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Autore: xingchan    01/11/2012    3 recensioni
Un drago, un ragazzo ed un demone donna.
La compagnia di Nerima coinvolta in un rito centenario.
In Cina.
Dove nessuno di loro avrebbe voluto tornare.
(Post manga)
Genere: Azione, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Nuovo personaggio, Ranma Saotome, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Il Pugnale'
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Casa Tendo, ore 5.00

Strani rumori avevano fatto capolino in casa, suscitando il risveglio non tanto tranquillo di una giovane ragazza che abitualmente porta lunghi capelli che le scendono sinuosamente sulla spalla: Kasumi.

Avendo timore della presenza sconosciuta, e non volendo disturbare la sorella più piccola, si avviò verso la camera di Ranma per controllare il piano di sotto sentendosi al sicuro. Si strinse nella vestaglia lilla con le mani affusolate che le tremavano. Aprì la porta della camera che il ragazzo con il codino condivideva con suo padre, il signor Genma.

-Ranma?-. Lo scosse leggermente. Anche se era spaventata a morte, non voleva di certo svegliarlo di soprassalto! Lo mosse ancora, sperando che stavolta si sia destato del tutto.

-Mmm...Akane...lasciami...dormire...-. Afferrò il cuscino con più forza, deformandolo.

-Ranma, svegliati, sono Kasumi! Per favore, verresti con me di sotto? Sento dei rumori provenire dalla cucina! Ho paura...-.

Il giovane si alzò a sedere. -Kasumi! Hai detto...rumori?-.

-Esatto...-. Ranma si massaggiò la testa, cercando di connettere nonostante il sonno...

-Ma...che ore sono?-. Gli fu risposto le cinque del mattino.

Lasciò il suo futon ed agguantò la torcia che le porgeva la ragazza. Sentì lui stesso il chiasso mentre scendevano le scale, un baccano causato da...oggetti metallici? -Avevi ragione...vengono dalla cucina!-. Kasumi accennò un'affermazione con il capo, ancora visibilmente preoccupata. Ranma si affacciò alla porta che dava direttamente davanti ai fornelli e scorse la figura esile e leggermente in ombra di Akane. Le puntò la luce della torcia contro, stringendo i denti e tranquillizzando Kasumi, invitandola a riconoscere l''intruso'; poi, prima che la fidanzata si accorgesse della sua presenza, diede bruscamente la fonte di luce alla più grande delle sorelle e si nascose dietro la porta con un volto deformato stile 'Urlo' di Munch.

Per la miseria! Non poteva essere avvelenato proprio quel giorno! Era ancora troppo giovane e bello per morire!

-Akane, che stai facendo?- le chiese Kasumi con una punta di nervosismo.

-Aaaaahh, non lo vedi? Sto cucinandooooo!!!!!!!! Lasciami solaaaaa-.

Kasumi sospirò, avendo scoperto il motivo di tanto baccano, e tornò a letto. Ranma si era chiuso a chiave nella sua stanza, preparandosi al peggio per la sua incolumità fisica. Mai e poi mai avrebbe rimangiato quelle orrende pietanze che gli cucinava quella vita larga di Akane! Riuscì a stento a prendere sonno, resosi conto del pericolo che stava correndo il suo stomaco.

Erano arrivate le sette e trenta. Ranma cominciava a lasciare il suo amato futon per vestirsi e recarsi a scuola. Non notò niente di strano, di sospetto, finché non fu davanti al cancello della scuola.

Prima di varcare la soglia dell'edificio, Akane lo informò della sua nuova 'creazione culinaria'. Lui rispose borbottando ed imprecando fra i denti, ma lei sembrò non accorgersene, cullata dalla convinzione che almeno quel giorno Ranma avrebbe mangiato volentieri il suo 'riso con... pesce e cioccolato'?!

 
Liceo Furinkan, ora di pranzo.

-Ranma, ti odiooo!!! Sparisci dalla mia vista!-. Akane era fuori da ogni possibile traccia di significato che si possa associare all'espressione 'mantenere la calma'. Quel ragazzo la stava esasperando sempre di più, rifiutando malamente il pranzo che la piccola Tendo gli aveva preparato con tanto...amore?!

O forse era veemenza, quella? In ogni caso doveva aspettarsela una reazione del genere, che sciocca era stata!

-Non capisci che morirò se mangio quelle orribili schifezze che tu hai la faccia tosta di chiamare cibo? Non ne posso più dei tuoi capricci da ragazzina, chiaro?!-.

Ora aveva attraversato il limite! Lo aveva già oltrepassato da molto, ormai...

-Finiscila, stupido! Non voglio più vederti!!-.

-Sai che novità! Lo dici di continuo!! E sai una cosa? Neanch'io voglio più vedere la tua faccia, maschiaccio!!-.

Ora la ragazza era a dir poco in fiamme dalla rabbia e dalla frustrazione. Non avrebbe sopportato quell'individuo un minuto di più!!

Lo guardò, con un dannato sforzo di mantenere saldo il suo orgoglio, e scappò via, nonostante la fine della pausa pranzo e le ore di lezione che aveva davanti per completare la giornata scolastica.

Non voleva dirigersi a casa, altrimenti vi avrebbe trovato il padre che, con le lacrime agli occhi, l'avrebbe tempestata di domande riguardanti il suo burrascoso 'fidanzamento' e... anche quell'insensibile idiota di Ranma..

