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Autore: bambi88    14/05/2007    21 recensioni
"Quella missione era iniziata male...e stava procedendo anche peggio". Storia di una noiosissima missione, in compagnia di Temari, la più problematica kunoichi che Shikamaru avesse mai conosciuto. Che non era solo terribilmente irritante, ma anche tremendamente... Storia di una noiosissima missione e di uno Shikamaru rimasto, per la prima volta, "in mutande" con una ragazza. Spero vi abbia incuriosito. Un bacione!
Genere: Generale, Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Temari, Shikamaru Nara
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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TEMARI//SHIKA MISSIONE

Quella missione era iniziata male.
E, nonostante tutti i suoi sforzi, stava procedendo anche peggio.
Primo: era stato svegliato presto per un noiosissimo compito.
Secondo: il cielo, quella mattina, era stato costellato di piccole e leggerissime nubi. Che lui, ovviamente, non aveva potuto osservare con l’adeguata attenzione.
Terzo ed ultimo motivo (certo non per importanza): la presenza di quella fastidiosissima kunoichi.
La poteva sentire arrancare dietro di lui, calpestando i rami fragili con quei suoi movimenti goffi.
Si voltò verso di lei, fingendo di osservare le mura del villaggio che sparivano tra l’intrigo della boscaglia.
Aveva lo sguardo basso, chiaramente concentrato sul movimento dei piedi. E sull’equilibrio, pensò il ragazzo, sorridendo.
Era evidente anche ad un genio che quello non fosse il suo ambiente preferito.
- allora?!...che hai da guardare di così interessante?- disse lei, facendolo sobbalzare.
Ma quanti occhi aveva quella vipera?
- niente…oltre un barattolo di ciccia che fa fatica a seguirmi…- rispose lui, con una scrollata di spalle.
Sapeva perfettamente quale disastro stava combinando. Ma lui, quella kunoichi non riusciva proprio a sopportarla.
- tu pensa solamente a non complicarmi la missione, piagnone…- rispose lei, alzando gli occhi verdi.
- E tu a cercare di tenere il passo. Se magari ti mettessi un po’ a dieta…- le rispose il ragazzo, voltando la testa e mostrandole solo la buffa capigliatura.
- Ti odio, Shikamaru- sibilò lei, portando istintivamente la mano all’elsa del ventaglio.
- Che seccatura che sei, Temari…- sussurrò lui, aumentando l’andatura.

Temari asciugò con il palmo della mano le minuscole gocce di sudore che le imperlavano la fronte.
Alcuni capelli le si erano incollati al viso e dei ciuffi ribelli le erano sfuggiti dai codini.
Odiava correre quasi quanto quella terribile umidità.
Eppure lui sembrava non risentirne affatto.
E questo l’irritava ancora di più.
Stava scendendo la sera e la foresta appariva ancora più scura ai suoi occhi abituati alle distese sconfinate del deserto.
Rabbrividì sotto il vestito leggero e, perdendo la concentrazione, inciampò in un ramo, barcollando.
- che succede là dietro?- chiese improvvisamente Shikamaru, fermo davanti a lei.
- Fatti gli affari tuoi- gli rispose, rialzandosi a fatica.
- Dobbiamo fare in fretta…-
- Sentirlo dire da te poi è una vera novità…- sorrise lei, indugiando con lo sguardo sul volto di lui
- Tra poco il tempo cambierà…- rispose il ragazzo, alzando lo sguardo
- Sei anche preveggente ora?!- gli chiese sarcasticamente
- Tze…è inutile parlare con te. Fiato sprecato.- disse Shikamaru, riprendendo a correre tra i rami.
Temari sentì il sangue ribollirle e la vena del collo pulsarle irrefrenabilmente.
Trasse un profondo respiro.
- calmati Tem… domani mattina sarai nella tua bella camera a riposare…- si cantilenò per qualche secondo, tornando a seguire l’ombra del compagno.

Quando Shikamaru aveva alzato gli occhi al cielo quella mattina non si era sbagliato.
Troppe nuvole.
Soffici e leggere.
Ma, comunque, troppe nuvole.
Anzi, troppe nubi.
Ed ora quel vento sottile e frizzante.
Shikamaru aveva tanti pregi (oltre ad un’inenarrabile lista di difetti) ed uno di questi era la conoscenza del cielo.
Era sicuro che avrebbe piovuto.
E ciò lo seccò ancora di più.
Si voltò ancora verso l’irosa compagna.
Era irritata.
Chissà come avrebbe preso un po’ di pioggia.

