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Autore: Luna Malfoy    23/06/2004    23 recensioni
Di motivi per cui aveva deciso di intraprendere la strada "sbagliata" ce n'erano vari. Non solo uno. Forse troppi. Alcuni importanti e di rilevanza straordinaria, altri probabilmente trascurabili. Motivi suoi, comunque, che aveva preferito continuare a nascondere, a tutti. Nessuno escluso.
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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*Questa fanfic contiene alcune scene di carattere violento e alcune relative al sesso. Non sono particolarmente eccessive e descrittive, tuttavia chi pensasse di poter non sopportare questo genere di situazioni, è pregato di non continuare a leggere.*

 

 

 Il morso del serpente

 

CAPITOLO 1 

 

Una mano rosa e aggraziata sbucò dal groviglio di lenzuola viola, andando alla ricerca del secondo cuscino, finito chissà dove in quella che, qualcuno, avrebbe definito la cuccia di un cane, più che il letto di una ragazza. Un mugolio infastidito, provenne da sotto le coperte e la mano corse lungo il tessuto morbido, fino ad incontrare il legno duro della bacchetta, proprio accanto al cuscino. 

 

In un istante, una seconda mano, molto più pallida e ruvida, bloccò il polso pronto ad agitare la bacchetta e una risatina sarcastica e pungente risuonò nel silenzio della camera da letto, rotto solo dal cinguettio di qualche uccellino rompiscatole. 

 

Da sotto le lenzuola, sbucò dapprima una chioma rosso sangue e qualche attimo dopo il visetto sbattuto e pallido di Ginevra Weasley. Gli occhi azzurri, ancora semichiusi e appannati dalla stanchezza, tentarono più volte di aprirsi del tutto, inutilmente. 
Quando finalmente, la ragazza fu in grado di focalizzare la vista, su chi le teneva ancora -fastidiosamente- fermo il braccio, si disse che avrebbe di gran lunga preferito evitare di averlo fatto. 

 

Davanti a lei, seduto sul suo letto, Draco Malfoy la fissava divertito. 

 

"Che-diamine-vuoi?" Scandì bene le parole, cercando di capire il perché di quella intrusione così mattiniera da parte del biondino, che sapeva perfettamente quanto tardi fosse andata a letto la sera prima, dal momento che erano insieme alla riunione indetta nella Sala Principale. 

 

Gli occhi grigi del ragazzo brillarono di divertimento. "Oh nulla. Solo vedere la tua faccia inferocita al mattino presto, dopo una notte passata quasi in bianco... è un vero buongiorno per me."

 

Ginny sbadigliò, mettendosi a sedere e togliendosi di dosso la coperta, rivelando quella che aveva tutta l'aria di essere una sottoveste bordeaux, con i bordi in pizzo nero. "Aspetta che... yawn... mi sia ripresa da questo bel risveglio e il buongiorno te lo do io!" Replicò furiosa. 

 

"Weasley..." Si apprestò a commentare il giovane, incrociando le braccia al petto e squadrandola con aria di sufficienza. "Non dovresti andare in giro conciata così, sai bene che tipo di gente gira qui intorno... finirà che qualche giorno qualcuno approfitterà di te..."

 

La rossa posò sul comò di legno la spazzola, con cui fino a quel momento si stava spazzolando i capelli ormai lunghi oltre le spalle e si avvicinò con passo leggiadro al biondino. "Dì, Malfoy... vuoi essere tu, il primo? Perché... è questo, quello che pensano, visto e considerato che passi gran parte delle tue mattine qui, con me, prima di andare in missione."

 

Draco ghignò sornione, scostando la mano che la ragazza aveva posato sulla sua guancia pallida e fredda. "No, mia cara... provo solo un gusto sadico nel disturbarti la mattina presto."

 

Ginny gli fece una linguaccia bambinesca e arricciò il nasino costellato di efelidi. "Me ne sono accorta, Malfoy dei miei stivali!!" Si infilò velocemente nel bagno del suo mini appartamento, sfuggendogli. 

 

Pochi minuti dopo, mentre se ne stava immersa nella vasca, cercando di riprendersi da quel risveglio più che brusco, sentì chiaramente un "a più tardi" e la porta che sbatteva violentemente, nel solito gesto di delicatezza del biondino. 

