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Autore: Claire Piece    31/10/2012    2 recensioni
Calma, inclino curiosa il capo per guardarlo in faccia “L, che cosa non ti piace del giorno del tuo compleanno?”
“Beh, al di fuori del fatto che per me è una scusa come un’altra per mangiare la torta, non ha niente che mi esalti così tanto da volerlo festeggiare.” L, punta i suoi occhi sulle sue mani che giocherellano con alcuni pezzettini tagliuzzati di carta pesta aracione e che sono poggiati sul piccolo banco davanti a noi, poi riproietta le iridi sul riflesso della parete e le vedo rispecchiare vispe la luce ramata. Le palpebre gli si abbassano di poco e gli occhi appaiono quasi assenti "Per venti quattro anni ho sempre passato questo giorno in modo lineare, senza particolari cerimonie e non che mi disturbino, a me piace osservare il movimento di un festeggiamento, ha il suo fascino, ma vivo molto più serenamente questa ricorrenza così, sentendola scorrere…” Lo vedo interrompersi e pesare la prossima frase [...]
“Belle, alla fin fine tutto questo è solo una rotazione del globo terrestre, monotona, noiosa e puntuale. Che cosa può avere di così rilevante?”
Salve a tutte, questa one shot è un missing moment della mia fanfiction "SunShine".
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: L, Matt, Mello, Near, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Appoggiato a me, come l’ultimo respiro che respireresti.

Eri come una casa per me.

Non riconosco queste strade.

Ti prego non chiudere gli occhi, non so dove guardare senza di loro.

Fuori le macchine passano veloci, non le ho mai sentite fino ad ora.

So che ti interessa

So che è sempre stato lì [...]

Stavi solo salvando te stesso quando lo nascondevi.

Sì, lo so che ti interessa, lo vedo nel modo in cui lo fissi.

Come se ci fosse un problema davanti e tu lo sapevi. 

 

                                             (traduzione di "I know you care" di Ellie Goulding)

 

                        

                         31 Ottobre 2003

 

 

 

Il fermento nei corridoi della Wammy's House è palpabile.

Dalle cucine l'odore zuccherato del caramello usato sulle mele, invade ogni stanza e aula, si insinua anche nella mia camera e mi sveglia in maniera carezzevole. E' quasi impossibile non inalarlo, è impossibile resistergli.

Sicuramente, se anche Lui fosse qui, nonostante l'attenzione e concentrazione in quello che fa, verrebbe sicuramente distratto da questo profumo.  Per Lui è una tentazione, però sa come non darlo a vedere.

Mentre sono seduta sul letto, la corsa rumorosa di alcuni ragazzini nei corridoi, mi distrae dalle mie riflessioni. Alzandomi pigramente, metto una mano tra i miei lunghi capelli castani e li porto da un lato. Cammino verso la finestra e noto, da un piccolo spiraglio di luce che filtra tra la stoffa delle tende, che è una giornata assolata, insolita per questo mese.

Scosto l'opaca e morbida tenda, lo splendore del sole mi investe e riesco a sentire il tiepido calore solare penetrarmi dalla pelle e raggiungere il centro preciso del mio petto. Mi fa sorridere, mi entusiasma, mi da buon umore, poi appare Lui nella mia testa, nei miei occhi che chiudo, per percepire meglio il suo pensiero, e tutte queste sensazioni si amplificano.

Perfino i brutti sogni che ho fatto questa notte dissolvono, svaniscono, come se non fossero mai stati concepiti nel mio sonno.

Riapro gli occhi ed inizio a vagare con lo sguardo sul giardino dell'orfanotrofio che si staglia davanti la mia stanza.

Il cremisi, l'arancio e l’ocra  delle chiome d'albero autunnale inglese, creano un dominio cromatico assoluto e spiccano forti, intense, in contrasto al cielo azzurro e pulito.

Nessuno crederebbe che oggi è il 31 di Ottobre.

Sorridendo lievemente, abbasso il capo intenerendomi al pensiero che quest’oggi è il suo compleanno. Questa data, da ormai due anni, è evidenziata nella mia testa da un colore sgargiante e indelebile, probabilmente non si cancellerà, anche se fossi  separata da Lui, per secoli me la ricorderei. Sempre.

Il mio sorriso si apre ancora di più, quando ogni volta penso che il suo compleanno cade proprio nel giorno di Halloween. Ai miei occhi lo fa apparire ancora più misterioso di quel che già è, come se lo avvolgesse con un'aura incantata, che nasconde uno strano lato oscuro della sua personalità. Definirei tutto questo simile ad una magia nera, ma non di quelle fatture cattive, malvagie, più un qualcosa che ricorda quegli incantesimi che ti imprigionano in una condizione che è tutto forche una tortura. E' più un meraviglioso inganno in cui piace farsi cullare e da cui non ci si potrà mai liberare.

