*Questa fanfic contiene alcune scene di
carattere violento e alcune relative al sesso. Non
sono particolarmente eccessive e descrittive, tuttavia chi pensasse di poter
non sopportare questo genere di situazioni, è pregato di non continuare a
leggere.*
Il morso del serpente
CAPITOLO
1
Una mano rosa
e aggraziata sbucò dal groviglio di lenzuola viola, andando alla ricerca del
secondo cuscino, finito chissà dove in quella che, qualcuno, avrebbe definito
la cuccia di un cane, più che il letto di una ragazza. Un mugolio infastidito,
provenne da sotto le coperte e la mano corse lungo il tessuto morbido, fino ad
incontrare il legno duro della bacchetta, proprio accanto al cuscino.
In un
istante, una seconda mano, molto più pallida e ruvida, bloccò il polso pronto
ad agitare la bacchetta e una risatina sarcastica e pungente risuonò nel
silenzio della camera da letto, rotto solo dal cinguettio di qualche uccellino
rompiscatole.
Da sotto le
lenzuola, sbucò dapprima una chioma rosso sangue e qualche attimo dopo il
visetto sbattuto e pallido di Ginevra Weasley. Gli occhi azzurri, ancora
semichiusi e appannati dalla stanchezza, tentarono più volte di aprirsi del
tutto, inutilmente.
Quando finalmente, la ragazza fu in grado di focalizzare la vista, su chi le
teneva ancora -fastidiosamente- fermo il braccio, si disse che avrebbe di gran lunga preferito evitare di averlo fatto.
Davanti a
lei, seduto sul suo letto, Draco Malfoy la fissava divertito.
"Che-diamine-vuoi?" Scandì bene le parole, cercando di
capire il perché di quella intrusione così mattiniera
da parte del biondino, che sapeva perfettamente quanto tardi fosse andata a
letto la sera prima, dal momento che erano insieme alla riunione indetta nella
Sala Principale.
Gli occhi
grigi del ragazzo brillarono di divertimento. "Oh nulla. Solo vedere la
tua faccia inferocita al mattino presto, dopo una
notte passata quasi in bianco... è un vero buongiorno per me."
Ginny
sbadigliò, mettendosi a sedere e togliendosi di dosso la coperta, rivelando
quella che aveva tutta l'aria di essere una sottoveste bordeaux, con i bordi in
pizzo nero. "Aspetta che... yawn... mi
sia ripresa da questo bel risveglio e il buongiorno te lo do io!"
Replicò furiosa.
"Weasley..."
Si apprestò a commentare il giovane, incrociando le braccia al petto e
squadrandola con aria di sufficienza. "Non dovresti andare in giro conciata così, sai bene che tipo di gente gira qui
intorno... finirà che qualche giorno qualcuno approfitterà di
te..."
La rossa posò
sul comò di legno la spazzola, con cui fino a quel momento si stava spazzolando
i capelli ormai lunghi oltre le spalle e si avvicinò con passo leggiadro al
biondino. "Dì, Malfoy... vuoi essere tu, il primo? Perché... è questo,
quello che pensano, visto e considerato che passi gran
parte delle tue mattine qui, con me, prima di andare in missione."
Draco ghignò
sornione, scostando la mano che la ragazza aveva posato sulla sua guancia
pallida e fredda. "No, mia cara... provo solo un
gusto sadico nel disturbarti la mattina presto."
Ginny gli
fece una linguaccia bambinesca e arricciò il nasino costellato di efelidi. "Me ne sono accorta, Malfoy dei miei
stivali!!" Si infilò velocemente nel bagno del
suo mini appartamento, sfuggendogli.
Pochi minuti
dopo, mentre se ne stava immersa nella vasca, cercando di riprendersi da quel
risveglio più che brusco, sentì chiaramente un "a più tardi" e la
porta che sbatteva violentemente, nel solito gesto di delicatezza del
biondino.
Sorrise
furbescamente e si immerse ancora di più nel liquido saponato, afferrando la bacchetta e accendendo la radio con
un incantesimo. Sapeva che c'era il rischio che si addormentasse nella vasca,
ma sapeva altrettanto bene che per sua fortuna, quel mattino, non aveva
impegni. Lo sapeva anche Draco, pensò amaramente imbronciandosi, peccato
che godesse davvero troppo nel svegliarla molto
presto.
