Appoggiato a me, come
l’ultimo respiro che respireresti.
Eri come una casa per me.
Non riconosco queste
strade.
Ti prego non chiudere gli
occhi, non so dove guardare senza di loro.
Fuori le macchine passano
veloci, non le ho mai sentite fino ad ora.
So che ti interessa
So che è sempre stato lì
[...]
Stavi solo salvando te
stesso quando lo nascondevi.
Sì, lo so che ti
interessa, lo vedo nel modo in cui lo fissi.
Come se ci fosse un
problema davanti e tu lo sapevi.
(traduzione di "I know
you care" di Ellie Goulding)
31 Ottobre 2003
Il fermento nei corridoi della Wammy's House è palpabile.
Dalle cucine l'odore zuccherato
del caramello usato sulle mele, invade ogni stanza e aula, si insinua anche
nella mia camera e mi sveglia in maniera carezzevole. E' quasi impossibile non
inalarlo, è impossibile resistergli.
Sicuramente, se anche Lui fosse
qui, nonostante l'attenzione e concentrazione in quello che fa, verrebbe
sicuramente distratto da questo profumo.
Per Lui è una tentazione, però sa come non darlo a vedere.
Mentre sono seduta sul letto,
la corsa rumorosa di alcuni ragazzini nei corridoi, mi distrae dalle mie riflessioni.
Alzandomi pigramente, metto una mano tra i miei lunghi capelli castani e li
porto da un lato. Cammino verso la finestra e noto, da un piccolo spiraglio di
luce che filtra tra la stoffa delle tende, che è una giornata assolata,
insolita per questo mese.
Scosto l'opaca e morbida tenda,
lo splendore del sole mi investe e riesco a sentire il tiepido calore solare
penetrarmi dalla pelle e raggiungere il centro preciso del mio petto. Mi fa
sorridere, mi entusiasma, mi da buon umore, poi appare Lui nella mia testa, nei
miei occhi che chiudo, per percepire meglio il suo pensiero, e tutte queste
sensazioni si amplificano.
Perfino i brutti sogni che ho
fatto questa notte dissolvono, svaniscono, come se non fossero mai stati
concepiti nel mio sonno.
Riapro gli occhi ed inizio a
vagare con lo sguardo sul giardino dell'orfanotrofio che si staglia davanti la
mia stanza.
Il cremisi, l'arancio e
l’ocra delle chiome d'albero autunnale
inglese, creano un dominio cromatico assoluto e spiccano forti, intense, in
contrasto al cielo azzurro e pulito.
Nessuno crederebbe che oggi è
il 31 di Ottobre.
Sorridendo lievemente, abbasso
il capo intenerendomi al pensiero che quest’oggi è il suo compleanno. Questa
data, da ormai due anni, è evidenziata nella mia testa da un colore sgargiante
e indelebile, probabilmente non si cancellerà, anche se fossi separata da Lui, per secoli me la ricorderei.
Sempre.
Il mio sorriso si apre ancora
di più, quando ogni volta penso che il suo compleanno cade proprio nel giorno
di Halloween. Ai miei occhi lo fa apparire ancora più misterioso di quel che
già è, come se lo avvolgesse con un'aura incantata, che nasconde uno strano
lato oscuro della sua personalità. Definirei tutto questo simile ad una magia
nera, ma non di quelle fatture cattive, malvagie, più un qualcosa che ricorda
quegli incantesimi che ti imprigionano in una condizione che è tutto forche una
tortura. E' più un meraviglioso inganno in cui piace farsi cullare e da cui non
ci si potrà mai liberare.
Proprio mentre presumo che
questo incantesimo abbia catturato anche me già da tempo, noto che questa
mattina non è una gran fatica vestirsi e andare a lavoro. Per me è festa
dichiarata e sono più che convinta che quest'oggi mi svagherò moltissimo.
Solo una cosa mi rattrista.
Lui, proprio in questa
giornata, non è presente qui alla Wammy's House, ed è un peccato non poterlo festeggiare.
Almeno per me.
In tutto questo tempo che lo
conosco, ogni 31 di Ottobre, a Lui non
sembra interessare di che giorno sia o di quale ricorrenza corra. In pratica
questa tempesta di gioia sembra cogliere e colpire solo me, tutto il resto del
mondo che mi circonda, Lui compreso, non si rende minimamente conto di che
giornata importante e benedetta sia per tutti.
Sì, per tutti, perché se lui
non esistesse, se non fosse mai nato, l'intero globo sarebbe afflitto dai mali
più grandi, solo grazie a Lui i più grandiosi enigmi criminali vengono risolti.
Lui è l'equilibrio, il peso giusto, che mette in pari le parti della bilancia
della giustizia. Visto dal suo punto di vista, lo si potrebbe vedere in questo
modo.
