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Autore: Tripudium tantum    28/10/2012    7 recensioni
In quel momento il sangue mi si gelò nelle vene. Brividi e ricordi mi invasero ogni cellula del mio corpo. Non l’avrei sopportato ancora. Sono stanco. Sono fottutamente stanco. La vita è bella, ma per me no. Dicono che sono pessimista, che non è niente. Ma mi sento male a fare quello che faccio.
Uscì dalla stanza con il suo permesso. Diedi un pugno al muro. Non avrei ucciso proprio nessuno. Ma, sono costretto; giusto?
[…]
Una sensazione bruttissima si impossessò del mio corpo. Avevo un vuoto allo stomaco. Dopotutto, è anche colpa mia. Non era nei miei piani innamorarmi della ragazza che devo uccidere.
Genere: Azione, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles
Note: AU | Avvertimenti: Violenza
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Caro diario…
Oggi ho di nuovo curiosato nel cassetto di mio padre, sai, quello morto ‘misteriosamente’ un anno fa. Dei messaggi anonimi continuano a dirmi che devo smetterla di cercare informazioni su mio padre; altrimenti mi sarebbe capitato qualcosa di brutto.
Nonostante racconti a mia madre delle lettere, lei annuisce solamente, sbattendo continuamente le palpebre; tipico di quando ha paura.
Ma non mi importa, voglio sapere come è morto mio padre, come mai è via ogni notte e ogni giorno, e perché i suoi messaggi arrivano come se fossero ‘filtrati’ benissimo, come per scoprire cosa ha scritto e non farlo uscire dal luogo in cui lui è. Sono stanca di non sapere.
Io voglio sapere.
Tua, Faith.


Richiusi ildiario facendo attenzione a non far rumore. Mia madre è alle Maldive. Mi lascia sempre sola; come se abbia paura, di qualcosa o qualcuno. Mi sembra troppo strano per essere una coincidenza. La casa è buia, non voglio accendere la luce. Mi sembra troppo rischioso. Mi alzo dal letto a passo felpato. Vedo alla finestra un’ombra. Mi giro, ma non vedo niente. Il cuore mi batte fortissimo, in 16 anni di vita, in un anno mi hanno tormentato. Metto le mani tremanti sul petto, per evitare che il cuore mi scoppi dal petto. Sentì dei passi veloci. Mi girai di scatto, ma niente.
Corro al piano di sotto e accendo la tele. Almeno non mi sarei sentita sola, o almeno, più, sola.  Mi metto comoda sul divano di pelle, portandomi le ginocchia al petto e e un cuscino da stringere.


Caro diario, credo di essermi addormentata sul divano. Non so come faccio ancora a dormire nonostante la paura che ho. Stamattina mi è arrivata un’altra lettera, macchiata di sangue. Giuro, in quel momento avevo il cuore ai 2,000 battiti cardiaci al minuto! Il punto è che l’ho trovata AFFIANCO A ME. C’era scritto:
‘ Piccola, non hai ancora capito? Questo sarà il tuo sangue se non la smetti, te lo dico ancora una volta.  LASCIA STARE E NESSUNO SI FARA’ MALE. ---‘
Mi tremavano le mani, le gambe, Tutto. Vorrei solo uscirne… ti racconterò ancora al più presto, adesso devo andare…
Faith.



Mi stropicciai gli occhi e mi stiracchiai le braccia. Le gambe mi facevano un male tremendo. Avevo dormito con le gambe piegate. Non potevo aspettarmi meglio. Mi alzo assonnata e prendo dal frigo del latte. Una tazza, del cacao e lo zucchero. Verso tutto distrattamente nella tazza, mettendolo nel microonde. Le mie mani sono gelate come sempre. È  frustrante. Vorrei scaldarmi, ma non posso. È tremendo, frustrante, terribile…
Pauroso. Non parlo mai con nessuno, non ho amici. Non mi ricordo neanche più il suono della mia voce. Non mi ricordo il mio viso. Esco solo per andare a scuola e tornare. Mia madre non mi chiama mai per sapere come sto. Una volta è stata un anno alle Hawaii e non mi ha mai mandato un messaggino. Posso dedurre che nessuno a questo mondo mi voglia bene, sono solo una palla al piede.
Solo a papà sembrava che importassi almeno un po’. Mi trattava come una bambina. A me piaceva. Pagherei per abbracciarlo ancora una volta, ma non posso.
A scuola sono la sfigata, visto che non parlo mai. Sono vittima di atti si bullismo da 3 mesi. Mi sto stufando della mia insulsa vita. A volte mi chiedo se impiccandomi, o, affogandomi semplicemente nel Tamigi possa cambiare qualcosa.


Mi vesto a caso – come ogni giorno- prendo lo zaino ed esco da quella casa. Riluttante, chiudo la porta della casa. A passo svelto mi avvio verso la scuola. Testa bassa, schiena ricurva, camminata veloce. Sono io.
Sento già pronunciare il mio nome da bocche poco raccomandabili. Appena sono entrata tutti si son messi a ridere. E non per lo scoiattolo che è appena stato investito dalla macchina di Amber; la ragazza più popolare della scuola.
Non è cattiva, ma se ne frega altamente di tutto e di tutti, e non esita a scoparsi ogni ragazzo che le chiede che ore sono. Da lei non sono mai stata calcolata di striscio, ma di questo non mi lamento.
Sento mollarmi un pugno sullo stomaco, e subito mi piegai a terra.
- oh! La piccola ha parlato?- disse ridendo Marck.
Mi tengo ancora la pancia, trattenendomi dal piangere. Non voglio sembrare debole. Mi alzo a fatica, sotto lo sguardo divertito di Marck.
- Zitto! Tu sai il mio nome, non la mia storia!- urlo.
Suona la campanella e mi dirigo sicura verso la mia classe.


Caro diario,
Sono durante la lezione di biologia. La professoressa Gridd sta spiegando… non lo so, ma non sto ascoltando. Oggi ho saputo rispondere a Marck. Ho paura di quello che farà, adesso. Mi raddoppierà la razione di botte, ne sono certa. Odio la mia vita. Solo mio padre sapeva farla gioire. Se sfoglio le pagine precedenti, vedevo che avevo delle amiche. Adesso non ho più neanche quelle. Ti saluto, è suonata la campanella.
Solamente tua,
Faith.

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Ehyla!!!-
ciao, benvenuti nella mia terza storua. Mi è venuta in mente di notte, quindi, eccomi qui!!! Conosicamoci un po' meglio...
Io mi chiamo Gaia, e voi?
per ora iniziamo solo così xD
Spero vi piaccia, continuo a 2 recensioni. xx :3
   
 
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