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Autore: maryku    02/11/2012    3 recensioni
- È per questo che non mi hai ucciso? Per pietà? – chiese, abbandonando momentaneamente il Serpentese.
- In parte. Ma non l’ho fatto per te, l’ho fatto per me.
- Spiegati – ordinò. Il ragazzo non sembrò alterarsi per il tono autoritario, ma rispose comunque.

Un dialogo fra Harry e Voldemort dopo la guerra nella cella di Azkaban: Harry l'ha sconfitto, ma ha deciso di non ucciderlo.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Potter, Tom Riddle/Voldermort
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
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Vi avviso: la storia è leggermente OCC, ed è una What If.
Buona lettura.



Voldemort alzò la testa al suono dei passi che si avvicinavano. I dissennatori si spostarono al suo passaggio, rispondendo ormai ai suoi comandi, e non poté fare a meno di stringere i pugni. Eccolo, il Ragazzo che è Sopravvissuto, appena salito al grado di Salvatore. Eppure lui non era morto; non ancora, almeno.

- Ciao, Tom.

Grugnì in risposta. Odiava quando qualcuno lo chiamava col quel nome: lui era, era stato e sarebbe sempre rimasto Lord Voldemort.

Harry materializzò una sedia e si sedette davanti alla cella. Lo faceva infuriare vederlo così sicuro, così certo che lui, il grande Voldemort, non fosse una minaccia per quel ragazzino.

- Allora, Harry, sono già stato condannato a morte? In fondo è per questo che mi hai risparmiato... Per non avere sensi di colpa.

Harry sbuffò e lo fissò negli occhi. Voldemort non distolse i suoi, e non avrebbe mai ammesso che sentiva il potere, un potere puro, provenire dall’altro. L’aveva sconfitto, ma era ancora vivo, e appena sarebbe uscito...

- Non avrei certo avuto sensi di colpa nell’ucciderti, Tom, hai fatto troppe malvagità per meritare di vivere, ma... li ho visti.

Voldemort ebbe un sussulto che non riuscì a simulare. Deglutì e fissò la cicatrice sulla fronte dell’altro.

- Che buffo, la tua cicatrice non sarebbe dovuta scomparire?

- Non credo che possa, in realtà – rispose, e alzò un sopracciglio, probabilmente per il repentino cambio di argomento.

- Certo che può, ormai dovresti essere il più potente mago in vita, presenti esclusi, no? E sei solo un ragazzino. E hai scelto la Luce, il Bene superiore, e tutte quelle sciocchezze lì. Credi che rinchiudendomi qui il male finirà? Sei solo uno sciocco, Harry Potter.

Il ragazzo si agitò sulla sedia; ah, era così semplice mettere le dita nella piaga di quelle sciocche credenze, farlo desistere dai suoi intenti, fare...

- Tom, li ho visti. Smettila di cercare di... di...

Scosse la testa, ma anche Voldemort non sapeva più che dire. Il suo tentativo di sviare il discorso non era funzionato come suo solito, buffo, ma intuibile. Doveva almeno provarci.

- Sono un uomo finito, Potter, uccidimi subito e facciamola finita – disse, e in fondo quasi poteva credere nella sua piccola bugia. Perché lui sapeva che, se non era ancora morto, c’era una ragione.

- No, non credo che ti ucciderò.

Voldemort alzò un sopracciglio.

- E non lascerò che diano il Bacio. Sono sempre stato contrario, e non farò eccezioni per te.

A quel punto Tom non riuscì più a mostrare indifferenza. Spalancò gli occhi e scosse la testa.

- Sei il cocco di Silente, Potter.

-NON OSARE NOMINARLO! – urlò e si alzò di scatto, ma rimase a fissare il vuoto, come se non si aspettasse di reagire in quel modo. Sbuffò e si risedette.

- Non... non nominarlo così. Non sono qui per parlare del fatto che tu, tu sei la reale ragione della morte di Silente. Lui era... – si fermò e si passò una mano fra i capelli. – Tom, ho visto i tuoi ricordi e le tue emozioni.

- L’avevo capito, Potter.

- Quando... – fece un’ulteriore pausa, sospirò e riprese. – Quando ho distrutto i tuoi Horcrux, ho sentito tutto quello che hai provato, i tuoi ricordi più nascosti. Grazie alla nostra connessione, ogni volta che ne uccidevo uno, sapevo che avrei visto qualcosa che non volevo vedere, perché è più semplice crederti un cattivo senza cuore, che pensare che alcune tue scelte siano state quelle di un ragazzo, un bambino solo.

