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Autore: SapphireLily    30/10/2012    1 recensioni
Remus Lupin non era mai stato un uomo da vendetta; non che non desiderasse abbattere al suolo quel mostruoso essere che gli aveva rovinato la vita, ma Remus Lupin era sempre stato un uomo di conoscenza.
-No-rispose, deciso-Dimmi solo perchè. Dammi solo una buona motivazione per... tutto questo-.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Fenrir Greyback, Remus Lupin
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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fenrirvsremus
Perchè?

La battaglia infuriava su Hogwarts da quella che sembrava un'eternità.
L'aria era attraversata dalle luci delle diverse maledizioni che andavano a scontrarsi con loro bersagli o contro le mura, e dalle urla dei contendenti.
Remus era madido di sudore, e sentiva le mani, strette furiosamente sulla bacchetta, ormai doloranti; sicuramente il giorno dopo avrebbe dovuto fare i conti con i calli.
L'unica consolazione era sapere che il piccolo Ted era al sicuro a casa, tra le braccia di Tonks.
Improvvisamente vide colui che avrebbe voluto affrontare sin dall'inizio.
Si abbassò per schivare la maledizione di Antonin Dolohov e lo Schiantò; per sicurezza, mentre era ancora a terra, lo disarmò, e cominciò a correre verso l'esterno del castello.
Fenrir Greyback era in piedi precisamente in mezzo alla mischia, e rideva sguaiatamente, fino quasi ad ululare.
Il licantropo più giovane rabbrividì, ma non si fermò, anzi continuò a correre verso il centro dello scontro.
Fenrir lo vide arrivare, e ruppe la propria risata, mantenendo però un ghigno inquietante.
-Sapevo che mi avresti trovato-abbaiò, e gli puntò contro la bacchetta.-Prova a vendicarti, se ci riesci-.
Remus Lupin non era mai stato un uomo da vendetta; non che non desiderasse abbattere al suolo quel mostruoso essere che gli aveva rovinato la vita, ma Remus Lupin era sempre stato un uomo di conoscenza.
-No-rispose, deciso-Dimmi solo perchè. Dammi solo una buona motivazione per... tutto questo-.
Fenrir irruppe nuovamente in una risata, questa volta ironica, ma comunque terrificante.
-Oh, povero, piccolo, innocente Lupin. Lui ha avuto tutto dalla vita: amicizia, amore, istruzione, ideali. Sai cosa ho avuto io? Niente. Un lupo mannaro mi morse quando ero un bambino, e ai miei tempi Silente non era preside di Hogwarts. Nessuno si preoccupò di cercare un modo per farmi frequentare la scuola, ero solo un mostro. Fu mio padre ad insegnarmi tutto, perchè mia madre ci abbandonò non potendo sopportare le mie crisi durante la luna piena. Non avevo nessun amico, perchè tutti frequentavano Hogwarts, e io ero solo lo strano, pallido ragazzino che non poteva frequentare. Nessuno ha mai potuto amarmi. Credi di avere avuto una vita difficile? Pensa alla mia-.
La consapevolezza di essere fortunato colpì Lupin come uno Schiantesimo; barcollò sul posto, ma mantenne salda la presa sulla bacchetta.
-Ma perchè?-chiese di nuovo, quasi con disperazione.
Un getto rosso uscì dalla bacchetta di Greyback, ma Remus fu abbastanza rapido da schivarlo e ricambiare il colpo, centrandolo.
Fenrir volò a qualche metro di distanza, fuori dalla mischia, e l'ex professore lo seguì.
Prima ancora che potesse rialzarsi, gli saltò addosso e gli strappò dalle mani la bacchetta, puntandogli la propria alla gola.
-Perchè?- disse solo, digrignando i denti.
Greyback sorrise mesto, quasi arrendevole:-Perchè tutti dovevano soffrire come me. Perchè gli altri genitori avrebbero dovuto capire che cosa avevo sofferto. Perchè questa-e indicò il castello, splendido anche se illuminato dalle inquietanti luci degli incantesimi-non è mai stata casa mia-.
"Questa invece è stata casa mia" pensò ora Lupin, la bacchetta a pochi centimetri dal pomo di Adamo del licantropo. "Qualcuno mi ha accolto per quello che ero, ha capito che non ero pericoloso, e ha rischiato di affrontare dei guai per me. James, Sirius, perfino Peter, loro hanno saputo accettarmi e hanno reso questo posto una casa. E ora ho una moglie e un bambino, che mi aspettano in quella che è diventata la mia altra casa. Sì, sono proprio fortunato".
E mentre pensava questo, sorrise leggermente.
Questo bastò a Greyback per capire che si era distratto; con un colpo deciso di reni si risollevò, e lo prese per il collo spezzando il suo urlo improvviso.
Girato verso il castello, non potè vedere che Antonin Dolohov aveva recuperato alla bacchetta e si stava avvicinando ai due.
Girato verso il castello, vide solo quello che era stato per lui.
Gli sembrò di essere ancora uno studente, di essere di rientro dalle serre, forse un po' in ritardo.
"Chissà se James, Sirius e Peter mi hanno aspettato per la cena" pensò, intontito dalla mancanza di ossigeno.
Dietro di lui, Antonin Dolohov recitò la formula dell'Anatema che Uccide.
L'ultimo Malandrino morì così, con la parola "casa" sulle labbra.

Note dell'autrice:
Tecnicamente, questa oneshot non doveva essere così. Doveva essere essenzialmente sul personaggio di Fenrir Greyback, anche se non so perchè, visto che non mi è mai piaciuto. Poi Remus, che in fondo in fondo è una primadonna come qualsiasi Malandrino, ha voluto tutte le attenzioni. Eh, vabbè. Spero vi sia piaciuta comunque, alla prossima! :)
  
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