Proprio mentre presumo che questo incantesimo abbia catturato anche me già da tempo, noto che questa mattina non è una gran fatica vestirsi e andare a lavoro. Per me è festa dichiarata e sono più che convinta che quest'oggi mi svagherò moltissimo.

Solo una cosa mi rattrista.

Lui, proprio in questa giornata,  non è presente qui alla Wammy's House, ed è un peccato non poterlo festeggiare.

Almeno per me.

In tutto questo tempo che lo conosco, ogni 31 di Ottobre,  a Lui non sembra interessare di che giorno sia o di quale ricorrenza corra. In pratica questa tempesta di gioia sembra cogliere e colpire solo me, tutto il resto del mondo che mi circonda, Lui compreso, non si rende minimamente conto di che giornata importante e benedetta sia per tutti.

Sì, per tutti, perché se lui non esistesse, se non fosse mai nato, l'intero globo sarebbe afflitto dai mali più grandi, solo grazie a Lui i più grandiosi enigmi criminali vengono risolti. Lui è l'equilibrio, il peso giusto, che mette in pari le parti della bilancia della giustizia. Visto dal suo punto di vista, lo si potrebbe vedere in questo modo.

Sovrappensiero attraverso il corridoio in legno scurissimo, dove solo metà della parete giallo pallido viene messa in risalto e le porte, altrettanto scure, interrompono quella netta linearità di tanto in tanto. Le finestre, anch'esse in legno bruno e massiccio, fanno spiccare, fuori dai vetri, l'oro del fogliame. Un'anta della finestra è appena aperta e l'aria, che da ormai una settimana si è fatta gelida, entra trasportando con sé l'odore delle foglie cadute e della terra bagnata, inumidita dalla bruma della notte.

Il mio riflesso sul vetro spicca improvviso alla mia visuale, come se non mi aspettassi di vedermi lì.

Studiando il mio viso alle volte noto che ha delle similitudini con il suo. Le mie leggerissime occhiaie, gli zigomi non molto sporgenti ma evidenziati dalla mia magrezza, il mio naso sottile che mi conferisce, talvolta a seconda di come mi osservo, un aspetto pungente e affilato. La pelle pallida che differisce dalla sua per il semplice fatto che è leggermente più rosea, ma che riesce comunque a far risaltare i miei occhi castani.

Queste mie caratteristiche mi fanno sentire così vicina a Lui, come se la mia immagine riflessa e la sua possano unirsi in una sola, combaciare perfettamente, senza vederne distinzioni. Guardandomi così, in alcune occasioni, mi sento meno sola e mi sembra di averlo lì con me quando non c'è. Questa volta il caso che sta affrontando non ha richiesto che io fossi presente per essere protetta o tenuta d'occhio. Dai tempi del caso di Los Angeles, saltuariamente decido o mi chiede di seguirlo nelle sue trasferte di lavoro, per lo meno non in quei casi, che non richiedono più di un mese d’assenza dalla Wammy’s House. Alle volte mi sembra di essere un fastidio e Lui non sempre a tempo da concedermi, così questa volta ho deciso di rimanere qui all’orfanotrofio e contemporaneamente non lo farei preoccupare inutilmente per questi incubi che sto facendo in quest’ultimo periodo.

Per esempio questa notte, a differenza delle altre dove sognavo quel mostro nero, ho sognato di Mello, Near, Matt e Linda. Sono gli orfani con cui ho più confidenza qui dentro, dopo i miei bambini.

Adesso solo a pensarci ho paura di incrociarli in un qualsiasi luogo dell'istituto.

Nel mio sogno partiva tutto come una giornata tranquillissima qui all'orfanotrofio, ma si concludeva nel modo più brutto e amaro che potessi immaginare. Vedevo questi quattro ragazzini tutti in piedi sui rami di un gigantesco albero che non ho mai visto e non c'è nel nostro giardino, era più somigliante a un baobab. Li chiamavo, ma il loro sguardo su di me era severo e spento. Pian piano tutti iniziano a buttarsi giù dall'albero e l'ultimo a cadere fu Near, che prima di gettarsi mi parla "Guarda brucia. Questo posto è l'inferno mascherato in un tenero paradiso. Sarà la nostra, la sua e la tua rovina." Poi abbassa i suoi occhi gelidi su di me “Saremo legati alla morte.” Mentre il ragazzo si accinge a cadere giù, riesco solo ad urlare un 'no' e voltandomi sento il fragoroso rumore del divampare delle fiamme, le urla strazianti di tutti i bambini e ragazzini.

La Wammy's House completamente a fuoco!

Al solo ricordare questo sogno mi sento mancare la terra sotto i piedi, mi sembra di sentirmi portare via per le braccia a forza dalla mia casa, mi sembra di perdere la sensibilità del mio intero corpo.