Sovrappensiero attraverso il
corridoio in legno scurissimo, dove solo metà della parete giallo pallido viene
messa in risalto e le porte, altrettanto scure, interrompono quella netta
linearità di tanto in tanto. Le finestre, anch'esse in legno bruno e massiccio,
fanno spiccare, fuori dai vetri, l'oro del fogliame. Un'anta della finestra è
appena aperta e l'aria, che da ormai una settimana si è fatta gelida, entra
trasportando con sé l'odore delle foglie cadute e della terra bagnata,
inumidita dalla bruma della notte.
Il mio riflesso sul vetro spicca
improvviso alla mia visuale, come se non mi aspettassi di vedermi lì.
Studiando il mio viso alle
volte noto che ha delle similitudini con il suo. Le mie leggerissime occhiaie,
gli zigomi non molto sporgenti ma evidenziati dalla mia magrezza, il mio naso
sottile che mi conferisce, talvolta a seconda di come mi osservo, un aspetto
pungente e affilato. La pelle pallida che differisce dalla sua per il semplice
fatto che è leggermente più rosea, ma che riesce comunque a far risaltare i
miei occhi castani.
Queste mie caratteristiche mi
fanno sentire così vicina a Lui, come se la mia immagine riflessa e la sua
possano unirsi in una sola, combaciare perfettamente, senza vederne
distinzioni. Guardandomi così, in alcune occasioni, mi sento meno sola e mi
sembra di averlo lì con me quando non c'è. Questa volta il caso che sta
affrontando non ha richiesto che io fossi presente per essere protetta o tenuta
d'occhio. Dai tempi del caso di Los Angeles, saltuariamente decido o mi chiede
di seguirlo nelle sue trasferte di lavoro, per lo meno non in quei casi, che non
richiedono più di un mese d’assenza dalla Wammy’s
House. Alle volte mi sembra di essere un fastidio e Lui non sempre a tempo da
concedermi, così questa volta ho deciso di rimanere qui all’orfanotrofio e contemporaneamente
non lo farei preoccupare inutilmente per questi incubi che sto facendo in
quest’ultimo periodo.
Per esempio questa notte, a
differenza delle altre dove sognavo quel mostro nero, ho sognato di Mello, Near, Matt e Linda. Sono
gli orfani con cui ho più confidenza qui dentro, dopo i miei bambini.
Adesso solo a pensarci ho paura
di incrociarli in un qualsiasi luogo dell'istituto.
Nel mio sogno partiva tutto
come una giornata tranquillissima qui all'orfanotrofio, ma si concludeva nel modo
più brutto e amaro che potessi immaginare. Vedevo questi quattro ragazzini
tutti in piedi sui rami di un gigantesco albero che non ho mai visto e non c'è
nel nostro giardino, era più somigliante a un baobab. Li chiamavo, ma il loro
sguardo su di me era severo e spento. Pian piano tutti iniziano a buttarsi giù
dall'albero e l'ultimo a cadere fu Near, che prima di
gettarsi mi parla "Guarda brucia. Questo posto è l'inferno mascherato in
un tenero paradiso. Sarà la nostra, la sua e la tua rovina." Poi abbassa i
suoi occhi gelidi su di me “Saremo legati alla morte.” Mentre il ragazzo si
accinge a cadere giù, riesco solo ad urlare un 'no' e voltandomi sento
il fragoroso rumore del divampare delle fiamme, le urla strazianti di tutti i
bambini e ragazzini.
La Wammy's
House completamente a fuoco!
Al solo ricordare questo sogno
mi sento mancare la terra sotto i piedi, mi sembra di sentirmi portare via per
le braccia a forza dalla mia casa, mi sembra di perdere la sensibilità del mio
intero corpo.
Spero che questo momentaccio
finisca presto, non ce la faccio più a sopportare queste brutali visioni. Oltre
tutto mi lasciano addosso una stanchezza assurda, a volte mi sveglio ancora più
stanca di quando sono andata a dormire.
Improvvisamente sento delle
risate familiari venirmi incontro, sposto il viso dal riflesso del vetro della
finestra, intravedo il caschetto biondo di Mello e il
rosso vivo dei capelli di Matt.
"Che c'è Belle? Anche oggi
hai visto un fantasma o hai un calo improvviso di zuccheri?" Mello mi prende in giro con un mezzo sorrisetto sarcastico
in volto.
"Mello,
certo che hai il tatto di un elefante in una cristalleria." Afferma Matt
guardandolo un po' di sottecchi e sorridendo prosegue " E pensare che
Belle ti piace. Che avresti detto o fatto se non ti fosse piaciuta?"
"Sta zitto! Non è
vero!" Mello irritato, appena rosso in volto,
prende Matt strattonandolo e fa per andare via, ma rispondo comunque alla
dispettosa domanda che mi ha posto poc’anzi.
