D’un tratto una visione, un’immagine, spuntò dalla miriade di pensieri che inondavano la sua mente. Era lui, nient’altro che lui. Uno dei suoi troppi, amori. Ma non era uno dei tanti, bensì l’uno. L’unico che le avesse fatto provare quell emozione particolare, che lei aveva identificato nel sostantivo Amore. Vedeva il suo volto davanti a lei e non poté fare a meno di versare una lacrima. Anche se, infondo, la colpa era esclusivamente sua, era stata lei a lasciarlo per trovare una migliore vita, per lei e per la bambina, con un uomo sicuramente più stabile economicamente, ed anche, per un certo verso, più maturo.
Nei momenti di solitudine però i ricordi tornavano a tormentarla, e solo Dio sa quanto quella stretta al cuore fosse forte ed insopportabile. Ormai la decisione era stata presa e non sarebbe più potuta tornare indietro. Neanche per l’uomo tanto amato.
Avrebbe dunque trascorso il resto della sua esistenza accanto ad un uomo che la riteneva solo la prima fra tante? Sarebbe diventata l’ennesima “adulta infelice” come avrebbe definito Shin?
La risposta alle sue domande non arrivò. Almeno non in quel momento.
“Bentornata mammina!”
“Grazie tesoro!”
“Ah, mamma…Oggi ho una notizia davvero supermegaemozionante!”
“Satsuki da dove viene questo vestito? Che carino…”
“Bentornata.”
“Oh! Uffa! Non è giusto papà! Dovevo dirglielo io! Doveva essere una sorpresa!”
“Ops.. Scusami Satsuki!”
Quel giorno Nana si rese conto che l’Amore non sarebbe stato Amore solo se avesse assunto quelle forme ideali. Aveva finalmente trovato le sue risposte.