Voldemort sibilò nel sentire il Serpentese fluire naturalmente dalle labbra di Harry, ma capì il suo intento. Ovviamente il ragazzino voleva tenere gli Horcrux nascosti al resto del mondo, e in fondo lo voleva anche lui.

- Non sono mai stato solo, Potter, ho sempre avuto persone pronte a fare di tutto per me.

- Già, hai sempre avuto dei seguaci, ma il tuo solo amico è stato un serpente enorme, e la tua famiglia non si è rivelata quel che credevi. Questo è essere soli.

Tom sussultò. Non voleva ricordare quello... E fino a quel punto aveva creduto che il ragazzino stesse bluffando, avesse solo voglia di cancellare i propri rimorsi e lasciarlo marcire in prigione, ma quei dettagli che nessuno conosceva, che non aveva mai rivelato ad anima viva, non potevano che confermarlo: Harry Potter aveva davvero guardato i suoi ricordi più profondi.

Si sentì svuotato, e all’inizio non capì nemmeno perché. Poi venne la rabbia, e riuscì a riguardare il ragazzino negli occhi.

- È per questo che non mi hai ucciso? Per pietà? – chiese, abbandonando momentaneamente il Serpentese.

- In parte. Ma non l’ho fatto per te, l’ho fatto per me.

- Spiegati – ordinò. Il ragazzo non sembrò alterarsi per il tono autoritario, ma rispose comunque.

- Ho pensato che se fossi stato al tuo posto, se avessi vissuto io la tua vita, non so se sarei riuscito a scegliere... bene. Se fossi stato al tuo posto, avrei voluto avere davanti a me qualcuno che potesse capire, e che mi fermasse, qualcuno che comprendesse la solitudine e mi desse un modo per redimermi, perché la verità è che io l’ho avuto, ho avuto qualcuno che si fidasse realmente di me, e questo mi ha aiutato. Forse non è quello che vuoi tu, ma io ho trovato un modo per farti scontare almeno in parte ciò che hai fatto.

- Farmi marcire in prigione? – chiese, alterato.

Harry ebbe la decenza di arrossire e abbassò per la prima volta lo sguardo. Voldemort si alzò e si avvicinò alle sbarre.

- Harry Potter, dimmi cosa sta succedendo.

- Ho votato contro la tua condanna a morte, contro il Bacio, ma non ho trovato altra soluzione che quella di toglierti i poteri.

Voldemort sbatté i pugni così forte sulle sbarre che si sbucciò completamente le nocche. Harry sussultò e si alzò in piedi anche lui. Si guardarono negli occhi e, sebbene il ragazzo fosse più basso, alla fine fu Voldemort ad indietraggiare.

- Tu non puoi. Non c’è nessun mago più potente di me, a parte...

- Esatto. Se credi che la scelta morale di toglierti la magia sia tanto più semplice di quella di ucciderti, be’, stai sbagliando.

- Potter, sei un mago morto.

Harry si sedette nuovamente e materializzò un tè per sé.

- Visto che ti ho sconfitto, sono più potente, anche se la fortuna e gli aiuti esterni sono stati dalla mia parte. Non hanno ancora deciso, ma credo che la mia idea farà la differenza.

- Credi che ti ringrazieranno per questo, Potter? Credi sul serio che sarai considerato ancora il Salvatore?

Harry ridacchiò, prese un sorso di tè e rispose.

- Assolutamente no, già mi guardano con paura, pensando a quando farò le tue stesse scelte e cercherò di prendere il potere, quando sarò Ministro della Magia, perché tutti credono che voglia diventarlo. Però questa soluzione è la più semplice per evitare a te di essere ucciso, e a me per fare la cosa che ritengo giusta.

Voldemort lo guardò con uno sguardo nuovo: il ragazzino si stava trasformando in un uomo che riusciva a parlargli senza paura né rabbia, anche se probabilmente la sua voglia di ucciderlo era pari solo alla propria.

- Non vuoi essere Ministro? – chiese, soffermandosi un attimo su quell’aspetto alquanto particolare del ragazzino.

- Per carità, no! Eppure anche tu hai visto nella mia testa... Già è difficile essere considerato il Salvatore, l’icona di pace del Mondo Magico, non ho bisogno di altri sguardi su di me, grazie.

