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Autore: Allegra_    02/11/2012    13 recensioni
( Seguito di Mi Nena )
Nonostante fossero passati ben sei anni , tra le sue braccia continuavo a sentirmi la stessa ragazza di quella pista di pattinaggio , di quel giorno magico in cui c’eravamo baciati per la prima volta .
Ora tutto era diverso , adesso ero una donna , ma ogni volta che incontravo il suo sguardo solo nel quale riuscivo a perdermi , tornavo ad essere la sua bambina , perché fondamentalmente , era questo che ero .
Genere: Fluff, Slice of life, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Marianella, Thiago
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Para Siempre Mia'
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Epilogo

 Quando Piangere Ormai Non Serve

Ok, forse questo può sembrare egoistico,

ma dedico questo capitolo a me.

Un ragazzina che il 18 Dicembre dell’anno scorso

Decise di scrivere un prologo così, per gioco,

il suo nome era marthiagojaznacho,

 e nessuno, neppure lei, credeva che ce l’avrebbe fatta

ad avere nemmeno una sola recensione.

E adesso guardatela, qui che piange

Per la fine della sua storia,

davanti a lettrici che la sostengono

e che credono in lei.

Orgogliosa di aver scritto Mi Nena,

per me e per tutti voi <3

 

 

<< Io sono quel qualcuno che ha qualcosa in contrario >>

Rama era balzato in piedi in mezzo alla chiesa, alzando la voce per farsi sentire.

Scossi una mano davanti i miei occhi come a convincermi che ciò che stesse succedendo fosse vero: non ci potevo credere, era troppo simile ai mille sogni che avevo fatto su quel dannato matrimonio, con l’unica differenza che in quelli era Thiago a parlare e non lui.

<< Prego ?? >> il parroco si schiarì la voce pensando forse anche lui di stare sognando.

<< Ho qualcosa da ridire su questa unione >> annunciò Rama serio facendosi avanti verso l’altare.

<< Rama che cavolo stai facendo ?? >> domandò Tacho a voce alta, tanto che riuscii a sentirlo perfino io.

<< Ciò che è giusto e che mi spetta >>  rispose semplicemente il biondo prendendo il microfono dalle mani del parroco.

Questo lo guardò a metà tra l’omicida e lo sconvolto, ma il mio ex migliore amico non si fermò minimamente a quelle occhiate, continuò anzi la sua recita fin troppo teatrale.

<<  Mar e Pedro non possono sposarsi, non sarebbe giusto né per loro, né tantomeno per lei, padre. >> lo guardò negli occhi sicuro, mentre io sentivo di dover fermare quella pazzia, ma senza fare nulla per riuscirci.

<< Perché due sposi devono amarsi reciprocamente e non è questo il caso. >> Pedro sembrava stranito almeno quanto tutti gli altri invitati, eppure nemmeno lui fece nulla per bloccare il flusso di quelle parole.

Avrebbe potuto urlare, sbraitare, perfino mettersi a ballare pur di attirare l’attenzione, ma non lo fece.

<< Mar >> Rama mi guardò dritta negli occhi e io abbassai lo sguardo incapace di fare altro << Mar guardami >>

Incrociai i suoi occhi azzurri per la prima volta dopo quando l’avevo sentito raccontarmi la verità sul tradimento di Thiago ed era veramente strano vedere come fossero sicuri e convinti quel giorno, invece della delusione e del dolore che ci avevo visto poco tempo prima.

<< Tu lo sai fin troppo bene di essere qui, oggi, soltanto per accontentarlo, per non farlo soffrire, per non farti giudicare una cattiva persona dalla gente >> stava parlando con me, ma grazie a quel tono esageratamente alzato tutta la chiesa stava avendo modo di ascoltare.

Scossi la testa come a negare ciò che stava dicendo, ma lui non si scompose minimamente, anzi sorrise per poi dire una frase, quella frase che fu la goccia capace di far traboccare il vaso.

<< Tu sei innamorata di Thiago >>

Una specie di < Ooooo >> si levò su per tutta la schiera di invitati, mentre Pedro al mio fianco s’irrigidì di botto.