Uscì dopo un
po', avvolgendo il corpo ormai da donna, in un accappatoio blu e legando le
lunghe ciocche rosse con una clip dentata, asciugandosi alcune gocce d'acqua
che scivolavano leste sul collo marmoreo. Faceva un caldo tremendo e quindi,
indossato un semplice vestitino corto rosso scuro, a mo di sottoveste, aprì le
finestre della stanza che fungeva da camera da letto e da salotto, lasciando
entrare un po' di aria, non propriamente fresca.
"Colazione!"
Esclamò, prendendo posto al tavolino, correlato di quattro sedie, in metallo,
che andava a completare quella stanza multi funzioni.
Fortuna che in quel residence che avevano creato, lavoravano gli elfi
domestici! Questo faceva risparmiare loro tempo e fatica.
Immediatamente,
un vassoio contenente un bicchiere di succo di zucca, un piatto di uova strapazzate e pancetta e un muffin,
comparve sul tavolo metallico. Contenuto che... pochi minuti dopo, era già
stato spazzolato.
Stirò la
schiena, allungando le braccia in aria e lasciò andare di scatto, abbandonando
la testa all'indietro e ascoltando la nuova canzone delle Sorelle Stravagarie, che in quel momento stavano promuovendo alla
radio.
Un forte
bussare alla porta, la distrasse.
"Chi
è?" Domandò, evitando di aprire subito la porta e impugnando saldamente la
bacchetta in una mano. Si accostò al legno, per osservare dallo spioncino;
ottima e comoda invenzione babbana.
Dall'altra
parte, la voce giunse ovattata. "Sono Theodore, dai apri..."
Ginny sbuffò
scocciata e aprì con uno scatto secco, facendo sussultare l'ospite sulla
soglia. Lo guardò, palesemente irritata dalla sua presenza là, e con un gesto
del braccio lo esortò ad entrare, sempre controvoglia.
Theodore Nott, una delle persone più invadenti ed appiccicose del
giro. Però... tutto sommato, c'era anche da dire che, per quanto impiccione fosse, era anche l'unica persona con cui si potesse avere un
dialogo intelligente e non frustrante. Un ragazzo colto, di
buona famiglia, purosangue ovviamente, ma non assetato di potere come i suoi
simili e soprattutto... non assetato di donne. L'unica nota negativa di
quel ragazzo, invadenza a parte, era la sua netta somiglianza con Draco Malfoy.
Somiglianza che si mostrava specialmente in alcuni lati del carattere: quali
l'arroganza, la superbia e la convinzione di essere
gli unici esemplari di essere umano perfetti, presenti sulla faccia della
Terra.
"Che hai, Ginevra? Ti vedo... nervosa!"
La rossa
parve sorpresa. "Oh ma dai! E tu come ti
sentiresti, se di primo mattino, qualcuno venisse a scocciarti, dopo che tu hai
dormito sì e no tre ore?" Si sedette stancamente su un piccolo divanetto
nero, posto di fronte ad un televisore babbano.
"Malfoy..."
Replicò conciso il biondino. "Ah però!" Prese a
fissarsi intorno, scrutando l'arredamento della casetta della giovane collega.
"Ah
però... che?"
Theodore
sorrise. "Beh, credevo che avessi arredato il mini
appartamento come tutti gli altri. Mobili antichi, tende pregiate,
armi... invece qua noto che è tutto in stile moderno.
Non ero mai entrato in casa tua, ora che ci penso!"
"Sì, di
solito mi comunichi qualcosa sulla soglia della porta e corri via, sei sempre
super impegnato..." Ridacchiò Ginny, accavallando
le lunghe gambe bianche. "Piuttosto... cosa ti porta, qui?"
"Ah sì,
dunque... mi mandano a dirti che la riunione di stasera, è stata spostata di
un'ora." Le annunciò, continuando a sorriderle.
"Almeno avrai tempo di riposare un po' nel pomeriggio, sempre che non
vengano a disturbarti ancora, ma... ora che ci penso, come diavolo fa ad entrare in casa tua? Gli hai dato le chiavi?"
