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Autore: applestark    27/10/2012    1 recensioni
"He's the reason for the teardrops on my guitar
The only thing that keeps me wishing on a wishing star"
SamxRachel
Genere: Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Rachel Berry, Sam Evans
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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“He’s the reason for the teardrops on my guitar”
 
Il biglietto che Rachel trovò negli spogliatoi faceva tipo così
“Parco, ore 18. Sii puntuale.” con una faccina sorridente dopo il punto e una grafia davvero disordinata e veloce.
Rimase quasi mezz’ora dopo l’ora di educazione fisica a fissare impettita quel bigliettino domandandosi che avrebbe potuto scriverle una cosa del genere. Jesse St.James? Le vennero i brividi solo a ricordare quel nome e il terrore che altre uova ovvero pulcini mancanti avrebbero potuto rovinarle lo shampoo fatto la sera prima con tanta cura e riluttanza.
Finn Hudson? Stavano già insieme, non riusciva a capire l’utilità di un bigliettino anonimo.
Noah Puckerman? Le probabilità che avesse ancora degli strani istinti ninfomani nei suoi confronti si erano azzerate del tutto da quando lo aveva fatto rimproverare dal rabbino.
Di chi si trattava allora? La ragazza sbuffò e si portò il bigliettino al naso, annusandolo come se fosse un segugio. L’odore che sentiva, oltre a quello forte dell’inchiostro era una colonia maschile appena accennata, non forte come quella dei ragazzi sopra elencati.
Kurt? Blaine? Forse uno dei due aveva solo bisogno di un aiuto con scarpe e vestiti, o assoli. Ma perché usare un biglietto anonimo allora? …
Si trascinò fuori dagli spogliatoi dopo aver indossato gonna a pieghe e maglioncino verde e corse verso il Glee.
 
Dopo che il professor Shue uscì dall’aula Rachel si ritrovò ancora una volta a pensare a quel pezzettino di carta che teneva nella tasca della gonna, mentre il suo cervello si faceva mille interrogativi.
Un altro pensiero che nell’ultimo mese le appannava la mente –e la vista- era Sam Evans.  Per quanto assurdo potesse essere, ci aveva davvero ripensato su quel ragazzo. Il ciuffo biondo che a volte gli copriva la fronte era la cosa più dolce che avesse mai visto. E poi il suo modo di camminare, i suoi interessi nerd nascosti dalla divisa dei Cheerios e le prestazioni durante le partite di football, gli occhi chiari tra l’azzurro e il verde.
-Rachel? Rachel?- la voce di Finn la riportò alla realtà, e quindi lo guardò sorridendo distrattamente.
-Andiamo a cena al Grissino stasera?- chiese il ragazzone scrollando le spalle
-No, ho un impegno con…con...con i miei papà- si giustificò balbettando la cantante stringendo con la mano nella tasca il bigliettino.
Finn sembrò quasi deluso e allora la ragazza gli accarezzò la guancia mordicchiandosi il labbro inferiore con forza, si sentiva terribilmente in colpa. Sia per i pensieri che faceva su Sam sia per “l’ammiratore segreto”.
Dopo poco la classe si svuotò e il McKinley divenne un posto vuoto, Rachel allora sgattaiolò negli spogliatoi per sentire l’odore delle t-shirt dei ragazzi della squadra di football.
Finn poteva essere escluso dopo l’invito a cena.
La maglia di Puckerman aveva un odore misto tra sudore e dopobarba, gli altri puzzavano semplicemente, e invece Sam…la t-shirt di Sam non c’era. E l’armadietto odorava solo di…ferro.
Si sentì davvero una stupida e scuotendo la testa uscì da scuola, correndo direttamente a casa.
 
Alle 18 in punto, per qualche strano motivo, Rachel era lavata e profumata, seduta in salotto. I suoi papà erano fuori per il teatro, aveva mentito a Finn. Si era messa persino un nuovo vestito color porpora con sopra abbinato un cardigan nero con i bordini bianchi. Le calze erano perfette e senza nessun buco, le ballerine tirate a lucido e un nuovo fermaglietto le teneva i capelli fermi al lato destro poco lontano dalla tempia.
Guardò ancora una volta il pezzo di carta, ormai era stropicciato a causa delle mille volte che se l’era rigirato tra le mani. Decise che era meglio andare, se si trattava di qualche malvivente aveva sempre con se uno spray che una volta spruzzato negli occhi del malfattore, avrebbe avuto tutto il tempo di correre via e chiamare Finn e la polizia. Okay. Prese un enorme respiro e si guardò nello specchio dell’entrata. Spaventata ma bellissima. Mise del profumo alla ciliegia e poi , dopo aver messo in spalla la borsetta lucida nera, si chiuse la porta alle spalle, diretta al parco.
Mentre camminava per strada si guardava furtivamente a destra e a sinistra per non farsi scoprire, quella sera capì come ci si sente ad essere dei ladri e giurò che anche nel peggiore dei casi lei non sarebbe diventata una ladra o roba simile. Quando si ritrovò di fronte all’entrata del parco si rese conto che questo sconosciuto non le aveva dato un punto di incontro. Si guardò intorno, il sole ormai stava tramontando e faceva anche lievemente freddo, ma cosa ci faceva in quel posto?
Forse il biglietto era semplicemente un brutto scherzo, chi desiderava vedere una come Rachel Berry?
Afflitta, indietreggiò come per tornare a casa, magari avrebbe potuto chiamare Finn e sarebbero andati al Grissino e…
 
