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Autore: Mirrine    28/10/2012    3 recensioni
Matt, Mello e Near.
In Death Note abbiamo visto i tre autentici eredi di L lottare contro il caso Kira e... basta.
Sì, credo che manga e anime non ci abbiano mostrato il lato "umano" di questi tre piccoli geni e io spero invece di scoprirlo proprio in questa mia storia! Desidero che i nostri amati successori di L scendano un po' dall'alto piedistallo creato dalla loro intelligenza per tornare a essere ragazzi con gioie e, purtroppo dolori.
Il caso Kira rivisitato in maniera umana, nel proprio background più denso di sentimenti.
Buona lettura!!!
Genere: Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Matt, Mello, Near, Watari | Coppie: Matt/Mello
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Una castana ghiandaia chiurlò allegramente dall’alto del suo nido celato fra i rami frondosi della possente quercia che affondava le proprie radici a pochi metri dalla finestra della camera di Mail.
Il silenzio di scattante tensione che si era disteso con pigra baldanza fra i due ragazzi si spezzò in due esatte metà incrinando l’atmosfera apparentemente tesa che faceva da  fosco sfondo al fronteggiarsi di queste due giovani tigri.
O due perfetti pesci lessi!Pensò Mail prima di scoppiare a ridere a crepapelle.
Mihael guardò con autentico stupore quel viso infantile aprirsi  in un ampio e profondamente dolce sorriso che minacciò di contagiare anche lui e si morse forte il labbro inferiore per tentare di uccidere quello stupido istinto di unirsi a quella risata così bella e spontanea che sapeva  pericolosamente di libera felicità.
-      Che cavolo hai da ridere, pomodoro?- lo rimbeccò aspramente voltandogli con molto poco studiata velocità le spalle diritte, non riusciva a sopportare un istante di più quegli occhi di smeraldo che brillavano come stelle assurdamente vicine e l’improvvisa tentazione che le labbra gentilmente carnose del giovane rosso gli stavano suscitando.
-      Sembravamo due piranha con un attacco isterico di comando  davanti alla porta a fissarci!- esalò Mail continuando a ridere allegramente come se fosse appena stato spettatore dello spettacolo più esilarante del secolo.
-      Parla per te, idiota!- sbottò Mihael trovando finalmente nel profondo di sé stesso quella scintilla d’ira che gli permise infine di compiere ciò che si era prefisso di fare andando in quella stanza.
In un unico fluido passo coprì la distanza fra loro e, prima che qualunque altra sciocchezza lo distraesse, afferrò il rosso per il bavero del suo stupido maglioncino a righe e lo sbatté con ancora goffa violenza contro il muro alle sue spalle.
-      Nessuno mi da dello stupido, chiaro?
E senza dargli il minimo tempo per rispondere lo colpì dritto sul naso con tutta la forza che la profonda confusione di quei giorni gli aveva covato dentro con zelo quasi materno.
Fu un istante e Mail sentì una scheggia di dolore trafiggergli la breve penisola di carne fra gli occhi per poi ficcarglisi  con sconosciuta violenza dritta nel cervello. Un gemito involontario gli invase la bocca chiedendo a gran voce di essere liberato ma lui non gli diede retta e lo tenne ermeticamente chiuso nella laringe.
Aveva visto con che sguardo il biondo gli si era scagliato contro e in quegli splendidi occhi color del ghiaccio non aveva scorto la minima traccia di desiderosa violenza o appagato desiderio di dolore altrui.
In quegli occhi Mail trovò solo paura e confusione.
Paura di qualcosa che non conosceva e confusione perché non sapeva affatto come gestire l’intera faccenda.
Il cuore gli mancò un battito mentre un’assurda felicità gli invadeva allegramente l’anima, se era riuscito a provocare in quel gelido biondo quella catasta sconclusionata di emozioni voleva dire che tutta l’indifferenza che gli aveva scatenato addosso in quei giorni era stata solo un’arrogante tentativo di non farsi scoprire a considerarlo.
-      Che cavolo ti ridi?- sbraitò Mihael sentendo il proprio autocontrollo vacillare pericolosamente, si aspettava che il rosso strillasse peggio di una bambinetta a cui venivano tirate le trecce, che cominciasse a picchiarlo a propria volta o iniziasse a pregarlo di smetterla, come avevano fatto tutte le sue vittime precedenti.
Il problema però era che il rosso non era come tutti gli altri.
Gli altri tremavano  di autentico terrore davanti al suo sguardo di ghiaccio mentre lui lo ricambiava con complice disinvoltura.
Gli altri urlavano come torturati alla ruota e rispondevano alle sue provocazioni fisiche con altrettanti pugni e calci facendo così accrescere in lui ancor più la feroce belva dell’ira assetata di violenza mentre il rosso se ne stava immobile fra le sue mani aggressive e stava persino sorridendo.