Quando la pioggia cominciò a scrosciare sui due giovani le imprecazioni silenziose di Temari si fusero alle risate soffocate di Shikamaru.
- da una famiglia di mici come la vostra, dovevo aspettarmelo che l’acqua non vi piacesse…-
- zitto tu! Pensa a camminare. Dobbiamo essere a Suna entro domani mattina. Ricorda gli ordini del tuo Hokage.- disse lei, inghiottendo la bile.
Famiglia di mici?...un minuscolo sorriso piegò, però, le labbra della kunoichi. Davanti gli occhi aveva immagine di Kankuro e Gaara intenti a contendersi un gomitolo di lana.
- chi, Tzunade?...tanto si arrabbierebbe comunque…- rispose, scuotendo la testa fradicia.
Temari si accostò al compagno, avanzando cauta sul legno scivoloso.
Non era abituata alla pioggia, né alla compagnia di qualcuno che non fosse uno dei suoi fratelli, a dir la verità.
E tutta quella situazione la metteva a disagio.
Alzò gli occhi sul viso rilassato del ragazzo e si concentrò sull’espressione scocciata.
Oramai vi aveva fatto l’abitudine.
Quello a cui, però, non avrebbe mai fatto il callo, erano i repentini cambiamenti di lui.
Fu un attimo.
E si ritrovò schiacciata sul tronco di un albero, il corpo di lui premuto contro il suo.

Il fulmine aveva devastato il ramo sul quale i due giovani correvano solo un istante prima.
Temari fissava la profonda cicatrice scura che si apriva sul fianco del tronco, rabbrividendo.
- Ci stava per fare fritti…-
- A dir la verità stava per darci una scossa ad elevata tensione…- la corresse lui, staccandosi da lei.
- E ora siamo pari…-le sorrise
- Siamo pari?- chiese lei, ancora concentrata sul fumo che fuoriusciva dalla bruciatura
- Ti ho parato il culone grasso no?- disse lui, riprendendo a camminare.
- Ma…- balbettò lei, arrossendo.
- STRONZO!- gli urlò alle spalle.

Shikamaru si passò una mano sull’orecchio.
Cavolo, che voce che aveva quella ragazza.
Sarà dovuta alla cassa toracica, pensò, lasciandosi scivolare a terra.
Esaminò per qualche istante la zona attorno a sé.
Avrebbe dovuto fare in fretta.
Non poteva rischiare un altro incidente come quello di poco prima.
Per poco il fulmine non li aveva centrati.
E poi non aveva la minima voglia di entrare di nuovo in contatto con quella tremenda distratta.
- che diavolo stai facendo?- la voce di lei era decisamente irritante, pensò, voltandosi a guardarla.
- dobbiamo fermarci finché il temporale non si sarà calmato…mi sembra ovvio…- le rispose, inoltrandosi tra l’erba alta.
- non sono d’accordo!- proruppe Temari, correndogli davanti, intralciandogli il cammino
- prosegui sola allora…io non rischio di farmi friggere per te…-
- al massimo di prendere una scossa ad elevata tensione…- lo corresse lei, lasciandolo passare.
Shikamaru sentì i passi decisi della ragazza seguirlo.
Era stanca. Aveva smesso di lottare troppo presto.
Sorrise.
Un po’ di riposo sarebbe servito ad entrambi, pensò, notando l’ingresso di una piccola grotta.

Frugò tra le tasche del pantalone bagnato, che gli si era incollato alle gambe.
Il bengala doveva trovarsi lì, cavolo.
Ne era sicuro…lo aveva messo lì.
Portò una mano alla fronte, tirando indietro i capelli che, ormai sfuggiti alla presa della coda gli ricadevano davanti gli occhi.
I passi alle sue spalle rallentarono per qualche secondo.
Poi un’intensa luce illuminò l’interno della grotta.
- vedi nelle tenebre, Nara?-
Temari gli passò davanti, ondeggiando il lungo bengala e mostrandogli la lingua.
- oltre che idiota sei anche infantile…ti sottovalutavo Temari…- rispose lui, seguendo la ragazza.
Lei si fermò dopo pochi metri lasciandosi cadere a terra.
- Che fai…sei già stanca?-
- No baka…la grotta finisce qui…- gli rispose, posando lo zaino che portava ancora sulle spalle.
- Umpf… - mugugnò lui, gettandosi a terra.