Io, dal mio canto non potevo continuare a negare, così mi limitai a restare immobile, pregando che quell’incubo finisse.

<< Lo sei da sempre, da quando l’hai visto per la prima volta e lo sarai fino a quando lo vedrai per l’ultima. >> esclamò sicuro Rama guardando prima me e poi Thiago seduto su una panca al centro della chiesa.

<< E tu Pedro, devi fartene una ragione, proprio come ho dovuto anch’io >> si voltò verso il riccio lasciandomi spiazzata.

<< Tu credi che io non amassi Mar ?? Lei era tutto per me, ma ho capito quanto per lei il tutto fosse mio fratello.

E forse, anzi sicuramente, l’ho capito troppo tardi, perché se solo avessi fatto bene le cose, oggi non saremo qui a parlarne. >> non c’era bisogno di leggere tra le righe per percepire il senso di colpa provato dal biondo.

<< E poi dovresti vederli quando sono insieme >> Rama non aveva affatto intenzione di demordere, nonostante l’angoscia che sentisse voleva a tutti i costi convincere anche noi delle sue parole << Sprizzano amore da tutti i pori, sono così felici e sorridenti che emanano energia al solo guardarli. >>

Cercai lo sguardo di Thiago tra gli invitati e quando finalmente riuscii ad incrociare i suoi occhi smeraldo, la voce di Rama mi fece sobbalzare tanto da perdere il contatto.

<< Mar e Thiago sono fatti l’uno per l’atra, come due anime destinate ad unirsi, due corpi che si attraggono come calamite, due cuori che battono all’unisono … non si può separarli, non è giusto >> era talmente sicuro di ciò che diceva, che perfino gli invitati annuivano come d’accordo con le sue parole.

Rama guardò ancora Pedro mentre io continuavo a sperare di stare sognando, ma ormai tutti i pizzicotti che mi ero data sul braccio mi avevano più volte dimostrato il contrario.

<< E anche se oggi queste mie parole non serviranno a nulla e stasera porterete entrambi un’enorme fede al dito, lei non ti amerà mai, nel suo cuore non prenderai mai il posto di Thiago.

Bacerà te sognando di baciare lui, avrete un figlio mentre lei sognerà di vederlo fare il padre, lo incontrerete per la strada e Mar girerà lo sguardo diventando improvvisamente rossa ed agitata.

Non puoi dividerli Pedro, te lo dico da amico >> le mi amiche-damigelle se ne stavano impalate a stringersi le mani, forse speranzose che tutto andasse a finire bene.

C’erano solo due di loro che sembravano estranee a quella speranza: Luna e Vale.

La prima aveva lo sguardo basso consapevole dello sbaglio di Pedro che era stato anche il suo poco tempo prima, mentre l’altra guardava Rama triste, pensando forse scioccamente che stesse facendo tutto quello perché era ancora innamorato di me.

Ma io sapevo che non era così.

Rama era lì in piedi quel giorno per rimediare all’errore che aveva fatto due anni prima, non certo per rinnovare l’amore che provava nei miei confronti quand’eravamo due ragazzi: adesso di tutto quell’amore era rimasta solo un’amicizia, una bella amicizia durata fino a quando la verità era venuta a galla e l’aveva sommersa.

<< Signore lei deve tornare a sedersi e lasciarmi continuare la mia messa >> lo bloccò ad un tratto il parroco ritornando tra noi.

<< Sto soltanto dicendo la verità padre, pura e semplice verità che conoscono tutti, ma che tutti si rifiutano d’ammettere >> rispose semplicemente il biondo guardandomi poi serio.

<< è la verità signorina Tallarico-Rinaldi, lei è innamorata di un certo Thiago e non del signor Vorg ?? >> mi spiazzò totalmente la domanda del parroco, così come fece anche con Pedro e il resto degli invitati: si girarono tutti a guardarmi in attesa, facendomi di colpo immobilizzare.

Scena degna dei migliori film americani, eppure assurdamente la mia realtà.