Harry sorseggiò di nuovo il suo tè e aspettò la domanda che, sapeva, sarebbe arrivata.

- Non è un’idea tua, vero, Potter?

Ebbe, di nuovo, la decenza di arrossire.

- In effetti, non del tutto. A trovare l’incantesimo è stata Hermione, e sono riuscito a padroneggiarlo per fortuna prima della decisione su di te. Hanno tutti paura che tu li maledica dopo la morte.

Voldemort represse un sorrisetto.

- Sarebbe la cosa migliore.

Harry fece scomparire il tè e si alzò dalla sedia.

- La morte sarebbe una scappatoia troppo semplice per te, Tom. Devi affrontare ciò che hai fatto.

- Harry Potter, togliere la magia a un mago è come togliergli la vita, non cambia molto – disse, cercando di usare un tono calmo, ma gli uscì lo stesso come un ringhio.

- No, non è vero, ti sto dando una possibilità, un’altra vita.

Voldemort scoppiò a ridere, una rista senza gioia.

- E credi che la gente non mi guarderà con orrore, non mi vorrà torturare, uccidere come ho ucciso quei babbani?

Harry strinse i pugni, le nocche divennero bianche, e per poco Voldemort non lo prese in giro per quella reazione esagerata. Riuscì a trattenersi, ma mantenne un sorrisetto ironico, senza allegria, sul volto.

- Hai ucciso quei babbani perché ti ricordavano la tua vita all’orfanotrofio e perché eri arrabbiato con tuo padre per aver lasciato tua madre. Non intendo perdonarti, ma posso capire la tua rabbia. E no, non succederà perché ovviamente ti ridaremo l’aspetto che hai mascherato così bene, Tom Riddle.

Tom sussultò, di nuovo. Piegò la testa sotto l’odio e l’orrore che quel nome gli risvegliavano ogni volta.

- Vuoi imprigionarmi nel mio corpo, senza magia, e vuoi essere colui che imprigionerà la mia magia, così nessuno ti potrà uccidere per questa scelta visto che un omicidio volontario risveglierebbe il mio potenziale magico o mi ucciderebbe a seconda dei casi, o sbaglio?

Harry sussultò e sbatté un paio di volte di troppo gli occhi, poi annuì. Il ragazzino non si aspettava che conoscesse la procedura, tipico; tutti si scordavano che oltre alla Magia Oscura aveva studiato tutti i tipi di magia. L’ironia insita nell’incantesimo era straziante, visto che se l’avesse ucciso lui o avrebbe ordinato a qualcuno di ucciderlo, sarebbe morto a sua volta.

- Vuoi incarcerarmi in un altro tipo di prigione, che ha sbarre invisibili. Ne sei cosciente, Potter?

Sputò il suo nome come se fosse un insulto, ma il ragazzino ignorò la sua rabbia.

- Lo so, la cosa non entusiasma nemmeno me, ma farò in modo che nessuno sappia chi e dove sei, a parte me, il professor Piton e pochissimi altri.

- Oh giusto, il traditore. Perché non infilare anche un coltello nella piaga?

- Come se tu non lo stessi facendo! Credi che sia facile, per me? – urlò, facendo uscire la rabbia che probabilmente aveva trattenuto fino a quel momento.

- Certo. Sarai un Salvatore ancora più speciale. Il carceriere di Voldemort...

Harry diede un pugno alle sbarre.

- Non sono contento di come sono andate le cose, ho amici, Hermione, Ron e Ginny soprattutto mi sono vicini, ma nessuno capisce sul serio quello che sto provando, il mio stesso orrore nel toglierti la magia invece di ucciderti, persino parlare con Draco è complicato perché capisce fino a un certo punto. Tu sei l’unico che sa quanto sia difficile avere tutto contro... E sono disgustato da questa cosa.

Voldemort alzò un sopracciglio.

- Da quando chiami Mafoy junior col suo nome?

- Da quando ho parlato in sua difesa per la morte di Silente.

- Interessante... Cerchi di salvare proprio tutti, Harry? E non hai una persona accanto che ti sostenga? Di sicuro ci sono un sacco di persone che vorrebbero avere una relazione con te e sarebbero disposte a tutto per il Salvatore.

Il ragazzo lo guardò per qualche istante, poi scoppiò a ridere.

- Non vedo cosa ci sia di così divertente.