Temari armeggiava con i lacci dello zaino mentre il ragazzo distendeva le gambe, accoccolandosi in un angolo della grotta.
- sarebbe meglio accendere un fuoco…- disse lei, afferrando con i denti un pezzo di laccio, indurito dalla pioggia
- buon lavoro…- biascicò lui, socchiudendo gli occhi, con la testa poggiata alla parete
Temari lo fissò interdetta, stringendo nervosamente lo zaino.
Zaino che poi, lanciato a folle velocità, si schiantò sul viso del ragazzo.
- Potevi rompermi il naso!...- proclamò lui, allontanando la borsa dalla faccia lentamente.
- Non preoccuparti…ogni effetto deturpante sul tuo volto è un sicuro miglioramento…ed ora spicciati!...-
- Ho capito…sei sempre troppo nervosa…penso siano i trigliceridi…-
- Penso siano i trigliceridi…- gli fece il verso lei sottovoce, strizzandosi la maglia fradicia.
Shikamaru tornò, dopo qualche lento minuto, con qualche legno secco in mano e, in un angolo (o meglio, nell’angolo più distante da Temari) il fuoco cominciò a illuminare l’oscurità della grotta.
Temari aveva sciolto i crespi capelli, che, bagnati, sembravano fieno bruciato.
Passò nervosamente le mani in quella massa umida, cercando di appiattirla lungo i lati del volto.
Shikamaru stava per aprire bocca, sul volto il sorriso sornione che usava sempre prima di condire un discorso con una battuta acida.
Ma bastò lo sguardo scoccato dalla ragazza a fargli morire le parole in gola.
Un gesto sbagliato e addio missione.
O meglio: addio vita.

La ragazza si avvicinò lentamente al piccolo fuoco, protendendo le mani per scaldarle.
- sei zuppa…-
- lo sei anche tu…- rispose lei, scrollando le spalle.
- Infatti…- disse lui, sfilandosi il giacchetto da chunin
- Che stai facendo?- proruppe Temari, voltando il viso, quando lui si tolse rapidamente anche il gilet.
- Lascio asciugare i vestiti accanto al fuoco…non voglio prendermi mica un accidente… - rispose tranquillamente Shikamaru, lottando con il collo della maglia, incastrato con l’orecchino.
- e faresti bene anche tu…non sei abituata all’umidità…-
- ma resisto bene agli sbalzi termici…- l’interruppe lei, arrossendo.
- Fa come vuoi…- concluse il ragazzo, sospirando di sollievo, appena la testa sbucò dal collo.
Temari fece per voltarsi, quando un pizzicore improvviso le solleticò le narici.
Arricciò il piccolo naso, sentendo avvampare le guance umide.
Inutile ogni tentativo di resistenza.
Lo starnuto risuonò chiaro e forte.
Immancabile il commento dell’altro.
- te l’avevo detto…-