Ginevra
inarcò un sopracciglio, perforandolo con uno sguardo eloquente. "Theodore,
te l'ha mai detto nessuno, che di primo mattino sei sveglio e
astuto come un colibrì? Siamo maghi, non ha certo bisogno di una chiave
per entrare in casa mia... e poi stai parlando di Malfoy..."
"Ah...
sì, giusto..." Mormorò flebile, alzandosi e aprendo la porta di casa.
"Ora devo proprio scappare, a stasera, Ginevra!"
Non appena la
porta si fu chiusa e lei ebbe udito i passi del collega, allontanarsi, si alzò,
prendendo un libro dalla biblioteca, provvista di ogni
tipo di tomo inerente alle arti magiche e oscure. Le capitò tra le mani un
oggetto fin troppo familiare. Un libro dalla rilegatura nera
e spessa, ormai vecchio, dalle pagine ingiallite e consunte. Il diario
del Signore Oscuro. Se l'era
fatto restituire dal signor Malfoy, qualche tempo dopo essere arrivata al
residence.
Le sue labbra
si incurvarono in un sorriso strano, mentre si sedeva
nuovamente sul divanetto, con ancora tra le mani quel diario e ricordava
l'effetto che le aveva fatto il suo arrivo in quei posti. Si aspettava che
sarebbe stata portata in un maniero inquietante, avvolto da nubi oscure e energia negativa. Invece si era ritrovata in un residence,
certo... non era esattamente un posto da eden, questo no, ma le sembrava
alquanto strano che Lord Voldemort, si servisse di un
normale palazzo, attorniato da numerose palazzine tutte intorno, in cui
ospitava i suoi Mangiamorte più vicini, quelli di cui aveva bisogno 24 ore su
24.
Ricordava
ancora la faccia stupita della famiglia Malfoy, dei Lestrange e di Marcus
Flitt, convocati dallo stesso Signore Oscuro, non
appena Codaliscia l'aveva condotta a palazzo. L'unico che nel mezzo pareva poco
stupito era il biondino, quello che era stato un acerrimo nemico fino alla fine
del suo sesto anno, quando il ragazzo aveva concluso
la scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts... Draco Malfoy. Quando lo rivide,
dopo un annetto buono in cui aveva perso i contatti
con l'ex Serpeverde, notò che l'arroganza dipinta sul suo volto e la superbia,
scintillante nei suoi occhi grigi, erano aumentate a dismisura e non le fu
difficile intuire che fosse diventato uno dei pupilli di Colui-che-non-deve-essere-nominato,
a giudicare dal modo con cui si comportava con lui.
Nessuno, e
meno che mai nessuna, dei suoi colleghi Mangiamorte, aveva voluto stringere
rapporti con lei. Sebbene fosse una purosangue, era pur sempre considerata una
stracciona babbanofila, sorella e amica di numerosi Auror dell'Ordine della
Fenice, nonché ex fidanzata di Harry Potter... il
bambino sopravvissuto. Gli unici colleghi che l'avevano avvicinata, le avevano
dimostrato apertamente cosa volessero in realtà da
lei... e cioè i suoi favori. Che lei, come era
logico, non era disposta a concedere a nessuno, ragion per cui preferiva
mantenersi distaccata da tutti gli altri.
E se qualcuno
avesse mai potuto pensare che a lei questa situazione
dispiacesse, si sbagliava. Sapeva sin dall'inizio che non sarebbe stata accolta
bene, in quel posto, ne era consapevole, ma era
altrettanto sicura che avrebbe mostrato a tutti di che pasta era fatta e del
perché si trovava lì... perché, che ancora nessuno aveva capito.
Questo
perché, rifletté più volte, di motivi per cui aveva
deciso di intraprendere la strada sbagliata ce n'erano vari. Non solo
uno. Forse troppi. Alcuni importanti e di rilevanza
straordinaria, altri probabilmente trascurabili. Motivi suoi, comunque, che aveva preferito continuare a nascondere, a
tutti. Nessuno escluso.
E Merlino
solo sapeva cosa le era costato dover conquistare il rispetto del Signore Oscuro che, non conoscendo le ragioni di quel
voltafaccia non riusciva a fidarsi di lei. Ma...
d'altronde come spiegare che la timida, innocente e buona Ginevra Weasley,
aveva deciso di sua spontanea volontà di unirsi a lui?