La paura che la situazione potesse rovesciarsi a mio sfavore mi tormentava, almeno fino a quando non realizzai che a mio sfavore c’era sempre stata.

Quando amavo Thiago e dovevo lasciare Rama pur non volendolo far soffrire, quando Thiago mi aveva pseudo-tradita a New York, quando l’avevo rivisto nel bagno di casa sua e infine quel momento in chiesa … tutto e tutti mi remavano contro: rimanere stabile era davvero un’impresa.

E purtroppo, nella ma scialuppa ero sola, contro le onde fin troppo irruenti.

Sentivo gli occhi di tutti puntati su di me e non avevo la minima idea su cosa fare.

Sapevo che non rispondere avrebbe solo complicato le cose, eppure nonostante volessi, non riuscivo a spiaccicare parola, abbassai soltanto lo sguardo incapace di fare altro.

<< Evidentemente si >> mormorò sconfitto e arrabbiato Pedro, correndo verso l’interno della chiesa con le lacrime agli occhi.

E l’unica cosa che in quel momento riuscii a fare fu corrergli dietro e inseguirlo fino alla sacrestia dove si era diretto.

Lo trovai immerso nei suoi pensieri mentre fissava un crocifisso.

Mi avvicinai lentamente e gli poggiai una mano sulla spalla sussurrando piano << Perdonami … >>

Si scostò come scottato dal mio tocco e si voltò guardandomi dritto negli occhi << Perché Mar ??? Perché dovevi umiliarmi in questo modo ?? >>

<< N … non era mia intenzione >> singhiozzai sentendo le lacrime spingere per scivolare lungo le mie guancie.

<< E qual’era la tua intenzione ?? Prendermi in giro e sposarmi nonostante amassi Thiago ?? >> sbottò piangente e deluso << Meno male che Rama ha parlato, altrimenti sarei rimasto uno stupido che si fida di te per tutta la vita >>

<< Cerca di capirmi, io … >> ma nessuna parola avrebbe potuto reggere da scusa in quel momento: aveva ragione lui, in tutto e per tutto, ero stata orribile e non potevo non meritarmi qualunque parola offensiva gli venisse in mente di rivolgermi.

<< Mi hai fatto più male di quanto avresti fatto dicendomi la verità dall’inizio >> pronunciò quelle parole con rancore colpendomi dritta nel petto << Perché mi hai deluso e mi hai umiliato, e mentre il dolore per l’averti perso sarebbe passato, questo rimarrà per sempre, così come i commenti che tutti i presenti faranno su di me.

Grazie a te diventerò lo zimbello del villaggio >>

Qualche lacrima scese impetuosa lungo il mio viso ed io non potei non sentirmi un mostro.

Ero peggio di Rama, perché lui aveva avuto il fine di far lasciare me e Thiago due anni prima, io quello di uccidere la felicità di Pedro non l’avevo mai avuto.

E inevitabilmente era proprio quello che era capitato.

Come poteva la cosa più chiara possibile sfuggirmi dalle mani ??

Com’era possibile che pur avendo fatto ciò che mi faceva più male al mondo per far felice un’altra persona, anche quella adesso soffriva e mi veniva a sbattere in faccia la mia colpevolezza ???

Ma la cosa peggiore non era neppure che Pedro mi stesse dicendo tutte quelle cose, quanto il fatto che le sentivo più vere che mai, un marchio indelebile sulla mia pelle che non m’avrebbe mai lasciato andare.

Lui aveva ragione.

Nessuno dei presenti avrebbe scordato l’accaduto e nessun si sarebbe risparmiato una battutina riguardo quel pazzo ed assurdo matrimonio: eravamo sulla bocca di tutti e, anche se in maniera minore, ci saremo rimasti per sempre.

<< Pedro …. >> singhiozzai tentando invano di dire qualcosa, ma lui mi bloccò.

<< Non dire più niente Mar, non serve. >> sbottò conclusivo voltandosi da un’altra parte.