Spero che questo momentaccio finisca presto, non ce la faccio più a sopportare queste brutali visioni. Oltre tutto mi lasciano addosso una stanchezza assurda, a volte mi sveglio ancora più stanca di quando sono andata a dormire.

Improvvisamente sento delle risate familiari venirmi incontro, sposto il viso dal riflesso del vetro della finestra, intravedo il caschetto biondo di Mello e il rosso vivo dei capelli di Matt.

"Che c'è Belle? Anche oggi hai visto un fantasma o hai un calo improvviso di zuccheri?" Mello mi prende in giro con un mezzo sorrisetto sarcastico in volto.

"Mello, certo che hai il tatto di un elefante in una cristalleria." Afferma Matt guardandolo un po' di sottecchi e sorridendo prosegue " E pensare che Belle ti piace. Che avresti detto o fatto se non ti fosse piaciuta?"

"Sta zitto! Non è vero!" Mello irritato, appena rosso in volto, prende Matt strattonandolo e fa per andare via, ma rispondo comunque alla dispettosa domanda che mi ha posto poc’anzi.

"Tranquilli ragazzi, va tutto bene. Non ho visto né fantasmi, né ho cali di zuccheri. Anzi se devo dire la verità oggi sto proprio bene!" poi io continuo infierendo con dolcezza su Mello " E poi anche tu mi piaci Mello."  Il mio sorriso è smagliante, quel ragazzino mi aveva fatto scordare le brutte sensazione di pochi minuti prima. "Ora però filate in classe la signorina Wright non ammette i ritardi, lo sapete. Sono già le otto e un quarto, è il caso che andiate." Anche se, sia Mello che Matt, hanno ben poco da imparare.

Non mi stupirei se un giorno, entrando nella loro aula, li trovassi seduti in cattedra a spiegare fisica applicata ad una classe di elementi misti, ovvero dove un 30% solo capirebbe ciò che stanno dicendo, mentre il restante 70% brancolerebbe nel buio. La filosofia di Wammy, fin dalla più tenera età dei nostri orfani, è di non dividerli in categorie. I più dotati e quelli meno, di non far sentire meno intelligenti, i meno talentuosi, i comuni, di non far peccare di presunzione i più geniali, perché potrebbero trasformarsi in altro, in  qualcosa che non potrebbe contribuire al bene della società, ma nuocere e basta. Lascia scorrere quei speciali intelletti nel fiume di normalità, vuole che apprezzino anche le persone ordinarie, vuole che i migliori conoscano quello che dovranno proteggere un giorno.

Sono loro che dovranno ereditare quel titolo un giorno.

"Ok, tu invece? Anche oggi con i mocciosi?" Afferma Mello con fare saccente e con le mani incrociate dietro la nuca.

"Finiscila Mello. Anche tu sei ancora un moccioso." Lo prendo in giro e sorridendo mi dirigo verso le Small classes*. Mentre Vedo i due ragazzi allontanarsi mi accorgo che negli ultimi due anni sono cresciuti molto,  sopratutto in statura.

Appena entro nella mia aula, tutto è già sotto sopra e i bambini fanno un chiasso assurdo. Sono su di giri.

Oggi è Halloween e dovrò trovare qualcosa da fargli fare attinente a questa giornata. Per fortuna che ieri avevo chiesto a Roger di portarmi una decina di piccole zucche che teniamo piantate nella nostra serra, così oggi li aiuterò ad intagliarle e a farli spassare un po'. Almeno finché non arriveranno le sei del pomeriggio e allora inizierà il vero caos, perché vorranno vestirsi tutti, giocare a fare mostri e fantasmini, mangiando dolciumi e mele caramellate.

In tutto questo tempo alla Wammy's House, non c'è solo una volta in cui io abbia mai pensato di festeggiare Halloween diversamente. E' così che voglio viverlo e celebrarlo. Non ho bisogno di feste e balli, il vero divertimento, per me, sta in questo piccolo focolare familiare, sereno e semplice. Mi piace decorare la classe con festoni neri e arancio. Attaccare, con la piccola e  lentiginosa  Marion, gli adesivi alla finestra di gatti neri, pipistrelli e streghe in groppa alla scopa. Adoro guardare disegnare la creazione che John Hall scolpirà sulla sua zucca, nonostante lui non sia granché abile nella manualità, è molto più abile nei calcoli e nelle cose ragionate, ma mi piace vederlo impegnarsi così per qualcosa che non è nei suoi talenti.

Il tempo è volato, sono arrivate le fatidiche sei del pomeriggio e nemmeno me ne sono accorta. Le inservienti, che qui sono molto più simili alla figura della tata, prendono i bimbi e li portano nella sala dello svago, dove lì inizieranno a vestirsi e festeggeranno.

Così avrò un po' di respiro e potrò rilassarmi. Spesso mi succede di finite le lezioni con un leggero cerchio alla testa e fisicamente non sono un portento, devo staccare un po’.