"Tranquilli ragazzi, va
tutto bene. Non ho visto né fantasmi, né ho cali di zuccheri. Anzi se devo dire
la verità oggi sto proprio bene!" poi io continuo infierendo con dolcezza
su Mello " E poi anche tu mi piaci Mello." Il mio
sorriso è smagliante, quel ragazzino mi aveva fatto scordare le brutte
sensazione di pochi minuti prima. "Ora però filate in classe la signorina
Wright non ammette i ritardi, lo sapete. Sono già le otto e un quarto, è il
caso che andiate." Anche se, sia Mello che Matt,
hanno ben poco da imparare.
Non mi stupirei se un giorno,
entrando nella loro aula, li trovassi seduti in cattedra a spiegare fisica applicata
ad una classe di elementi misti, ovvero dove un 30% solo capirebbe ciò che
stanno dicendo, mentre il restante 70% brancolerebbe nel buio. La filosofia di Wammy, fin dalla più tenera età dei nostri orfani, è di non
dividerli in categorie. I più dotati e quelli meno, di non far sentire meno
intelligenti, i meno talentuosi, i comuni, di non far peccare di presunzione i
più geniali, perché potrebbero trasformarsi in altro, in qualcosa che non potrebbe contribuire al bene
della società, ma nuocere e basta. Lascia scorrere quei speciali intelletti nel
fiume di normalità, vuole che apprezzino anche le persone ordinarie, vuole che
i migliori conoscano quello che dovranno proteggere un giorno.
Sono loro che dovranno
ereditare quel titolo un giorno.
"Ok, tu invece? Anche oggi
con i mocciosi?" Afferma Mello con fare saccente
e con le mani incrociate dietro la nuca.
"Finiscila Mello. Anche tu sei ancora un moccioso." Lo prendo in
giro e sorridendo mi dirigo verso le Small classes*. Mentre Vedo i due ragazzi allontanarsi mi accorgo
che negli ultimi due anni sono cresciuti molto,
sopratutto in statura.
Appena entro nella mia aula,
tutto è già sotto sopra e i bambini fanno un chiasso assurdo. Sono su di giri.
Oggi è Halloween e dovrò
trovare qualcosa da fargli fare attinente a questa giornata. Per fortuna che
ieri avevo chiesto a Roger di portarmi una decina di piccole zucche che teniamo
piantate nella nostra serra, così oggi li aiuterò ad intagliarle e a farli
spassare un po'. Almeno finché non arriveranno le sei del pomeriggio e allora
inizierà il vero caos, perché vorranno vestirsi tutti, giocare a fare mostri e fantasmini, mangiando dolciumi e mele caramellate.
In tutto questo tempo alla Wammy's House, non c'è solo una volta in cui io abbia mai
pensato di festeggiare Halloween diversamente. E' così che voglio viverlo e
celebrarlo. Non ho bisogno di feste e balli, il vero divertimento, per me, sta
in questo piccolo focolare familiare, sereno e semplice. Mi piace decorare la
classe con festoni neri e arancio. Attaccare, con la piccola e lentiginosa Marion, gli adesivi alla finestra di gatti neri,
pipistrelli e streghe in groppa alla scopa. Adoro guardare disegnare la
creazione che John Hall scolpirà sulla sua zucca, nonostante lui non sia
granché abile nella manualità, è molto più abile nei calcoli e nelle cose
ragionate, ma mi piace vederlo impegnarsi così per qualcosa che non è nei suoi
talenti.
Il tempo è volato, sono
arrivate le fatidiche sei del pomeriggio e nemmeno me ne sono accorta. Le inservienti,
che qui sono molto più simili alla figura della tata, prendono i bimbi e li
portano nella sala dello svago, dove lì inizieranno a vestirsi e festeggeranno.
Così avrò un po' di respiro e
potrò rilassarmi. Spesso mi succede di finite le lezioni con un leggero cerchio
alla testa e fisicamente non sono un portento, devo staccare un po’.
Fortunatamente posso scegliere
se unirmi ai giochi della festa o semplicemente mangiare dolciumi e osservare
l'allegra atmosfera che mi circonderà. Sono così contenta che non riesco a
contenere il mio buon umore.
Come poteva essere possibile
che in quel sogno, avessi sentito quelle parole malvagie sulla mia Wammy's House?
E' proprio vero. Certe volte i
brutti sogni sono solo creatori di cattivi stati d'animo, basta non farsi influenzare.
Dovrei essere un po' più distaccata, proprio come fa Lui.
Intenta a raccogliere i ritagli
di carta, nel tentativo di riordinare la classe, mi sento chiamare a squarcia
gola. "Belle! Belle, vieni!" Matt si affaccia di slancio sulla porta dell'aula e con in
viso un'espressione preoccupata.
"Che succede Matt?
Perché sei così agitato?"