"Weasley..."
Una voce la
riportò al presente.
Aprì a fatica
gli occhi, color del cielo, sbattendo più volte le palpebre pesanti. Voleva
dormire ancora. Non le andava proprio di svegliarsi, di nuovo. Sbadigliò piano,
coprendosi la bocca con una mano e avvertendo la bocca impastata. Si accorse di
essere distesa sul divanetto, con il diario che le solleticava il viso, a pochi
centimetri dalla pelle. Si tirò su, stirando i muscoli della schiena e
coprendosi immediatamente le gambe con quel pezzo di stoffa, che osava definire
abito.
Imbronciò le
labbra color ciliegia e riuscì finalmente a concentrarsi sulla persona china
davanti a lei. "Draco, ma lo fai apposta?" Mugolò con tono
rassegnato. "Ho ancora sonno, dai, lasciami riposare un po'..."
Il ragazzo sorrise beffardo e si alzò, puntellandosi sulle ginocchia.
"Caffè!"
In pochi istanti, un delizioso profumo solleticò le narici di Virginia,
che parve riprendersi dal torpore, almeno in parte. Traballò un po' e raggiunse Draco,
comodamente seduto al tavolo, intento a versare lo zucchero in una delle due
tazze di caffè fumante.
"Ma che ore sono?" Domandò confusa, passandosi una mano
tra i capelli sconvolti.
Lui la
osservò, con le sopracciglia inarcate e scosse la testa. "Sono le otto,
Weasley! Mi meraviglio di te, addormentarsi così... te l'ha mai detto nessuno
che quando hai sonno, hai riflessi lenti? E' pericoloso per una Mangiamorte."
Ginevra
contrasse il viso in una smorfia. Odiava quel suo modo di fare arrogante e
presuntuoso. "E a te l'ha mai detto nessuno che sei
un grandissimo rompipalle?!"
Le labbra
rosate del biondo, si curvarono in un ghigno sprezzante. "No, è una tua prerogativa,
Weasley."
"Ah
ecco, povere stolte quelle che si infilano nel tuo
letto..." Mugugnò, trangugiando il liquido nero e caldo, ancora in piedi,
dritta di fronte a lui. Posò la tazza sul tavolino e si voltò, dirigendosi
verso l'armadio.
"Chi
disprezza vuol comprare, mia cara Weasley... ricordalo sempre!" Ribatté
sicuro Draco.
Ginny non lo
ascoltò neppure. Incurante della presenza del ragazzo, si sfilò velocemente
l'abitino rosso fuoco, restando in completo intimo rosa. Frugò un po' nel
guardaroba e afferrò la divisa. Un tutone
nero, aderente, correlato da una cerniera sul davanti, senza maniche e con i
pantaloni lunghi.
"Oddio
che strazio!" Si lamentò, infilando la tuta e richiudendola con
attenzione, per non far capitare la stoffa sintetica nei dentini della
cerniera. "Come si fa a portare questo coso in piena estate? E' una
sauna portatile!"
"Più che
altro..." Puntualizzò il biondo, con la tazza di
caffè in mano e una spalla appoggiata al muro di divisione, accanto
all'armadio. "Mi domando come puoi cambiarti con tanta nonchalance
in mia presenza, Weasley... sono pur sempre un uomo."
Ginevra
sollevò lo sguardo su di lui, interrompendo per un attimo l'allacciamento dei
pesanti anfibi neri, alti fin sotto al ginocchio e
riservandogli un'occhiata sconvolta. "Oh... beh sai com'è, vivo a contatto
con talmente tanti Mangiamorte perennemente in calore, che tu al confronto mi
sembri totalmente innocuo."
Malfoy posò
la tazza, che pochi istanti dopo svanì assieme a quella della rossa. La guardò
serio, con una luce di malizia negli occhi grigi. "Se lo dici tu..."
"Ma tu
non devi vest-" Si interruppe,
notando che il ragazzo di fronte a lei, già indossava la sua divisa, uguale
alla sua, se non per la parte superiore della tuta, che era dotata di giro
manica, invece che di bretelline.