Fortunatamente posso scegliere se unirmi ai giochi della festa o semplicemente mangiare dolciumi e osservare l'allegra atmosfera che mi circonderà. Sono così contenta che non riesco a contenere il mio buon umore.

Come poteva essere possibile che in quel sogno, avessi sentito quelle parole malvagie sulla mia Wammy's House?

E' proprio vero. Certe volte i brutti sogni sono solo creatori di cattivi stati d'animo, basta non farsi influenzare. Dovrei essere un po' più distaccata, proprio come fa Lui.

Intenta a raccogliere i ritagli di carta, nel tentativo di riordinare la classe, mi sento chiamare a squarcia gola. "Belle! Belle, vieni!" Matt si affaccia  di slancio sulla porta dell'aula e con in viso un'espressione preoccupata.

"Che succede Matt? Perché  sei così agitato?" Interessata lascio i fogli tagliuzzati sulla cattedra e mi avvicino a lui.

"Vieni!" Il ragazzino mi afferra per un polso e mi trascina fuori in giardino.

Mentre i miei passi e quelli di Matt calpestano rumorosamente il fogliame secco a terra, noto una piccola folla di ragazzini, quasi tutti componenti delle Middle classes*, sotto la quercia che da proprio di fronte la stanza dove Lui risiede qui alla Wammy's House.

Sempre di più incuriosita mi lascio tirare verso il tronco, ma non ho un buon presentimento.

Il vociare dei ragazzi mi insospettisce e quando arriviamo a destinazione intravedo dei codini biondi spuntare fuori da un alto ramo dell'albero. Ad occhio e croce l’altezza si aggira sui cinque metri.

"Oh, cavolo! Ma come avete fatto?!" Mi divincolo dalla presa di Matt e alzo la testa in su per guardare il guaio che era in atto.

"Linda, lo aveva detto che non ci voleva salire." La voce ovatta e timida di  Catherine della sezione M-3* tenta di spiegarmi la situazione.

"Mello!" Urlo e il ragazzino, unico punto nero nella calca, si mostra subito. Un casino del genere non poteva averlo causato nessun’altro se non lui.

"Perché la colpa dev’essere sempre la mia? Semplicemente le ho solo detto che lei non sarebbe stata in grado di arrampicarsi e di far vedere a Near quanto fosse brava nel farlo... e lo è stata, solo che poi non è riuscita a scendere." Il ragazzino mi parla con tono di voce più maturo del solito e molto composto, si infila le mani delle tasche dei suoi pantaloni neri e mi guarda negli occhi.

"Mello! Devi smetterla con questa smania di sfidare e fare scommesse con le persone per metterle alla prova. Almeno non in questi frangenti. Quante volte te lo avrà ripetuto Roger!" Respirando agitata distolgo il mio sguardo da Mello e lo riporto su Linda. Quel mostriciattolo sa quanto a Linda piaccia Near e ha fatto leva su questo suo punto debole per farla incespicare nel suo giochino. " Dove diavolo è Roger?"

"Non c'è. E' uscito per fare qualche commissione burocratica dei nuovi arrivati, ma dovrebbe essere di ritorno a breve." Inaspettatamente mi arriva da lontano la voce piatta di Near che mi da le spiegazioni che non avrei voluto sentire e mi stupisce il fatto che sia li con noi, invece di essere rintanato come sempre da qualche parte a fare giochini intelligenti…ah, giusto! Sala svago occupata dal baccano e contatto con le persone. E’ già una forza quando mi permette di accarezzagli la testa come si fa ad un animale selvatico e in cattività. Di gran lunga preferisce stare qui a vedere come si districa la situazione.

"Perfetto! Adesso come facciamo a far scendere la piccola Linda?" Sono nel pallone e sono furiosa più che mai con Mello. Per di più  vorrei salire su per prende la ragazzina, ma soffro di vertigini, ho una fifa assurda dell'altezza.

Come posso fare?! Poi ricordo del sogno fatto questa notte e rabbrividisco. Non voglio che quella ragazzina si faccia male, non voglio che la Wammy's House diventi un posto triste e malinconico per via di una bravata che si potrebbe trasformare in un fattaccio da ricordare negli annali dell’istituto. Già un precedente c'era stato! Anzi ce ne sono stati! Wammy morirebbe di crepa cuore se succedesse una cosa del genere.

Fulminea ricordo che nel vecchio magazzino vicino alle aule delle Middle classes, ho visto riporre dei vecchi materassi in disuso, tolti e sostituiti con dei nuovi una settimana prima.

Sarebbero perfetti per un salvataggio d'emergenza.

"Matt, Mello e qualche altro di voi ragazzi, andate a prendere i vecchi materassi che sono chiusi nel ripostiglio vicino la vostra aula, se necessario fatevi aiutare da qualche adulto. Portateli qui. Sbrigatevi! Non sappiamo quanto Linda potrà resistere." Decisa mi avvicino alla superficie legnosa del tronco e continuo a parlare rivolgendomi a Linda. "Linda, non muoverti. Rimani ferma così come sei e tutto andrà bene. Adesso vengo a prenderti."