Interessata lascio i fogli tagliuzzati sulla cattedra e mi avvicino a lui.
"Vieni!" Il ragazzino
mi afferra per un polso e mi trascina fuori in giardino.
Mentre i miei passi e quelli di
Matt calpestano rumorosamente il fogliame secco a terra, noto una piccola folla
di ragazzini, quasi tutti componenti delle Middle classes*,
sotto la quercia che da proprio di fronte la stanza dove Lui risiede qui alla Wammy's House.
Sempre di più incuriosita mi
lascio tirare verso il tronco, ma non ho un buon presentimento.
Il vociare dei ragazzi mi
insospettisce e quando arriviamo a destinazione intravedo dei codini biondi
spuntare fuori da un alto ramo dell'albero. Ad occhio e croce l’altezza si
aggira sui cinque metri.
"Oh, cavolo! Ma come avete
fatto?!" Mi divincolo dalla presa di Matt e alzo la testa in su per
guardare il guaio che era in atto.
"Linda, lo aveva detto che
non ci voleva salire." La voce ovatta e timida di Catherine della sezione M-3* tenta di
spiegarmi la situazione.
"Mello!"
Urlo e il ragazzino, unico punto nero nella calca, si mostra subito. Un casino
del genere non poteva averlo causato nessun’altro se non lui.
"Perché la colpa dev’essere sempre la mia? Semplicemente le ho solo detto
che lei non sarebbe stata in grado di arrampicarsi e di far vedere a Near quanto fosse brava nel farlo... e lo è stata, solo che
poi non è riuscita a scendere." Il ragazzino mi parla con tono di voce più
maturo del solito e molto composto, si infila le mani delle tasche dei suoi
pantaloni neri e mi guarda negli occhi.
"Mello!
Devi smetterla con questa smania di sfidare e fare scommesse con le persone per
metterle alla prova. Almeno non in questi frangenti. Quante volte te lo avrà
ripetuto Roger!" Respirando agitata distolgo il mio sguardo da Mello e lo riporto su Linda. Quel mostriciattolo sa quanto
a Linda piaccia Near e ha fatto leva su questo suo
punto debole per farla incespicare nel suo giochino. " Dove diavolo è Roger?"
"Non c'è. E' uscito per
fare qualche commissione burocratica dei nuovi arrivati, ma dovrebbe essere di ritorno
a breve." Inaspettatamente mi arriva da lontano la voce piatta di Near che mi da le spiegazioni che non avrei voluto sentire
e mi stupisce il fatto che sia li con noi, invece di essere rintanato come sempre
da qualche parte a fare giochini intelligenti…ah,
giusto! Sala svago occupata dal baccano e contatto con le persone. E’ già una
forza quando mi permette di accarezzagli la testa come si fa ad un animale
selvatico e in cattività. Di gran lunga preferisce stare qui a vedere come si
districa la situazione.
"Perfetto! Adesso come
facciamo a far scendere la piccola Linda?" Sono nel pallone e sono furiosa
più che mai con Mello. Per di più vorrei salire su per prende la ragazzina, ma
soffro di vertigini, ho una fifa assurda dell'altezza.
Come posso fare?! Poi ricordo
del sogno fatto questa notte e rabbrividisco. Non voglio che quella ragazzina
si faccia male, non voglio che la Wammy's House
diventi un posto triste e malinconico per via di una bravata che si potrebbe
trasformare in un fattaccio da ricordare negli annali dell’istituto. Già un precedente
c'era stato! Anzi ce ne sono stati! Wammy morirebbe
di crepa cuore se succedesse una cosa del genere.
Fulminea ricordo che nel vecchio
magazzino vicino alle aule delle Middle classes, ho
visto riporre dei vecchi materassi in disuso, tolti e sostituiti con dei nuovi
una settimana prima.
Sarebbero perfetti per un
salvataggio d'emergenza.
"Matt, Mello
e qualche altro di voi ragazzi, andate a prendere i vecchi materassi che sono
chiusi nel ripostiglio vicino la vostra aula, se necessario fatevi aiutare da
qualche adulto. Portateli qui. Sbrigatevi! Non sappiamo quanto Linda potrà
resistere." Decisa mi avvicino alla superficie legnosa del tronco e
continuo a parlare rivolgendomi a Linda. "Linda, non muoverti. Rimani
ferma così come sei e tutto andrà bene. Adesso vengo a prenderti."
"S...sì, Belle..." La
piccola ragazza con voce tremante sporge appena il viso per guardarmi, ma con
prudenza. Le braccia e le gambe sono agguantate al ramo su cui è bloccata, le
sue calze lillà in lana sono strappate sul ginocchio destro, le lacrime le
solcano il viso pulito e contratto dal timore.
