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Autore: HidanJashinist    02/11/2012    8 recensioni
Una sera fantasticavo e mi sono immaginata l'Akatsuki a casa mia! Mi è venuta l'ispirazione e così ho cominciato a scrivere! Il primo capitolo parla dell'arrivo del mio preferito che sicuramente avrete già capito xD Spero vi piaccia: è la mia prima FanFiction
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akatsuki
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
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La sveglia abbaiò come ogni barboso giorno scolastico,la presi distrattamente e feci cessare quel rumore insopportabile. Sbadigliai come fanno i leoni : aprendo la bocca e facendo strani versi.  Mi misi una mano nella frangia folta e spettinata e mi tirai indietro i capelli,facendo uno sbuffo assonnato. La mia camera era buia,quindi non vedevo un accidente,ma come facevo ogni mattina,mi alzai e rabbrividii per il freddo:avevo l’abitudine di dormire in mutande e reggiseno, la mattina così presto fa un freddo cane,ma per pigrizia non mi vestii e cercai di arrivare alla porta usando la memoria che ho nei confronti della mia camera da letto e mentre camminavo dove c’era il tappeto,schiacciai un qualcosa,ma cosa??  Feci mente locale pensando agli oggetti che c’erano il giorno prima sul pavimento,ma nessuno di quelli poteva avere la stessa consistenza della cosa che avevo appena pestato. Arrivai alla porta e accesi la luce del corridoio (non essendo ancora abituata alla luce mi sarei accecata se avessi acceso quella di camera mia),guardai verso il tappeto e per poco non mi venne un infarto : una figura era immobile sul mio tappeto!!! E un infarto mi venne davvero,non appena ebbi riconosciuto chi fosse … ERA HIDAN!! 
 


Il cuore e la mente si stavano consultando,dicendosi che probabilmente ero impazzita e lo pensai pure io insieme a loro,ma era vero: davanti ai miei occhi,sul mio tappeto,nella mia camera,nella mia casa,c’era il jashinista di cui vado pazza. A bocca aperta mi avvicinai con un’agitazione incredibile e mi abbassai per guardarlo meglio,dormiva? Mi rimisi a posto una spallina del reggiseno e con le mani tremanti,slacciai l’uniforme akatsukiana di Hidan e lo sguardo mi cadde sulla collana d’argento che ben conoscevo,la presi tra le mani ed era fredda,brillava sotto la fioca luce che entrava in stanza,la rimisi sul petto del suo possessore e appoggiai l’orecchio nella zona sopra il cuore,per sentire se battesse,sì,il cuore batteva a ritmo regolare. Subito dopo il mio gesto,mi dissi che ero una deficiente: sapevo benissimo che Hidan è immortale,cosa cacchio controllo se è vivo o meno?!?! Gli diedi un ultima occhiata e mi dissi : *Sto sognando,ora andrò al bagno e quando tornerò,lui non ci sarà più,o magari visto che sono ancora mezza rimbambita ho avuto una specie di miraggio… * Mi alzai e andai nel mio piccolo bagno,feci plin-plin e mi lavai le mani. Bene,ora dovevo tornare in camera a prendere i vestiti che avevo lasciato sulla sedia. Entrai di nuovo nella mia stanza e… era ancora lì! Mi riavvicinai di nuovo al “bell’addormentato” e gli sfiorai i capelli argentei : morbidi *-* Mentre facevo questo pensiero,notai che il “sommo splendore” aveva aperto gli occhi color ametista e aveva uno sguardo corrucciato e confuso. Prima che potessi muovere un muscolo,mi prese un polso con una stretta d’acciaio. Schiuse le labbra e chiese : “Chi diavolo sei?” 
