Fanfic su attori > Josh Hutcherson
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Autore: Teikci Ni Kare Suh    29/10/2012    3 recensioni
Elizabeth è costretta a trasferirsi a Los Angeles a causa del lavoro del padre. Dopo aver litigato con la sua migliore amica, ed essere stata tradita dal fidanzato, inizierà una nuova vita, conoscendo persone nuove.
Ma sarà l'incontro con Josh, a sconvolgere letteralmente la sua vita.
***
"Tu non sai cos'è l'amore"
"Come ti permetti di pensare questo!"
"Non credo tu abbia mai ricevuto un vero bacio"
"Ma cosa ti passa per la testa, ti sbagli"
"Allora baciami. Ora"
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A Jane e Cornelia, che mi supportano e mi fanno ridere, anche quando tutto è orribile e noioso.
Vi voglio bene, malandrine.

 
 
Prologo
 
Sbatto la porta e la chiudo a chiave.
Mi ci appoggio e lentamente mi siedo, il viso tra le ginocchia, tenute strette dalle braccia.
Le lacrime iniziano a scorrere, ma non m’importa.
Oggi è la giornata più brutta della mia vita.
Mi alzo, apro un dei cassetti del mobile vicino a me, e prendo uno dei fazzoletti profumati di lavanda.
Mi soffio il naso piuttosto rumorosamente e un singhiozzo mi fa sussultare.
Dicono che crogiolarsi nel proprio dolore sia stupido e controproducente.
Che sia da deboli.
Mando al diavolo tutte quelle stupide dicerie e i butto sul letto, affondando la faccia nel cuscino.
Ricordo quei momenti che hanno trasformato la giornata in un inferno.
Il viso felice di papà, questa mattina, che annunciava la sua promozione, e il nostro inevitabile trasferimento a Los Angeles.
Improvvisamente il tempo si era fermato: avrei lasciato la mia amata città, i posti a me cari, i miei amici.
Non avrei più visto Jane, ne…Thomas.
Ma in un certo senso il destino mi aveva giocato un’altra sorpresa, anzi due, aiutandomi e maledicendomi allo stesso tempo.
Probabilmente si divertiva a giocare con la mia vita.
Jane mi aveva urlato contro durante la pausa pranzo, davanti a tutti, dicendomi che non potevo partire così all’improvviso, che si sentiva tradita e cose di questo tipo.
Ma cosa cavolo potevo farci?
Non avevo mica saltato di gioia per la mia imminente partenza.
Con il morale sottozero, me ne stavo tornando a casa, quando la mia vita si era trasformata in un’autentica maledizione.
Un ragazzo, il MIO ragazzo tanto per precisare, che si baciava con una biondina tutta tette e niente cervello.
Lei era attaccata a lui come una cozza allo scoglio e le loro labbra…
Altre lacrime scivolano giù sulle guance al solo pensiero.
In quel momento mi ero sentita come Hermione che vede Ron baciare Lavanda.
In poche parole: arrabbiata, gelosa e disgustata.
Certo lei non era fidanzata con lui…ma non soffermiamoci sui dettagli.
Al contrario di Hermione però, non me n’ero andata, pensando di fargliela pagare dopo.
Ero scesa dalla bici, e senza tanti complimenti l’avevo scaraventata a terra, con tale foga che i due si erano staccati, strano le labbra sembravano incollate con l’attack, e mi avevano guardata stupefatti.
Lei era sbiancata di colpo, probabilmente doveva aver inteso chi ero.
Mentre mi stavo avvicinando l’avevo riconosciuta: Violet Breen, club delle cherleeder, una delle più belle della scuola.
Inquadrata la ragazza grazie alla mia memoria fotografica, avevo rivolto la mia attenzione a lui: sembrava più calmo, ma le nocche delle mani erano bianche, da quanto le stringeva ed era rigido.
In quei momenti avevo pensato a come comportarmi e l’opzione controllo e calma, mi era sembrata una buona strategia.
Certo, buttare a terra la bici non era stata un’idea  fantastica, ma ormai era fatta.
“Thomas…”
Mi sarebbe piaciuto sputargli sul quel bel faccino che si ritrovava, ma dovetti controllarmi.
“Elizabeth…ci-ciao. Cosa ci fai da queste parti?”
Poco originale era dir poco, avevamo fatto talmente tante volte quella strada assieme.
“Beh, sai com’è…io faccio questa strada per tornare a casa.
Risposta perfetta, calma e che gli dava dello stupido.
“Ah, già”
Silenzio imbarazzante.
“Ma non mi hai ancora presentato la tua..” bel respiro “amica”.
Lui era stupito.
“Lei è, è Violet”
Avevo sorriso sorniona, ma niente convenevoli.
Poi lei lo aveva guardato
“Io, dovrei andare”
Leggero saluto e corsa veloce verso la salvezza.
I suoi occhi mi avevano guardato, il loro blu immenso che mi ero soffermata a guardare talmente tante volte mi era sembrato estraneo.
“Ti posso spiegare. Elizabeth…”
“Non hai nulla da dire. E’ finita”
E con quello me ne ero andata, ignorandolo.
Alzo il viso dal cuscino e guardo la sveglia sul comodino: le 4.36.
Non ho voglia di fare niente, solo starmene lì, apatica, immersa nella tristezza.
Acchiappo l’Mp4 dal comodino e lo accendo mentre mi metto le cuffiette.
Chiudo gli occhi e premo a caso sul piccolo schermo, scegliendo una canzone.
La musica parte, e la riconosco immediatamente.
Sorrido.
Quasi non credevo di poterlo fare in un momento del genere.
“Now and then I think of when we were togheter
Like when you said you felt so happy, you coul die...”
Piano piano mi sento la mente annebbiata e il corpo più leggero, finchè mi addormento dolcemente tra lacrime e sorrisi.
 

  
Angolo autrice
 
Lo so, forse qualcuno si chiederà a che serve iniziare un’altra ff su Josh Hutcherson, ma sapete, l’ispirazione viene e va, e non sempre su ciò che si desidera.
Spero vivamente che questo prologo vi incuriosisca e vi piaccia.
Sempre vostra,
Teikci
 
N.B.: Le musiche, film o libri nominati nella seguente storia sono per renderla più realistica e cercare di trasmettere emozioni più forti, senza nessuno scopo pubblicitario o di lucro.
Grazie per la gentile attenzione,
Teikci 

  
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