"Belle, se vai anche tu là
sopra rischierete di cadere insieme. Nemmeno tu ami l'altezza." Near, conoscendo da tempo la mia fobia mi fa notare con
freddezza, che avremmo potuto farci del male in due.
Titubante stringo i pugni e
provo a calmarmi. Near ha così maledettamente ragione
e sembra che quelle parole mi siano state dette da Lui. Tenta di farmi
ragionare lucidamente nonostante l'angoscia
mi attanagli facendomi affondare le unghie nel legno poroso.
Nel frattempo finalmente
arrivano i materassi smessi e li sistemo con Matt e Mello
sotto il punto in cui c'è il ramo a cui Linda è aggrappata.
Faccio per iniziare ad
arrampicarmi, poi mi sento bloccare per un braccio, mi volto e trovo Mello che molto serio mi guarda" Ferma. Ho causato io
questo casino e adesso lo risolvo." Poi guarda in alto e continua
mormorando " E poi spiaccicata a terra non mi piaceresti molto. Sopratutto
Lui, non me lo perdonerebbe mai e magari mi toglierà pure la possibilità di
essere il suo successore."
Meravigliata lo guardo a bocca
aperta.
Non credevo che Mello potesse essere capace di tanta maturità e determinazione, al punto di sacrificarsi
per risolvere una situazione pericolosa come quella.
"Ma...nemmeno Lui, me la
perdonerà se ti succederà qualcosa…" Mello, non mi permette di obiettare oltre e mi spinge via.
E’ diventato anche più forte fisicamente.
Mello in maniera agile si arrampica sull'albero e raggiunge
il ramo dove si trova Linda, si sistema a cavalcioni e prende con cura un
braccio della ragazzina. Le parla con attenzione e le dice cosa fare guardandola
dritta negli occhi. Quel ragazzino perde facilmente le staffe in alcune
occasioni, ma quando si tratta di farti pensare e agire al meglio, è l’unico
che riesca a farlo così bene, al punto d’infonderti sicurezza diretta come una
scossa elettrica.
Linda lo segue nei movimenti
piano e incerta. Anche se i suoi gesti sono tremolanti, si percepisce che lo ha
perdonato e che si fida di quel che gli sta dicendo di fare.
Ad un certo punto però, la
ragazzina guarda sotto di noi e inizia a sussultare ancora più forte, giusto il
tempo di voltarsi al richiamo di Mello, che fa
perdere l'equilibrio a entrambi.
Il flash back del mio sogno
torna a scuotermi, faccio per andare a prenderli mentre li vedo cadere, il cuore
sembra fermarmisi, il mio timore però viene placato
dal vederli atterrare sofficemente abbracciati, sani e salvi sui vecchi
materassi.
Mi è sembrato di vivere la
scena a rallentatore.
Apprensiva mi getto in
ginocchio vicino ai morbidi strapunti "State Bene? Dio mio. Mi avete tolto
dieci anni di vita!"
Mello con ancora Linda tra le braccia alza il capo
"Belle, finiscila di frignare."
Anche in questa insolita
circostanza Mello riesce a farmi sorridere e ancora
scossa mi guardo alle spalle. Ho terribilmente paura di rivedere la tremenda
visione che avevo visto nel mio incubo ed è bello constatare che la Wammy's House è integra, imponente e sicura come lo è sempre
stata.
"Ora andate in infermeria.
Subito..." Sospiro di sollievo vedendo i due ragazzini rialzarsi tutti
interi dal soffice salvataggio d'emergenza e poi proseguo alzandomi a mia
volta, pulendomi le ginocchia dal terriccio " Mello,
ovviamente questa bravata la racconterò a Roger e non aspettarti uno sconto di
pena."
"Figurati, per quel che me
ne importa." Allontanandosi Mello tiene per mano
Linda, ancora molto turbata e che con la mano libera asciuga alla bell'e meglio
le lacrime. Insieme a loro, anche il piccolo gruppo di spettatori si allontana
verso l’orfanotrofio e solo io, con Matt e Near
rimaniamo a contemplare la calma dopo le tempesta appena scampata.
"Ad ogni modo Linda non è
stata molto intelligente nel fare questa stupidaggine suggerita da Mello. Non è così che potrei notarla. Davvero elementare
come tentativo." Near, vedendo la questione
risolta nel migliore dei modi, inizia ad avviarsi anche lui per rientrare
nell'orfanotrofio. Lo vedo stringersi nella sua bianca tenuta, fatta da una
larga camicia e dei pantaloni altrettanto larghi. Nonostante la temperatura
fuori inizi a scendere e a farsi un po’ più rigida, lui sembra non accusarla,
sembra diventarne parte.
