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Autore: PixieHoran_    01/11/2012    12 recensioni
Lei è Valerie Amber, sorella di Louis William Tomlinson. Entrambi vivono a Londra da circa un anno mentre i genitori sono rimasti nella loro vecchia casa di Doncaster. Val fa la commessa in un immenso centro commerciale della città, mentre il fratello sta studiando teatro. Lei è una ragazza bellissima con un carattere e una personalità molto forti..e si...è anche un pò stronza. Occhi chiari e capelli castani, ha fatto strage di cuori nei suoi vent'anni di vita; cambia più ragazzi che calzini. Stanca però della monotonia di tutti i giorni, deciderà di partecipare ad un programma televisivo per conoscere la sua anima gemella: dovrà corteggiare due ragazzi di cui -all'inizio- non conosce l'identità..una sorta di appuntamento al buio. Troverà la persona adatta a lei, che riuscirà a sciogliere il suo cuore di ghiaccio? Cosa succederà in quel contesto televisivo? Come sarà sconvolta la sua vita? Sarà lei a soffrire questa volta?
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Blind date

 

 

<< Val, la direttrice ti vuole in ufficio >> proferì la mia collega cercando di raddrizzare con il ginocchio un’altissima pila di vestiti da sistemare negli scaffali.

Deglutii.

Che avevo fatto adesso?

Provai a ricordare l’avvenimento spiacevole più recente, ma non ne trovai; l’ultimo risaliva all’inizio della mia carriera quando avevo urlato contro una ragazza che mi aveva fatto perdere mezz’ora per scegliere uno stupido vestito da cocktail.

<< Arrivo Mel, dammi il tempo di finire con questa cliente >> risposi spostando un paio di pantaloni maculati da un braccio all’altro.

<< Ok! >>

Melanie Jackson, dipendente senior nonché una delle ventordici nipoti del mio datore di lavoro, sparì dal mio campo visivo.

Sbuffai sonorosamente, appoggiandomi al camerino.

<< Signorina, le stanno stretti quei pantaloni? >> chiesi nel modo più educato possibile, mentre reprimevo l’impulso di staccarle le extension biondo platino ad una ad una.

<< Un pochino >>

Certo. Allora la prossima volta evita di prendere la xxs

<< Oh! >> feci fintamente.

<< Mi dispiace ma quello era l’ultimo paio >>

MUAHAHAHAHA

<< Adesso mi scusi ma hanno chiesto di me. La lascio alla mia collega >> dissi consegnandole molto delicatamente i pantaloni che nel frattempo avevano fatto le ragnatele fra le mie braccia.

<< Ok, arrivederci >> squittì quella alle mie spalle.

Macché, a mai più rivederci!

<< Rose? Puoi occuparti di quella ragazza per favore? Mi ha chiamata la Jackson >> dissi tutto d’un fiato.

<< Mmh? Certo certo >>

Rosalie Dawson viveva in un mondo tutto suo. Era dolce, gentile, ottima ascoltatrice ma aveva sempre la testa fra le nuvole.

La ringraziai e mi diressi a passo spedito verso l’ufficio della direttrice.

Da qualche mese ormai, lavoravo nel più grande centro commerciale di Londra. Ogni giorno, a qualsiasi ora c’era il pienone e ammetto che in 9 mesi non l’avevo ancora girato tutto, solo 2/4.

La Jackson era la proprietaria di tutte le catene d’abbigliamento della città. Faceva parte delle 50 persone più ricche al mondo quindi poteva benissimo permettersi di avere le mani bucate. Vestiva esclusivamente marcata e secondo me usava anche le banconote al posto della carta igienica.

Arrivata davanti il suo ufficio, il cuore mi batteva all’impazzata.

Bussai un paio di volte fin quando non sentii un flebile ‘avanti’

<< Mi ha chiamato signora Jackson? >> domandai, chiudendo la porta alle mie spalle.

<< Si, signorina Tomlinson. Si accomodi >>

Cazzo, quanto è inquietante quella donna.

Obbedii sedendomi di fronte a lei. Accavallai le gambe.

Si schiarì la voce mentre io mi torturavo le mani.