"S...sì, Belle..." La piccola ragazza con voce tremante sporge appena il viso per guardarmi, ma con prudenza. Le braccia e le gambe sono agguantate al ramo su cui è bloccata, le sue calze lillà in lana sono strappate sul ginocchio destro, le lacrime le solcano il viso pulito e contratto dal timore.

"Belle, se vai anche tu là sopra rischierete di cadere insieme. Nemmeno tu ami l'altezza." Near, conoscendo da tempo la mia fobia mi fa notare con freddezza, che avremmo potuto farci del male in due.

Titubante stringo i pugni e provo a calmarmi. Near ha così maledettamente ragione e sembra che quelle parole mi siano state dette da Lui. Tenta di farmi ragionare lucidamente nonostante l'angoscia  mi attanagli facendomi affondare le unghie nel legno poroso.

Nel frattempo finalmente arrivano i materassi smessi e li sistemo con Matt e Mello sotto il punto in cui c'è il ramo a cui Linda è aggrappata.

Faccio per iniziare ad arrampicarmi, poi mi sento bloccare per un braccio, mi volto e trovo Mello che molto serio mi guarda" Ferma. Ho causato io questo casino e adesso lo risolvo." Poi guarda in alto e continua mormorando " E poi spiaccicata a terra non mi piaceresti molto. Sopratutto Lui, non me lo perdonerebbe mai e magari mi toglierà pure la possibilità di essere il suo successore."

Meravigliata lo guardo a bocca aperta.

Non credevo che Mello potesse essere capace di tanta maturità  e determinazione, al punto di sacrificarsi per risolvere una situazione pericolosa come quella.

"Ma...nemmeno Lui, me la perdonerà se ti succederà qualcosa…" Mello, non mi permette di obiettare oltre e mi spinge via. E’ diventato anche più forte fisicamente.

Mello in maniera agile si arrampica sull'albero e raggiunge il ramo dove si trova Linda, si sistema a cavalcioni e prende con cura un braccio della ragazzina. Le parla con attenzione e le dice cosa fare guardandola dritta negli occhi. Quel ragazzino perde facilmente le staffe in alcune occasioni, ma quando si tratta di farti pensare e agire al meglio, è l’unico che riesca a farlo così bene, al punto d’infonderti sicurezza diretta come una scossa elettrica.

Linda lo segue nei movimenti piano e incerta. Anche se i suoi gesti sono tremolanti, si percepisce che lo ha perdonato e che si fida di quel che gli sta dicendo di fare.

Ad un certo punto però, la ragazzina guarda sotto di noi e inizia a sussultare ancora più forte, giusto il tempo di voltarsi al richiamo di Mello, che fa perdere l'equilibrio a entrambi.

Il flash back del mio sogno torna a scuotermi, faccio per andare a prenderli mentre li vedo cadere, il cuore sembra fermarmisi, il mio timore però viene placato dal vederli atterrare sofficemente abbracciati, sani e salvi sui vecchi materassi.

Mi è sembrato di vivere la scena a rallentatore.

Apprensiva mi getto in ginocchio vicino ai morbidi strapunti "State Bene? Dio mio. Mi avete tolto dieci anni di vita!"

Mello con ancora Linda tra le braccia alza il capo "Belle, finiscila di frignare."

Anche in questa insolita circostanza Mello riesce a farmi sorridere e ancora scossa mi guardo alle spalle. Ho terribilmente paura di rivedere la tremenda visione che avevo visto nel mio incubo ed è bello constatare che la Wammy's House è integra, imponente e sicura come lo è sempre stata.

"Ora andate in infermeria. Subito..." Sospiro di sollievo vedendo i due ragazzini rialzarsi tutti interi dal soffice salvataggio d'emergenza e poi proseguo alzandomi a mia volta, pulendomi le ginocchia dal terriccio " Mello, ovviamente questa bravata la racconterò a Roger e non aspettarti uno sconto di pena."

"Figurati, per quel che me ne importa." Allontanandosi Mello tiene per mano Linda, ancora molto turbata e che con la mano libera asciuga alla bell'e meglio le lacrime. Insieme a loro, anche il piccolo gruppo di spettatori si allontana verso l’orfanotrofio e solo io, con Matt e Near rimaniamo a contemplare la calma dopo le tempesta appena scampata.

"Ad ogni modo Linda non è stata molto intelligente nel fare questa stupidaggine suggerita da Mello. Non è così che potrei notarla. Davvero elementare come tentativo." Near, vedendo la questione risolta nel migliore dei modi, inizia ad avviarsi anche lui per rientrare nell'orfanotrofio. Lo vedo stringersi nella sua bianca tenuta, fatta da una larga camicia e dei pantaloni altrettanto larghi. Nonostante la temperatura fuori inizi a scendere e a farsi un po’ più rigida, lui sembra non accusarla, sembra diventarne parte.