 

Sorrise furbescamente e si immerse ancora di più nel liquido saponato, afferrando la bacchetta e accendendo la radio con un incantesimo. Sapeva che c'era il rischio che si addormentasse nella vasca, ma sapeva altrettanto bene che per sua fortuna, quel mattino, non aveva impegni. Lo sapeva anche Draco, pensò amaramente imbronciandosi, peccato che godesse davvero troppo nel svegliarla molto presto. 

 

Uscì dopo un po', avvolgendo il corpo ormai da donna, in un accappatoio blu e legando le lunghe ciocche rosse con una clip dentata, asciugandosi alcune gocce d'acqua che scivolavano leste sul collo marmoreo. Faceva un caldo tremendo e quindi, indossato un semplice vestitino corto rosso scuro, a mo di sottoveste, aprì le finestre della stanza che fungeva da camera da letto e da salotto, lasciando entrare un po' di aria, non propriamente fresca. 

 

"Colazione!" Esclamò, prendendo posto al tavolino, correlato di quattro sedie, in metallo, che andava a completare quella stanza multi funzioni. Fortuna che in quel residence che avevano creato, lavoravano gli elfi domestici! Questo faceva risparmiare loro tempo e fatica.

Immediatamente, un vassoio contenente un bicchiere di succo di zucca, un piatto di uova strapazzate e pancetta e un muffin, comparve sul tavolo metallico. Contenuto che... pochi minuti dopo, era già stato spazzolato.

 

Stirò la schiena, allungando le braccia in aria e lasciò andare di scatto, abbandonando la testa all'indietro e ascoltando la nuova canzone delle Sorelle Stravagarie, che in quel momento stavano promuovendo alla radio. 

 

Un forte bussare alla porta, la distrasse. 

 

"Chi è?" Domandò, evitando di aprire subito la porta e impugnando saldamente la bacchetta in una mano. Si accostò al legno, per osservare dallo spioncino; ottima e comoda invenzione babbana. 

 

Dall'altra parte, la voce giunse ovattata. "Sono Theodore, dai apri..."

 

Ginny sbuffò scocciata e aprì con uno scatto secco, facendo sussultare l'ospite sulla soglia. Lo guardò, palesemente irritata dalla sua presenza là, e con un gesto del braccio lo esortò ad entrare, sempre controvoglia. 

 

Theodore Nott, una delle persone più invadenti ed appiccicose del giro. Però... tutto sommato, c'era anche da dire che, per quanto impiccione fosse, era anche l'unica persona con cui si potesse avere un dialogo intelligente e non frustrante. Un ragazzo colto, di buona famiglia, purosangue ovviamente, ma non assetato di potere come i suoi simili e soprattutto... non assetato di donne. L'unica nota negativa di quel ragazzo, invadenza a parte, era la sua netta somiglianza con Draco Malfoy. Somiglianza che si mostrava specialmente in alcuni lati del carattere: quali l'arroganza, la superbia e la convinzione di essere gli unici esemplari di essere umano perfetti, presenti sulla faccia della Terra. 

 

"Che hai, Ginevra? Ti vedo... nervosa!"

 

La rossa parve sorpresa. "Oh ma dai! E tu come ti sentiresti, se di primo mattino, qualcuno venisse a scocciarti, dopo che tu hai dormito sì e no tre ore?" Si sedette stancamente su un piccolo divanetto nero, posto di fronte ad un televisore babbano. 

 

"Malfoy..." Replicò conciso il biondino. "Ah però!" Prese a fissarsi intorno, scrutando l'arredamento della casetta della giovane collega.

 

"Ah però... che?"

 

Theodore sorrise. "Beh, credevo che avessi arredato il mini appartamento come tutti gli altri. Mobili antichi, tende pregiate, armi... invece qua noto che è tutto in stile moderno. Non ero mai entrato in casa tua, ora che ci penso!"

 

"Sì, di solito mi comunichi qualcosa sulla soglia della porta e corri via, sei sempre super impegnato..." Ridacchiò Ginny, accavallando le lunghe gambe bianche. "Piuttosto... cosa ti porta, qui?"

