perde un battito, prima di cominciare a galoppare al doppio della velocità.
"Robert...", dico quasi senza fiato, potrei anche svenire, non so cosa mi tenga ancora in piedi.
"Shh, non dire niente, lascia che parli io prima", mi zittisce con un sorriso, non posso contraddirlo così. "Kristen, amore mio, in questo periodo io e te ne abbiamo passate di tutti i colori ma non mi stupisce. La nostra vita non è mai stata facile, ordinaria e probabilmente non lo sarà mai. Io non voglio che lo sia. Se stare con te significa affrontare le difficoltà, superare i momenti bui e vivere i momenti felici insieme, sempre, sostenendoci e amandoci è proprio ciò che voglio. Non voglio una vita semplice se questo significa non avere te. Mi hai rapito il cuore dal primo momento, da quando ho visto un tuo film e ho pensato 'Questa ragazza la sposerei'; sono stato tuo dal nostro primo bacio, quando per l'emozione sono caduto dal letto dove stavamo provando una scena; ho capito di amarti quando non c'era giorno che passasse senza io ti pensassi o ti desiderassi o scrivessi di te ed ero geloso di chi poteva averti mentre io dovevo stare in disparte e guardarti da lontano. E poi, chissà come, ti sei accorta di me. Ti sei innamorata di me, anche tu. Mi hai reso felice come non mai, ogni giorno con te è stato meraviglioso e voglio che questi giorni non finiscano mai, nonostante le difficoltà, nonostante le incomprensioni, nonostante chi proverà sempre a separarci. Io ti voglio mia e ti voglio per sempre. Amore ti prego, rendimi l'uomo più felice del mondo e sposami", la sua voce è ferma ma lascia trasparire l'emozione e i miei occhi si riempiono di lacrime, per la prima volta dopo tanto tempo sono lacrime di gioia. Apre la scatolina e un bellissimo anello in oro bianco fa la sua comparsa: è semplice, con un piccolo diamantino al centro, nulla di particolare ma meraviglioso.
Come potrei rifiutare? Nessuno al mondo sarebbe capace di dire di no alle sue parole e nemmeno voglio farlo. Lui mi rende felice, ho provato a vivere separata da lui ma entrambi sappiamo bene che ormai non è possibile, ogni giorno che passiamo lontani è una sofferenza per entrambi e non possiamo continuare a farci del male. Lui è tutto ciò che voglio, l'uomo della mia vita, il padre di mio figlio, la mia famiglia. Prendo un bel respiro cercando di calmarmi e mi schiarisco la voce, cercando di parlare.
"Sì. Sì, sì, certo che voglio sposarti", dico mentre le lacrime cominciando a rigarmi il viso e subito lui estrae l'anello dalla scatolina per infilarlo al mio dito, stringendomi poi a sé con forza, come se dal nostro abbraccio dipendesse la sua vita.
Le nostre labbra non ci mettono molto ad incontrarsi così come le nostre lingue non faticano a trovare la strada per accedere l'una alla bocca dell'altro, perdendosi in un bacio dolce ma passionale, carico d'amore e desiderio, di felicità ritrovata. Ci baciamo per un tempo che sembra lunghissimo, fino a quando i nostri respiri non si fanno corti e affannati ma le nostre labbra non smettono di cercarsi quasi affamate, le nostre mani non smettono di navigare sul corpo dell'altro, ma ad un certo punto siamo costretti a fermarci, a corto d'ossigeno. Non riesco a trattenermi dallo schiacciare il mio seno contro il suo petto però, sto bruciando di un desiderio che non sentivo da tanto tempo, il desiderio che la sua pelle calda e le sue labbra dolci accendono dentro di me.
"Ehi...", mormora lui poggiando le labbra sulla mia fronte, stringendomi a sé. Lo sa anche lui, percepisce quella sensazione.
"Voglio fare l'amore con te", non mi vergogno a dirlo, lo amo, è la cosa più naturale del mondo.
"Lo so amore mio, anche io", risponde sincero.
Rimaniamo abbracciati ancora un po', senza che nessuno dei due parli, stiamo bene anche senza troppe parole io e lui e poi mi prende per mano, portandomi in camera da letto. Anche lì è tutto buio, tante piccole candele illuminano la stanza e sul letto ci sono dei petali di rosa. A quella vista sorrido tra me.
"Avevi pensato proprio a tutto eh?".
"Non lascio niente al caso, non per te".
Ci baciamo ancora e non ci mettiamo molto ad arrivare al letto, il profumo di rosa è forte e inebriante, buonissimo. I nostri vestiti zuppi finiscono ben presto sparsi sul pavimento e per un po' tutto tace, l'unica cosa che si sente sono i nostri respiri e i suoni dei nostri baci. Ci amiamo per ore, lentamente, senza fretta, ci godiamo la nostra unione come è giusto che sia e vorrei che questo momento non finisse mai, vorrei passare la mia vita facendo l'amore con lui. Dopo, stretti l'uno all'altra, il respiro di Robert si fa pesante e si addormenta dopo poco. Ha il sorriso sulle labbra ed un'espressione serena, si vede che è felice e io lo sono quanto lui. Mi perdo ad ammirare il suo volto rilassato e ogni tanto gioco con l'anello al mio dito, non posso ancora capacitarmi di cosa sia successo in poche ore ma sono al settimo cielo, come non mi succedeva da tanto tempo. Ma anche le cose più belle finiscono e proprio quando tutto sembra non poter andare meglio il mio cellulare comincia a vibrare sul pavimento, nella tasca del mio jeans. Con un sospiro mi alzo e lo recupero, sperando di non svegliare Robert.
"Ragazzina, non cercare di prendermi per il culo, ti avevo detto di lasciar perdere Mr. Pattinson, non sono stato abbastanza chiaro forse?", non mi da neanche il tempo di parlare che subito comincia a minacciarmi. Perchè non posso essere felice e tranquilla senza che succeda qualcosa poi? "Devi lasciarlo o ci saranno gravi conseguenze, è chiaro?".
"No", rispondo secca.
"Come hai detto?", domanda quasi incredulo.
"Ho detto no, non ci senti per caso? Sono stanca di te, io non ti ho fatto niente e se non mi lasci in pace immediatamente avviserò la polizia".
"Ah davvero? Lo vedremo. Il tuo atteggiamento ti costerà caro. Guardati le spalle", dice, prima di chiudere la chiamata.
So di averla combinata grossa, stavolta non la passerò liscia ma sono stanca. Non posso più vivere nel terrore di lui e di chiunque ci sia dietro tutto questo. Rivoglio la mia vita, voglio costruirmi un futuro con Robert, sposarlo e crescere insieme il nostro bambino, non lascerò che ci facciano ancora del male. Prendo il telefono e lo apro, estraendo la sim. La guardo indecisa per qualche minuto e poi, senza indugi, la spezzo. Almeno per un po' non potrà cercarmi. Rimetto tutto nella tasca e poi torno a letto, stringendomi al corpo caldo di Rob, chiudendo gli occhi. Da ora in poi combatterò per noi insieme a lui, non lo metterò più da parte. Ho una cosa troppo importante ora, che non posso assolutamente perdere: la nostra famiglia.


















