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Autore: Sashaprati    02/11/2012    0 recensioni
[Quinto Potere]
Il celebre discorso di Howard Beale, tratto dal film "Quinto Potere" (capolavoro del 1976, diretto da Sidney Lumet), riveduto e modificato per fare presa sul pubblico dei giorni nostri.
Tematiche del passato, presente e futuro a confronto, in uno dei momenti più coinvolgenti e profondi della storia del grande schermo.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Quinto Potere - Sono incazzato nero e tutto questo non lo accetterò più.

 

Mi sentivo proprio come lui, quella sera.
Dopo aver letto la solita collezione di puttanate, in giro per il web e via dicendo, ebbene per un attimo è stato come se Howard Beale di Quinto Potere si fosse messo a gridare nella mia testa.
Ancora adesso mi sembra di rivederlo, ripreso dalle telecamere della sua emittente, mentre spiega al pubblico come fare per ribellarsi ad una situazione insostenibile e inaccettabile. Parlava con voce chiara e profonda, ed uno sguardo da penetrare fin dentro le ossa, facendo accapponare la pelle solo con il peso delle sue stesse parole.
Non ho mai dimenticato neppure una sillaba del suo discorso.
Oggi tutti i cosiddetti "intellettuali" lo prenderebbero per pazzo, senza ascoltarlo più di tanto, e attribuirebbero il motivo di tale discorso ad una pura e semplice esaltazione - l'esaltazione di un uomo chiaramente esaurito, privo di lucidità, e dal quale non bisogna farsi influenzare per non cadere nella demenza del suo folle contagio.
Stronzate!
La verità è che Howard Beale ha detto al mondo ciò che tutti pensavano, ma che nessuno aveva il coraggio di ammettere per paura di ritorsioni.
Solo un folle si metterebbe contro un intero esercito, sapendo in partenza di non poter vincere. E tuttavia quel singolo folle è colui che ha il coraggio di aprire bocca e di sostenere la propria idea, indipendentemente dalle conseguenze.
Follia?
Forse, o meglio: follia sì, ma fino a un certo punto.
Quanti oggi avrebbero il coraggio di gridare a voce alta il proprio scontento?
Quanti si permetterebbero di ascoltare e giudicare con la propria testa, indipendentemente da ciò che pensa una maggioranza di larve schiave della tecnologia?
Beh, se io fossi Howard Beale, probabilmente oggi ripeterei il suo discorso più o meno così...