-RACHEL!-
Qualcuno stava correndo dietro di lei, la voce era affannata e la mano che le si appoggiò sulla spalla calda.
 Giusto il tempo che si voltava e le sue narici si riempirono di un odore dolce ma insistente.
Il biglietto anonimo.
Gli occhi che incontrò voltandosi erano chiari, tra l’azzurro e il verde. E le labbra che le stavano parlando erano grandi e rosee.
-Sam- esclamò di rimando, confusa. Il cuore iniziò a martellarle nel petto e solo dopo aver trovato una panchina vuota, il biondo si decise a raccontarle tutto.
 
Le aveva mandato un biglietto segreto perché troppo timido da chiederle un favore.
Doveva partecipare a un concorso artistico a Columbia e non voleva svelare a nessuno la sua passione per il disegno. Era convinto che Rachel avrebbe accettato di sicuro e sarebbe così diventata la sua musa.
Perché voleva a tutti i costi vincere quel concorso? Per dimostrare a Mercedes che era in grado di saper fare qualcosa, che era meglio di quel grassone giocatore di football.
-Mi stai tipo…usando?- balbettò Rachel, abbassando lo sguardo immediatamente
-Ovvio che no Rach…devi solo posare per me, tu…tu…-
-Io?- lo incitò mordendosi il labbro inferiore
-Tu hai un bel sorriso, mi ispira tanto e se mi ispira tanto significa che vincerò- le spiegò, entusiasta.
A quel punto la cantante finse un sorriso così che Sam con avrebbe visto, che voleva e aveva bisogno di tutte le cose che insieme avrebbero potuto essere.
-Va bene- disse, accavallando le braccia e un secondo dopo Sam la stava stringendo a se, con la testa sul suo petto gli occhi le si fecero lucidi e calde lacrime le rigarono una sola guancia. Ebbe il tempo di asciugarsela e poi sorrise ancora.
-Sono pronta!- aggiunse, mettendosi dritta, si sentiva molto speciale ad essere la musa di un artista in erba.
Si era innamorato di Mercedes, lo trovava quasi divertente e si domandava se Sam aveva idea che tutto ciò a cui lei pensava la notte ormai era Sam…
 
-Sorridi- la incitò timidamente Sam dopo aver preso un foglio di carta e varie matite e carboncini.
Lei fece proprio come lui chiedeva, guardò il cielo all’orizzonte e mostrò il sorriso più naturale e dolce che aveva in serbo in quel momento, il cuore intanto le piangeva ma non doveva mostrarsi per una debole e sventurata innamorata, infondo aveva sempre Finn.
-Perfetta- sussurrò il ragazzo mettendosi subito all’opera, Rach sentiva il rumore che provocava la matita strusciando sulla carta. “Ma non si accorge che non riesco a respirare?”si chiese ancora.
Ed eccolo lì, a disegnare, così perfetto, di quella perfezione di cui a volte doveva farne a meno.
“E’ meglio che Mercedes se lo tenga stretto, che gli dia il suo amore che guardi in quei bellissimi occhi e sappia di essere fortunata”.
-Rilassati- mormorò Sam, intento nel suo lavoro e Rachel sbuffò, sorridendo di nuovo come una dea, cercando di liberare la mente da quei pensieri che l’avevano accigliata poco prima.
 
A fine serata il disegno era un capolavoro, e non solo perché c’era lei come protagonista, ma perché poteva vedere anche tutta la bravura e la passione di Sam in quel ritratto minuzioso nei dettagli.
-Grazie Rachel- disse in un sussurrò e la prese sotto braccio mentre uscivano dal parco.
-Posso offrirti qualcosa?- le chiese sorridendo e la cantante scosse la testa,  pensando “quando torno a casa in macchina da sola, e quando spegnerò le luci, metterò giù la sua foto e forse stanotte riuscirò a dormire un po'”
-Tranquillo,Sam-
-Posso almeno accompagnarti a casa?-
-meglio di no, potrebbe esserci Finn…-
Scoppiarono entrambi a ridere, e prima di prendere due strade diverse al bivio , Sam le stampò un bacio sulla guancia, e poi scappò via, arrossendo.
 
Quella sera, nel suo letto, Rachel poteva sentire ancora il suo cuore battere, ripensando a Sam, era il suo ammiratore segreto!
Ed era la causa delle sue lacrime in quel momento.
 
“He’s the reason for the teardrops on my guitar
The only thing that keeps me wishing on a wishing star
He’s the song in the car I keep singing, don’t know why I do”
  
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