<< L’ho chiamata per parlare del suo rendimento nel lavoro >>

Annuii cercando di non far trapelare alcuna emozione, anche se sudavo freddo.

<< Le faccio i miei complimenti >>

Che?

Silenzio tombale.

Dovevo essere rimasta visibilmente sotto shock perché la donna continuò.

<< Melanie mi ha parlato di come ha sventato eccellentemente una lite fra due clienti che reclamavano la proprietà di uno stesso capo d’abbigliamento, alla svendita promozionale >> spiegò con tono ovvio.

Are you fucking kidding me?

<< Complimenti >> continuava a ripetere. Mi porse la mano che prontamente strinsi. Sorridevo fintamente, come se sapessi di cosa stava parlando. In realtà non era mai successa una cosa del genere e avevo benissimo capito che Melanie l’aveva fatto solo perché voleva qualcosa da me, ma cosa?

<< Grazie… >>

Aspettai che il mio capo si ritrasse la mano, poi mi spostai una ciocca ribelle dietro l’orecchio.

<< Perciò…si merita un aumento. Lo consideri pure…un segno della mia gratitudine >>

Oh, questa si prospetta la giornata più bella della mia vita!

 

Quando uscii di lì (cercando di non saltellare dalla felicità) mi diressi direttamente al Burger King per mangiare un panino al volo e ritornare a lavorare. Oggi avevo orario continuato il che significava autodistruzione. Presi il numero e attesi il mio turno sedendomi su una sedia che si era appena liberata. Mi mancava quasi l’aria, tanto era affollato quel posto. Cercai di distrarmi, canticchiando una canzone dei Coldplay di cui non ricordavo neanche il nome.

Non riuscivo però a non pensare al gesto di Melanie. Mi aveva corrotto chiedendo a sua nonna di darmi un aumento? Dovevo assolutamente parlarle.

A distrarmi dai miei pensieri fu la vibrazione del cellulare. Lo sentii solo perché si trovava nella tasca dei miei pantaloni. Generalmente io non sento mai il telefono suonare, anche se esso si trova fra le mie mani.

Lessi l’sms e sbuffai, alzando gli occhi al cielo. Era Zayn, il mio ultimo ex. Non si rassegnava al fatto di essere stato lasciato. Che palle, questi giovani d’oggi.

Risposi annoiata, schiacciando velocemente i tasti sul mio cellulare -un Black Berry nero nuovo fiammante-.

‘Zayn, ti ho detto che è finita. Sei stato un bellissimo capitolo nella storia della mia vita ma ormai non c’è più niente fra me e te. Dimenticami come ho fatto io. Addio.

Val’

<< Numero 45? E’ qui? >> mi richiamò una voce maschile al microfono. Era un ragazzo, e che ragazzo.

Alleluia! Finalmente toccava a me.

<< Sisi, eccomi. >> esclamai avanzando a gomitate verso il bancone.

<< Vorrei un panino con prosciutto e mozzarella >>

 

<< Rose, hai visto Melanie? >> chiesi cercando di calmare il fiatone. Dopo la mia pausa pranzo di appena 10 minuti mi ero fatta tutta la strada di corsa ed ero in principio di avere un infarto.

<< Eh? Ah, emmh.. È appena andata via.. >> farfugliò.

Merda! E adesso?

A Mel partiva la settimana di ferie e io non avevo il suo numero! Pazienza.

Mandai un sms a mio fratello Louis in cui gli chiedevo -se fosse stato in casa- di registrarmi Teen Wolf e fu lì che mi venne un flash. Che potesse entrarci Lou in tutta questa strana faccenda? Che Mel si fosse presa una cotta per lui? Naaah.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  

Salveee! Come state? Vi presento il prologo della mia seconda storia intitolata ‘Blind date’ ossia appuntamento al buio. Vi incuriosisce il titolo o l’introduzione? Fatemi sapere con qualche recensione cosa ne pensate e se volete che io continui. Più avanti vi mostrerò la foto di Valerie, quando la chiavetta prenderà meglio çç

-Debora 

 

 

 

 

 

 

 

 
  
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