Fanfic su artisti musicali > Beatles
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Autore: BlueJayWay    31/10/2012    2 recensioni
"< Come fai a dire che è orribile? Togli una A e diventa Paul, vuoi dirmi che Paul è un nome orribile? >
< Dipende da chi lo porta > rispose prendendo in mano un elastico e cominciando a passarsi le dita tra i capelli "
Note: Questa fic l'ho scritta qualche anno fa, e l'ho postata in piccola parte su un forum dedicato ai Beatles, ora ho deciso di riprenderla e revisionarla completamente, spero di riuscire anche ad arrivare ad una conclusione (che non c'è mai stata).
Buona lettura a tutti.
Blue Jay Way
Genere: Comico, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: George Harrison, John Lennon , Nuovo personaggio, Paul McCartney , Ringo Starr
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti! Come preannunciato in precedenza ho deciso di riprendere alcune mie vecchie FF e rivisitarle. Non posso preannunciare nulla su come si svolgeranno i fatti, spero che questo primo capitolo vi piaccia, comunque sia.
Buona Lettura!
Blue Jay Way! 



La ragazza si pettinò ancora una volta i lunghi capelli scrutandosi attentamente allo specchio.
< Mamma mia, ho un aspetto orribile! > disse sospirando e guardando Suzanne, che era seduta sul letto attorniata da una pila di libri e di fogli volanti. Suzanne alzò gli occhi verso di lei alquanto perplessa.
< Finiscila di ficcarti in testa certe idee strane, certo che a volte sei assurda sai? Ti preoccupi dei tuoi capelli quando stai per andare ad un concerto! Non voglio credere che tu sia una di quelle ragazzine esagitate che sperano in un bel matrimonio con uno di loro, Paula! >
La ragazza dai capelli nerissimi, al sentirsi chiamare Paula aggrottò le sopracciglia e guardò in modo minaccioso l’amica, attraverso la specchiera, posta in un angolo strategico della stanza.
< Non chiamarmi Paula! Lo sai bene che mi irrita > protestò con voce scocciata < Chiamami Iris! Quello è il mio nome! >
La riccia rise di gusto scuotendo la testa, amava vedere quell’irritazione nella faccia dell’amica.
< No tesoro, il tuo secondo nome è Iris, ma sappiamo tutte che il primo è Paula, solo che tu, non si sa perché, lo odi…> rise ancora coprendosi il viso paffutello con il libro.
La ragazza si voltò di scatto verso di lei e buttò a terra il pettine con rabbia.
< Smettila! Basta! Iris è il mio nome I-r-i-s. Ho i miei buoni motivi per non voler essere chiamata Paula…è orribile > accompagnò il termine con una smorfia del viso.
Suzanne lasciò cadere il libro a terra continuando a ridere.
< Come fai a dire che è orribile? Togli una A e diventa Paul, vuoi dirmi che Paul è un nome orribile? >
< Dipende da chi lo porta > rispose prendendo in mano un elastico e cominciando a passarsi le dita tra i capelli.
< E poi sarei io quella esagitata! E comunque hai detto una cavolata…> continuò legandosi i capelli in una lunga coda di cavallo.
< Non ti conviene, potrebbero acchiapparti da dietro e strapparti tutta la chioma! > disse subito l’amica che in quel momento sembrava intenzionata in tutti i modi a far diventare pazza Iris.
La provocazione finalmente arrivò fino in fondo e Iris si avvicinò minacciosa verso il letto, dove l’amica la guardava, ansiosa di subire la vendetta. Iris si lanciò sull’amica cominciando a farle il solletico ovunque, finché la ragazzina, sotterrata dal suo peso, non alzò bandiera bianca.
Il letto era ancora più in disordine di prima e molti libri erano caduti a terra. Le due ragazze ripresero fiato.
< Tutta la mia cultura buttata all’aria in questa maniera > commentò la riccia con espressione esausta e divertita.
