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Autore: Rosie Bongiovi    30/10/2012    3 recensioni
' "Kayla! Apri questa porta!".
"Richie ma.. Richie, sono le due di notte!".
"Sì, lo so, lo so. Però è urgente. Dai, fai veloce che sto congelando!".
"Ti ammazzo, stavolta lo faccio sul serio!".
E glielo ripetevo così spesso, che il signorino in questione avrebbe dovuto morire una trentina di volte. Però, per qualche arcano motivo, non ci sarei mai riuscita a fare a meno di lui'.
Genere: Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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"Game over, Sambora". Mi tasto la fronte, come da copione. Ormai sono abituato a sentirmi scombussolato dopo questi strani viaggi nei miei sogni. Alzo lo sguardo; eccolo lì, Rich, con le mani incrociate dietro la schiena e un'espressione atterrita. Mi chiedo se uno spirito possa avere una brutta giornata. "Game over" ribadisce, smettendo di camminare in circolo. Non sembra allegro e spensierato come al solito, e questo mi turba.

"Cosa intendi dire?" gli chiedo, con le braccia lungo i fianchi, come se non volessi più lottare, e una probabile espressione indispettita sul volto.

"Per Kayla" mi dice, come se fosse ovvio, ma ancora non capisco.

"Spiegati" lo incalzo.

"Potevi scegliere. Non sei rimasto ad ascoltarla".

"Ma certo che no" ribatto, sulla difensiva. "Mi ha rifiutato, ancora. Se proprio ci tiene, allora prenderà un aereo e verrà da me" aggiungo, convinto delle mie parole.

"Richie.. Tutte questa era una prova. E hai fallito" mi comunica. Se la sua intenzione era quella di calmarmi, beh, sta ottenendo tutt'altro effetto.

"Rich, non so come si comportano i fantasmi o come passano le loro giornate, ma se hai mai provato a parlare a qualcuno col cuore in mano, puoi immaginare quanto sia umiliante sentirsi rispondere negativamente non una, non due, ma ben tre volte". Annuisce, come per volermi dare ragione, ma non sembra molto convinto e glielo leggo negli occhi.

"Hai fallito la prova, Richie" insiste, ma io continuo a non capire e digrigno i denti, nervoso.

"Dimmi di che cosa stai parlando".

"Kayla non tornerà" mi risponde, con estrema calma. Sembra un infermiere che comunica ai parenti che il paziente non ce l'ha fatta, nonostante abbia fatto il possibile per salvarlo. Mi si stringe il cuore, mentre una vocina nella mia mente mi dice che, di fatto, dovevamo aspettarcela.

"Se fossi cambiato, allora lei.. E' colpa mia. Solo colpa mia..". Vorrei piangere, ma non sono solo e questo mi basta per trattenere le lacrime. Lacrime non di tristezza, ma che contengono tutti i miei rimpianti per non averle dato ascolto quel giorno, fuori da casa sua. Non riesco a fare altro che ripetermi: 'Se avessi fatto', 'Se avessi detto'. Non so quanto sia utile piangersi addosso, perché è troppo tardi e la consapevolezza di ciò non fa altro che peggiorare la situazione.

"E' vero. Se fossi cambiato e se le avessi dato ascolto, allora non l'avresti persa per sempre" conferma. La mia rabbia sale, ma non credo sia possibile prendere a pugni un fantasma, che ha per giunta le mie sembianze.

Scuoto la testa e cammino nervosamente in una stanza completamente bianca. Lo stomaco si sta attorcigliando e comincio a percepire un fastidioso bisogno di rigettare. 

"Quando mi sveglierò, le telefonerò. Le telefonerò e.. E le chiederò cosa doveva dirmi all'aeroporto".

"Non puoi" replica Rich. Distende le labbra in un sorriso sardonico, come se si aspettasse già le mie parole. "Game over. Ricordi? Quel che hai fatto lì, non si può aggiustare, ora. Non ti risponderebbe, non la troveresti. Non sei autorizzato a incontrarla ancora nel 1986". 

"Non è giusto!" esclamo. La mia voce richeggia per qualche secondo, poi il silenzio viene riempito dai miei respiri irregolari. "Rich". Mi avvicino a lui e punto le mie iridi nelle sue, sperando di risultare più convincente. "Devi rimandarmi lì, okay? Kayla doveva dirmi qualcosa, dannazione. Non posso credere che non prenderebbe un aereo o non alzerebbe quella maledetta cornetta per chiamarmi!". L'uomo rimane impassibile e allarga le braccia, con un'espressione di sconforto dipinta sul viso segnato da qualche ruga. 

"Io non ci posso fare niente. Anzi, se vogliamo dirla tutta, non avresti dovuto nemmeno essere catapultato nel futuro, ma tant'è. Io seguo solo degli ordini".

"E chi te li dà, questi ordini?".

"Il Destino". La risposta arriva immediata e mi sento impotente. Di nuovo. Avrei accettato di combattere contro qualche altro fantasma, ma la vedo dura discutere con qualcosa di già scritto.