<< Anzi, sai cosa ti dico ?? >> mi domandò retorico << Non cercarmi più, non parlarmi più, non guardarmi nemmeno più …. È finito tutto, perfino il rispetto tra noi due, a quanto mi  hai dimostrato tu oggi >>

Camminò verso l’uscita della chiesa, stando attento a guardare che quel corridoio non portasse di nuovo nella parte centrale di essa, poi mi guardò un’ultima volta e aggiunse schifato e pieno d’odio << Il saluto non si toglie a nessuno, ma a te manco quello >>

E uscì lasciandomi da sola in preda al senso di colpa.

Non ero riuscita ad essere una persona migliore, avevo fallito di brutto e la cosa peggiore è che ne ero puramente consapevole.

Niente avrebbe potuto farmi stare peggio in quel momento, o almeno così pensavo.

<< Mar >> la voce di Pedro riecheggiò nuovamente dal corridoio dove si era allontanato, sorprendendomi.

<< Dimmi >> mormorai cercando di non lasciare che la mia voce apparisse più spezzata di come già era.

<< Lo spieghi tu a tutti i 200 invitati ciò che è successo davvero >> brontolò come un vecchio senza guardarmi negli occhi.

<< S…si >> singhiozzai asciugandomi le lacrime con un braccio.

<< E adesso meglio che ti lasci con l’amore della tua vita >> scimmiottò quelle ultime parole prendendomi in giro mentre si allontanava verso l’uscita e questa volta davvero non sarebbe più ritornato.

Non mi voltai per controllare se Thiago fosse realmente dietro di me, mi bastava ascoltare il suo respiro alle mie spalle per percepire la sua presenza.

E più mi rendevo conto che c’era, più la voglia di rimanere voltata senza avere i suoi smeraldi puntati su di me aumentava.

Deglutivo in continuazione e pesantemente, mentre lo sentivo avvicinarsi  sempre di più a me.

<< Mar >> sussurrò al mio orecchio facendomi irrigidire di colpo.

Troppo simile era l’inclinazione della sua voce rispetto a quando mi ripeteva Ti amo dopo avermi baciato per ore e pur volendo non riuscivo a sopportarlo.

<< Mi dispiace per com’è andata a finire >> continuò parlandomi come ad una bambina, con voce calma e pacata, forse per cercare di non aumentare ancora di più la mia agitazione.

<< Pure a me … >> singhiozzai finalmente voltandomi a fronteggiarlo.

Incontrai il suo sguardo per pochi secondi, ma mi bastarono per comprendere che da sempre non desideravo altro.

Così, senza parlare, mi buttai tra le sue braccia stringendolo forte a me, bisognosa soltanto del suo calore e della sua protezione.

E il pensiero che se solo non avessi chiuso con lui adesso non mi sarei trovata in quella situazione mi faceva stare male, eternamente male.

<< Perdonami Thiago, perdonami per non aver pensato alla tua felicità, perdonami per aver messo la mia bella figura davanti ai miei sentimenti, perdonami per non esserti stata accanto come avrei dovuto, per non essere riuscita ad amarti come meritavi. >> singhiozzai arpionata al suo collo come una piovra con la sua preda.

<< Scusami, ti giuro che m’inginocchierei se avessi la forza di farlo, e ti chiederò scusa altre mille volte se solo servirà a farmi perdonare da te, ti prego io … >> mi allontanai da lui quel poco che bastava per potergli prendere il volto tra le mani e guardarlo dritto negli occhi << Io non posso vivere senza di te Thiago, e purtroppo per me l’ho capito troppo tardi >>

Con i polpastrelli di una mano mi asciugò le lacrime con una dolcezza infinita che mi fece soltanto venir voglia di piangere all’infinito.

<< Ti amo così tanto … >> mormorai avvicinando le mie labbra alle sue e facendo per baciarlo.

Ma contro ogni previsione lui girò il volto allontanandomi con lentezza dal suo corpo e prendendomi le mani tra le sue.

<< No Mar, così non va >> disse serio lasciandomi interdetta e stranita al massimo.

<< N…non mi ami più ?? >> il solo pronunciare quella frase mi trafisse il cuore.

Non era possibile, Thiago non poteva non amarmi più, era contro ciò che speravo, contro ciò che volevo, era … impossibile, semplicemente impossibile.

