Piccole macchie rosse, soffici e vellutate,
accarezzavano il pavimento, creando un
percorso che veniva illuminato solamente
da piccole fiaccole appese ai decrepiti muri.
Dipinti li decoravano e qualche ragnatela
faceva capolino tra gli angoli più reconditi
di quell’antica fortezza.
Il vento trovava rifugio in quelle ampie stanze,
alte e abbandonate, fischiando tra gli spifferi,
producendo un suono terrificante.
La luna piena illuminava timidamente i lunghi
ed interminabili corridoi dai finestroni giganteschi
in pietra che dominavano le pareti, portando così
un lieve bagliore anche nell’ultima camera del
castello, dove due anime cercavano di placare
la propria sete di sangue.

 

I’m dying again
I’m going under
Drowning in you
I’m falling forever
I’ve got to break through
I’m going under

L’aria sapeva di dolore, passione, sofferenza,
una pozione letale, che mandava fuori di testa
chiunque, che permetteva all’odio di guidare
ogni azione facendola sembrare un’eterna e
piacevole tortura.
Sotto quella luce oscura tutto era visibile,
perfino ciò che si cercava di nascondere nei
tetri angoli del proprio cuore.
Le sue labbra scarlatte, piene e lucide
parlavano, anche se la sua voce non proferiva
alcun pensiero, quegli occhi verdi domavano
su quel viso bianco costernato da capelli biondi
che incorniciavano un malizioso sorriso.
Il corpetto nero le stringeva il busto ed una
gonna ad ampie volute le accarezzava le gambe.
Aveva seguito quei petali, consapevole di quello
che sarebbe accaduto, ma non importava; quando
lui voleva qualcosa la otteneva sempre

Telling me to go
But hands beg me to stay
Your lips say that you love
Your eyes say that you hate

Le melodie cupe dell’organo accompagnavano
la sua attesa, liberando la mente dai contorti
pensieri che lo affliggevano, scandendo il tempo
che sembrava non passare mai in quella notte
buia dove regnavano solo la luna e le poche stelle.
La porta cigolò producendo un suono straziante che
interruppe le tristi note; era lì, con quell’aria aulica
e severa, mista alla curiosità sprigionata dai suoi
occhi che tendevano a nasconderla.
La fissò, con un mesto sorriso dipinto in volto,
voglioso di lei, del suo profumo, di quelle labbra,
della sua anima che solo quando si toccavano
emergeva, così da poterla leggere in tutte le sue
infinite pagine, formando un tomo che recitava
dolore, sofferenza e solitudine.
Lei era solo questo: un libro da scoprire che
andava capito da se, perché da solo non avrebbe
mai parlato.

In my fears and flaws
I let myself down again
All because
I run
Till it puts underground
Till I have no breath
And no roads left but one

G/E

Salve a tutti! Scusate per la mia lunga assenza
ma la scuola, i genitori rompicoglioni e la stanchezza
non lasciano scampo a nessuno.
Questa è la fic per halloween ed è un’iniziativa del
forum http://moschenere.forumfree.it/ .
Alla prossima! Baci, Grell :3