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Autore: Iris_R_Chaucer    01/11/2012    2 recensioni
{Spoiler ottava stagione}
Erano ormai passati due mesi da quando Dean era tornato dal purgatorio.
Due mesi passati a cercare il verbo di Dio e ad evitare che Kevin si cacciasse ulteriormente nei guai.
Erano passati due mesi da quando lo aveva abbandonato.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Castiel, Dean Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Ottava stagione
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Erano ormai passati due mesi da quando Dean era tornato dal purgatorio.
Due mesi passati a cercare il verbo di Dio e ad evitare che Kevin si cacciasse ulteriormente nei guai.
Erano passati due mesi da quando si era riunito al fratello, scoprendo che durante la sua assenza si era fatto una nuova vita, una vita normale... E che aveva fatto salire un cane sulla sua Bambina.
Erano passati due mesi da quando Crowley si era nuovamente fatto vivo con quel suo senso dell'umorismo pungente e la crudeltà racchiusa nel cuore.

Erano passati due mesi da quando lo aveva abbandonato.

Solo nel Purgatorio.
Un agnellino in mezzo a tanti lupi famelici ed assetati di sangue.
E non sono bastati due mesi per alleviare quel senso di colpa che gli pesava nel petto, che gli attanagliava il cuore, soffocandolo in una morsa di dolore.

Era uscito da quel luogo d'orrore con Benny, lasciando lì il suo migliore amico...
Il Suo Angelo.
Lo aveva abbandonato in mezzo al fango mentre chiamava il suo nome.

Ed ancora si ricordava di quelle pozze azzurre, impaurite, disperate, che lo guardavano allontanarsi sempre di più fino a scomparire oltre quel portale che lo avrebbe riportato sulla Terra... Ma senza di lui.
Erano passati due mesi, ma come ogni sera, il maggiore dei Winchester si trovava in una di quelle squallide stanze di un Motel di terz'ordine intento a bere una birra, nell'attesa che il suo caro fratellino tornasse con la cena.
Fuori pioveva.
Il tempo era cupo e freddo, in perfetta sintonia con l'animo di Dean.
Nemmeno una bella birra ghiacciata riusciva ormai a tirarlo su di morale.

Tremendo il senso di colpa.

Con un sospiro si lasciò cadere sul letto, portando un braccio sul viso, cercando di allontanare quegli occhi impressi a fuoco nella sua mente.

Merda.

Possibile che fossero sempre lì?
Lì a fissarlo ogni secondo della giornata.
Lì per ricordargli che lo aveva abbandonato.
Con un sospiro lasciò quel giaciglio comodo, portandosi davanti alla finestra a scrutare la pioggia che batteva con ferocia sul vetro.

Anche il cielo piangeva.
Piangeva per quel soldato di Dio abbandonato al suo destino.
Piangeva per quell'angelo che aveva dato tanto e non aveva ricevuto in cambio niente.
Piangeva per un uomo che aveva capito quanto una cosa fosse importante solamente nell'istante in cui l'aveva persa.

Amicizia?
Affetto?
... Amore?
Amore... Non credeva di riuscire ancora a pensare ad un sentimento tanto complicato...
Dopo Lisa, non credeva di esserne più capace.
Ed invece aveva compreso ogni cosa nell'istante in cui proprio quella parola era balenata nella sua mente.

L'aveva respinta.
Si era rifiutato di credere ad una cosa del genere.
Ma con il tempo si era dovuto arrendere all'evidenza.

Innamorato di un angelo.
Tanto valeva cercare di abbordare un cactus.
Sicuramente avrebbe avuto molte più possibilità.

L'unica differenza sarebbe stata che quel cactus non avrebbe avuto quelle labbra carnose.
Quegli occhi azzurrissimi e profondi quanto il cielo, capaci di scrutare l'anima.
Quel trench stropicciato e malridotto.
Quel modo di inclinare la testa quando qualcosa gli era estraneo.
Quell'espressione da cucciolo quando non comprendeva.
Quell'animo gentile ma a volte spietato.
L'unica differenza è che quel cactus non sarebbe stato Castiel.

Un altro sospiro abbandonò le sue labbra facendogli incurvare maggiormente le spalle come se un peso sempre maggiroe gravasse su di esse.
Anche il viso si abbassò, mentre gli occhi si chiusero lentamente.
-Cas....- Pronunciò appena quel nome, sperando che il suo Angelo potesse sentirlo.

Poi, qualcosa accadde.

Un battito d'ali.
Una presenza in più alle sue spalle.
Due braccia forti a cingergli la vita.
Dean alzò di scatto il volto, fissando gli occhi sul riflesso sulla finestra dell'uomo che lo stava abbracciando.
Il battito del cuore aumentò terribilmente.

