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Autore: TrustInBieber    29/10/2012    28 recensioni
Tiro fuori il telefono e lo sblocco.
Aspetta.
Lo blocco e guardo il display.
Sicuramente non avevo come sfondo Justin Bieber e Selena Gomez.
Lo sblocco di nuovo e vado a controllare i messaggi.
Ho scambiato il mio telefono con una ossessionata con Justin? Perfetto.
Selena, Scooter, Chaz, Christian, Taylor, Fredo.
Vado a vedere le foto.
Justin, Justin, Justin, un cesso, Justin, un braccio, un gufo.
Decisamente non è il mio telefono.
Grande.
Ho il telefono di Justin Bieber in mano e l'unica cosa che sono capace a fare è andare a vedere se tiene foto di se stesso nudo.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ah, sia benedetto lo Starbucks che hanno appena aperto in aeroporto.
Dopo un a notte in volo con un tizio che assomigliava a Babbo Natale e che mi dormiva sul braccio, un caffè è quello che ci vuole.
Ci mancava solo che mi chiedesse cosa voglio per Natale.
Lì, l'avrei tenuto sveglio tutta la notte, partendo da una Barbie con castello e macchina, delle Polly con una marea di vestitini, magari anche delle Bratz, tanto per. E poi forse un iPad. E magari anche il nuovo profumo di Taylor Swift.
E forse anche un Brad Pitt di 30 anni fa.
Aggiungiamoci anche Francisco Lachowski e un'innata dote di fare pupazzi di neve che abbia almeno la carota in faccia invece che averla nelle parti basse.
Prendo velocemente le due valigie e il borsone dal nastrone e corro verso lo Starbucks, tirando già fuori cinque dollari.
Mi metto in vila e controllo l'ora. Le 9.37 di mattina. Morirò, morirò. 
Dopo una marea di clienti insoddisfatti, vecchiette che dovevano assolutamente appoggiarsi a quelli davanti a loro perchè erano stanche e qualche spinta qui e lì, finalmente raggiungo la cassa.
"Salve, vorrei un caffè con marshmallows." Do i soldi alla donna dietro il bancone e tamburello piano con le dita. Controllo l'ora di nuovo e appoggio il telefono sul bancone.
Ancora un'ora di taxi e sono a casa. Sono a casa, casa, casa.
Un tipo col cappuccio mi viene accanto. "Ciao, scusa, posso passare davanti? Il mio aereo parte tra cinque minuti e ho urgente bisogno di caffeina."
E che palle! Annuisco leggermente. "Certo." Mi sposto indietro e lo lascio passare.
"Grazie." Sorride e ordina un caffè con doppia razione di zucchero e panna. Wow.
Mi lecco le labbra mentre mi guardo intorno.
Una donna corre dietro alla figlia, tenendo palloncini viola scuro nella borsa. Interessante.
Mi volto di nuovo e osservo attentamente la maglia del tipo davanti a me.
Mhm, sembra Gucci! Raffinato, il tipo. 
Prende il suo caffè e paga. "Grazie." Mi sorride ancora, prende il caffè e il telefono e corre via.
"Ecco a lei." La donna mi sorride e mi porge il caffè che avevo ordinato. Esco dalla linea ed esco dall'aeroporto, fermando - che botta di culo! - un taxi che ha appena scaricato un intero asilo di bambini.
Entro in macchina velocemente. "Salve, dovrei andare a Montrose Avenue, per favore." Dico all'autista, dandogli il foglietto con l'indirizzo.
"Lei essere qui per lavoro?" Mi chiede, partendo piano piano ed evitando di mettere sotta una donna con il burqa.
"No, sono venuta a trovare mia sorella." Mando giù il finestrino e inalo l'aria. Oh, che buon profumo di... Di... Una puzza di sigaretta mi entra nelle narici.
Che palle. Benvenuti a Los Angeles!