 

"Ah sì, dunque... mi mandano a dirti che la riunione di stasera, è stata spostata di un'ora." Le annunciò, continuando a sorriderle. "Almeno avrai tempo di riposare un po' nel pomeriggio, sempre che non vengano a disturbarti ancora, ma... ora che ci penso, come diavolo fa ad entrare in casa tua? Gli hai dato le chiavi?"

 

Ginevra inarcò un sopracciglio, perforandolo con uno sguardo eloquente. "Theodore, te l'ha mai detto nessuno, che di primo mattino sei sveglio e astuto come un colibrì? Siamo maghi, non ha certo bisogno di una chiave per entrare in casa mia... e poi stai parlando di Malfoy..."

 

"Ah... sì, giusto..." Mormorò flebile, alzandosi e aprendo la porta di casa. "Ora devo proprio scappare, a stasera, Ginevra!" 

 

Non appena la porta si fu chiusa e lei ebbe udito i passi del collega, allontanarsi, si alzò, prendendo un libro dalla biblioteca, provvista di ogni tipo di tomo inerente alle arti magiche e oscure. Le capitò tra le mani un oggetto fin troppo familiare. Un libro dalla rilegatura nera e spessa, ormai vecchio, dalle pagine ingiallite e consunte. Il diario del Signore Oscuro. Se l'era fatto restituire dal signor Malfoy, qualche tempo dopo essere arrivata al residence. 

 

Le sue labbra si incurvarono in un sorriso strano, mentre si sedeva nuovamente sul divanetto, con ancora tra le mani quel diario e ricordava l'effetto che le aveva fatto il suo arrivo in quei posti. Si aspettava che sarebbe stata portata in un maniero inquietante, avvolto da nubi oscure e energia negativa. Invece si era ritrovata in un residence, certo... non era esattamente un posto da eden, questo no, ma le sembrava alquanto strano che Lord Voldemort, si servisse di un normale palazzo, attorniato da numerose palazzine tutte intorno, in cui ospitava i suoi Mangiamorte più vicini, quelli di cui aveva bisogno 24 ore su 24. 

 

Ricordava ancora la faccia stupita della famiglia Malfoy, dei Lestrange e di Marcus Flitt, convocati dallo stesso Signore Oscuro, non appena Codaliscia l'aveva condotta a palazzo. L'unico che nel mezzo pareva poco stupito era il biondino, quello che era stato un acerrimo nemico fino alla fine del suo sesto anno, quando il ragazzo aveva concluso la scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts... Draco Malfoy. Quando lo rivide, dopo un annetto buono in cui aveva perso i contatti con l'ex Serpeverde, notò che l'arroganza dipinta sul suo volto e la superbia, scintillante nei suoi occhi grigi, erano aumentate a dismisura e non le fu difficile intuire che fosse diventato uno dei pupilli di Colui-che-non-deve-essere-nominato, a giudicare dal modo con cui si comportava con lui. 

 

Nessuno, e meno che mai nessuna, dei suoi colleghi Mangiamorte, aveva voluto stringere rapporti con lei. Sebbene fosse una purosangue, era pur sempre considerata una stracciona babbanofila, sorella e amica di numerosi Auror dell'Ordine della Fenice, nonché ex fidanzata di Harry Potter... il bambino sopravvissuto. Gli unici colleghi che l'avevano avvicinata, le avevano dimostrato apertamente cosa volessero in realtà da lei... e cioè i suoi favori. Che lei, come era logico, non era disposta a concedere a nessuno, ragion per cui preferiva mantenersi distaccata da tutti gli altri. 

E se qualcuno avesse mai potuto pensare che a lei questa situazione dispiacesse, si sbagliava. Sapeva sin dall'inizio che non sarebbe stata accolta bene, in quel posto, ne era consapevole, ma era altrettanto sicura che avrebbe mostrato a tutti di che pasta era fatta e del perché si trovava lì... perché, che ancora nessuno aveva capito. 

 

Questo perché, rifletté più volte, di motivi per cui aveva deciso di intraprendere la strada sbagliata ce n'erano vari. Non solo uno. Forse troppi. Alcuni importanti e di rilevanza straordinaria, altri probabilmente trascurabili. Motivi suoi, comunque, che aveva preferito continuare a nascondere, a tutti. Nessuno escluso. 