- non sbirciare…- disse lei, fissando il ragazzo che le rivolgeva le spalle
- non ti preoccupare…non ci tengo…- rispose lui, poggiando la testa tra i palmi delle mani
Temari sciolse il laccio che le legava in vita il vestito, il quale si aprì, rivelando le fasce che le stringevano il seno.
Sospirò di sollievo, allentandole.
- allora hai fatto?- chiese Shikamaru, piegando la testa
- non osare voltarti o ti scanno!Porco!-
l’urlo si propagò nella grotta rimbombando tra le spesse pareti.
Shikamaru tossì irritato, tamburellando con le dita sulla gamba.
Quell’attesa era snervante.
Quanto le ci voleva a togliersi quel coso di dosso…le donne…
- fatto!- la voce allegra di lei lo fece sobbalzare.
Accidenti ai suoi cambiamenti di umore.
Quando si voltò,Temari era avvolta in una delle coperte grezze.
Spuntavano solo le spalle morbide e i polpacci.
Era quasi più coperta di come era abituato a vederla normalmente.
Lei sorrideva, stendendo a terra il vestito viola e la lunga benda rosa.
Arrossendo Shikamaru si chiese cosa indossasse ora, sotto quella coperta.
Scacciò i pensieri scrollando deciso la testa.
Dannazione…
- che c’è?- chiese la ragazza, fissandolo innocentemente
- niente…- mentì lui, distogliendo lo sguardo da uno dei lembi della coperta che si era allentato, rivelando un generoso lembo della scollatura della ragazza.
Shikamaru fissò il proprio torace nudo, sentendosi ancor più a disagio.
- hai ancora addosso i pantaloni…- disse lei, sovrastando con la voce il rombare sordo del temporale.
- Cosa?!..- gemette lui, sentendo uno strano calore avvampargli le guance
Ma che gli succedeva?...fino ad un attimo prima aveva in pugno la situazione…qualcosa doveva essergli sfuggito
- ah si…sicura che non ti infastidisce se li levo?...- rispose, con un lieve tremito nella voce.
- Oh no! Ho due fratelli maschi… ho cambiato un Gaara neonato e aiutato a vestire Kankuro fino a poco tempo fa …sono abituata…- rispose lei, sorridendo.
Aveva davvero un bel sorriso. Stranamente sincero, notò Shikamaru.
- …pensavo che anche tu fossi abituato alle ragazze…credevo che tra te e Ino, l’oc…cioè la kunoichi del tuo gruppo di perdenti…-
- tra me e Ino un bel niente…- sbottò irritato lui, allentando la cinghia dei pantaloni
- scusa!- rise lei, mostrandogli la lingua
Shikamaru sorrise, sfilando dalla gamba il pantalone, che finì accatastato vicino alla giacca verde.
Temari fissava il bagliore delle fiamme sul soffitto della grotta.
Era piacevole, infondo, conversare senza litigare.
- sai una cosa…mio padre mi ha detto che la prima volta che una ragazza mi avrebbe messo in mutante non l’avrei mai scordata…- ruppe, improvvisamente, il silenzio lui
Temari portò lo sguardo sul ragazzo che aveva, nuovamente, un’espressione seccata.
- e allora?- disse, con una strana ansia che le logorava il petto.
Forse non voleva stare con lei.
Forse con quella sottospecie di papera in salamoia c’era davvero qualcosa.
Forse tutta quella situazione lo stava deludendo.
- e invece l’unica cosa che ho in mente è il Kazekage che gira in pannolone…- disse, sbuffando
- bhe…onestamente…- rispose lei, soffocando una risata
- ..la prima volta che ti ho messo in mutande è stato all’esame di selezione…ammettilo…ero troppo forte per te!- rise.
Shikamaru borbottò qualcosa, riprendendo a fissarla.
Non aveva solo un bel sorriso.
Era dannatamente carina.
- ridi ridi…intanto tra i due il chunin sono io…-
La ragazza lo fissò far scattare il mento, irritato.
Sarebbe stato un vero peccato che quel ragazzo fosse occupato.
Un groppo alla gola l’assalì.
Che diamine si metteva a pensare ora?
Abbassò lo sguardo dal suo volto, arrossendo, però, violentemente.
Ecco, stava diventando anche una pervertita adesso.
Sbuffò, augurandosi che il temporale finisse in fretta.
E che i pantaloni di lui si asciugassero velocemente.
Forse questo, a dir la verità, lo sperò un po’ di meno.

- allora…-
Temari detestava quel silenzio…doveva romperlo in qualche modo.
Sentiva solo il crepitare delle fiamme e il rumore della pioggia.
Aveva così paura che lui sentisse il battito veloce del suo cuore.
Non era abituata ad essere in imbarazzo.
- allora cosa?- disse lui, allungandosi verso il fuoco.
Un altro metro più vicino a lei.
- Perché…sei così irritante con me?-
Cretina. Stupida. Idiota. In una semplice parola: Baka!
Aveva ragione Kankuro a ripeterle che non se la sapeva cavare con i ragazzi.
Trattenne il fiato mentre lui socchiuse le labbra in un sorriso.
- perché mi piace vederti arrabbiata…-
Cretino. Stupido. Idiota. In una semplice parola: Baka!
Aveva ragione Choiji a ripetergli che non se la sapeva cavare con le ragazze.
Osservò Temari socchiudere gli occhi a fessura.
Vide, deglutendo rumorosamente, il suo sorriso deformato in un ghigno.
Forse avevo perso il controllo della situazione, pensò. Togliamo quel forse, aggiunse.
Temari scattò in avanti con un balzo felino.
La coperta le scivolò dalle spalle, cadendo a terra, tremendamente vicino alle fiamme.
Il ragazzo ondeggiò le mani, in un estremo, ed inutile, tentativo di difendersi.
- Ti sei scordato che quando mi arrabbio divento violenta?- disse lei, avvicinando il viso a quello del ragazzo.
Le mani stringevano i polsi di lui, schiacciato a terra, e le gambe gli si erano avvolte attorno la vita.
Il petto nudo di lui sfregava contro la fascia che schiacciava la prosperosa scollatura di Temari.
I respiri affannosi riempivano l’aria attorno ai due giovani.
Temari scoppiò in una forte risata.
- ora sei in mutande e con il culo a terra…-
- il tuo linguaggio è sempre così raffinato, Temari… -
Shikamaru chiuse gli occhi.
- che hai, ora?- chiese lei, abbassando il volto, fino a sfiorare il suo naso.
- Prepotente e violenta…- sussurrò lui, continuando a serrare gli occhi.
Che gli prendeva ora, a quella sottospecie di ameba su due zampe?
Cosa c’era che non andava bene in lei?
Diavolo quanto la faceva arrabbiare.
Ed adesso che faceva?

