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Autore: Ambaraba    28/10/2012    4 recensioni
Cosa succederebbe se i nostri due angioletti potessero tornare?
Sì, decisamente crack-pairing...
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Altro Personaggio, Gabriel
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Settima stagione, Ottava stagione
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Gabriel e Balthazar - Il riorno Blink.
Riaprì gli occhi, sdraiato tra la sterpaglia di un terreno rossiccio in mezzo al nulla. Sopra di lui, il sole brillava.
Dovette sbattere le palpebre più volte, prima di riabituarsi alla luce. Il sole... Il calore.
Si alzò faticosamente a sedere, intorpidito, e si guardò le mani. Era di nuovo in un tramite umano.
Ed era di nuovo sulla Terra.
Uao.
Non...
Sono...
Morto.
Non. Sono. Morto.
Sono di nuovo qui.
... Sono di nuovo sulla Terra.
Mentre prendeva coscienza di questo, un sorriso cominciò ad allargarsi sul suo volto. Il suo sorriso particolare: da elfo, quasi.
Quel ghigno sfottente che...
- VAFFANCULO! FOTTITI FRATELLO, FOTTETEVI TUTTI!
... Lo rendeva Gabriel, l'unico e inconfondibile. Si alzò, pervaso di una nuova, incontrollabile energia; e, scelta una direzione, cominciò a correre, con le braccia levate al cielo.

A una decina di chilometri di distanza, nello stesso momento, una cosa rotondeggiante e lanciata a velocità supersonica brillava nel cielo: precipitò sul pianeta Terra con uno schianto, anch'essa in un luogo sparuto, sollevando un nuvolone di polvere di dimensioni colossali e lasciando a terra un buco profondo un paio di metri e dal diametro di circa trenta.
Una figura scura si delineava, proprio al centro del cratere: si alzò malamente in piedi, tossì e si guardò intorno.
- Je suis revenu*, - disse poi, mentre la nube di polvere si dissipava.

Ora, la prima cosa che Gabriel voleva fare era riempirsi lo stomaco. Aveva corso fino a trovare una strada che si snodava tra i rilievi rossastri di quello che aveva scoperto essere l'Oregon; lì si era fermato a fare l'autostop, sperando che prima o poi qualcuno lo caricasse. Aveva ancora i suoi poteri: sentiva la propria Essenza angelica formicolargli dentro come solletico, ma era ancora troppo debole per spostarsi con il teletrasporto. Aveva bisogno di fare una specie di messa a terra, riprendendo contatto con quell'organismo umano che l'aveva ospitato per un po', prima che Lucifero lo uccidesse. Stranamente, ricordava tutto di quel momento; si costrinse a scacciare dalla mente quel pensiero, concentrandosi su tutto quello che si sarebbe mangiato una volta trovato un passaggio. Lo stomaco gli brontolava, e immagini di dolci di tutte le forme e di tutti i colori si mischiavano nella sua mente di angelo affamato. Gli unici disposti a dargli un passaggio furono una specie di hippies che viaggiavano a bordo di un furgoncino Volkswagen. Gabriel non se lo fece chiedere due volte e montò su.

Acciaccato e contrariato dall'atterraggio brusco, Balthazar mosse i primi passi fuori dal cratere, stringendo gli occhi quando la luce del sole lo ferì. Era dolorante, sporco di terra dalla testa ai piedi e soprattutto debole. Barcollando, l'angelo biondo scoprì di essere caduto a pochi metri da una stazione di servizio, chissà dove. Non importava: il locale era vuoto e al bancone c'era solo una cassiera bruttina e dall'aria poco sveglia, perciò prese tutto quello che gli serviva e la addormentò, posandole due dita sulla fronte. Non aveva soldi per pagare, perciò tecnicamente era un furto. Con uno schiocco di dita fece esplodere le telecamere di sorveglianza. Passò davanti a un vetro e guardò la propria immagine riflessa: era ancora nel tramite con cui era stato ucciso, ma era tutto intero e non aveva segni addosso. Quel tramite gli piaceva, perciò ne fu contento; si passò una mano tra i capelli biondi, pieni di polvere come il resto del suo corpo, e tra sé e sé pensò che era un bell'uomo anche così.
Sorrise compiaciuto ed uscì dalla stazione di servizio, con andatura ancora malferma, mentre si scolava una bottiglia di bourbon dell'82.
Sei di nuovo sul pianeta delle scimmie, caro Balth.