Si diresse
spedita in bagno, pettinandosi i lunghi capelli rosso fuoco e legandoli in una
coda alta, comoda e soprattutto, molto fresca. Dal soggiorno-camera da letto,
le giunse la voce di Draco, che la intimava di muoversi o avrebbero fatto tardi
a cena e successivamente, alla riunione indetta.
Quando uscì
dalla stanzetta da bagno, coi capelli legati e un
lieve filo di trucco sul viso, il Mangiamorte la fissò qualche istante,
completamente serio, prima di passarle il mantello nero, dotato di cappuccio.
"Mi
domandavo..." Incominciò, guardandola dritta negli occhi. "...che ci fa una come te, qui?"
Ginevra
sbuffò e avvertì il Marchio Nero bruciare, era il primo segnale di avvertimento. Quando l'orario in cui era stata stabilita una riunione si avvicinava, il Signore Oscuro, li
avvisava ogni ora facendo loro pizzicare il braccio.
"Me
l'hai già chiesto, Draco... sei monotono."
Rispose acida, prendendo ad allacciarsi il mantello. "Non c'è una ragione,
è stata una mia scelta... ti dà così fastidio che io sia
qui?!"
Il ragazzo sorrise sarcastico, mantenendo il tono pungente e cattivo. "Sì...
molto, a dir la verità."
Aprì la porta
e la fece accomodare fuori, seguendola e affiancandosi in seguito.
"Spiacente,
dovrai sopportare la mia presenza ancora a lungo, suppongo..."
Fece lei sardonica, con tanto di linguaccia, aumentando il passo e
addentrandosi lungo i corridoi angusti, illuminati da torce, che conducevano al
palazzo principale, senza il bisogno di uscire nel parco circostante.
Incredibile
come si trasformasse quel posto, di sera.
Tacquero per
un po', fino a quando non furono in prossimità della Grande Sala Ottagonale,
luogo di ritrovo dei Mangiamorte per la cena e molto vicina alla Sala delle
Riunioni.
Ginevra
allungò la mano sulla maniglia, controllando di non aver dimenticato armi e
bacchetta, ma il braccio di Draco la bloccò.
"Spero
solo di non averti influenzato coi miei racconti,
Weasley..." Le disse serio, scrutandola nuovamente negli occhi, luccicanti
in maniera sinistra.
La rossa
scosse la testa, studiandolo come se fosse impazzito di colpo. "Ma cosa vai a pensare!! Ora per favore, entriamo, ho fame...
e si sta facendo tardi."
Una voce gelida,
sibilante... li accolse nella Sala, già occupata da quasi tutto l'esercito di
Mangiamorte. "Buonasera... miei giovani fedelissimi."
Continua...
Note dell’autrice: Eccomi qua con una nuova storia. Il pairing
sembrerebbe palese, è vero, ma no... vi consiglio di non cantar vittoria troppo
presto, in quanto, sebbene come personaggi io abbia
messo Draco-Ginny, sono presenti un po' tutti i nostri personaggi preferiti (e
non).
Ringrazio di cuore, le persone che mi
hanno ispirato questa storia: Marcycas - The Lady Of Darkness, Ryta Holmes e Lynn Wolf.
Ringrazio il mio PC, che sopporta i
miei continui tic tic sulla tastiera.
Ringrazio mia madre... che mi sopporta
in generale, tra ff, musica sparata a palla,
caratterino di merda...ecc...ecc.
Ringrazio la mia persona speciale,
perché esiste, perché è costante fonte di ispirazione
(prendetevela con lui anche, dunque >.<) e perché... è anche un esempio
per me, che scrivo, essendo lui bravissimo a tradurre qualsiasi tipo di
pensiero e/o emozione, in parole *-*
Detto questo, vi
prego di recensire, per farmi sapere se volete che continui questa storia o
meno. Se non
riceverò almeno una decina (anche di più, se ci tenete alla pelle NdDraco Eh adesso non c'allarghiamo
-.-'' NdLuna) di recensioni, lascerò perdere questa
idea e la cancellerò. Inutile continuare a scrivere una cosa che non piace, no?
^^
A voi l'ardua sentenza...
Alla prossima ^^
Luna Malfoy.