 

Tirai,cercando di liberarmi da quella stretta e il mio povero cuore stava facendo i salti mortali per farmi rimanere cosciente. Con la mano libera spostai la frangia in stile emo dalla faccia,in modo da vederci bene e balbettai: “M-mi chiamo Andrea…” L’unica frase che riuscivo a dire era quella… Hidan mi squadrò dall’alto in basso e fece un grugnito portandosi una mano alla testa,come se gli facesse male. Ritornò con lo sguardo su di me e fece un’altra domanda : “Dove mi trovo?” lo guardai come se avessi visto una bestia magnifica ed esotica,sbattei le palpebre e risposi con più sicurezza : “Sei a casa mia. Sulla Terra… Non sei più nel mondo dei Ninja a quanto pare…” Hidan mi guardò ancora confuso e si mise a sedere lentamente,con la mano ancora ben stretta sul mio polso. In quel momento mi venne in mente un brutto pensiero: dato che sapevo tutto su quel dio sceso in terra,sapevo anche che ero a rischio di estinzione! Poteva sacrificarmi o uccidermi con la stessa facilità con cui io ammazzo le mosche d’estate e la cosa mi metteva decisamente a disagio. Indicando con la testa la sua mano,gli chiesi: “Non potresti mollare la presa? Non scappo mica…” Hidan mollò la presa e socchiuse gli occhi,chiedendomi: “Sei stata tu a farmi arrivare qui? E dov’è Kakuzu?” Si era appena ripreso e già pensava a dove fosse il suo collega! Wow,non pensavo che gli stesse così a cuore. Con uno sguardo dolce gli risposi: “No,Hidan. Non sono stata io a farti arrivare qui. E’ stata una sorpesa anche per me ritrovarti sul mio tappeto. Per quanto riguarda il tuo compagno di squadra,Kakuzu,non te lo so proprio dire,io ho trovato solo te.” Spalancò gli occhi con sorpresa e chiese: “Come fai a sapere il mio nome? E se non sei del mio mondo,come fai ad avere certe informazioni?” Accidenti se è sveglio il ragazzo O.O E pensare che tutti lo descrivono come un cretino… Sopresa a mia volta dalla sua domanda,risposi: “Nel mio mondo voi del mondo dei Ninja,siete famosi e ci sono persone come me,che amano sapere quello che succede nel vostro mondo. Io non so solo il tuo nome,so anche quando sei nato,dove,quanti anni hai,quanto sei alto,quanto pesi,cosa ti piace e cosa no… In parole povere,so tutto di te.” Nel suo sguardo vidi una nota di interesse e grande stupore. Casualmente mi cadde lo sguardo sul mio orologio nero da polso… 6:30!?!?!?  Oh cacchio!!! Non mi sono preparata per la scuola!! E mia madre si sarebbe svegliata alle 6:55 trovandosi un tizio in accappatoio a nuvole in camera mia!!! Mi alzai di scatto e dissi : “Possiamo parlarne dopo,Hidan? Ora sono estremamente di fretta! So che non mi conosci e che hai ancora un sacco di domande,ma per ora ascolta ciò che ti dico e per favore,esegui. Usa la Tecnica della Mimetizzazione e non farti vedere da nessuno al di fuori di me. Tra poco uscirò fuori da qui con un'altra donna,tu ci dovrai seguire. Dopo questo,cammineremo fino a una specie di… scatola nera, che ha 4 porte,io e l’altra ne apriremo 2 e ci siederemo all’interno,tu scegli una porta a caso ed entra anche te. Poi non dovrai fare altro che aspettare fino a che io non scenderò da lì e anche tu scenderai,poi ti spiego tutto. Ora per favore fa come ti ho chiesto!” Detto questo corsi di nuovo al bagno per pettinarmi e lavarmi i denti,erano già le 6:45,entro 10 minuti mia madre si sarebbe alzata per portarmi con la Ford Focus nera alla fermata del pullman per andare al mio liceo. Dovevo ancora