Note dell'autrice:

Salve a tutti! Lo so, lo so, sono in ritardo, mi dispiace da morire! Avrei dovuto postare questo capitolo sabato scorso ma non ho avuto tempo di scrivere e la mia fantasia mi aveva abbandonata temporaneamente, così invece che pubblicare un capitolo bruttissimo e corto ho preferito aspettare e vedere se riuscivo a tirare fuori qualcosa. Ci sono riuscita credo, anche se il capitolo è abbastanza corto. Spero di rimediare sabato prossimo e che almeno con questo capitolo io sia riuscita a farmi perdonare della scorsa volta! Vi ho portato fortuna però, la mia assenza ha fatto uscire tante nuove foto di Robert e Kristen (i miei amori che si baciano e si abbracciano quanto sono teneri? *----* Okay basta).
Detto questo, passiamo al capitolo. Un lungo flashback che personalmente mi piace molto, la rottura con Michael e il primo vero bacio tra Robert e Kristen. Che ne pensate? A me, ripeto, piace davvero tanto. Poi Rob che si presenta a casa sua, fanno colazione insieme e alla fine le chiede di sposarla! Io ho pianto mentre scrivevo la sua dichiarazione, vi dico solo questo. E finalmente Kristen tira fuori un  po' do palle con Rupert, passatemi il termine! Non c'è molto altro da dire, il capitolo è corto ma denso di avvenimenti e dolcezza. Il prossimo sarà più lungo, giuro.
Mi scuso per non averi risposto alle recensioni ma davvero no ho avuto tempo, lunedì comincerò anche scuola guida (help me ç_ç) e non so quanto tempo avrò perciò se dovessero esserci ritardi nei capitoli vi chiedo perdono ma purtroppo la mia vita sta prendendo il sopravvento. Siamo giunti quasi alla fine però, non manca molto ormai e ci aspettano alcuni colpi di scena. Vi ringrazio come sempre per le recensioni, per aver inserito la fanfic tra le preferite, le seguite e le ricordate e vi rimando a sabato prossimo (spero) con il nuovo capitolo.
A presto, un bacione. Mary.
  
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