Nel frattempo il ragazzo l'aveva lasciata andare via, pensando che qualche minuto da sola le avrebbe rinfrescato le idee, anche se... che diavolo le aveva detto?

Che non voleva più vederla?

Si rabbuiò, spaccando il tronco di un albero del giardino della scuola con un pugno ben assestato. Si guardò intorno, notando gli sguardi degli altri studenti riversi su di lui.

Era quasi convinto che la ragazza avrebbe fatto ritorno subito, grazie al suono della campanella.

Quasi...

Ma la giovane Tendo non si presentò alle lezioni!

Doveva essere a casa, concluse Ranma. A sfogare la sua ira su quella sorta di spaventapasseri con il codino...

Che testarda...

Alle 15 corse verso casa, sperando di trovarla al dojo, con l'intenzione di scusarsi. Era convinto che se lui non avrebbe fatto il primo passo quella scema non l'avrebbe degnato di uno sguardo per tutta la serata!

La palestra era chiusa a chiave, e dentro era stranamente silenziosa...

Si affacciò verso l'interno della stanza della ragazza a testa in giù, sorreggendosi con i piedi.

Ma nemmeno lì.

Contemporaneamente Nabiki fece per entrare in casa, sgranocchiando distrattamente un biscotto, ma alzò il capo quando notò il ragazzo appeso davanti alla finestra della sorella. Lui si voltò nella sua direzione, sperando con tutto se stesso che fosse Akane, ma si disilluse subito quando si rese conto che era la secondogenita. Saltò giù, atterrando davanti alla ragazza. -Senti, Nabiki... Hai.... Hai visto Akane?-.

-No... So che è scappata via a metà giornata per il tuo solito comportamento da idiota...- gli rispose distrattamente.

Allora egli entrò di gran fretta in cucina, dove trovò la dolce Kasumi intenta a tagliare la verdura. -Akane è tornata?-.

Lo guardò perplessa. -No... Ma non era con te?-.

Ranma abbassò la testa. -N-No...-.

Strinse i pugni. Non era da lei sparire in quel modo. Avrebbe sicuramente avvisato qualcuno.

Si precipitò al soggiorno, interrompendo il gioco dei due padri.

-Signor Soun! Papà! Avete visto Akane?- domandò con il fiato corto.

-No, ma... non dovevi essere con lei?-. Soun intuì che la sua bambina si era persa.

Prese le sembianze di un drago furente, ingrossando la sua testa... -Raaaaanmaaaaaaaa!!!!!!! Dov'è la mia piccola Akaneeeeee?????-.

Il ragazzo era ancora agitato e non lo stava nemmeno a sentire. Accennò un -Ora non ho tempo, scusi!- e fuggì verso le vie di Nerima, sperando di incrociarla, anche solo per sbaglio. Correva, non era sicuramente il momento di prendersela comoda, cominciò a pensare...

Si fermò al parco. Se Akane non era là, non sapeva proprio dove andare a pescarla... O forse sì? Decise di controllare se si fosse rintanata dal dr. Tofu.

-No, Ranma... Mi dispiace, oggi non l'ho vista...-.

-Non importa, grazie lo stesso...- disse voltandosi per proseguire la ricerca.

-Ma che è successo? Avete litigato ancora?-.

Ranma serrò la mascella. Lasciò lo studio, salutando l'uomo.

Ora era davvero in ansia. Se Akane si fosse cacciata nei guai, se la sarebbe vista davvero brutta.

Continuando a correre, arrivò ai confini che separavano il suo quartiere dagli altri.

Che cosa poteva fare?

Si accusò della sua cocciutaggine. Se la ragazza non si faceva viva, era soltanto per colpa sua.

***
Era in un posto che lei non aveva mai visto.

Doveva essere uscita dal quartiere di Nerima. In quel momento desiderò che Ranma fosse accanto a lei, riportandola a casa.
Scacciò immediatamente quel lampo di pensiero.

No!

Non voleva più vederlo! Mai più!

Se la sarebbe cavata da sola!

Alzò lo sguardo verso il cielo. Il sole stava lentamente tramontando e le ombre rossastre stavano invadendo l'asfalto e il creato.
Cominciava a fare freddo.

Ma a lei non interessava. Continuava a camminare, senza meta, finchè, pensò, non si sarebbe mortalmente stancata.

Un turbine di vento gelido invase la strada che stava percorrendo. Si strinse, cercando di farsi forza e proseguire. Ma la sferzata divenne un violento uragano che, con un fulmine, colpì la giovane, fondendo il suo corpo rendendolo immateriale...

Le sue cellule si ricomposero un momento più tardi, facendola rinvenire.

Non fece in tempo a spiegarsi cosa le era accaduto che sentì una lama trapassarle il cranio, l'ultima sensazione prima di scivolare su se stessa priva di sensi.
 
 
 
 


  
  
Ciao! Vi sarete sicuramente accorti che ho cancellato la storia per ripostarla.
I capitoli che erano già stati pubblicati li ho salvati sulla pen-drive per modificare qualcosa. Mi sono resa conto che non mi piaceva il mio stile di scrittura e che in questo periodo ho cambiato di molto la descrizione dei pensieri.
La storia rimarrà simile, e cercherò di postare i 7 capitoli per farvi continuare da dove eravamo.
Farò il possibile affinchè si arrivi al più presto al capitolo num. 8!
Spero che coloro che mi stavano seguendo non prendano a male la mia decisione.
Per quanto riguarda il film, beh… continuerò a considerarlo come un’ispirazione!
Grazie! ^-^
   
 
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