Fanfic su artisti musicali > One Direction
Ricorda la storia  |      
Autore: Nefelibata    29/10/2012    6 recensioni
'Trovo il coraggio di capire che sto soffrendo per nulla. E allora le mie dita quasi si muovono da sole sullo schermo, e una volta inviato il messaggio mi sento libero.'
Pairing: Larry
Conteggio parole: 1351
Rating: Gialloarancio
Disclaimer: Con questo mio scritto, pubblicato senza alcun scopo di lucro, non intendo dare rappresentazioni veritiere dei caratteri di queste persone, ne offenderli in alcun modo. Sfortunatamente nessuno dei personaggi mi appartiene.
Genere: Erotico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Image and video hosting by TinyPic

Tormentators

Non saprei dire precisamente cosa non mi fa dormire.
Il cuscino è bagnato e non è mai stato così freddo.
È bagnato di lacrime, dolore, rabbia, rimpianti.
Vorrei solo girarlo dall'altro lato e fingere di stare bene, andare avanti ad illusioni, in fondo è ciò che mi riesce meglio.
Ma non lo faccio, lascio che il tessuto inzuppato mi accarezzi la guancia.
I miei ricci, quei riccioli di cui vado tanto fiero, quei ricci in cui ami infilare le tue mani, questa notte sembrano dannatamente fastidiosi, ingombranti, inutili.
Già, inutili perchè non ci sono le tue mani calde a massaggiarli.
Un brivido di freddo mi spinge a tirarmi su meglio le coperte e rannicchiarmi in posizione fetale.
Una vecchia canzone di Chris Brown mi risuona in testa e provo a scacciarla, provo a intimargli di tacere, di stoppare quest'agonia, quest'accozzaglia di desideri emozioni e ricordi.
Sono stanco di aspettarti, stanco di fare finta di nulla, stanco di sorriderti mentre le stringi la mano, stanco persino mentre mi fai un pompino, in uno squallido bagno con i water sporchi di merda e i muri sporchi di noi.
Le mie dita gelate si posano sulla mia pancia che freme a quel contatto, solleticando la pelle vanno a finire sull'elastico dei boxer.
La mano è ancora fredda, ma improvvisamente bollente, quando si infila dentro alla ricerca di un po' di piacere, di una fetta di libertà, un angolo di paradiso, un minuto in un mondo parallelo, in cui esiste solo l'estasi.
Non il vuoto.
Non il dolore.
Non la vergogna.
Non il rimorso.
Solo estasi.
Penso a te mentre la mia mano si muove lentamente, ma non penso al tuo cazzo o alle tue mani su di me, penso solo alle tue labbra, alla tua lingua, ai tuoi denti.
Perchè, anche se può sembrare strano, io ti ho sempre amato solo con un semplice bacio, la tua saliva mi è sempre bastata per raggiungere il nirvana e il tuo sorriso è sempre stato più eccitante del tuo culo o dei tuoi addominali.
Penso a te mentre vengo e nello stesso istante una lacrima scende, ancora, ad infrangersi nella federa viola e penso che un orgasmo non è mai stato così vuoto, mai così insensato, mai così triste.
E allora ricomincio a piangere, come un bambino.
Mi tiro le coperte fin sopra la testa ignorando l'aria che viene a mancare e mi rifugio con la testa su quel cuscino morbido che troppe volte ha dovuto consolarmi, subire le mie crisi, accettare e raccogliere l'acqua piovana, ascoltare le mie grida soffocate, percepire il mio dolore.
Una luce improvvisa, le iridi che si spalancano.
Quella vibrazione che arriva con qualche sencondo di ritardo e che mi fa capire che no, non è la batteria scarica, non è la tastiera che si blocca, non è la sveglia messa troppo presto.
Quel display si è illuminato per un messaggio.
E vorrei davvero ignorare il mio I-phone, vorrei sul serio fingere che sia la Vodafone, un amico che ha alzato un po' troppo il gomito, una ragazzina troppo giovane che mi chiede se ho cambiato idea sul “Sono stufo di scoparti”.
Ma dentro di me so che il messaggio è suo.
La ragione della mia lotta.
La ragione della mia sconfitta.
La ragione della mia condanna.
E allora, mettendoci fin troppa fretta, il mio braccio si allunga verso il comodino alla ricerca dell'aggeggio e, una volta trovato, lo porta davanti ai miei occhi che quasi si accecano per l'improvvisa luce.
      
        From: Boo
        Un'oretta e sono da te, scusa ma stasera El era più insaziabile del solito ! ;)

E vorrei crederci davvero, al fatto che lui tenga alla mia felicità, al fatto che non lo faccia apposta, ma in fondo so che ci gode, Tomlinson, a farmi soffrire.
E allora, ricordandomi della tendenza delle Larry shippers, per la prima volta, trovo il coraggio.
Trovo il coraggio di ammettere a me stesso che quel ragazzo fin troppo stronzetto non mi merita, che non si innamorerà di me, non lo troverà al mio fianco la mattina con la colazione che ha voluto portarmi a letto.
Trovo il coraggio di capire che sto soffrendo per nulla.
E allora le mie dita quasi si muovono da sole sullo schermo, e una volta inviato il messaggio mi sento libero.
Uno schiavo che si è liberato dalle sue catene.
Una gazzella che è riuscita a sfuggire al leone.
Un gladiatore che affronta il suo rivale.