<< Certo che ti amo Mar >> esclamò sicuro lasciando scivolare via la mia paura << Cavolo se ti amo !! >> si grattò la nuca nervoso, proprio come un ragazzino con la sua prima fidanzata.

<< E allora quel’è il problema ?? >> domandai stupida.

<< Il problema è che io non sono il tuo giocattolo che puoi mettere nella scatola e poi riprendere quando vuoi.

Il fatto che io ti ami più della mia stessa vita e che viva in funzione di te non ti da il diritto di trattarmi come vuoi, e quello che hai fatto mi ha ferito troppo per cancellare il dolore in un secondo come se niente fosse successo. >> si sforzava di rimanere impassibile ma era palese la sua voglia di lasciarsi andare e piangere come poche volte in vita sua aveva fatto.

<< Non puoi farmi questo amore mio, non adesso … >> singhiozzai ancora incapace di fare altro.

<< Mar io continuerò a starti accanto, solo non come prima >> mi accarezzò un braccio dolcemente provando a rassicurarmi.

<< Ma perché non possiamo tornare insieme semplicemente ?? >> mi sbagliavo, la bambina a cui prima mi ero paragonata era molto più intelligente di me, ma purtroppo non riuscivo a non dire tutte quelle stupidaggini, troppa era la tristezza.

<< Abbiamo bisogno di tempo amore mio, tempo per ricucire le ferite, per rinforzare il nostro amore e per essere davvero sicuri di ciò che vogliamo >> intrecciò le sue dita con le mie facendomi soltanto desiderare di non interrompere mai quel contatto.

<< Io sono sicura di ciò che voglio, io voglio te Thiago e non ho bisogno di tempo per capirlo >> mi lamentai gettandomi di nuovo tra le sue braccia e lasciando che mia accarezzasse la schiena con le mani dolcemente.

<< Nemmeno io ho bisogno di tempo per capire ciò che provo per te piccola, voglio soltanto aspettare che questa situazione finisca, e poter stare con te senza problemi né dubbi >> mi strinse forte contro il suo petto, mentre con le lacrime inondavo la sua camicia e gliela sporcavo con il mascara colato.

Portò le mani sulle mie spalle e mi allontanò con lentezza dal suo corpo, facendomi capire palesemente che quella stretta faceva male anche a lui come a me.

Troppa in me la voglia di saltargli addosso e di rimanere con lui fino a quando non mi sarei addormentata per lo stress che mi stava uccidendo.

<< Ti chiamo più tardi per sapere come stai >> mi disse facendo per allontanarsi.

Ma si voltò al suono della mia voce e alla disperata richiesta che gli feci.

<< Non lasciarmi sola … per favore >> singhiozzai guardandolo in preda all’angoscia.

<< Non lo farò mai amore mio, io ci sarò sempre per te >> e così dicendo mi lasciò all’in piedi nella sacrestia, camminando a passo spedito ma voltandosi ogni tanto a guardarmi e a tentare di sorridere per rassicurarmi.

E come nei migliori film in cui le spose depresse vedono il loro uomo uscire dalla chiesa, mi buttai per terra accerchiata dalle balze dell’abito, mentre sentivo la testa scoppiarmi.

Quasi sicuramente tutti gli invitati se n’erano già andati, ma a me di loro non importava minimamente.

Afferrai il cellulare che avevo lasciato su un mobile della sala e fui piuttosto sorpresa nel notare che mi era arrivato un nuovo messaggio.

Era da parte di Tefi.

Sono una codarda, lo so.

Ma non tutti hanno la tua forza tesoro, non tutti riescono a dire le cose in faccia e a prendere di petto le conseguenze, ed io non faccio eccezione.

So che adesso stai talmente male che questa cosa non ti sfiorerà neppure, ma c’è bisogno che tu lo sappia, almeno per renderti conto di ciò che succederà tra poco tempo.

Parto amica mia.

Sono stata scelta per rappresentare il nostro Paese al CIDM, il Concorso Internazionale Della Moda, a Tokio.