vestirmi e dovevo ancora preparare l’ Eastpack nero con sopra disegnate le nuvole dell’Akatsuki con lo sbianchetto liquido (sono talmente malata da questa organizzazione che la disegno ovunque). Feci tutto a velocità da record e sempre sotto lo sguardo tra il divertito e il perplesso di Hidan. Sbuffai mentre mi mettevo la felpa bianca e mi accasciai sul divano,guardai l’orologio: 6:50. Avevo ancora del tempo per mettermi le Converse e il giubbotto con il cappuccio in pelliccia sintetica nera e ancora tempo per osservare il ragazzo nella mia camera. Hidan era ancora seduto a gambe incrociate sul tappeto blu e si massaggiava una tempia. Mi piegai verso di lui e chiesi: “Stai bene? Hai bisogno di qualcosa?” mi guardò con un sorriso beffardo e rispose: “Avrei bisogno di qualcosa,ma non penso che tu voglia darmela…” Lo guardai con la mascella che arrivava quasi a terra,scossi la testa e pensai: *Non pensare male! Pervertita. Magari intende tutt’altra cosa!!* Un caldo insistente mi avvolse le orecchie e le guance a quel pensiero e chiesi: “Dimmi di che si tratta e vedrò cosa posso fare.” Il suo sorrisetto non si tolse dalla faccia e rispose scuotendo la testa: “Niente niente… Te lo chiederò un’altra volta.” A quel punto anche il mio io  interiore si arrese e concordò col precedente sospetto sulla richiesta di Hidan. Sentii dei rumori e capii che mia madre si stava alzando. Con uno sguardo preoccupato gli mimai con la bocca la parola : “nasconditi”. Mi guardò alzando un sopracciglio e mosse velocemente le mani e scomparve alla mia vista. Mia madre si affacciò alla camera e mi chiese arrabbiata : “Allora! Sei ancora lì? Muoviti che se no arriviamo in ritardo!” Mi rizzai in piedi e diedi un ultimo sguardo al punto in cui c’era Hidan e pregai che mi desse retta. Uscimmo dalla casa e ci avviammo verso la macchina,entrammo e mamma accese il motore,fece retromarcia e poi girò verso la strada. Dopo pochi minuti arrivammo alla fermata del bus. Diedi un bacio a mia madre e scesi dall’auto mettendomi lo zaino sulle spalle. Appena mia madre se ne fu andata mormorai con imbarazzo : “Hidan,sei qui?” non ebbi subito risposta,ma qualcuno mi picchiettò alle spalle facendomi sussultare, mi girai e alzai lo sguardo verso gli occhi di Hidan (è più alto di me,io sono 1,72 m lui 1,77 m) che mi chiese: “Ora risponderai a tutte le mie domande?” annuii con convinzione e mi diressi verso la panchina dove mi siedo ogni mattina mentre aspetto il pullman. Lui mi seguì e si sedette al mio fianco. Cominciò: “Perché sai tutto di me e dei miei colleghi?” sorrisi e risposi: “So tutto di te,perché sei il mio preferito di tutta l’organizzazione e so tutto dei tuoi colleghi perché sono curiosa sul tuo mondo.”  Fissò un punto dall’altra parte della strada e poi si girò verso di me,sorridendo: “Dato che sai tutto di me,mi sembrerebbe giusto se tu mi dicessi tutto di te.” Lo guardai con la fronte aggrottata,non c’è molto da dire di me. Sono una ragazza alta,coi capelli castani di media lunghezza che arrivano al collo e una grossa frangia che mi copre gli occhi,essi sono di un color castano dorato con ciglia lunghe,sulle guance c’è una scia leggera di lentiggini e ho le labbra carnose,per il resto sono piuttosto normale. Sbuffai leggermente e cominciai a raccontare la solita solfa che vivo ogni giorno: “Come ti ho già detto mi chiamo Andrea,ma puoi chiamarmi Andre o Andrew. Faccio il liceo linguistico e sono al primo anno,che per te è un po’ come… un’accademia ninja. Studio lingue diverse oltre alle mia,ossia francese,tedesco e inglese. Mi piacciono gli animali e la musica e…” Avrei voluto aggiungere : *E mi piaci soprattutto te!