Matt, dopo averlo sentito parlare in quel modo freddo, prende in viso un’espressione molto contrariata, mentre io controbatto "Sai Near, non dovresti essere sempre così duro. Sai benissimo che lo ha fatto per te. Sì, è vero per farsi notare da te. Forse ha sbagliato il modo, ma dovresti almeno riflettere su altro, non nel gesto in sé, che è errato, ma sul fatto che ci tiene a te in una maniera molto particolare, speciale. Sono queste le persone di cui potrai fidarti sempre nella vita. Tu saresti in grado di essere così Near?"

Sareste in grado, tu e Mello, di essere Lui?

Near si volta a guardarmi e abbassa di poco il viso a riflettere sulle mie parole, poi si gira di nuovo e continua per la sua strada rimettendosi in cammino verso casa.

Nell’aria l’odore del legno bruciato nei camini dell’istituto, mi rilassa improvvisamente, lo respiro a fondo e sento di essere parte anch’io di questo affidabile nucleo. Il modo di chiedere aiuto di Matt, la preoccupazione di Mello per me, Near che ascolta ciò che ho da dire, riuscendolo a incuriosire almeno un po’, Linda che sarebbe stata disposta ad affidarmi la sua incolumità, perché sapeva che l’avrei salvata. Loro si fidano di me, ma mi sento comunque un po’ scoraggiata.

Dopo un’ora buona, esausta, rientro nella mia classe. Sono completamente sola e mettendomi a sedere davanti a uno dei piccoli banchi, sento i rumori ovattati dei festeggiamenti di Halloween nella sala sottostante la stanza in cui mi trovo. Di fronte a me ho la mia zucca, che avevo scavato ancora prima che arrivasse la disperata richiesta d'aiuto di Matt. Ho riposto i suoi semi da parte, torneranno utili per essere piantati a Marzo.

Il disegno che ci ho fatto sopra è molto elementare, ho solo disegnato una faccia da gatto e a guardarla non farebbe paura a nessuno. Almeno nel fare il suo disegno,  John Hall è stato molto più bravo di me.

La sera è calata completamente e presa com'ero nel finire di fare la mia zucca, nemmeno noto che intorno a me tutto si è oscurato.

Prendo tre piccoli lumini in cera, che avevo riposto vicino agli accessori da usare per l'intaglio a lavoro ultimato. Li accendo e li inserisco all'interno della cavità liscia dell'ortaggio.

Il risultato è affascinante, la luce viene intensificata e colorata dell'arancio della zucca, ma la sfumatura si avvicina molto di più al rosso. Ora osservando il muso di gatto scolpito sulla facciata, sembra aver acquistato un aspetto più tetro e spiritato. In effetti mi mette un po' di soggezione ora.

Giro la zucca e punto il riflesso della luce verso la parete che ho di fronte.

Il muso di gatto copre buona parte del muro, gli enormi occhi taglienti  con al centro le sottili orbite feline, sono ammalianti e maligni, la bocca sorridente e aguzza sembra volermi mangiare da un momento all'altro.

Somiglia proprio a quella specie di mostro nero che ho sognato tempo fa.

Intorno a me è tutto buio e c'è solo la mia jack o'lantern* a fare luce nella stanza.

Tutto questo somiglia a...

"Una seduta spiritica il giorno d'Halloween?" La sua voce familiare e sensuale mi sveglia da

quel suggestivo torpore simile ad un'ipnosi.

Voltandomi in direzione della porta lo vedo.

Alto, come sempre nella sua postura leggermente ricurva, ma estremamente ferma e forte su di Lui. I capelli scuri diventano un tutt'uno col buio. La mani nelle tasche dei suoi jeans slavati, sembra che da un momento all’altro possa tirarci fuori delle caramelle. Avvolto da quella semi oscurità non riesco a distinguere il suo volto e la sua maglia bianca cattura la luce aranciata della mia zucca.

Lo osservo ferma , non mi aspettavo che sarebbe tornato e che mi comparisse lì davanti, ma rimango comunque statica a guardarlo, come quando si ammira una statua per capire il senso nascosto dei suoi immobili gesti. Non importa quante volte lo scruti, per me assume qualcosa di nuovo ogni volta che in maniera diversa mi compare davanti.

"Più o meno. Il mio, forse, era più un tentativo di esprimere un desiderio o fare un incantesimo." Distolgo lo sguardo da Lui e chino il capo osservando i rilievi tondeggianti della zucca.

Si chiude la porta della classe dietro e mi raggiunge, prende una delle piccole sedie allontanate scompostamente dai banchi e ci si rannicchia sopra sedendomi molto vicino.