<<< REWIND >>>
<<< IN UN LUOGO IMPRECISATO. IN QUALCHE TEMPO IMPRECISATO >>>
- ... E io voglio tornare, capisci?
Gabriel ascoltava quello strano angelo che si spostava da un punto all'altro del Paradiso degli Angeli, gesticolando eccentricamente quando parlava.
- E come vorresti fare, Balthazar? - chiese, accigliato, per niente convinto che si potesse uscire da quel posto assurdo.
Quando Lucifero lo aveva trafitto, e lui era
morto senza ombra di dubbio lasciando il calco delle sue ali sul pavimento, la sua Essenza angelica aveva vagato per un po' senza meta, prima di sentirsi risucchiare da una specie di buco nero. Aveva fluttuato per un tempo che non avrebbe saputo definire, fino a piombare in un luogo che cambiava continuamente aspetto a secondo dei pensieri di chi lo abitava. E, come scoprì poi, "chi lo abitava" altri non erano che angeli. Angeli morti, come lui. Concluse quindi che quello fosse il Paradiso degli Angeli. Ognuno poteva immaginarsi quello che voleva e passare l'eternità così. Palloso, a dir la verità, e neanche originale. Davvero, sperava fosse più divertente. Dopotutto, si muore una volta sola nella vita, no?
Aveva incrociato Balthazar quasi per caso. Non avevano un corpo, là in quello strano Paradiso, perciò gli bastò sfiorare l'Essenza dell'altro per vedere e sentire la sua morte, come se fosse la propria. Apprese così che Balthazar era stato ucciso da Castiel, nel pieno di un delirio di onnipotenza. Balthazar era stato prima un soldato, poi un ladro e poi era sparito e si era dato alla latitanza, conducendo una vita di soli piaceri sulla Terra. In seguito, Castiel l'aveva scovato, convinto a collaborare e... Be', poi la fine la sapete.
Gabriel apprese questo, e molto altro, solo sfiorandolo. Era una specie di connessione wireless tra angeli. Si toccavano, e diventavano un libro aperto l'uno per l'altro. Tra tutte le cose, però, non aveva visto quella che Balthazar gli stava raccontando. Segno che l'angelo ladro, in fondo, era anche furbo.
Anche se non era del tutto convinto del piano che gli stava proponendo, Gabriel sentiva che poteva fidarsi di lui. Gli stava anche parecchio simpatico. Per certi versi, erano simili. A Gabriel piacevano i modi di fare di Balthazar, e ammirava molto quello che aveva fatto. Perciò, quando l'altro gli chiese, alla fine delle spiegazioni, se volesse fuggire con lui, Gabriel accettò senza esitazioni.

Balthazar non aveva consegnato proprio tutto, a Castiel. Si era tenuto un affare di età sumera, una
pietra degli angeli. Come il nome in parte faceva intuire, aveva uno stretto legame con l'Essenza angelica. La preservava, la rendeva indistruttibile. Rendeva possibile il ritorno dall'altro mondo. Era una specie di salva-vita per pennuti. Questo i sumeri non lo sapevano; infatti, si limitavano a credere che portasse buona fortuna. Balthazar, consapevole del suo reale uso, si guardò bene dal darla via. Si aspettava, prima o poi, un colpo basso. Non tanto da Castiel, a dir la verità, sebbene lo avesse trovato mooolto cambiato dall'ultima volta che si erano visti, quanto dai tanti altri angeli che si erano impelagati in quella guerra assurda.
In ogni caso, aveva fatto bene. Per questo, assicuratisi che nessuno potesse vederli, Balthazar e Gabriel sfregarono la propria Grazia sulla pietra degli angeli.
Cominciando a cadere, prendendo via via velocità, sfondando l'atmosfera terrestre come due meteoriti.

Gli hippies erano mezzi drogati ma simpatici: lo chiamavano "fratello" e insistettero per pagargli il pranzo, dopo aver appreso che lo strano autostoppista simpatico e allampanato non aveva denaro con sé. Solo che neanche loro sguazzavano nell'oro; così, dopo che Gabriel si fu riempito a dovere, corsero via inseguiti dalla proprietaria, una grassa signora con i bigodini. Erano montati sul furgoncino sgommando via sulla statale, ma qualche chilometro dopo avevano bucato ed erano stati costretti a fermarsi. Gabriel, rimesso a nuovo, sentiva il dovere di sdebitarsi per l'accoglienza. Così, davanti a loro, schioccò le dita e lo pneumatico era miracolosamente intatto. Già i ragazzi erano sbalorditi per questo; quando poi Gabriel svanì nel nulla, proprio davanti ai loro occhi, rimasero mezz'ora a guardarsi con le mandibole cadute, accannati e increduli.