Iris la guardò abbracciandola. < Sai una rompiscatole, però mi dispiace che tu non possa venire. I biglietti li avevamo, tu invece, no. Hai deciso di avere un esame proprio domani mattina, e quel che è peggio, è che sei decisa a farlo! >
< Certo che sono decisa a farlo, è una cosa importante…>.
< Più importante di un concerto dei Beatles? E poi sarei io quella pazza! >
Suzanne alzò le spalle sospirando < Hai sicuramente ragione, ma non posso farci nulla >.
< Come no? Non ti presenti e basta. Vieni! Cosa t’importa, tanto per studiare hai studiato! >
In tutta risposta l’amica la spinse via dal letto cominciando ad incitarla.
< Ora smettila e vai! Almeno tu, che non hai altri pensieri per la testa, vai e divertiti! Divertiti anche per me >
< Mi sembra difficile divertirsi anche per te. Dovresti avere pure sensi di colpa, con quello > indicò un biglietto appoggiato sul comodino < Hai negato ad un’altra persona di poter andare al concerto! >
< Certo, o io o nessuno > rise la moretta < Sicuramente sarebbe finito in mano una pazza scatenata >.
< Siamo tutte pazze scatenate> commentò Iris cominciando ad indossare il cappotto.
< Spero per te che riuscirai a sentire almeno un accordo di chitarra > continuò Suzanne ridendo.
< Lo spero anch’io, intanto io li vedrò > al dire questo le sue guancie chiare presero un colorito rossastro e gli angoli delle labbra le si arricciarono verso l’alto. Gli occhi trasognati, di chi ancora non riusciva a realizzare quello che sarebbe successo.
< Non infierire! Chissà magari capiterà un’altra occasione > Suzanne riprese il suo libro in mano e cominciò a sfogliarlo senza guardare le pagine.
< Illusa! >
< Be’ cosa vuoi che ti dica, abbiamo i dischi ascolterò quelli >.
< Non è esattamente la stessa cosa Suz, anzi non lo è per niente! E poi ne abbiamo solo due > aggiunse guardando i quarantacinque giri appoggiati come trofei accanto al piccolo giradischi.
< Quelli ci possiamo permettere, poi quando guadagneremo un po’ di più, ne prenderemo altri! >
< Il giorno del mai? > Iris si legò una sciarpa al collo. Si avvicinò al giradischi e prese i preziosi cimeli infilandoli con molta attenzione nella sua borsa. Erano entrambi regali che si erano fatte a vicenda.
< Non essere così pessimista, Paula! Comunque, se riesci a farteli autografare sei un genio >.
< Paula fará del suo meglio! > ribatté guardandola con convinzione.
< Vai adesso, fai un po’ la pazza che ti fa bene, e mi raccomando, gli autografi! >
< Però, mi dispiace davvero lasciarti qui da sola in questa specie di casa a tre stanze soffocata da centinaia di libri…>.
< Via! Quella è la porta, usala per uscire e andare al concerto! Altrimenti non riuscirai nemmeno a vederli se arrivi troppo tardi e sarai solo schiacciata dalla ressa! Spicciati Paula! >
< Non, mi, chiamo, Paula! > ribatté aprendo la porta della stanza che dava direttamente all’uscita, tramite una scalinata a chiocciola di ferro. L’aria fredda si fece sentire subito e la ragazza strinse le braccia al petto. Diede un ultimo sguardo all’amica
< Allora ciao! >
< Ciao Paula! > Suzanne rise, e dopo essersi sistemata al meglio sul letto, riprese lo studio.
Iris chiuse la porta dietro di se e si precipitò giù per le scale che traballarono sotto di lei. Appena toccò terra, si mise a correre più velocemente possibile, aprendo le braccia e riprendendo quel sorriso d’incredulità e soddisfazione, agitazione e felicità che aveva avuto pochi minuti prima e per tutto l’arco della settimana passata. La sua lunga coda di cavallo svolazzava sbattendo prima su una spalla poi sull’altra. Chi l’avrebbe vista in quel momento, l’avrebbe sicuramente scambiata per una pazza, o meglio, molti avrebbero pensato, “Ecco un’altra esagitata che sta andando a vedere i Fab Four!"
  
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