Gli altri molto più semplicemente covavano per lui emozioni della ristretta gamma che va dall’odio alla paura, mentre lui, proprio nel momento in cui Mihael gli stava facendo del male ,gli stava dimostrando un’inaspettata forma d’affetto che lo spaventava e attraeva al tempo stesso.
-      Scusa Cenerella...- esalò Mail cercando di ingoiare il sangue che aveva iniziato ad invadergli le labbra spaccate nello sciocco tentativo di non sporcare il gilet di pelle nera del biondo che, avvampò con imbarazzata veemenza nel notarlo, gli metteva straordinariamente in risalto l’addome piatto e i fianchi morbidi.-... è che non pensavo ti piacessero questo tipo di robe!
Mihael non riuscì ad impedire ad un celere lampo di incredulità di attraversargli la maschera di tentata imperturbabile aggressività che teneva calata sul viso, in un lampo di comprensione se ne accorse, da ormai un tempo immemore.
Gli aveva appena spaccato il setto nasale e lui faceva battute?
Di quel tipo poi?
Il sangue gli ribollì rischiosamente all’altezza dello stomaco e cercò di stornare l’impeto velato, che sentiva fiorirgli nel profondo del suo corpo, con una nuova ondata di bollente ira ma davanti a quel malandato sorriso ancora ironico gli venne più una gran voglia di canzonarlo che aggredirlo.
-      Sei proprio un...
Mihael però non riuscì a dire a Mail cosa fosse perché in quell’istante Roger, il loro anziano istitutore, entrò improvvisamente nella stanza e trasalì rumorosamente alla vista delle macchie di sangue sul pavimento e il pugno destro del proprio alunno più indisciplinato alzato come in procinto di essere scagliato.
-      Mihael!- urlò stupefatto e preoccupato strabuzzando comicamente gli occhi scuri.
-      ‘Giorno Roger.- ribatté il biondo con la massima naturalezza voltandosi verso l’anziano insegnante con espressione tranquilla.
Mail, perso il sostegno del candido braccio di Mihael, si accasciò pesantemente sul muro cercando a tentoni appiglio al comodino per evitare di rovinare del tutto sul marmo gelido del pavimento.
Sentiva la testa girargli come una giostra fuori controllo ma invece di preoccuparlo la cosa lo rendeva stranamente abbastanza allegro.
-      Buon giorno, prof!- esalò ridacchiando.
-      Che diavolo è successo qui?
-      Allegra discussione fra amici!- la risata ilare di Mail venne improvvisamente smorzata da un cupo colpo di tosse che gettò fuori dalla gola del giovane il gemito fino ad allora trattenuto e un bel po’ di sangue.
-      Mihael questo ti costerà una punizione colossale!
-      Ei chi ti ha detto che è colpa mia?- il biondo piantò arrogantemente le mani sui fianchi e lanciò a Roger uno sguardo di audace sfida.- E’ stato lui a insultarmi per primo e così l’ho colpito.
-      Non ti credo nemmeno un...
-      Ha ragione lui.- intervenne Mail fattosi improvvisamente serio con la voce più flebile ad ogni sillaba che riusciva ad esalare.- L’ho offeso  fino a che  non mi ha rifilato un pugno.
Roger lo guardò come si fa con un alieno verdognolo ricoperto di tentacoli squamosi di un vago viola e il ragazzo si sarebbe volentieri messo a ridere se non stesse lentamente percependo che la coscienza era lì lì per mollarlo.
-      E’ colpa mia, metta me in punizione.- sussurrò prima di perdere la già precaria presa sul legno liscio del comodino e cadere pesantemente al suolo privo di ogni forza.
L’ultima cosa che il suo sguardo appannato riuscì a catturare furono gli occhi azzurri del biondo, miracolosamente inginocchiato al suo fianco, spalancati di quella che sperava ardentemente essere preoccupazione per lui.
Sorrise con flebile felicità pensando che era stupendo svenire con lo sguardo fisso su quel cielo meraviglioso.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Ciao cattivoni!! Eccomi tornata con un nuovo capitolo di questa deprecabile storia.
Devo dire di aver avuto non pochi problemi e dubbi su questo capitolo e molte difficoltà nello scriverlo.
Ero sfiduciata, ho pensato anche seriamente di interrompere questa storia e per un istante ho anche creduto che fosse la cosa migliore.
Sapete ricevere poche recensioni( a proposito ringrazio la dolcissima dogliva che mi ha recensito ben due volte e positivamente e Miku Sama che ha fatto altrettanto * si inchina rispettosamente *) e be’ anche per il fatto che temo di annoiare e poi vorrei scrivere un pezzo particolare ma non posso saltare mezza storia per andare subito al pezzo che vorrei!!!!
Ok ehm quindi ringrazio chi ha avuto il coraggio di leggere i miei deliri sino a qui e spero vivamente che anche a chi si limita a visitare e non recensisce possa trarre piacere da questo modesto racconto.
Naga Deff Mir!
  
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