       To: Boo
       Non preoccuparti, stai lì e scopatela tutta la notte. Qui non c'è bisogno di te. ;)


E lo so, l'ho sempre saputo io, che il punto debole di Tomlinson è l'orgoglio.
E capisco di aver fatto centro quando non mi arriva risposta.
Lui ha sempre la risposta pronta, una battuta, una frase provocatoria.
Ma anche lui, come Achille, ha il suo tallone maledetto.
Sa di essere tutto per me, sa che ho bisogno di lui e ne è compiaciuto.
Per la prima volta mi sento io il vincitore di questa battaglia di baci e parole di ghiaccio, cazzi che si scontrano e frasi pesanti più del marmo e taglienti più del vetro.
Mi addormento con questi pensieri, Chris che si è stancato di cantare e il cuscino che, so già, troverò ammuffito.

 

Il letto che si abbassa, un peso di fianco al mio, una mano morbida sulla mia schiena, un respiro nell'orecchio.
Non guardo l'ora sulla sveglia di fronte a me, non penso alle sue mani su di lei.
Mi giro e lo guardo negli occhi, come faccio sempre, sperando di leggerci emozioni mai apparse in quegli occhi marini.
Lui mi sorride, perchè ha capito, ha capito che ho bisogno di lui, ne ho sempre avuto e sempre ne avrò.
Sorride perchè ama scoparsi due persone di sesso diverso nella stessa serata, ama passare dal corpo snello magro e curvoso della sua ragazza a quello pieno, muscoloso e sodo di Harry Styles.
La sua mano, che è ancora su di me, scivola in basso, facendo lo stesso percorso della mia qualche ora fa e quando la infila dentro e trova i boxer già bagnati, non riesce a trattenersi dal ghignare.
<< A me sembra che bisogno di me, qui, ce n'era eccome >>
E stavolta non ho il coraggio, la forza, la giusta motivazione per ribattere.
Perchè in fondo non c'è un motivo, perchè è la verità, ho bisogno dei suoi denti che mi mordono, le sue unghie che mi graffiano e la sua lingua che a contatto con la mia mi anestetizza e gli permette di usarmi, per poi passare alle tette.
Cazzo e tette, cazzo e tette, cazzo e tette.
La vita di Tomlinson è così, e sembra si diverta da matti a mettere le corna alla sua casta fidanzata e a farmi ingelosire raccontandomi tutto ciò che hanno fatto l'altra sera.
E tutti i pensieri svaniscono, e io sono di nuovo suo, e la sua mano è di nuovo stretta sul mio cazzo e il suo sorriso stronzo ancora vivo in volto.
E gemo, gemo incontrollatamente, ma le mie sono anche urla di dolore, grida di aiuto.
Ma lui sente, o forse vuole sentire, solo i miei gemiti e allora non si ferma, ma continua a trascinarmi in quell'inferno che ha le sembianze del paradiso.
E non posso non pensare che in fondo non vincerò mai davvero, non la guerra e non una singola battaglia.
E lo schiavo viene frustrato, viene marchiato, viene torturato, come i denti di Louis stanno facendo con me.
E la gazzella giace tra le zanne del leone, si è arresa alla corsa, si è lasciata cadere e brandire e sminuzzare, mentre senza cuore e senza pietà la sua bocca affonda sul mio cazzo graffiandolo.
E il gladiatore urla, per il colpo che gli è stato inferto, per la lama che l'ha trafitto e cade sulle ginocchia, spalancando gli occhi, incapace di reagire, e lo stesso io, che urlo e gemo quando mi taglia a metà aumentando le spinte.
E soffrono, muoiono dentro e fuori, ma nessuno di loro ama.
Nessuno di loro ama il suo aguzzino come io amo Tomlinson.

*

No, non so cos'è sta roba.
No, non doveva finire così.
Si, è nata come uno sfogo (You don't say?! Ormai le tue os nascono solo così..)
Si, l'ho scritta sulle note del mio cellulare ieri notte.
Si, mi piangeva il cuore a cestinarla.
Ora che ho detto tutte le mie boiate vi lascio con alcuni link:
- Twitter Io adoro parlare con voi, soprattutto con le Larry shippers. Amo avere le menzioni piene, e amo quando qualche lettorebarralettrice si prende il disturbo di scrivermi in tweet che ama la mia fanfictionbarraos. Per cui scrivetemi in tanti, se avete voglia di parlare o sfogarvi, mi piace fare da psicologa.
- The only exception La mia prima long-Larry che, tra parentesi, non si sta cagando nessuno. A breve posterò il terzo capitolo. 
- Love story In quest'ultima os Larry, scritta in collaborazione, ci ho messo l'anima. Penso che sia fantastica, una delle migliori che abbia mai scritto e il punto di vista di Harry scritto da Cilyan è la ciliegina sulla torta. Il fatto è che a vedere le visite che crescono a dismisura e le recensioni che rimangono a quel maledetto 0 mi demoralizzo. Il fatto è che ci ho messo giorni a scriverla e ancora di più a pensarla. Quindi, se avete voglia di passare, ve ne sono grata.

  
Leggi le 6 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: Nefelibata