Harry ci mise ancora qualche secondo a calmare le risate, poi lo fissò.

- Se qualcuno mi avesse detto che dopo la guerra avrei parlato con Voldemort delle mie relazioni amorose, l’avrei preso per pazzo.

Suo malgrado, Tom si lasciò scappare un sorrisetto.

- Non ho molto altro da fare, prima di essere ucciso, Baciato o altro, visto che mi stordiscono ogni ora, come ben saprai...

Harry si sedette nuovamente e, ridacchiando ancora un po’, parlò nuovamente.

- Verrò domani per farti sapere quello che hanno deciso.

- Sappiamo entrambi cosa faranno, o mio carceriere – sbuffò, ormai troppo incredulo per mostrare ancora rabbia a quella conversazione. Forse il giorno dopo si sarebbe svegliato, avrebbe capito che era stato tutto un incubo e avrebbe trovato i suoi Mangiamorte ad aspettarlo...

Si fece di nuovo attento quando il ragazzo sembrò essere sul punto di parlare.

- Non potrò mai perdonare Voldemort per ciò che ha fatto, però posso provare a capire Tom.

Voldemort scoppiò a ridere.

- La cosa non ha senso. Io sono entrambi.

- Già, ma uno ha rinunciato alla propria umanità, l’altro no.

- Allora Voldemort ti manda a quel paese, Potter.

Harry si alzò, con un sorriso accennato sulle labbra, e fece sparire la sedia.

- Ci vediamo domani, Tom.

Solo quando Harry fu abbastanza lontano e nessuno avrebbe potuto più sentirlo, l’uomo mormorò guardandolo andare via.

- E Tom ti ringrazia.









Allora, non ho ben capito da dove è uscita questa cosa, vista la poca voglia di scrivere che ho di recente e i moltissimi impegni, però dopo aver letto tanto storie su HP in cui la distinzione fra bene e male non era così netta come nel libro, mi è venuto in mente questa, che è tra l'altro la mia prima fanfic che scrivo sul fandom.

Ho un po' di cosette da precisare, se volete leggerle, sennò saltate direttamente il paragrafo, non mi arrabbierò: ho sintetizzato un paio di idee che avevo deciso di usare per una long, per questo alcune cose non sono del tutto spiegate, come il fatto che Harry non dica tutti i ricordi di Voldemort qui, visto che forse, e solo forse, ho una mezza idea di scriverla sul serio quella long.
Se qualcuno ha già avuto un'idea simile, chiedo scusa, ma il fandom di HP è immenso e non ho ancora letto qualcosa di simile...
Harry in questa fanfic ha ucciso anche l'Horcrux dentro di sé, ma ha mantenuto parte del potere di Voldemort lo stesso, e anche la stessa cicatrice visto che il mago è ancora vivo.
Il mio intento per questa fanfic era quello di ridare un po' di umanità a Voldemort, infatti sono consapevole che il grande Mago Oscuro sia OCC. Perché anche se ha fatto scelte sbagliatissime, penso che abbia anche avuto un'infanzia difficile. Infatti nella shot si alternano i nomi "Voldemort" e "Tom" anche per questa ragione, fino a che Voldemort comincia quasi a sparire nel processo, per tornare giusto alla fine. Harry non perdonerà MAI Voldemort per ciò che ha fatto, ma non se la sentiva di ucciderlo perché vuole che sconti la sua pena, e togliergli la magia dovrebbe essere anche peggio del Bacio, per lui.
Sul rapporto fra Harry e Draco: se vedere un accenno di slash, non è volontario; ma visto che ho letto alcune Draco/Harry molto carine di recente, mi piaceva il fatto di umanizzare un po' anche Draco, visto che negli ultimi due libri è meno "cattivo". Infatti nomino anche Ginny: teoricamente Harry sta insieme a Ginny, ma visto che non lo esplicita Voldemort cerca di punzecchiarlo. Capirò se ci vedrete un po' di slash, ma ripeto, non è del tutto mia intenzione. U.U Stavo anche scrivendo qualcosa sul dialogo fra quei due prima che Harry parlasse in difesa del biondo, ma non so se la finirò mai, né se la pubblicherò. XD

Prima di lasciarvi, vi lascio un quesito: chi ha capito chi è il serpente enorme? Penso tutti, ma giusto per essere sicura...
E adesso, vi saluto! Grazie di aver letto la One-shot. Alla prossima!
   
 
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