No, non era possibile.
Non poteva essere Lui.

Castiel strinse maggiormente la presa su di lui, affondando il volto in quella schiena larga e profumata.
-Sono qui. Dean-

Era lui, non poteva essere diversamente.
Dean rimase immobile, avendo paura che un suo solo gesto potesse far sparire Castiel come fosse un sogno.

-C-Come puoi essere tu?- Domandò con un filo di voce.
Lo aveva lasciato nel Purgatorio in pasto ai Leviatani. Come poteva essere sopravvissuto?
Come?

-Mio Padre mi ha salvato. Di nuovo- rispose l'angelo con il volto ancora premuto tra le scapole del cacciatore.

Lui lo aveva abbandonato. Dio invece lo aveva salvato.
Perchè era tornato?

-Perchè sei qui Cas?- Chiese nuovamente.

Il silenzio cadde nella stanza per alcuni secondi. Probabilmente nemmeno Castiel sapeva cosa rispondere ad una domanda tanto ovvia.

-Perchè hai bisogno di me, Dean... Come io ho bisogno di te-

Oh si. Dean aveva un gran bisogno di quella presenza al suo fianco. Ma come era possibile che fosse lo stesso anche per l'altro?

-Come puoi avere bisogno di me?
Come, dopo che ti ho lasciato indietro?-

Sentì Castiel rilassare i muscoli contro il suo corpo, tenendolo però ancora stretto a se...
Stava... sorridendo?

-Dean... Credi davvero che per così poco io possa rinunciare a te?
Lo hai fatto per salvarti la vita. Eravamo circondati, non c'era via di scampo.-

Una stretta al petto bloccò il respiro al cacciatore...
Non poteva pensarla così davvero.

-Sono felice che tu stia bene, Dean-

No. No. No.
Non deve comportarsi così. Dovrebbe massacrarlo per il tradimento che ha commesso.
Gli aveva promesso che l'avrebbe tirato fuori dal purgatorio e dopo lo aveva abbandonato.
Non può parlargli così.
Trattenne a stento le lacrime, mentre l'aria tornava, tremante, a circolare nei suoi polmoni.

-No Cas, non sto bene.
Sono stato uno stronzo. Come puoi trattarmi così?
Dovresti odiarmi. Dovresti insultarmi, picchiarmi, uccidermi!
Non merito tutto questo-

Secondo lui, non merita niente di tutto ciò che ha ricevuto.

-Smettila di dire queste cose.
Tu meriti tutto questo, Dean.
è grazie a te se ho cominciato a capire cosa sono i sentimenti.
è grazie a te se ho imparato a pensare con il mio cervello.
è grazie a te se ho capito dove sta il giusto, il buono.
Dean, io credo di aver capito anche... Cosa significhi amare.
Dean, io... Credo di amarti.-

A quelle parole la forza di quell'abbraccio si fece maggiore.
Sembrava quasi che l'angelo cercasse di sparire contro quel corpo a cui si stringeva con tanta foga.

Gli occhi del ragazzo si spalancarono improvvisamente, mentre il cuore perse un battito.
Cosa...?
Aveva capito bene?

Lo amava. Il suo cactus angelico lo amava.

Senza aspettare un secondo di più si voltò di scatto, poggiando le mani sulle spalle coperte da quel trench familiare per scostare l'altro e poterlo vedere finalmente in volto.
Dopo tutto quel tempo finalmente potè perdersi nuovamente in quegli occhi azzurri come il cielo.
Senza esitare un momento si chinò in avanti andando ad unire le proprie labbra con quelle maledettamente morbide dell'angelo.
Del Suo angelo.

Castiel ricambiò quel dolce gesto, leggermente impacciato.

Se solo avesse avesse potuto, Dean avrebbe sorriso.

Finalmente poteva riabbracciarlo.
Poteva baciarlo.
Poteva sentire il suo profumo.
Il suo calore.

No, non l'avrebbe mai più abbandonato.
Sarebbero stati insieme.

Adesso e per sempre.



Bane, cominciamo con il dire che questa è la prima fanfiction di Supernatural che scrivo -e la prima che scrivo dopo tempo immemore-.
Tutto è nato grazie ad un sogno della mia fedele compare Mozzarella, che ringrazio per avermi dato l'ispirazione di scrivere codesta cosa X°
Spero di essere stata abbastanza IC... questi due mi hanno dato un sacco di problemi T7T.
Un ringraziamento a tutti quelli che leggeranno e commenteranno.
Ame-chan <3
  
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