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Autore: Aniel_    02/11/2012    3 recensioni
Raccolta di Flashfic su eventi e situazioni parallele degli anni 2009 e 2014.
Genere: Angst, Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più stagioni
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Titolo: Don't ever change
Fandom: Supernatural
Pairing: Dean/Castiel
Prompt: defiant
Raiting: PG13
Genre: angst, introspettivo
Warning: flashfic, future!verse
Note: l'idea di questa raccolta è nata da un serie di prompt che ho trovato sul web. Sono trenta in tutto e ho deciso di utilizzarli per realizzare una raccolta di flashfic (due a capitolo) di cui una che descrive le vicende dell'anno 2009 e l'altra che racconta le situazioni degli anni del future!verse (2013/2014). La mia long in corso è quasi conclusa e ho deciso di abbandonare per un po' quel genere di lavoro perché al momento non ho molto tempo. L'idea della raccolta invece mi fa stare più tranquilla. Non so quando e con quale frequenza aggiornernò, dipende tutto dall'ispirazione del momento. Vi lascio con le prime due flashfics sul prompt defiant.
Disclaimer: i personaggi non mi appartengono. Mi piacerebbe possedere Dean e Cas - in tutti i sensi possibili- ma purtroppo non sono di mia proprietà. #sadness



#Defiant
 

2009
 

Dean manda giù un lungo sorso di quel liquido ambrato che ormai Castiel è abituato ad associare al cacciatore, specialmente alla fine delle cosiddette giornate no.
Dean e la sua bambina, Dean con i piedi penzoloni, Dean che sorride ed è più ubriaco di quanto Castiel lo abbia mai visto, Dean che tiene gli occhi chiusi.
«Perché non hai scelto Claire?» chiede.
Castiel inclina il capo e gli si accosta. «Temo di non capire» risponde.
«Come tramite» puntualizza il cacciatore, «perché non hai scelto Claire? Sarebbe stata la stessa cosa per te, no?»
«Sì, per me sì.» replica l'angelo, omettendo un ma che sembra rimbombare nel silenzio della notte.
Dean tace per qualche minuto. È tornato serio, come se i ricordi lo stessero aggredendo con forza dall'interno. «Ma non per lei» osserva «non volevi privarla della sua innocenza, volevi tenerla lontana da tutta questa merda.»
Castiel annuisce e sa che non è più di Claire che stanno discutendo. «Non farti carico di colpe che non sono tue. Sam non è diventato un cacciatore a causa tua» lo tranquillizza, sperando che sia abbastanza, sperando che non ci pensi più.
Ma Dean è cocciuto, e triste, e ubriaco. Si limita a sorridere gettando il capo all'indietro per guardare il cielo. «Fai sempre la cosa giusta, sono fiero di te.»
E poi si addormenta sotto un cielo che è più scuro del dolore che prova.

 

2013
 

Castiel vuole tapparsi le orecchie, anche solo per ovattare l'irritante tono della voce di Dean. Il cacciatore urla troppo in questo periodo e Castiel è così stanco, così insofferente, che vorrebbe solo spingerlo fuori dalla propria cabina e sprofondare con la testa tra i cuscini.
Da quando ha iniziato a dormire si chiede come sia sopravvissuto fino ad oggi senza chiudere gli occhi e lasciare la merda del mondo fuori dalla sua testa, almeno per qualche ora.
Ma Dean non ha intenzione di lasciarlo riposare perché, a quanto pare, Castiel non lo merita.
«Guardami» sbotta il cacciatore, afferrandogli la mascella e stringendola tra le dita «posso sapere che cazzo ti è passato per la testa?»
Castiel cerca di liberarsi ma è troppo debole e troppo ubriaco per spingerlo via. Ricorda malinconicamente i tempi passati, quelli in cui avrebbe potuto spazzarlo via, lontano da sé, con un battito di ciglia. Quel ricordo lo rende triste, lo scuote, lo fa sentire male; e allora ride, perché è l'unica cosa che riesce a fare. Ride perché non ha ancora imparato a piangere.
Essere umani è così dannatamente difficile.
«Una ragazzina Castiel. Ti sei scopato una ragazzina» mormora ancora Dean, il tono di voce più basso, un sibilo sordo e pericoloso.
«Ha detto di essere maggiorenne» ribatte lui, guardandolo da sotto in su, con quello che vorrebbe spacciare per uno sguardo di sfida, insolente, provocatorio, che però appare solo vacuo e annacquato.
«Certo» sogghigna Dean, stanco «e tu le hai creduto subito, non è così? Ti fai di così tanta roba che non riesci più a distinguere la verità dalla menzogna. Sei patetico.»
Dean molla la presa e gli volta le spalle. Castiel è confuso: non riesce a capire perché quel gesto così familiare, quell'azione che ha visto tante volte, Dean che gli volta le spalle e lo lascia da solo gli faccia più male delle sue parole.
«Cosa ti è successo, Cas? Quando hai cominciato a fare solo scelte sbagliate?» chiede, senza guardarlo, e poi va via.
Castiel si abbandona sul letto e guarda il soffitto: è dipinto di azzurro, di rosso e di giallo; è chiaro e limpido e dovrebbe rispecchiare quello che ha dentro. Ma è solo l'ennesima bugia prima di addormentarsi.

   
 
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