*  ma non mi sembrava una cosa adatta,così lasciai la frase in sospeso. Hidan mi rivolse uno sguardo interrogativo,ma io scossi la testa. Chiese con un tono un po’ seccato: “Santo Jashin,sbaglio o ho detto “tutto”?”  lo guardai di sbieco da sotto la frangia e sorrisi testarda,canzonando la risposta che mi aveva dato poco prima : “Niente niente… te lo dirò un'altra volta.”  Mi guardò male e tornò ai suoi pensieri. In quel momento arrivò il pullman così mi alzai di scatto per poter essere tra i primi a salire,se no mi sarei dovuta fare il viaggio in piedi. Stranamente nessuno si mosse verso la porta aperta del bus poi realizzai il motivo: Hidan era dietro di me con fare noncurante e non è un tipo che passa inosservato per 2 motivi. Primo: è di una bellezza disarmante,secondo:  chi non passerebbe inosservato con un uniforme akatsukiana alle 7:15 del mattino? Mi tirai una manata in faccia e tirai Hidan per una mano,trascinandolo in pullman sotto lo sguardo sbigottito di tutti i presenti,arrossii violentemente e passai 2 biglietti nella macchinetta,poi mi sedetti in un posto a 4,visto che gli altri erano occupati e Hidan imitò il mio gesto. Due miei compagni di classe si sedettero davanti a noi e cominciarono a bisbigliare guardando nella nostra direzione. Sospirai seccata e tirai fuori l’MP3 dalla tasca del giubbotto,lo accesi e mi misi un auricolare nell’orecchio. Notai che Hidan mi guardava con interesse,indicando l’auricolare gli chiesi: “Vuoi?” Mi guardò senza sapere di cosa si trattasse,così gli infilai delicatamente l’auricolare nell’orecchio e gli feci cenno di ascoltare,lui annuì con gli occhi che erano di un ametista brillante e feci partire la canzone One More Night dei Maroon 5. Hidan ascoltò tranquillo la musica e mi rilassai dimenticando gli sguardi curiosi e irritanti dei miei compagni e di altre persone. Terminata la canzone gli indicai il piccolo display e feci scorrere i titoli delle canzoni e chiesi: “Vuoi scegliere tu la prossima?  Ti lascio libera scelta.” Lesse i titoli e scelse una canzone a caso,era la canzone dei Green Day,American Idiot. La canzone cominciò a volume altissimo ed entrambi sussultammo. Ridacchiai e abbassai il volume,notando l’espressione irrigidita di Hidan. Arrivammo al parcheggio dove il bus si ferma e scesi seguita dal jashinista,camminammo in silenzio fino all’entrata della scuola,in quel momento realizzai che Hidan non poteva entrare a scuola perché non era né uno studente né un professore. Pensai per un attimo e mi venne un’idea. La mia scuola è enorme a 3 piani,in tutto ci sono 72 classi e circa 28 studenti per classe,quindi ci sono circa 2016 studenti che entrano tutti insieme al suono della campanella,in quella confusione Hidan avrebbe potuto usare la Tecnica della Mimetizzazione senza che nessuno lo vedesse! Ah… vero… con quella dannata uniforme mi stupisce già che nessuno gli abbia ancora fatto le foto col cellulare… Mi misi in punta di piedi e gli sussurrai all’orecchio: “Togliti l’uniforme. Dai troppo nell’occhio.” Hidan mi rispose facendo l’occhiolino: “Se mi togliessi l’uniforme attirerei l’attenzione il triplo di adesso.” In effetti aveva ragione e poi… Non volevo che altre ragazze si mettessero