 "Beh.. Ti ringrazio per averci provato" . Mi accuccio con la testa contro alla parete. Ora devo solo aspettare che io mi svegli.

Svegliarmi e vivere una vita da chitarrista di una rock band, o forse lasciarla, questo devo ancora deciderlo.

Svegliarmi e vivere con i rimorsi per il resto dei miei giorni.

Svegliarmi e accettare di vivere con la mia stupidità senza fine.

Svegliarmi e rimuginare sulla mia immaturità fino alla nausea. 

Svegliarmi e farlo senza Kayla accanto. 

"Mi devo assentare per qualche istante, Richie. Non uscire da questa stanza, mi raccomando". Annuisco. Tanto dove accidenti potrei andare? L'uomo apre la porta e sparisce dietro di essa.

Passano i secondi e passano i minuti, ma la mia versione cinquantatreenne non si fa vedere. Che cosa può essergli accaduto? 

Nonostante mi abbia chiesto esplecitamente di non lasciare la saletta bianca, con non poca indecisione giro la maniglia e varco la soglia, guardandomi attorno e cercando Rich con lo sguardo. C'è un lungo corridoio nero - in netto contrasto con la stanza nella quale sono stato fino ad ora - le cui pareti sembrano fatte di plastica, esattamente come il pavimento. Reprimo la tentazione di tornare indietro e proseguo. Alla mia sinistra c'è una porta che sembra fatta interamente d'oro massiccio. La mia curiosità sovrasta la mia inquietudine. 

: - Tanto è solo un sogno, giusto? -.

Mi ritrovo in un'enorme stanza nella quale salta subito all'occhio un grosso orologio da parete, circondato da una cornice di diamante. Accanto ad esso, una sorta di enorme televisore, sul quale si leggono dei nomi, delle date, degli indirizzi, che cambiano in continuazione, scorrendo dalla A alla Z. Mi sporgo in avanti e mi accorgo che c'è una tastiera grigia, ricoperta di polvere. Tolgo le mani dalle tasche e, fingendomi disinteressato, inizio a pigiare sui tasti, per scrivere il mio nome. Non appena premo sulla 'a' di 'Sambora', subito lo schermo diventa nero, per poi aprirsi su un documento che contiene la mia storia. Incredulo, divoro ogni parola.

Nel 1986 avvenne, nell'aeroporto londinese, l'ultimo incontro con Kayla Mitchell, amica d'infanzia. Successivamente, Richard tornò nel suo appartamento di New York, dove tentò di riconciliarsi con Alexia. 

Scuoto la testa.

: - Stiamo scherzando? No, questo non lo posso accettare -. 

Riguardo la tastiera e mi accorgo che, in alto a destra, c'è un piccolo tasto sul quale c'è scritto 'Delete'. Lentamente, avvicino l'indice della mia mano destra su di esso e, quando lo premo, osservo le ultime righe mentre si cancellano. 

"Richie, fermati!". La voce di Rich arriva troppo tardi: ogni documento inerente il 1986 è stato cancellato.

 

"Richie? Richie, a che diavolo stai pensando?".

Sbattei le palpebre. 

"Richie? Allora?". Kayla mi osservava con un sorrisetto divertito sulle labbra. Si stava tenendo in piedi con le stampelle. "Ti ho detto se ci ritroviamo giù tra dieci minuti, dopo aver svuotato le valigie".

: - Okay, un momento. Fermi tutti -.

"L-le valigie?" chiesi, balbettando.

"Sì. Le valigie.. Hai forse sbattuto la testa e non me ne sono accorta?" domandò, non sapendo se scoppiare a ridere o a piangere.

"Valigie. Ma certo. Noi abbiamo le valigie, perché..".

"Perché siamo a Parigi?" concluse la mia frase, arcuando un sopracciglio.  

"Parigi? Siamo a Parigi?". Mi ci volle un po' per realizzare ciò che era appena accaduto. "Kayla, è una notizia fantastica! Mitchell, siamo a Parigi! Ed è il 1976!". La sollevai da terra e l'abbracciai, facendole fare una giravolta, senza lasciarla. 

"L'hai realizzato solo ora?" mi chiese, ridendo e aggrappandosi al mio collo con le braccia. La appoggiai sul letto. 

"Un attimo! Non ti muovere!" esclamai, prendendo il telefono e componendo il numero di casa di Katy, che rispose dopo qualche istante. Non aveva mai saputo farsi desiderare. "Katy?".

"Amore, che succede?" mi sentii dire dall'altro lato della cornetta.

"Senti, sei la ragazza meno seria del pianeta e, devo dirtelo: sei insopportabile. La tua vocetta, i nomiglioli che mi affibbi e, cosa più snervante, la tua risatina. Oh, per non parlare della tua capacità di vedere solo ciò che sta a un palmo dalla tua faccia. Perciò, che sia chiaro: è finita. E sì, ti sto scaricando. Io, Richie Sambora, sto scaricando te, Katy capitano delle cheerleaders e ragazza più popolare della scuola!". Credevo che non lo avrei mai detto.