Matt, dopo averlo sentito
parlare in quel modo freddo, prende in viso un’espressione molto contrariata,
mentre io controbatto "Sai Near, non dovresti
essere sempre così duro. Sai benissimo che lo ha fatto per te. Sì, è vero per
farsi notare da te. Forse ha sbagliato il modo, ma dovresti almeno riflettere
su altro, non nel gesto in sé, che è errato, ma sul fatto che ci tiene a te in
una maniera molto particolare, speciale. Sono queste le persone di cui potrai
fidarti sempre nella vita. Tu saresti in grado di essere così Near?"
Sareste in grado, tu e Mello, di essere Lui?
Near si volta a guardarmi e abbassa di poco il viso a
riflettere sulle mie parole, poi si gira di nuovo e continua per la sua strada
rimettendosi in cammino verso casa.
Nell’aria l’odore del legno
bruciato nei camini dell’istituto, mi rilassa improvvisamente, lo respiro a fondo
e sento di essere parte anch’io di questo affidabile nucleo. Il modo di
chiedere aiuto di Matt, la preoccupazione di Mello
per me, Near che ascolta ciò che ho da dire,
riuscendolo a incuriosire almeno un po’, Linda che sarebbe stata disposta ad affidarmi
la sua incolumità, perché sapeva che l’avrei salvata. Loro si fidano di me, ma
mi sento comunque un po’ scoraggiata.
Dopo un’ora buona, esausta,
rientro nella mia classe. Sono completamente sola e mettendomi a sedere davanti
a uno dei piccoli banchi, sento i rumori ovattati dei festeggiamenti di
Halloween nella sala sottostante la stanza in cui mi trovo. Di fronte a me ho
la mia zucca, che avevo scavato ancora prima che arrivasse la disperata richiesta
d'aiuto di Matt. Ho riposto i suoi semi da parte, torneranno utili per essere piantati
a Marzo.
Il disegno che ci ho fatto
sopra è molto elementare, ho solo disegnato una faccia da gatto e a guardarla
non farebbe paura a nessuno. Almeno nel fare il suo disegno, John Hall è stato molto più bravo di me.
La sera è calata completamente
e presa com'ero nel finire di fare la mia zucca, nemmeno noto che intorno a me
tutto si è oscurato.
Prendo tre piccoli lumini in
cera, che avevo riposto vicino agli accessori da usare per l'intaglio a lavoro
ultimato. Li accendo e li inserisco all'interno della cavità liscia
dell'ortaggio.
Il risultato è affascinante, la
luce viene intensificata e colorata dell'arancio della zucca, ma la sfumatura
si avvicina molto di più al rosso. Ora osservando il muso di gatto scolpito
sulla facciata, sembra aver acquistato un aspetto più tetro e spiritato. In
effetti mi mette un po' di soggezione ora.
Giro la zucca e punto il
riflesso della luce verso la parete che ho di fronte.
Il muso di gatto copre buona
parte del muro, gli enormi occhi taglienti
con al centro le sottili orbite feline, sono ammalianti e maligni, la bocca
sorridente e aguzza sembra volermi mangiare da un momento all'altro.
Somiglia proprio a quella
specie di mostro nero che ho sognato tempo fa.
Intorno a me è tutto buio e c'è
solo la mia jack o'lantern* a fare luce nella stanza.
Tutto questo somiglia a...
"Una seduta spiritica il
giorno d'Halloween?" La sua voce familiare e sensuale mi sveglia da
quel suggestivo torpore simile
ad un'ipnosi.
Voltandomi in direzione della
porta lo vedo.
Alto, come sempre nella sua
postura leggermente ricurva, ma estremamente ferma e forte su di Lui. I capelli
scuri diventano un tutt'uno col buio. La mani nelle tasche dei suoi jeans
slavati, sembra che da un momento all’altro possa tirarci fuori delle
caramelle. Avvolto da quella semi oscurità non riesco a distinguere il suo
volto e la sua maglia bianca cattura la luce aranciata della mia zucca.
Lo osservo ferma , non mi
aspettavo che sarebbe tornato e che mi comparisse lì davanti, ma rimango
comunque statica a guardarlo, come quando si ammira una statua per capire il
senso nascosto dei suoi immobili gesti. Non importa quante volte lo scruti, per
me assume qualcosa di nuovo ogni volta che in maniera diversa mi compare
davanti.
"Più o meno. Il mio,
forse, era più un tentativo di esprimere un desiderio o fare un
incantesimo." Distolgo lo sguardo da Lui e chino il capo osservando i
rilievi tondeggianti della zucca.
Si chiude la porta della classe
dietro e mi raggiunge, prende una delle piccole sedie allontanate scompostamente
dai banchi e ci si rannicchia sopra sedendomi molto vicino.
"E ha funzionato?" Mi
chiede curioso poggiando appena il dito indice sul labbro inferiore.
"Direi di sì."
Rispondo voltandomi verso di Lui e aprendo un leggero sorriso, accentuato poi
dalla mia timidezza.