Strano.
Non avrebbe mai immaginato che le labbra di un ragazzo potessero essere così morbide.

 

Neji rabbrividì.
Lo colpì l’ennesima folata di vento gelido.
Cavolo, quella mattina c’era il sole. Certo, si ripeté, Shikamaru l’aveva avvertito della pioggia, ma in fondo, lui non gli aveva creduto.
Non sapeva mai se quel ragazzo, dall’espressione perennemente scocciata, lo stesse prendendo in giro.
- dai Lee… cerca di sbrigarti!- urlò, sovrastando lo scrosciare continuo dell’acqua sulle foglie.
- Ti prego Neji …fermiamoci un attimo!...sono zuppo!- la shinobi lo seguiva a qualche metro di distanza.
Correvano da ore e lui, solitamente così solare, sembrava aver risentito dello scontro che avevano avuto con quei ninjia vicino la frontiera.
L’osservò avvicinarsi a lui e poggiargli una mano sulla spalla, tirando un respiro.
- cinque minuti…solo per riprendere un po’ di fiato…-
- va bene…al primo riparo che troviamo…-

La foresta sapeva essere grande e dispersiva nel mezzo di una battaglia.
Quando i tuoi occhi vagavano alla ricerca dei tuoi compagni, nella confusione.
Quando le urla che arrivavano alle tue orecchie avevano tutte un suono così orrendamente famigliare.
Ma ora, in una terribile serata di pioggia, la foresta era davvero troppo piccola.

- credo ci sia già qualcuno…- Rock Lee camminava lungo la parete della grotta, appoggiandosi con una mano alla parete umida.
- Si…sento dei rumori…- continuò lo Hyuga, avanzando cautamente.
I due ragazzi camminarono affiancati fino ad un piccolo spiazzo, ad un lato del quale, brillava un piccolo fuoco.
- sono ninjia…vedo un coprifronte…- disse Neji, sporgendosi da un insenatura
- riesci a vedere chi sono loro?- chiese Lee, alzandosi sulle punte oltre la spalla del compagno.
Gli occhi nivei di Neji parvero illuminarsi per qualche istante.
- Byakugan! – mormorò, con le mani giunte vicino al viso.
Viso che assunse un’intensa sfumatura rossastra.
- o cavolo…- sibilò, inghiottendo.

Lee scansò con una mano il compagno e fissò la scena sgranando gli occhi scuri.
I due copri seminudi erano rischiarati solo dal piccolo focolare, ora quasi interamente di braci.
Arrossì violentemente, inghiottendo rumorosamente.
Perché lui conosceva bene quei visi.
Fin troppo bene.
Lui, con gli occhi neri spalancati e quell’espressione soddisfatta.
Lei, con gli occhi verdi socchiusi e quell’espressione trasognata.
Ma soprattutto conosceva…
- e ora…chi diavolo lo dirà a Gaara?-

 

 

Ciao!! Grazie a tutte coloro che hanno letto questa ficcina un pò...bhe lascio a voi il giudiozio (sperando sia positivo...non fate male alla mia povera e scarsa autostima ^_^). Volevo chiedere scusa per la frasi su Ino, nel caso qualcuno sia un suo fan (ma dopotutto...quando vi piace qualcuno...siete mai clementi con le "rivali in amore"?).
Tralasciando altre stupidaggini (che mi astengo dall scrivere per la vostra sanità mentale), spero vi sia piaciuta...
Un bacione!!
Roberta

P.s. un mega grazie a tutte coloro che mi seguono e hanno recensito le mie altre ficcy...*__* Siete dolcissime!!

  
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