Entro in casa tirandomi dietro le mie bellissime due valigie e un borsone.
"Si può sapere cos'è tutto questo baccano?!" Mia sorella esce dal salotto e spalanca gli occhi. "Eve!" Mi corre incontro e mi abbraccia, facendo cadere le valigie giù per le scale.
Che cazzo, sono appena riuscita a tirarle su!
Sbuffo e mi allontano. "Ciao, Vanessa." Raccolgo il borsone da terra. "Tu prendi le valigie."
"Sono contenta di sapere che sei ancora la solita antipatica sorellina che avevo lasciato." Mi da un leggero schiaffo sulla guancia e prende le valigie, tirandole in casa.
"Allora, dov'è la mia stanza? Il bagno? La cucina?" Mi guardo intorno. É una bella casa, non c'è che dire.
"Si, allora." Batte le mani una volta. "La stanza è al piano di sopra, la prima a sinistra. Il bagno è in camera e la cucina è a destra." Indica le parti della casa e io annuisco.
"Ok, allora. Se non ti dispiace, io vado a morire nella vasca." Annuisco, correndo al piano di sopra.
"Devi aspettare un po' prima che l'acqua si scaldi!" Mi urla da sotto. Alzo gli occhi al cielo e trovo la mia stanza.
Ok, ha i muri rosa pallido e un letto enorme.
Non mi serve nient'altro.
Mi butto sul piumono.
Tiro fuori il telefono e lo sblocco.
Aspetta.
Lo blocco e guardo il display.
Sicuramente non avevo come sfondo Justin Bieber e Selena Gomez.
Lo sblocco di nuovo e vado a controllare i messaggi.
Ho scambiato il mio telefono con una ossessionata con Justin? Perfetto.
Selena, Scooter, Chaz, Christian, Taylor, Fredo.
Vado a vedere le foto.
Justin, Justin, Justin, un cesso, Justin, un braccio, un gufo.
Decisamente non è il mio telefono.

Grande.
Ho il telefono di Justin Bieber in mano e l'unica cosa che sono capace a fare è andare a vedere se tiene foto di se stesso nudo.

Idea grandiosa, Evelyn. Mi alzo dal letto e ci tiro sopra il telefono.
Non sono dell'umore giusto per sclerare, adesso.
Entro in bagno, lascio partire l'acqua e mi infilo sotto la doccia.
Merda!
Lo shampoo!
Sospiro e sbatto la testa contro un muro.
Ecco come finisce quando viaggi di notte.

"Jimmy!" Saluto il marito di mia sorella e la mia nipotina. "Ciao, tesoro." La abbraccio.
"Lyn! Mi sei mancata!" Squittisce, stritolandomi in uno dei abbracci da anaconda.
"Si, Grace, anche tu. Ora, potresti lasciarmi andare così evito di morire?" Le picchio piano la schiena e lei ride, lasciandomi andare.
"Quanto stai con noi?" Jimmy mi abbraccia velocemente prima di fiondarsi sul pollo che ha fatto Vanessa.
"Penso per tutta l'estate, ma non darò fastidio. Ho il corso di lingue da fare, quindi non sarò quasi mai in casa." Faccio spallucce e mi siedo davanti a lui.
"Grace, hai lavato le mani?" Chiede mia sorella, prendendola in braccio.
"No, mammina." Lei fa spallucce.
"Oh, quanto mi è mancata. Quanti anni ha, ora? Cinque?" Guardo Jimmy e mi verso del succo d'arancia nel bicchiere.
É praticamente l'unica cosa che bevo, col caffè.
Annuisce distrattamente. "Si, cinque e mezzo. Ne farà sei a Ottobre."
"Ok." Annuisco. Accende la TV e cambia canale finché trova la partita di Rugby.
"Hai chiamato i tuoi genitori?" Mi chiede infine.
"Oh, cazzo." Alzo gli occhi al cielo. "Posso chiamarli dal telefono di casa?"
"Ovvio." Sorride. Mi alzo da tavola e corro in sala, componendo il numero di mia madre.
Aspetto qualche secondo prima di sentire la TV in sottofondo. "Tesoro! Aspettiamo una tua chiamata da ore!" Sospira mia mamma.
"Si, scusa, sono crollata a dormire." Butto lì. "Comunque, sono viva, sono salva, ho tutti i capelli e nessuno mi ha stuprata."
"Ridi, ridi, che in giro non si parla altro di come le ragazzine vengono trascinate negli angoli." Mia madre sbuffa leggermente. "Hai già visto Jimmy e Grace?"
"Si, e ti salutano. Stanno tutti bene, non hanno bisogno di niente." Dico velocemente.
"Ok, bene. Allora vai, penso che lì sia ora di cena, no?"
"Si, infatti. Ora vado, ci sentiamo domani. Ti voglio bene." Sono pronta a tornare al pollo fritto.
"Anche io, tesoro. Fai la brava." Ci salutiamo velocemente e riattacco, tornando in cucina.
"Grace, smettila di lanciare il pane a tuo padre!" Vanessa mette il bavaglino intorno al collo di Grace e io rido.
"É cresciuta davvero tanto." Mi siedo di nuovo.
"Si, in altezza." Sospira mia sorella, inforcando un pezzo di pollo e tenendolo davanti alla bocca di Grace. "Il trenino come fa?"
"Ciuf, ciufff!" Sorride Grace.
"E questo trenino deve entrare nella galleria, oppure i passeggeri arriveranno in ritardo. Lo facciamo entrare in galleria?"
Io e Jimmy ci scambiamo un'occhiata e scoppiamo a ridere. "Smettila di essere la solita pervertita!" Mi lancia un pezzo di pane e io rido.
"Non sono mica io quello che deve far entrare qualcosa." Faccio spallucce. Il bello di questi due, è che mia sorella ha 23 anni, e Jimmy 25, quindi sono giovani.
"Voi due, smettetela di ridere e mangiate." Vanessa ci lancia un'occhiataccia.
"Ecco lo spirito materno." Borbotta Jimmy. Rido e continuiamo a mangiare col rumore del treno.