Rimane a guardarmi e non riesco
a staccargli gli occhi di dosso, la mia espressione è diventa concentrata e
riflessiva, la sua affilata e penetrante, lo sento avvicinarsi al mio viso,
alla mia bocca, il suo respiro anticipa il movimento languido delle sue labbra
che prendono le mie. Chiudo gli occhi e rimango a sentirlo sperando che
contini.
Si allontana di poco da me,
rimanendo fermo. Gli piace restare in quella condizione di sospensione.
"Com'è andata in mia assenza?" Bisbiglia la sua voce intensa a pochi
centimetri dal viso.
"Credo che prima o poi uno
dei tuoi successori mi ucciderà, L." Sussurro studiando le sue labbra e osservando
i lati della sua mascella. Scrutando il suo collo, posso vedere il battito
regolare del suo cuore guardando una vena che lo attraversa.
"Allora potrei farti
anch'io lo stesso effetto." L, si scosta un po' di più e osserva la
proiezione sulla parete davanti a noi.
"E' appurato da tempo che
effetto mi fai..." Dico ridendo leggermente e continuo "Mello ha una vena d'incoscienza senza pari. A volte le sue
scelte sono sì, studiate, ma quando agisce è devastante. Oggi per poco non
ammazza Linda facendola cimentare nell’arrampicata estrema di una quercia e Near di fronte al fatto non ha avuto il minimo tatto, la
cosa non l'ha minimamente portato ad agire in aiuto della poveretta. Sono un
disastro. Io sono un disastro, non sono stata capace di metterli in moto per
risolvere insieme il problema, come mi ha detto di fare Roger tempo fa.
Pensando solo al fatto che possano entrare in conflitto, mi metto ancora di più
in allarme. Se loro, pensano solo per poco all'idea di collaborare, sembra innalzarsi
una barriera spessa che avvolge e coinvolge perfino le persone che hanno
intorno. Questo potrebbe mettere in pericolo qualcuno in futuro. Io odio il
fatto che potrebbero esserci vittime collaterali solo perché non possono
semplicemente sopportarsi..." un sospiro nervoso mi interrompe ma L
finisce la mia frase.
"E odi anche il fatto che
due persone ancora così giovani, immature, sebbene più che intelligenti, possano
sostituire me. Correre pericoli simili ai miei. Anzi tu non vuoi che nessuno mi
sostituisca."
Nervosamente sposto il mio
sguardo dal suo viso al muro davanti a noi, ma non sto guardando il malvagio
gatto proiettato. Semplicemente soffro perché L ha trasposto i miei pensieri
nella sua voce.
“Ora capisco perché non riesci
ancora a scegliere.” Abbasso gli occhi sulle mie mani congiunte, poggiate sul minuto
banco davanti a me. In questo momento mi sembra di percepire perfettamente le
frustrazioni di L riguardo la questione ‘Successori’.
"L..." Lui si gira
appena lo chiamo, gli bacio la guancia calda e morbida, il mio naso tocca i suo
spigoloso zigomo. Spostandomi vedo la sua espressione sorpresa per il mio
improvviso cambiamento d’ atteggiamento "Buon Compleanno L."
Lo vedo riprendersi da quella
leggera meraviglia e tornare ad un volto pigro, come se avessi preso un
argomento superfluo, a cui non tiene parlare.
Calma, inclino curiosa il capo
per guardarlo in faccia “L, che cosa non ti piace del giorno del tuo compleanno?”
“Beh, al di fuori del fatto che
per me è una scusa come un’altra per mangiare la torta, non ha niente che mi
esalti così tanto da volerlo festeggiare.” L, punta i suoi occhi sulle sue mani
che giocherellano con alcuni pezzettini tagliuzzati di carta pesta aracione e che sono poggiati sul piccolo banco davanti a
noi, poi riproietta le iridi sul riflesso della
parete e le vedo rispecchiare vispe la luce ramata. Le palpebre gli si
abbassano di poco e gli occhi appaiono quasi assenti "Per venti quattro
anni ho sempre passato questo giorno in modo lineare, senza particolari
cerimonie e non che mi disturbino, a me piace osservare il movimento di un
festeggiamento, ha il suo fascino, ma vivo molto più serenamente questa
ricorrenza così, sentendola scorrere…” Lo vedo
interrompersi e pesare la prossima frase “ Forse qualcosa che non amavo molto,
prima che tu comparissi, era il fatto che fossi sempre solo con Watari. Non che lui non sia una compagnia fidata o che sia
noiosa, ma da quando ti conosco questo giorno a preso molto più risalto.”
Chinando il capo in maniera
schiva, abbozzo un sorriso. Quanto mi piace il fatto che riesca a dirmi certe
cose, senza scadere nella scontatezza più assoluta.
E' come se riuscisse a farmi sentire ciò che pensa con accenni di parole ben
precise e tutto il resto me lo lascia percepire come un’emanazione invisibile,
in maniera ancora più diretta e completa.