a sbavare per lui,se fosse successo avrei potuto cavare gli occhi a tutte quelle gattemorte. Annuii: “E’ vero. Hai ragione. Allora infilati in una stanza,usa la tecnica e poi sali fino al terzo piano,classe n° 33. Rimani lì fuori e aspetta senza fare nulla!” sorrisi e gli feci ciao-ciao con la mano. Lui scomparve nella Sala Stampa e non lo vidi più. Le prime 3 ore non passavano e aspettavo con trepidazione l’intervallo,che arrivò con quel rumore così fastidioso e al tempo stesso così piacevole. Stavo per uscire dalla classe,quando uno dei 2 compagni che c’erano in pullman,mi bloccò e mi chiese: “Chi era il tipo vestito in modo strano vicino a te?” lo guardai come si guarda uno scarafaggio spiaccicato e risposi con una domanda: “Che te frega?” spalancò gli occhi e non disse nient’altro così uscii dalla classe. Chissà dov’era Hidan… Mi girai per dirigermi verso la macchinetta che distribuisce bevande calde e sbattei proprio contro di lui,notai che non aveva più l’uniforme,ma aveva una felpa della Monster. Lo guardai sorpresa e domandai con stupore: “Dove cacchio l’hai presa questa!?!?” Lui fece spallucce e rispose: “L’ho presa in prestito all’interno di uno spogliatoio. Di che ti preoccupi?” Non risposi subito: ero intenta ad ammirarlo vestito al modo di noi comuni mortali ed era semplicemente magnifico. Come faceva ad avere tutto quel fascino? Mi ripresi dai miei pensieri e risposi: “Non è prendere in prestito,è rubare…” Mi fece un sorriso malandrino: “Se sai tutto di me,dovresti anche sapere che sono un criminale di rango S e che non mi preoccupo di quello che mi dicono gli altri.” Arrossii: * Te l’ha fatta Andrew,ahahaha * ignorai il commento del mio io interiore e annuii alla sua affermazione,alzando le spalle e facendo un’espressione che diceva: * Sì,ok,hai ragione * Lui sorrise compiaciuto e io mi diressi verso la macchinetta per prendermi una cioccolata calda. Hidan non mi seguì e mi osservò da lontano mentre infilavo le monete nella fessura apposita. Quando tornai indietro gli avvicinai il bicchiere di plastica e gli feci cenno di assaggiarne un po’,prese il bicchiere bollente e a quel lieve dolore fece un sorriso,poi ne bevve un sorso senza aspettare che si raffreddasse e sorrise ancora… Dannato masochista-sexy…  Gli bisbigliai: “Hidan… c’è bisogno di fare quell’espressione di goduria mentre ti ustioni?” Fece una risata leggera con una lieve nota gutturale e rispose alla mia domanda: “Sì,ce n’è bisogno.” Lo guardai mentre mi sorrideva divertito e non potei fare a meno di sorridere a mia volta e gli sfilai la  cioccolata di mano e ci soffiai sopra prima di berne un po’. La campanella suonò e Hidan mi chiese : “Questa volta posso stare all’interno della classe?” La sua domanda mi incuriosì poi alzai le spalle e risposi: “D’accordo,però non farti vedere.” Entrammo in classe e vidi la sedia vuota di fianco a me spostarsi,anche se non lo vedevo,gli rivolsi un sorriso,il prof entrò in classe e il sorriso mi scomparve di colpo: era il prof di religione!!! Mi ero completamente dimenticata che alla quarta e ultima ora c’era religione! Hidan sarebbe andato fuori di testa se avesse assistito alla lezione! Probabilmente avrebbe sacrificato il prof! Cominciai ad agitarmi e il panico mi arrivò al cervello: serve una soluzione,ora! L’unica che mi venne in mente,era quella di preparare psicologicamente Hidan e dirgli di stare calmo. Sussurrai: “Hidan… nel mio mondo si studia