Balthazar cercava intanto di capire quanto tempo fosse passato, sulla Terra, dalla propria scomparsa alla resurrezione. Trovò un quotidiano abbandonato sul marciapiede che risaliva a circa tre mesi dopo la sua morte.
Bene. Era tornato, si era sfamato, si era ripulito e non era passato troppo tempo. Adesso doveva soltanto decidere dove andare, e soprattutto da chi.
Esitava a farsi vedere dai Winchester, che erano sempre e comunque dalla parte di quel pazzo di Castiel; desiderava trovare qualcuno che che potesse dargli ospitalità almeno per qualche giorno e che magari lo aiutasse a sentirsi un po' meglio... Si sentiva ammalato. Forse c'era qualche effetto collaterale, nell'usare quella pietra, o forse il ricordo della sua morte era troppo fresco. Sentiva ancora viscido e freddo il metallo trapassarlo da parte a parte. E, soprattutto, sentiva ancora il dolore e la sorpresa di sapere che ad ucciderlo era stato proprio il suo fratellino... Cassie.
Balthazar si strinse al petto la busta in cui aveva messo un po' di viveri, tutto quello che aveva preso dalla stazione di servizio. Era in piedi sul ciglio della strada. Non passava nessuno, c'era un silenzio irreale e triste che non favoriva i buoni pensieri. Sospirò, pieno di amarezza.
Alzò gli occhi nell'azzurro del cielo. Era tutta colpa di Papà. Se non fosse sparito, tutto questo non sarebbe successo. Cassie sarebbe ancora la sua famiglia.
Scansò con il piede una lattina vuota, obbligandosi a non pensare. Il ritorno sulla Terra era tutto sommato un lieto evento, una specie di rinascita. Doveva essere felice. Non poteva mettersi a piangere come un ragazzino che cade dalla bicicletta.
Sorrise, pensando a cosa avrebbero detto le due scimmie-senza-pelo-Winchester, vedendolo così. Balthazar non era mai triste, mai sul serio. Invece stavolta lo era.
Perché suo Padre lo aveva abbandonato, lui e tutti i suoi fratelli; e perché uno di loro, il suo prediletto, quello che adorava, il fratellino piccolo che aveva visto crescere, l'aveva pugnalato alle spalle senza la minima esitazione. Guardò la bottiglia vuota di bourbon. Se ne sarebbe aperta volentieri un'altra, se fosse bastato a fargli dimenticare tutto questo. Ma non era così. 
Sospirò. E in un battito di ciglia sparì.

- Balthazar? Balth, sei tu?
Balthazar si vide venire incontro uno strano tipo. Aveva capelli lisci color nocciola, uno sguardo scuro con un fondo ironico negli occhi, e un sorriso da folletto. Era più basso di lui, e nel complesso risultava abbastanza buffo da vedere.
- Dipende da chi lo vuol sapere... Sei Gabriel? - chiese l'altro, a braccia conserte, liberatosi della busta che aveva posato a terra. Gabriel lo squadrò. Trovò... Eccentrico l'abbigliamento dell'altro. Non poteva fare a meno di guardare quella maglietta a V troppo scollata, che Balth portava però con assoluta naturalezza.
- Certo, - disse Gabriel, ghignando, che invece era molto più sobrio: jeans, maglietta e giubbotto color caramello. - E così ha funzionato, - constatò poi, guardandosi intorno. Balthazar gongolò, fece un sorriso obliquo di soddisfazione: - Ovviamente, caro! Avevi dubbi?
- No, no. - si affrettò a rispondere Gabriel, - ma adesso che facciamo? Voglio dire, sai già dove andare? Cosa fare?
- A dire il vero non ne ho idea, mon petit chou**,- ammise Balthazar, senza scomporsi. - In ogni caso, non vedo dov'è il problema. Siamo tornati, no? Quindi per adesso godiamocela e al resto ci pensiamo dopo... - disse, prendendolo sotto braccio e incamminandosi verso qualche parte.  

*"Sono tornato"
** "Tesorino mio",
vezzeggiativo francese...

___________ ANGOLO DELL'AUTRICE_____________

Bonjour! Approfitto di questo spazio per darvi qualche spiegazione... Ve la devo ;)
Mi è capitato di recente di rivedere quell'episodio in cui Lucifero fa fuori Gabriel - sob! My sweet angelcake :'( - e mi è tornata in mente una domanda che mi ero già posta alla morte del mio adorato Balth... Che fine fa un angelo quando muore?
Se per caso esistesse una sorta di Paradiso degli angeli, forse potrebbero tornare indietro... In fondo, i fratellini Winchester fanno in continuazione avanti e indietro tra Inferno-Purgatorio-Paradiso-Pianeta Terra... Perché non dovrebbero riuscirci questi due pennuti? ;)
Non ho ancora pensato a come continuare e se continuare... Ho deciso che continuerò solo se questo primo capitolo otterrà recensioni positive, anche perché sarebbe la mia prima storia lunga e ho bisogno di incoraggiamenti e magari di qualche suggerimento... ^.^"
Mi è venuta questa idea e l'ho scritta, ma adesso che l'ho fatto sono nel panico... Non ho mai scritto storie più lunghe di un capitolo!
Mi piacerebbe tanto che tornassero sia Gabe che Balth nella serie, anche perché sarebbe interessante vedere come si relazionano tra loro visto che non hanno avuto modo neanche di incrociarsi per sbaglio, causa morte prematura di Gabriel - UAAAAAAAAAAAA!!! *Piange come una fontana*
Sigh! Sob!
Be', vi saluto qui... Resto in attesa delle vostre reazioni, che spero arriveranno numerose! Accetto consigli/critiche/commenti a volontà, perciò date libero sfogo alle tastiere e fatemi sapere ;)
Un bacio e un abbraccio dalla vostra devotissima
Ambarabà!

 


       
  
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