“Belle, alla fin fine tutto
questo è solo una rotazione del globo terrestre, monotona, noiosa e puntuale.
Che cosa può avere di così rilevante?” L, distoglie gli occhi neri dalla
proiezione luminosa e mi guarda serio in cerca della risposta. Le sue occhiaie
sono ancora più scure in questa strana atmosfera evanescente, creatasi in una
banale aula delle Small class.
“Lo so che sei sempre stato
solo e forse per questo non ci trovi niente di speciale nel voler celebrare, ma
ti assicuro che guardandoti io non ci trovo nulla di monotono o noioso in
questo giorno. Per me è un giorno importante, perché esisti tu, perché ci sei
in questo mondo. A me piace la tua idea
di voler passare un compleanno tranquillo e senza cerimonie eclatanti. Per
esempio, io adoro passare Halloween così, con te, qui fermi alla luce di questa
Jack o’lantern a parlare, con il fermento e la
leggera paura di veder comparire un fantasma da un momento all’altro, sperando
che ti spaventi almeno un po’…” comincio a sorridere, probabilmente non si
sarebbe spaventato per così poco.
“Ma io ho davvero paura dei
fantasmi.” L, mi guarda con gli occhi appena sbarrati, dalla sua faccia buffamente
e falsamente ingenua, capisco perfettamente che si sta prendendo gioco di me.
So di quali fantasmi ha davvero paura e sono tutto forche spiriti fatti di
nulla, sono fantasmi concreti, molto reali.
A volte a paura di somigliarli,
ma io non credo a questa sua considerazione di sé.
Avvicinandomi al suo orecchio
avanzo pian piano la mia proposta “L, allora faremo così. Ogni 31 di Ottobre
festeggeremo Halloween e il tuo compleanno come piace noi. Niente sciocchezze
chiassose o altre banalità che ci infastidiscono. Solo tu, io, una torta e una
Jack o’lantern a farci compagnia qui alla nostra Wammy’s House.”
Lo sento muoversi e poggiare la
sua guancia alla mia “Va bene. Ci sto.” Mormora sensualmente al mio orecchio.
In un istante sento il mio cuore accelerare, la sua mano mi prende la guancia e
Lui scompone di poco la sua instabile postura rannicchiata. “Però adesso
mangiamo la torta?” Il suo tono è seducente nell’espormi la sua innocente
richiesta.
“Tutto quello che vuoi L.”
Invasa da delle sensazioni
stregate mi lascio baciare ancora e perfino il muso malizioso del gatto proiettato
sulla parete, ritorna ad essere meno spaventoso e addirittura molto più
gradevole. In quell'aula delle Small classes, il mio mondo e quello di L, era diventato
improvvisamente multiforme, brillante e indeterminato.
Buon
Compleanno L.
Ciao a tutti!
Eccomi qui con una one shot
di buon compleanno a L.
Lo so, è in pratica più un
capitolo extra di Sushine ( per chi avesse letto la
storia sa di cosa parlohttp://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=866597), ma mi andava ( e mi mancava) di scrivere della vita
alla Wammy's House e infilarci in mezzo le mie
strambe idee, come la geniale idea delle Small e
Middle classes*.
In pratica ho pensato che le Small classes, sono quelle classi dei più piccoli, diciamo dai 3
ai 11 anni, mentre le Middle classes comprendono i
ragazzi dai 12 ai 18 anni. Queste 'classes' sono divise
a loro volta in sotto classi (ovvero prima, seconda, etc....
quindi S-1, S2, o M-3, M4, etc…). Lo so, un idea cretina
direi u__u, ma mi piace pensare che la Wammy's House non avesse le classi e sezioni come siamo abituati
a concepire noi nei nostri sistemi scolastici ;).
Tornando al discorso "capitolo extra" posso dire che ho
leggermente reso Belle meno piagnucolona e un po' più reattiva (ultimamente
rileggendo SunShine, mi sono accorta che era
ingestibile come ragazza e che L avrebbe dovuto lasciarla subito XD), sebbene
ho voluto comunque che il suo
personaggio rimanesse tale, quindi le ho lasciato sempre quella paura, quel bel
panico che le piace sentire e far
sentire a tutte voi XD ahahahaha.
Che dire, spero che questo spicchio di vita alla Wammy's
House, nel giorno di Halloween, vi sia piaciuto, spero che questa one shot porti i nuovi lettori a
leggere Sunshine ( dato che qui non ho spiegato molto) e spero che i lettori
che mi seguono da un po’ mi possano perdonare per averli tediati di nuovo con
la stessa pappa XD.
Detto questo, vi ringrazio moltissimo per essere stati/e qui a leggere
e spero di aggiornare presto la mia Wrong Direction.
Baci Baci KiaraAma