 

E Merlino solo sapeva cosa le era costato dover conquistare il rispetto del Signore Oscuro che, non conoscendo le ragioni di quel voltafaccia non riusciva a fidarsi di lei. Ma... d'altronde come spiegare che la timida, innocente e buona Ginevra Weasley, aveva deciso di sua spontanea volontà di unirsi a lui?

 

 

 

"Weasley..." 

 

Una voce la riportò al presente. 

Aprì a fatica gli occhi, color del cielo, sbattendo più volte le palpebre pesanti. Voleva dormire ancora. Non le andava proprio di svegliarsi, di nuovo. Sbadigliò piano, coprendosi la bocca con una mano e avvertendo la bocca impastata. Si accorse di essere distesa sul divanetto, con il diario che le solleticava il viso, a pochi centimetri dalla pelle. Si tirò su, stirando i muscoli della schiena e coprendosi immediatamente le gambe con quel pezzo di stoffa, che osava definire abito.

 

Imbronciò le labbra color ciliegia e riuscì finalmente a concentrarsi sulla persona china davanti a lei. "Draco, ma lo fai apposta?" Mugolò con tono rassegnato. "Ho ancora sonno, dai, lasciami riposare un po'..."

 

Il ragazzo sorrise beffardo e si alzò, puntellandosi sulle ginocchia. "Caffè!" 

 

In pochi istanti, un delizioso profumo solleticò le narici di Virginia, che parve riprendersi dal torpore, almeno in parte. Traballò un po' e raggiunse Draco, comodamente seduto al tavolo, intento a versare lo zucchero in una delle due tazze di caffè fumante. 

 

"Ma che ore sono?" Domandò confusa, passandosi una mano tra i capelli sconvolti. 

 

Lui la osservò, con le sopracciglia inarcate e scosse la testa. "Sono le otto, Weasley! Mi meraviglio di te, addormentarsi così... te l'ha mai detto nessuno che quando hai sonno, hai riflessi lenti? E' pericoloso per una Mangiamorte."

 

Ginevra contrasse il viso in una smorfia. Odiava quel suo modo di fare arrogante e presuntuoso. "E a te l'ha mai detto nessuno che sei un grandissimo rompipalle?!"

 

Le labbra rosate del biondo, si curvarono in un ghigno sprezzante. "No, è una tua prerogativa, Weasley."

 

"Ah ecco, povere stolte quelle che si infilano nel tuo letto..." Mugugnò, trangugiando il liquido nero e caldo, ancora in piedi, dritta di fronte a lui. Posò la tazza sul tavolino e si voltò, dirigendosi verso l'armadio.

 

"Chi disprezza vuol comprare, mia cara Weasley... ricordalo sempre!" Ribatté sicuro Draco.

 

Ginny non lo ascoltò neppure. Incurante della presenza del ragazzo, si sfilò velocemente l'abitino rosso fuoco, restando in completo intimo rosa. Frugò un po' nel guardaroba e afferrò la divisa. Un tutone nero, aderente, correlato da una cerniera sul davanti, senza maniche e con i pantaloni lunghi. 

 

"Oddio che strazio!" Si lamentò, infilando la tuta e richiudendola con attenzione, per non far capitare la stoffa sintetica nei dentini della cerniera. "Come si fa a portare questo coso in piena estate? E' una sauna portatile!"

 

"Più che altro..." Puntualizzò il biondo, con la tazza di caffè in mano e una spalla appoggiata al muro di divisione, accanto all'armadio. "Mi domando come puoi cambiarti con tanta nonchalance in mia presenza, Weasley... sono pur sempre un uomo."

 

Ginevra sollevò lo sguardo su di lui, interrompendo per un attimo l'allacciamento dei pesanti anfibi neri, alti fin sotto al ginocchio e riservandogli un'occhiata sconvolta. "Oh... beh sai com'è, vivo a contatto con talmente tanti Mangiamorte perennemente in calore, che tu al confronto mi sembri totalmente innocuo."

 

Malfoy posò la tazza, che pochi istanti dopo svanì assieme a quella della rossa. La guardò serio, con una luce di malizia negli occhi grigi. "Se lo dici tu..."

 

"Ma tu non devi vest-" Si interruppe, notando che il ragazzo di fronte a lei, già indossava la sua divisa, uguale alla sua, se non per la parte superiore della tuta, che era dotata di giro manica, invece che di bretelline.