Mi ributto sul letto e prendo il telefono. Forse è arrivato il momento di affrontare il problema.
Non posso scappare dal problema, no? No.
Perfetto. Sblocco attentamente il telefono.
Non vorrei mai rompere l'iPhone di Justin Bieber.
Chissà se è personalizzato.
Magari c'è un Siri che gli dice che è figo ogni mattina.
Potrei pro- Ok, non tocchiamo niente.
Scorro i nomi della rubrica e sospiro leggermente. Ne ha 2647. 
Ok, quale chiamo?
Selena? Così poi mi uccide a colpi di macete.
Scooter? Così si incazza e mi urla qualcosa in Turco.
Alfredo? No, probabilmente è impegnato a fare il filosofo su Twitter.
Ok, non chia-
Il telefono suona e salto in aria, lasciandolo cadere sul letto.
Oddio, è un numero sconosciuto. Cosa faccio? Che cazzo faccio?!
E se è Selena che chiama da un altro numero?
E se è qualche fan ossessionata?
E se è qualche spacciatore di droga della Cina?
Sono fottuta! Porca merda, porca merda, porca merda!
Prendo dei bei respiri e mi siedo a gambe incrociate sul letto. 
Ohmmm. Ohmmm. Venite a me, oh, spiriti.
Io vi invo-
Il telefono smette di squillare. 
Ok, no, non vi invoco più.
Tiro un sospiro di sollievo e il telefono suona di nuovo.
Lo prendo e lo sblocco. "E porco cazzo, che hai da chiamare? Non sono Justin Bieber! Non so neanche dove cazzo è Justin Bieber! L'unica cosa che so è che nel telefono non ha foto di se stesso nudo, quindi non cercarle!"
Silenzio. Silenzio. Silenzio. Silenzio. "Hai cercato foto di me nudo?!"
Oh, merda. "Justin?"
"No, Babbo Natale!"
"Lo sapevo che quello seduto accanto a me era Babbo Natale!" Sbotto.
Silenzio. "Si." Dice incerto. "Ascolta, sei a Los Angeles?"
"Si, tu?"
"No! Sono in Australia." Sospira piano. "Senti, puoi tenere il mio telefono senza rispondere a chiamate che non vengano da questo numero?"
"Ovviamente! Stavo invocando gli spiriti perché smettesse di squillare!" Sbuffo leggermente.
"Bene, perfe- Aspetta, ma tu sei la ragazza del caffè?"
"Lo sapevo che uno che porta una maglia di Gucci non può essere uno qualunque." Annuisco convinta.
"Veramente è Hollister, ma va bene." Ridacchia piano.
"Posso stalkerare le tue foto?"
"Come se tu non lo avessi già fatto." Dice con fare ovvio.
"Beh, si. Hai qualche cartella nascosta o sono davvero tutte foto di papere, cessi e delle tue braccia?" Spalanco la bocca appena vedo in che stato sono i miei capelli.
Mostro!
"Non te lo direi comunque, sai?" Ride.
"Ok, posso entrare con il tuo account di Twitter?" Chiedo speranzosa.
"Non ci pensare neanche. Chissà che danno potresti fare. Ok, sono arrivato all'arena, ci sentiamo... Ti chiamo io." 
"Oh, ci credo. Non inte- Questo telefono fa chiamate internazionali?" Sarebbe una figata assurda.
"No, quel telefono non deve fare proprio nessuna chiamata! Chiaro?" Ok, è disperato.
Ridacchio. "Ok, ok, chiaro. Auguri."
"Grazie. Ciao." Riattacchiamo.
Ho parlato con Justin Bieber e sono viva.
Cerchiamo la cartella del porno!

SHOW YOU OFF, TONIGHT I WANNA SHOW YOU OFF! :)
Ed eccomi con la nuova storia, anche se so che nessuno la leggerà, perchè fa pena D:
Comunque, spero che almeno qualche anima santa lasci una recensione c:
Sciao a todosssssssss, bellesse. :)

   
 
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