"E ha funzionato?" Mi chiede curioso poggiando appena il dito indice sul labbro inferiore.

"Direi di sì." Rispondo voltandomi verso di Lui e aprendo un leggero sorriso, accentuato poi dalla mia timidezza.

Rimane a guardarmi e non riesco a staccargli gli occhi di dosso, la mia espressione è diventa concentrata e riflessiva, la sua affilata e penetrante, lo sento avvicinarsi al mio viso, alla mia bocca, il suo respiro anticipa il movimento languido delle sue labbra che prendono le mie. Chiudo gli occhi e rimango a sentirlo sperando che contini.

Si allontana di poco da me, rimanendo fermo. Gli piace restare in quella condizione di sospensione. "Com'è andata in mia assenza?" Bisbiglia la sua voce intensa a pochi centimetri dal viso.

"Credo che prima o poi uno dei tuoi successori mi ucciderà, L." Sussurro studiando le sue labbra e osservando i lati della sua mascella. Scrutando il suo collo, posso vedere il battito regolare del suo cuore guardando una vena che lo attraversa.

"Allora potrei farti anch'io lo stesso effetto." L, si scosta un po' di più e osserva la proiezione sulla parete davanti a noi.

"E' appurato da tempo che effetto mi fai..." Dico ridendo leggermente e continuo "Mello ha una vena d'incoscienza senza pari. A volte le sue scelte sono sì, studiate, ma quando agisce è devastante. Oggi per poco non ammazza Linda facendola cimentare nell’arrampicata estrema di una quercia e Near di fronte al fatto non ha avuto il minimo tatto, la cosa non l'ha minimamente portato ad agire in aiuto della poveretta. Sono un disastro. Io sono un disastro, non sono stata capace di metterli in moto per risolvere insieme il problema, come mi ha detto di fare Roger tempo fa. Pensando solo al fatto che possano entrare in conflitto, mi metto ancora di più in allarme. Se loro, pensano solo per poco all'idea di collaborare, sembra innalzarsi una barriera spessa che avvolge e coinvolge perfino le persone che hanno intorno. Questo potrebbe mettere in pericolo qualcuno in futuro. Io odio il fatto che potrebbero esserci vittime collaterali solo perché non possono semplicemente sopportarsi..." un sospiro nervoso mi interrompe ma L finisce la mia frase.

"E odi anche il fatto che due persone ancora così giovani, immature, sebbene più che intelligenti, possano sostituire me. Correre pericoli simili ai miei. Anzi tu non vuoi che nessuno mi sostituisca."

Nervosamente sposto il mio sguardo dal suo viso al muro davanti a noi, ma non sto guardando il malvagio gatto proiettato. Semplicemente soffro perché L ha trasposto i miei pensieri nella sua voce.

“Ora capisco perché non riesci ancora a scegliere.” Abbasso gli occhi sulle mie mani congiunte, poggiate sul minuto banco davanti a me. In questo momento mi sembra di percepire perfettamente le frustrazioni di L riguardo la questione ‘Successori’.

"L..." Lui si gira appena lo chiamo, gli bacio la guancia calda e morbida, il mio naso tocca i suo spigoloso zigomo. Spostandomi vedo la sua espressione sorpresa per il mio improvviso cambiamento d’ atteggiamento "Buon Compleanno L."

Lo vedo riprendersi da quella leggera meraviglia e tornare ad un volto pigro, come se avessi preso un argomento superfluo, a cui non tiene parlare.

Calma, inclino curiosa il capo per guardarlo in faccia “L, che cosa non ti piace del giorno del tuo compleanno?”

“Beh, al di fuori del fatto che per me è una scusa come un’altra per mangiare la torta, non ha niente che mi esalti così tanto da volerlo festeggiare.” L, punta i suoi occhi sulle sue mani che giocherellano con alcuni pezzettini tagliuzzati di carta pesta aracione e che sono poggiati sul piccolo banco davanti a noi, poi riproietta le iridi sul riflesso della parete e le vedo rispecchiare vispe la luce ramata. Le palpebre gli si abbassano di poco e gli occhi appaiono quasi assenti "Per venti quattro anni ho sempre passato questo giorno in modo lineare, senza particolari cerimonie e non che mi disturbino, a me piace osservare il movimento di un festeggiamento, ha il suo fascino, ma vivo molto più serenamente questa ricorrenza così, sentendola scorrere…” Lo vedo interrompersi e pesare la prossima frase “ Forse qualcosa che non amavo molto, prima che tu comparissi, era il fatto che fossi sempre solo con Watari. Non che lui non sia una compagnia fidata o che sia noiosa, ma da quando ti conosco questo giorno a preso molto più risalto.”

Chinando il capo in maniera schiva, abbozzo un sorriso. Quanto mi piace il fatto che riesca a dirmi certe cose, senza scadere nella scontatezza più assoluta. E' come se riuscisse a farmi sentire ciò che pensa con accenni di parole ben precise e tutto il resto me lo lascia percepire come un’emanazione invisibile, in maniera ancora più diretta e completa.