Starò via per quasi un anno, e la partenza è fissata per il primo di Settembre.

Ricordi quando da piccola ti dicevo che un giorno avrei vinto quel concorso e che insieme avremo comprato una villa in centro ???

Beh, se questo era da sempre il mio sogno, ti giuro che adesso è diventato il mio più grande incubo.

Non voglio lasciarti qui a Buenos Aires da sola, non voglio lasciare Luca che mi ha proposto di andare finalmente a vivere insieme, non voglio lasciare Thiago che sta per laurearsi in Medicina come progetta da tutta la vita.

Però è il mio desiderio più grande e io non posso rinunciarci.

Il CIDM è la cosa che più voglio da sempre, e per quanto io ami tutti voi davvero non posso rinunciarci.

Quindi parto, lasciandomi dietro un’angoscia grande come tutto il Giappone, ma non posso fare altrimenti.

Perdonami per non avertelo detto prima, e per non averlo fatto guardandoti negli occhi.

Perdonami per essere la peggior migliore amica del mondo.

Rilessi più volte come a cercare di convincermi che non fosse la realtà, anche se purtroppo lo era e avrei dovuto imparare ad accettarlo.

Non avevo più Pedro, non avevo più Thiago e neppure Tefi.

Tutti i presenti a quell’assurda cerimonia mi avrebbero per sempre adocchiato come la bastarda che aveva lasciato il suo futuro marito sull’altare, la persona che amavo più nella mia vita aveva bisogno di tempo per convincersi che il mio amore fosse reale, e la mia migliore amica partiva per quasi un anno dall’altra parte del mondo.

Pizzichi ovunque inutili: non stavo sognando.

E non piansi perché ormai non serviva.

E non mi disperai perché l’avevo fatto per fin troppo tempo.

E non me la presi con nessuno, perché la colpa era soltanto mia.

E non dissi nulla, e preferii stare in silenzio, perché qualunque parola mi avrebbe fatto male.

E aspettai soltanto che il tempo passasse e che le cose si aggiustassero, perché quello era soltanto un gigantesco incubo.

Ecco come più si cerca di fare bene una cosa, più questa ti riesce male.

Come una principessa può cadere dalla carrozza senza che nessuno le porga una mano per aiutarla a risalire.

 

E per quanto fa male, adesso devo scriverlo, quindi un bel respiro e …

Fine

 

Piccolo Angolo Di Luce:

Hola !!! Innanzitutto scusatemi per il mega ritardo con cui ho postato questo capitolo, ma la febbre e i compiti mi hanno del tutto catturata e non ho avuto nemmeno un minuto libero.

Spero che vi sia piaciuto il capitolo, e colgo l’occasione per ringraziare tutte voi.

Prima di tutto le mie fantastiche recensitrici, che hanno lasciato 174 recensioni e che mi hanno fatto salire al primo posto nella classifica delle storie con più recensioni.

Poi le 5 persone che hanno segnalato la storia per le scelte, e che continuano insieme a me a tenere le dita incrociate aspettando che venga presa.

Le 14 persone che hanno messo la storia tra le preferite, facendomi salire al terzo posto nella classifica.

Le 15 persone che seguono la storia, e la persona che la ricorda.

E poi tutte quelle che hanno soltanto letto in silenzio e apprezzato, quelle che hanno recensito e mi hanno supportato dall’inizio, quelle che sono arrivate ad un tratto e non mi hanno più lasciato.

E si, anche chi c’era all’inizio e che poi se n’è andata, chi ha avuto voglia di lasciare una critica, a chi la storia ha fatto talmente schifo da non volerla neppure leggere.

Grazie a tutte perché avete fatto parte di Mi Mujer, e avete fatto parte di me.

C’è solo un modo in cui posso ringraziarvi di tutto, ovvero quello di non lasciare questa storia, ma di continuarla tra qualche mese.

Mi Esposa, questo è il titolo del terzo capitolo della saga che spero seguirete, così come i Missing Moments della serie che inizierò a pubblicare.

Non vi abbandonerò mai, vi adoro troppo per farlo.

Un bacino< 3

   
 
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