 

Si diresse spedita in bagno, pettinandosi i lunghi capelli rosso fuoco e legandoli in una coda alta, comoda e soprattutto, molto fresca. Dal soggiorno-camera da letto, le giunse la voce di Draco, che la intimava di muoversi o avrebbero fatto tardi a cena e successivamente, alla riunione indetta. 

Quando uscì dalla stanzetta da bagno, coi capelli legati e un lieve filo di trucco sul viso, il Mangiamorte la fissò qualche istante, completamente serio, prima di passarle il mantello nero, dotato di cappuccio.

 

"Mi domandavo..." Incominciò, guardandola dritta negli occhi. "...che ci fa una come te, qui?"

 

Ginevra sbuffò e avvertì il Marchio Nero bruciare, era il primo segnale di avvertimento. Quando l'orario in cui era stata stabilita una riunione si avvicinava, il Signore Oscuro, li avvisava ogni ora facendo loro pizzicare il braccio.

 

"Me l'hai già chiesto, Draco... sei monotono." Rispose acida, prendendo ad allacciarsi il mantello. "Non c'è una ragione, è stata una mia scelta... ti dà così fastidio che io sia qui?!"

 

Il ragazzo sorrise sarcastico, mantenendo il tono pungente e cattivo. "Sì... molto, a dir la verità."

 

Aprì la porta e la fece accomodare fuori, seguendola e affiancandosi in seguito. 

 

"Spiacente, dovrai sopportare la mia presenza ancora a lungo, suppongo..." Fece lei sardonica, con tanto di linguaccia, aumentando il passo e addentrandosi lungo i corridoi angusti, illuminati da torce, che conducevano al palazzo principale, senza il bisogno di uscire nel parco circostante.

Incredibile come si trasformasse quel posto, di sera. 

 

Tacquero per un po', fino a quando non furono in prossimità della Grande Sala Ottagonale, luogo di ritrovo dei Mangiamorte per la cena e molto vicina alla Sala delle Riunioni. 

 

Ginevra allungò la mano sulla maniglia, controllando di non aver dimenticato armi e bacchetta, ma il braccio di Draco la bloccò. 

 

"Spero solo di non averti influenzato coi miei racconti, Weasley..." Le disse serio, scrutandola nuovamente negli occhi, luccicanti in maniera sinistra. 

 

La rossa scosse la testa, studiandolo come se fosse impazzito di colpo. "Ma cosa vai a pensare!! Ora per favore, entriamo, ho fame... e si sta facendo tardi."

 

Una voce gelida, sibilante... li accolse nella Sala, già occupata da quasi tutto l'esercito di Mangiamorte. "Buonasera... miei giovani fedelissimi."

 

 

Continua... 

 

 

Note dell’autrice: Eccomi qua con una nuova storia. Il pairing sembrerebbe palese, è vero, ma no... vi consiglio di non cantar vittoria troppo presto, in quanto, sebbene come personaggi io abbia messo Draco-Ginny, sono presenti un po' tutti i nostri personaggi preferiti (e non). 

 

Ringrazio di cuore, le persone che mi hanno ispirato questa storia: Marcycas - The Lady Of Darkness, Ryta Holmes e Lynn Wolf. 

Ringrazio il mio PC, che sopporta i miei continui tic tic sulla tastiera. 

Ringrazio mia madre... che mi sopporta in generale, tra ff, musica sparata a palla, caratterino di merda...ecc...ecc.

Ringrazio la mia persona speciale, perché esiste, perché è costante fonte di ispirazione (prendetevela con lui anche, dunque >.<) e perché... è anche un esempio per me, che scrivo, essendo lui bravissimo a tradurre qualsiasi tipo di pensiero e/o emozione, in parole *-*

 

Detto questo, vi prego di recensire, per farmi sapere se volete che continui questa storia o meno. Se non riceverò almeno una decina (anche di più, se ci tenete alla pelle NdDraco Eh adesso non c'allarghiamo -.-'' NdLuna) di recensioni, lascerò perdere questa idea e la cancellerò. Inutile continuare a scrivere una cosa che non piace, no? ^^

A voi l'ardua sentenza...

 

Alla prossima ^^

 

Luna Malfoy.

   
 
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