C'erano tanti aspetti che Axel amava del vivere con Shawn. Erano cose piccole, insignificanti, che però riuscivano a scaldargli il cuore in un modo in cui nemmeno i gesti più eclatanti avrebbero mai potuto. Anche solo l'entrare in casa e trovarci i piccoli segni della presenza dell'albino lo faceva sentire pienamente soddisfatto di quello che, contrariamente alle sue aspettative, alla fine era riuscito a costruire.
Se ripensava a quando era un dodicenne e guardava al futuro, allora poteva vedere solo prospettive cupe e indefinite, così diverse da ciò che ora possedeva. Aveva una vita felice e tranquilla con il ragazzo che amava, in una bella casa piena di bei ricordi. Non era niente di sfarzoso, ma era molto meglio di quello che credeva di meritarsi.
Come ogni volta in cui tornava da un allenamento, Axel si tolse i vestiti uno ad uno e li portò nella cesta dei panni sporchi in bagno, si concedette una doccia e, infine, si mise il pigiama e andò in camera da letto, dove sapeva che il suo ragazzo lo stava attendendo.
Mancava un quarto a mezzanotte, non era poi così tardi secondo i loro standard, ma siccome quella mattina anche Shawn aveva avuto del lavoro da sbrigare non fu così stupito di trovarlo addormentato, avvinghiato contro il suo cuscino, i capelli color neve sparsi contro la federa pulita. A stento Axel trattenne un sorriso. Tirò con delicatezza indietro le lenzuola e si infilò sotto, raggiungendo l'amante a letto. Si piegò sul suo corpo e posò un bacio sulla sua fronte, poi cercò di liberare con scarsi risultati il suo guanciale.
«Shawn...» lo chiamò facendo un po' di pressione sulle sue braccia. Shawn mugolò nel sonno e strinse di più la presa attorno al cuscino.
«Shawn, il mio cuscino-» lo chiamò ancora, ma vedendo che l'altro non sembrava dar segno di sentirlo, decise di passare alle maniere forti. Si inchinò ancora verso di lui, raggiunse il suo orecchio e ci soffiò piano dentro, prima di infilarci la punta bollente della lingua.
«D-Dio!» gemette in un suono acuto Shawn, svegliandosi di colpo con la pelle d'oca e il cuore che gli batteva a mille. «A-Axel! Sei pazzo?! Mi hai...» respirò profondamente. «Mi hai fatto prendere un colpo!»
«Mi hai rubato il cuscino» fece tranquillamente Axel a mo' di giustificazione. «Se proprio vuoi stringere qualcosa, abbraccia me.»
Shawn rimase un po' interdetto a quelle parole... Non era possibile che Axel fosse... geloso di un cuscino? No... Sicuramente aveva interpretato male lui il tono e le parole dette dal compagno...
Lasciò la presa e sbatté piano le palpebre, poi si sdraiò composto e aspettò che Axel facesse lo stesso. Il biondo lo strinse a sé e affondò il viso nel suo collo, depositando un bacio.
«Buona notte, amore...»
«'Notte...» disse Shawn lentamente, ancora un po' pensieroso. Fu a quel punto che decise di chiedere «A-Amore... Non eri geloso vero?»
«Mh?» Le dita di Axel accarezzarono con lentezza vertiginosa la sua schiena. «Di cosa?»
«Non lo so... Niente.»  Shawn  sorrise «E' che...» ridacchiò. «Lascia stare...»
«Sei strano. Chiudi gli occhi e dormi, il sonno ti sta dando alla testa...»
« S-Sei tu che mi hai svegliato, e nemmeno in un modo troppo carino! È colpa tua se non ho più sonno!» borbottò l'albino.
«Non dire cose di cui potresti pentirti.»
«Che intendi?»
«Se mi dici che non hai più sonno, mi fai venire in mente numerosi modi in cui potrei stancarti fino a fartelo tornare...» il tono seducente con cui Axel sussurrò quelle parole direttamente nel suo orecchio, mandò una scarica di brividi lungo il corpo di Shaw che cominciò ad eccitarsi.
«Ma davvero?» ansimò. «Beh, forse dovresti mostrarmeli...»
Axel morse la pelle nivea dell'albino, con un sorriso sornione che sorgeva sulle sue labbra «Non me lo faccio ripetere due volte!»
 
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*Angolo autrice*
Lascio a Voi e alla vostra mente perversa gli eventi erotici che accadrannò tra Axel e Shaw.
Probabilmente la riscriverò costruendoci una storia sopra, per ora non mi è venuto in mente niente all'infuori di stò coso, quindi alla prossima
da : Intervista col Vampiro