una religione diversa da quella di Jashin,ti scongiuro di non aprire bocca e di non sacrificare nessuno,cerca di distrarti e a non ascoltare quello che dice il mio profess… Il mio sensei. Fammi questo piacere. Ah,poi affronteremo l’argomento “Sacrifici e Jashin”,dobbiamo assolutamente parlarne.” Non ricevetti risposta e nessun segno. Presi una grossa boccata d’aria e tentai di calmarmi mentre ci alzavamo in piedi salutando il prof. Il professore cominciò la lezione: “Allora ragazzi,oggi parleremo di chi siamo e qual è la differenza tra noi e gli animali.” Sospirai di sollievo:per fortuna il tema della lezione non riguardava strettamente il nostro dio… o dovrei dire il loro dio? Essendo atea,le lezioni di religione le seguivo solo per interesse e curiosità. La lezione di religione passa sempre veloce e la campanella suonò annunciando la libertà di tutti gli studenti. Ripreparai la cartella e mi misi il giubbotto,aspettai che tutti fossero usciti e attesi qualche secondo,poi Hidan ricomparve con un’espressione che non saprei descrivere,sembrava incazzato. Gli rivolsi uno sguardo preoccupato e gli chiesi: “Sei arrabbiato?” Volse lo sguardo nei miei occhi e sibilò: “Sì,e non poco. Che stronzate vi insegnano questi atei bastardi?!?” Impallidii e mi fece una domanda che speravo non mi facesse: “In chi credi,Andrea?” Era la prima volta che pronunciava il mio nome… Lo guardai e risposi: “In nessuno…” Come avrebbe reagito? Mi guardò e la sua occhiata era ancora di ghiaccio poi sorrise: “Meglio,così sarà più facile convertirti al culto di Jashin.” Tirai un sospiro di sollievo e indicando la porta dissi: “Muoviti o perderemo il pullman.” Sorrise e fece un cenno con il braccio: “Mi faccia strada.” Camminai in avanti e mi seguì. Il pullman arrivò al parcheggio quasi subito e questa volta eravamo arrivati in ritardo e i posti erano già tutti occupati,così rimanemmo in piedi. Dopo un paio di fermate trovammo dei posti liberi e facemmo l’ultimo pezzo di strada seduti. Eravamo ormai arrivati alla nostra fermata e una volta scesi notai ancora una volta gli sguardi dei soliti ficcanaso,anche Hidan se ne era accorto e con tutta la strafottenza possibile,fece loro il dito medio,con un ghigno da attaccabrighe. Gli tirai un pugno sulla spalla e lui sghignazzò,mentre io diventavo rosso fuoco per la vergogna. Mia madre arrivò con la macchina e Hidan aveva già effettuato la tecnica,salii senza vederlo e tornammo a casa mia. Mia madre annunciò: “Andrea,vado a prendere tua sorella,poi vado a lavorare,ci vediamo stasera.” Annuii e le diedi un bacio. Una volta che se ne fu andata Hidan sciolse la tecnica e mentre si sedeva al tavolo della cucina,mi chiese: “Mi spieghi questa usanza del bacio?” Stavo trafficando con la padella e la pentola per poter cucinare un piatto di pasta,quindi ero girata di spalle,risposi : “Quando saluti una persona che ami,si usa dare un bacio. Il motivo di preciso non lo so,ma quando dico: “Ciao mamma” e le do un bacio,lei mi risponde: “Se dio vuole.” E’ un gesto… scaramantico,come ad augurarsi di rivedersi…” Probabilmente ci stava riflettendo su,così per distrarlo gli chiesi: “Hai fame?” Sentii un gorgoglio e sorrisi: “A quanto pare sì. Sto cucinando una cosa molto semplice che si usa mangiare nel mio mondo. Spero che poi ti piaccia.” Misi l’acqua nella pentola e misi la fiamma al massimo,poi nella padella misi del sugo e della pancetta a cubetti,poi feci scaldare a