“Belle, alla fin fine tutto questo è solo una rotazione del globo terrestre, monotona, noiosa e puntuale. Che cosa può avere di così rilevante?” L, distoglie gli occhi neri dalla proiezione luminosa e mi guarda serio in cerca della risposta. Le sue occhiaie sono ancora più scure in questa strana atmosfera evanescente, creatasi in una banale aula delle Small class.

“Lo so che sei sempre stato solo e forse per questo non ci trovi niente di speciale nel voler celebrare, ma ti assicuro che guardandoti io non ci trovo nulla di monotono o noioso in questo giorno. Per me è un giorno importante, perché esisti tu, perché ci sei in questo mondo. A  me piace la tua idea di voler passare un compleanno tranquillo e senza cerimonie eclatanti. Per esempio, io adoro passare Halloween così, con te, qui fermi alla luce di questa Jack o’lantern a parlare, con il fermento e la leggera paura di veder comparire un fantasma da un momento all’altro, sperando che ti spaventi almeno un po’…” comincio a sorridere, probabilmente non si sarebbe spaventato per così poco.

“Ma io ho davvero paura dei fantasmi.” L, mi guarda con gli occhi appena sbarrati, dalla sua faccia buffamente e falsamente ingenua, capisco perfettamente che si sta prendendo gioco di me. So di quali fantasmi ha davvero paura e sono tutto forche spiriti fatti di nulla, sono fantasmi concreti, molto reali.

A volte a paura di somigliarli, ma io non credo a questa sua considerazione di sé.

Avvicinandomi al suo orecchio avanzo pian piano la mia proposta “L, allora faremo così. Ogni 31 di Ottobre festeggeremo Halloween e il tuo compleanno come piace noi. Niente sciocchezze chiassose o altre banalità che ci infastidiscono. Solo tu, io, una torta e una Jack o’lantern a farci compagnia qui alla nostra Wammy’s House.”

Lo sento muoversi e poggiare la sua guancia alla mia “Va bene. Ci sto.” Mormora sensualmente al mio orecchio. In un istante sento il mio cuore accelerare, la sua mano mi prende la guancia e Lui scompone di poco la sua instabile postura rannicchiata. “Però adesso mangiamo la torta?” Il suo tono è seducente nell’espormi la sua innocente richiesta.

“Tutto quello che vuoi L.”

Invasa da delle sensazioni stregate mi lascio baciare ancora e perfino il muso malizioso del gatto proiettato sulla parete, ritorna ad essere meno spaventoso e addirittura molto più gradevole. In quell'aula delle Small classes, il mio mondo e quello di L, era diventato improvvisamente multiforme, brillante e indeterminato.

 

                    

 

                                        Buon Compleanno L.

 

 

 

 

Ciao a tutti!

Eccomi qui con una one shot di buon compleanno a L.

Lo so, è in pratica più  un capitolo extra di Sushine ( per chi avesse letto la storia sa di cosa parlohttp://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=866597), ma mi andava ( e mi mancava) di scrivere della vita alla Wammy's House e infilarci in mezzo le mie strambe idee, come la geniale idea delle Small e Middle classes*.

In pratica ho pensato che le Small classes, sono quelle classi dei più piccoli, diciamo dai 3 ai 11 anni, mentre le Middle classes comprendono i ragazzi dai 12 ai 18 anni. Queste 'classes' sono divise a loro volta in sotto classi (ovvero prima, seconda, etc.... quindi S-1, S2, o M-3, M4, etc…). Lo so, un idea cretina direi u__u,  ma mi piace pensare che la Wammy's House non avesse le classi e sezioni come siamo abituati a concepire noi nei nostri sistemi scolastici ;).

Tornando al discorso "capitolo extra" posso dire che ho leggermente reso Belle meno piagnucolona e un po' più reattiva (ultimamente rileggendo SunShine, mi sono accorta che era ingestibile come ragazza e che L avrebbe dovuto lasciarla subito XD), sebbene ho voluto comunque  che il suo personaggio rimanesse tale, quindi le ho lasciato sempre quella paura, quel bel panico che le piace  sentire e far sentire a tutte voi XD ahahahaha.

Che dire, spero che questo spicchio di vita alla Wammy's House, nel giorno di Halloween, vi sia piaciuto, spero che questa one shot porti i nuovi lettori a leggere Sunshine ( dato che qui non ho spiegato molto) e spero che i lettori che mi seguono da un po’ mi possano perdonare per averli tediati di nuovo con la stessa pappa XD.

Detto questo, vi ringrazio moltissimo per essere stati/e qui a leggere e spero di aggiornare presto la mia Wrong Direction.

 

Baci Baci KiaraAma

   
 
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