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Autore: Cohava    29/10/2012    0 recensioni
"Siamo solo anime che si cercano e non s'incontrano, per la semplice ragione che l'una è il prolungamento dell'altra"
Vent'anni dopo. I moschettieri le cui avventure si sono intrecciate in modo così spavaldo ai destini dei potenti di più Regni sono invecchiati e divisi, dispersi come foglie secche al vento. Cosa rimane di quell'antico, meraviglioso sodalizio?
D' Artagnan, astuto, cavalleresco, arrivista e insieme altruista, sfrontato, simpatico e coraggioso.
Porthos, semplice, buono, nobile, umano e forte come nessun altro.
Sempre insieme, sempre fedeli l'uno all' altro, uniti da un'amicizia che nè tempo nè distanza hanno potuto spezzare...
"-Ascoltatemi, D'Artagnan-, disse Porthos. -Lasciate la spada e venite con me a Pierrefonds, a Bracieux, oppure a Vallon. Invecchieremo insieme, ricordando i nostri compagni.-" (Dalla conclusione di Vent'anni dopo)
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Siamo solo anime che si cercano e non s’incontrano, per la semplice ragione che una è il prolungamento dell’altra.
Così è tutto il mondo: un puzzle nella scatola, fatto di frammenti mischiati tra loro in un caos assoluto, che si congiungono e si disgiungono e a volte s’incastrano a forza, dolorosamente.
Se solo potessimo intravedere uno schema ordinatore, se lo seguissimo, allora tutto avrebbe un senso in quel disegno incasinato che è l’esistenza, perché il disegno di uno avrebbe la sua continuazione in quello che gli sta accanto in un armonioso susseguirsi di linee ininterrotte.
Migliaia di persone ci hanno provato, in ogni tempo: filosofi, artisti, rivoluzionari, pazzi.
Invano.
Pochissimi eletti sono giunti a quello stato di grazia che permette di congiungere due o tre tessere, ma neppure loro si sono mai lontanamente avvicinati a poter vedere il quadro completo. E chi lo può? Uno cerca di dare un senso alle briciole che si vede sparse intorno, ma è così difficile, così difficile…
Forse è per questo che, quando uno trova la sagoma che, forse, combacia con la sua, non perde tempo: si affretta ad allinearsi al bordo frastagliato e prega, ansioso, e se anche non riesce a incunearsi alla perfezione fa finta di niente, si convince che va bene lo stesso, che la differenza non è troppa. Sono troppi i pezzi di questa enorme immagine, troppo piccoli e insieme troppo uguali e troppo diversi tra loro, un incubo in cui credi di smarrirti e tante volte ti annulla davvero. E sai che, per quanto ti sforzerai non riuscirai a trovare la continuità perfetta, la fluidità dell’immagine che può circondarti e proteggerti: ci sarà sempre lo spazio vuoto o il dettaglio che non combacia, i due elementi che sembrano perfettamente complementari a te ma non fra di loro, tra i quali c’è un brusco scarto, una cesura, un sobbalzo visivo che distorce tutto quanto. E allora? Allora ti aggrappi forte al migliore, al più adeguato, e ricominci da capo.
Ricominci…

  
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