fuoco lento. Nel frattempo che l’acqua bollisse preparai la tavola con le posate,i bicchieri e i piatti. Hidan guardò la forchetta con curiosità,poi mi ricordai che lui mangiava con le bacchette,gli spiegai: “Nel mio mondo,in particolare in questa zona, si mangia con la forchetta,cioè l’oggetto che stai osservando.” Non rispose e continuò ad osservare i miei movimenti in cucina. Bene,la pasta era ok e il sugo pure. Scolai la pasta e la misi nella padella,mescolando. Poi diedi le porzioni e mi sedetti a tavola. Cominciai a mangiare. Hidan guardò come usavo la forchetta e poi mi imitò,mangiando in silenzio. Strano,non è da lui non parlare. Lo fissai mentre mangiava e quando si accorse che lo stavo osservando rimase con la forchetta a mezz’aria e la bocca spalancata,sorrisi reprimendo una risata nel vedere quella buffa espressione sul suo volto. Chiese seccato: “Che hai da ridere?” sogghignai e risposi: “Eri buffo con quell’espressione! Ed ero un po’ soprappensiero perché non è da te non parlare.” Rimase colpito dalla mia sincerità e chiese: “Tu ti preoccupi per me?” Rimasi spiazzata da quella domanda così semplice e piena di verità : “Certo.” Al momento non mi veniva da dire nient’altro a parte quella parola,l’espressione di Hidan era indecifrabile,poi pensai che nessuno si preoccupava di lui: l’organizzazione lo vedeva come uno stupido rompipalle,buono solo a fare da esca per gli attacchi kamikaze,insultare e non portare rispetto a nessuno se non al suo dio. Mi rattristava che lo vedessero così,anche perché io lo guardavo con occhi totalmente diversi. Hidan interruppe i miei pensieri: “Ah…” dopo una pausa aggiunse: “Dobbiamo discutere di alcune cose,giusto?” Annuii e risposi: “Già. La prima cosa riguarda i tuoi sacrifici. Lo so che sono necessari per te,ma non puoi sacrificare le persone…” Hidan fece una smorfia e rispose: “Jashin-sama pretende 2 sacrifici al giorno e non ho la minima intenzione di non rispettare questo suo comandamento!” Mi morsi un labbro,era un bel problema… Chiesi tristemente: “Non potresti sacrificare degli animali?” Io amo gli animali,ma non voglio che ci siano 2 omicidi al giorno nel mio paese! Hidan alzò un sopracciglio: “Non ho mai sacrificato animali… Jashin-sama  non sarebbe d’accordo.” Gli feci uno sguardo implorante: “Ti prego Hidan. Non voglio che ci siano così tanti omicidi! Non potresti… sacrificare delle lucertole?” Hidan a quella domanda cominciò a ridere come un pazzo e non smise più per un minuto buono,lo guardai male mentre sparecchiavo e lui mi fece un sorriso: “Vedrò cosa dicono le sacre scritture al riguardo.” Gli feci un sorriso pieno di gratitudine e annunciai: “Bene… Io ora ho dei compiti da svolgere,tu guardati pure la televisione,leggi un libro o vai a farti una doccia. Poi quando arriverà mia madre nasconditi in camera mia. Va bene?” Hidan annuì e chiese: “Dov’è il bagno?” Lo tirai per una mano e lo portai verso il bagno,poi gli indicai la minuscola doccia: “Tutta tua.” Richiusi la porta e andai a prendere la cartella per fare i compiti. Sentii lo sciabordio dell’acqua e mi persi nelle traduzioni di latino. Dopo un quarto d’ora,a occhio e croce, avevo finito latino e mi mancavano ancora gli esercizi di inglese e tedesco. Stavo per aprire il libro d’inglese,quando un Adone con un asciugamano in vita fece il suo ingresso nel soggiorno,rimasi a bocca aperta ed esclamai: “Oh my god!” Hidan camminò verso di me e con la mano