Foto

Non serve dirvi che il mondo va a puttane.
Tutti quanti sanno che va a puttane.
Abbiamo una crisi: molti non lavorano o preferiscono "nerdàre" davanti a un computer da 3000 euro, comprato coi soldini del paparino; il quoziente di intelligenza di certe persone è pari a ZERO, le scuole non insegnano più un accidente di niente, e i ragazzini preferiscono farsi ascoltare con la violenza piuttosto che con la ragione; la politica si è trasformata in una nuova dittatura, privando il cittadino dei suoi diritti, e assicurando alle classi privilegiate di fare il loro "porco comodo" come se niente fosse.
Le riserve energetiche vengono consumate senza ritegno, e l'inquinamento va ogni giorno oltre il suo massimo storico.
C'è gente che muore di fame, e chi privatizza l'acqua potabile come fonte di maggiore guadagno.
Ci sono genitori che si spaccano il culo dalla mattina alla sera, per mantenere loro stessi assieme alla prole, e figli che li ringraziano facendo i parassiti di una società guasta e decadente.
Stiamo seduti ad ascoltare il "Grande Fratello" o gli "Amici" della De Filippi, come se da loro dipendesse la nostra vita, mentre le stragi e le catastrofi naturali passano come niente di più che semplice attualità.
Come se tutto questo fosse "normale".
Sappiamo che questo mondo va a puttane, peggio che a puttane, e per di più ne va anche fiero.
Siamo al regno della follia pura.
La maggior parte di noi sono precipitati nell'indolenza del "chissenefrega, tanto ci penserà qualcun altro" - e nessuno muove più le sue chiappe incollate, neppure per la fatica di mandare al diavolo lo stupido di turno o una cretina che apre la bocca senza riflettere.
E mentre la situazione si estende, privandoci della libertà di pensiero, tutti preferiscono voltare la testa dall'altra parte e stringersi al petto le proprie amichette. Tutti vogliono essere lasciati in pace, perché non vogliono problemi, e si fanno le seghe mentali su certe cazzate che a dirlo viene l'imbarazzo. Tutti accettano passivamente il silenzio e la rassegnazione, a patto di restarsene nei loro salotti coi loro telefoni e i loro computer, a patto di essere lasciati tranquilli come Cristo comanda.
Beh, io non vi lascerò tranquilli.
Io voglio che voi vi incazziate!
Non voglio che scendiate in piazza, coi manifesti e con gli striscioni, né che vi uniate in gruppi per insultare il tizio o la tizia di turno.
Non voglio che scriviate ai governanti del vostro paese, perché non saprei nemmeno cosa dirvi di scrivere, né che affidiate la vostra vita a qualcuno che si erge a "profeta" per attirare a sé gli imbecilli che gli vanno dietro.
Non dovete pensare di fare grandi cose, per esprimere la vostra opinione in tutta libertà.
Tutto quello che dovete fare è incazzarvi - dovete incazzarvi, come non avete mai fatto prima d'ora - dovete gridare a questo schifo di un mondo schifoso che siete persone, con una volontà propria, e che se una cosa non vi sta bene "non-ci-state!"
E allora: "al diavolo i parassiti", "al diavolo i leccaculo", e "al diavolo chi vi pare"... Ma per fare le cose fatte bene, dovete prendere tutta quella rabbia che vi tenete dentro da non so quanto e gridarla.
Dovete sentirlo dal petto, dal cuore, dovete sentire il disprezzo che provate per tutta la merda che vi circonda.
E quando la sentirete scorrere liberamente, come la sto sentendo io adesso, dovrete alzarvi e gridare forte:

SONO INCAZZATO NERO E TUTTO QUESTO NON LO ACCETTERO' PIU'

Ma non basta che lo gridiate.
Vi dovete "incazzare".
Dovete sentirla tutta questa rabbia, dal momento che fanno di tutto per farvela dimenticare.
Perché nella rabbia c'è il vostro desiderio, c'è la vostra vita, c'è tutto quello che vi rende migliori di qualunque figlio di puttana che ha rinunciato alla propria dignità individuale molto tempo fa.
La dignità gratuita non esiste.
La dignità di un essere umano è in ciò che lo rende quello che è, solo ed unico in mezzo a tanti altri, e se qualcuno cerca di soffocare questa dignità... Ebbene allora reagite, porca puttana!
Cominciate ad alzarvi.
Cominciate ad incazzarvi.
Incazzatevi, incazzatevi come bestie se lo sentite, ma incazzatevi.
Incazzatevi tutti, Cristo.
SONO INCAZZATO NERO E TUTTO QUESTO NON LO ACCETTERO' PIU'
SONO INCAZZATO NERO E TUTTO QUESTO NON LO ACCETTERO' PIU'
SONO INCAZZATO NERO E TUTTO QUESTO NON LO ACCETTERO' PIU'

E quando vi sarete incazzati sul serio, quando vi renderete finalmente conto di chi vi ha preso e vi continua a prendere per il culo, allora comincerà veramente a cambiare qualcosa.
Basta chinare la testa, come tante pecore spaventate.
Basta rincoglionirsi dietro al computer, come se la vita dipendesse solo da quello.
E soprattutto basta con il silenzio di convenienza, perché è il silenzio che rovina il mondo.
Se una cosa è sbagliata bisogna incazzarsi e gridarlo.
Altrimenti andrà sempre peggio e non importerà più niente a nessuno di "chi" sarà la colpa a quel punto. 

  
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