"Maledetto! Tu sei un...". Non volli ascoltare altro: riagganciai, mentre Kayla aveva gli occhi strabuzzati. Mi inginocchiai e le presi le mani.

"Perdonami. Perdonami se sono stato un perfetto imbecille e se ho preferito mantenere la mia immagine da atleta senza cervello. Perdonami, Kayla. Io ti amo troppo per rovinare tutto e so che, se continuassi così, ti perderei per sempre. Perciò ecco cosa ti propongo: andiamo a suonare, io e te, per qualche locale nel New Jersey. Suoniamo, facciamo musica e diciamo a tutti quanti che ci piacciono i Beatles e che io non so fare niente in cucina, specialmente i clafuntis o come accidente si chiamano. E' arrivato il momento di mostrare chi è Richie Sambora e con chi vuole veramente stare".

Avevo paura di dover sentire un 'no' come risposta. Kayla ne aveva pronunziati così tanti che, ormai, non ero più sicuro di nulla, specialmente in ambito sentimentale. 

Sembrava sinceramente commossa e la vidi sorridere appena, mentre liberava una mano dalla mia presa e la portava sul mio viso. 

"Io non so che cosa dire".

"O sì, o no. L'associazione Sambora&co vi consiglia caldamente di optare per la prima". Accennai un sorriso di incoraggiamento, più per me stesso che per la ragazza che avevo di fronte a me.

Mosse appena la testa: quello era un sì.

 

Nota dell'autrice:

E'.. E' finita. Non ci posso credere. Mi sta assalendo una malinconia assurda che non potete nemmeno immaginarvi.. Ma è sempre così, purtroppo..

Quest'ultimo capitolo l'ho scritto di getto, abbracciata alla mia calda e imbarazzante vestaglia rosa, una camomilla alla mia sinistra e un pacchetto di fazzoletti (non per le lacrime, bensì per il raffreddore) a portata di mano. 

Spero di non aver deluso nessuno di voi, con questo finale particolare e 'paranormale', come il resto della storia.


Ringrazio con tutto il cuore le persone che mi hanno accompagnata in questi capitoli, quindi:

Ringrazio Valentina - Vale Trilli - perché ha letto tutta la fan fiction anche se, inizialmente, non era nemmeno iscritta a EFP. Perché mi ha sopportata ogni volta che le rompevo le scatole su twitter, avvisandola che era arrivato un nuovo capitolo. Perché.. Perché mi ha sempre spronata a continuare e le devo tantissimo.

Ringrazio Angelica - Angel BJ - per gli stessi motivi per i quali ho ringraziato Vale, con la differenza che lei si è iscritta a posta per recensire e mettere tra le seguite - e le preferite - la mia storia. Non ci sono parole per dirle quanto bene voglio a questa ragazza, ma spero che possa intuirlo. Grazie tesoro, davvero <3

Ringrazio Ilaria e Marzia che, sebbene non abbiano letto questa FF fino alla fine, per via di impegni scolastici e non, sono dei punti di riferimento importante per la mia vita giornaliera e non solo le ringrazio per il sostegno in campo letterario, ma anche in quello 'psicologico'.

Ringrazio Diletta, alla quale mi sono ispirata per creare l'irriverente personaggio di Cameron. Le sue recensioni e i suoi complimenti mi hanno sempre dato un motivo per proseguire, per migliorare, non solo per French kiss, ma anche per molti altri miei scritti EFPIANI (licenza poetica). Grazie mille, davvero.

Ringrazio Romina - GioTanner - per le sue recensioni magnifiche. Credo che un "grazie" non sia nemmeno sufficiente per eguagliare le parole bellissime che mi ha rivolto. Detto da una scrittrice brava come lei, non posso far altro che conservare gelosamente le sue righe e ringraziarla ancora una volta.

Ringrazio CarrieLaRocker, DadaOttantotto e chiaretta78. Hanno seguito pazientemente questa storia, magari leggendo anche più capitoli alla volta perché, spesso e volentieri, quando aggiorno lascio passare veramente poco tempo tra un capitolo e l'altro ma, nonostante ciò, non mi hanno mai mandata a quel paese. Ringrazio anche voi per le bellissime parole e per l'incoraggiamento. Siete semplicemente fantastiche, non credo ci siano termini migliori per descrivere il vostro sostegno.

 

E poi ringrazio i 'lettori silenziosi', che hanno inserito la storia tra le seguite o le preferite, ma senza commentare. Sappiate che ho apprezzato tantissimo il fatto che questa storia fosse finita tra le seguite di ben 12 utenti e tra le preferite di 7. E sono felice perché ho letto nomi che già conoscevo e che già avevano espresso in questo modo il loro apprezzamento nei confronti dei miei racconti.

_BrianneSixx

_DodoBJ

_Fra_Rose

_ _ILoveRnR_

_ _Runaway_

_ _Vicky_

_barbara83

 

Scriverò ancora in questo fandom, perciò, se questa storia vi è sembrata abbastanza gradevole.. Ci leggeremo presto.

 

Un bacione e un abbraccio fortissimo, 

 

Rosie

  
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