mi spinse il mento,facendomi chiudere la bocca,sfoggiava di nuovo il suo sorriso beffardo: “ Faccio questo effetto alle ragazze del tuo mondo?” Gli lanciai un’occhiata di fuoco al pensiero di altre ragazze assieme a lui,gelosa come una vipera ripensai a quando trovavo immagini o filmati HidaKona,HidaSaku o HidaHina, e feci un grosso sbuffo seccato poi risposi: “Sì. Mi dispiace non poterti tenere sotto chiave,tutto mio e di nessun altra.” Quando mi accorsi di quel  che avevo detto arrossii violentemente e notai il sorriso contento di Hidan che disse: “Nessuna mi ama per quello che faccio e per quello che sono… Hanno paura.” Risposi: “Anche io ho paura… So di cosa sei capace,però…” Come continuare? Come dirgli che lo ammiravo dal mio mondo da quasi 2 anni? Hidan aveva gli occhi brillanti e chiese con curiosità: “Però?” Avevo il respiro mozzo,il cuore batteva troppo forte e mi venne mal di testa,così continuai la mia frase con un  sussurro: “Però mi affascini… Hai uno splendore tutto tuo e lasci senza fiato…” Ormai avevo vuotato quasi tutto il sacco e rischiavo di svenire da un momento all’altro,così decisi di distrarmi,distogliendo lo sguardo dal jashinista e cercando di concentrarmi sui compiti di inglese. Hidan stava per dire qualcosa,ma si sentirono delle voci fuori dalla casa:erano tornate mia madre e mia sorella! Hidan corse nel bagno per rivestirsi e per rimettere al suo posto l’asciugamano. Quando tornò indietro mi fece l’occhiolino e ancora una volta utilizzò la Tecnica della Mimetizzazione. Mia madre e mia sorella entrarono . Salutai mia mamma: “Ciao vegia…” Mia sorella col suo solito tono da bambina di 7 anni idiota mi salutò : “Ciauuuuu Andreaaaa!!!” e mi saltò addosso. Con un calcio me la tolsi dalle scatole e la mandai a quel paese… Santo Jashin è odiosa… Dissi che non avrei cenato e andai nella mia camera chiudendomi la porta alle spalle. Vidi Hidan sdraiato sul mio letto che leggeva un manga,da lontano notai che era il n°37! Quello in cui lui veniva sconfitto da Shikamaru Nara! Guardai la sua espressione e aveva la fronte aggrottata. Si accorse che lo osservavo e sospirò: “Così anche tu sai della mia sconfitta… Oh Jashin…” Lo guardai con tenerezza e dissi: “Non mi importa che tu sia stato sconfitto,anche perché non ti ha eliminato del tutto! L’hai fregato.” Fece un debole sorriso,ma si vedeva che questo gli dava fastidio. Poi chiese: “Ehm,dove dormo stanotte?” Risposi senza pensarci: “Dove vuoi:sul divano,sul tappeto,sulla sedia…” Annuì e si alzò dal letto e si spostò sul tappeto,sedendosi a gambe incrociate,incominciò a pregare,tenendo la collana tra le dita. Lo osservai dire la sua preghiera e nel frattempo mi tolsi i vestiti per andare a dormire. Con nonchalance appoggiai la felpa bianca sulla sedia della scrivania,tolsi i jeans e li misi sullo stesso posto della felpa. Poi ricordai che non ero sola in camera,arrossii di nuovo,spensi la luce e mi infilai a letto,augurai la buona notte a Hidan: “Notte Hidan.” Rispose: “Notte.” Chiusi gli occhi e mi addormentai. 

Questo è il primo capitolo! Vi do un avvertimento: le virgolette le uso quando c'è un dialogo,gli asterischi quando un personaggio sta pensando. Non so se continuare o meno questa fanfiction,ma dato che sono in un periodo molto ispirato,penso che continuerò. Se ci sono domande chiedete pure! Spero vi sia piaciuto,alla prossima :D




 

  
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