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Autore: Freak_    02/11/2012    1 recensioni
I pensieri di Ginny rivisti in un mio attimo di depressione, accompagnati da "Come mai" degli 883
E, infatti è stato così Harry, tu per me sei un uragano, non potrò mai smettere di girare in questa tempesta che mi azzardo a chiamare amore.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter | Coppie: Harry/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Anche l'inferno sarebbe il paradiso con te


Le notti non finiscono all'alba nella via
le porto a casa insieme a me, ne faccio melodia
e poi mi trovo a scrivere chilometri di lettere
sperando di vederti ancora qui

 

Rivedo le nostre foto.
Ne ho un album pieno. Ce ne sono davvero tante, ma le mie preferite sono poche.
Una è sul Lago Nero, sei appoggiato al tronco di un vecchio albero e io sono al tuo fianco, con la testa sul tuo petto. Mi ricordo, che pensavo a quant’era bello ascoltare il tuo cuore che batteva piano e silenzioso, mentre tu giocavi con una ciocca dei miei capelli e guardavi il Lago, chissà a cosa stavi pensando. Forse alla guerra incombente e a come dirmi che te ne saresti andato.
 

Inutile parlarne sai, non capiresti mai
seguirti fino all'alba e poi, vedere dove vai
mi sento un po' bambino ma, lo so con te non finirà
il sogno di sentirsi dentro un film
.

 

Dici, di averlo fatto per il mio bene.
Per non farmi male, per non farmi soffrire.
Ma, lo sai che io sto male comunque? Forse peggio, perché non so dove sei, se sei vivo o morto?
Mi sento inutile, mi sembra di averti lasciato andare, per sempre. Io, avrei voluto seguirti, ma tu dicevi che non dovevo, e non l’ho fatto. Ho eseguito i tuoi ordini. Però, tu non sia cosa si prova, a sentire la persona amata così lontana, pensando che forse non la rivedrai mai, mai più.
Io non ho mai pianto, nonostante le punizioni che mi faccio infliggere, per essere presa ad esempio a ribellarsi, come mi hai insegnato tu, io non ho mai pianto. Ma quando guardo queste foto o ti penso, le lacrime sembrano le uniche cose a potermi dare un po’ di sollievo.

 
E poi all'improvviso, sei arrivata tu
non so chi l'ha deciso, m'hai preso sempre più
la quotidiana guerra con la razionalità
vada bene pur che serva, per farmi uscire


A volte, vorrei non averti mai incontrato. Vorrei non essere stata al binario nove e tre quarti, quel maledetto primo settembre di sette anni fa.
Vorrei, non aver visto io tuoi occhi verdi, i tuoi capelli neri e in disordine.
Se non ti avessi mai incontrato, forse ora non sarei qui a crogiolarmi nel dolore della tua lontananza. Ci pensi? Forse non ti avrei mai notato, oppure, sarei rimasta nell’ombra, mi sarei fidanzata seriamente e ti avrei dimenticato.
E l’ho fatto, ci credi? Si, ci ho provato, ma tu sembravi come un ci un uragano, irrefrenabile, sembravi attirarmi come una calamita.
E, infatti è stato così Harry, tu per me sei un uragano, non potrò mai smettere di girare in questa tempesta che mi azzardo a chiamare amore.



Come mai, ma chi sarai, per fare questo a me
notti intere ad aspettarti, ad aspettare te.
Dimmi come mai, ma chi sarai, per farmi stare qui
qui seduto in una stanza, pregando per un si.

 

Io odio la notte, perché non riesco a dormire.
O almeno ho paura di dormire.
Si, perché ti sogno, sogno tu che mi sorridi e che muori ai miei piedi, crolli a terra sorridendomi, guardandomi e io che ti urlo di rialzarti, ma tu rimani fermo lì, immobile.
Poi, mi sveglio e mi convinco che è solo un sogno e che tu sei vivo. Ma, c’è sempre una vocina che mi dice che forse non è così.
A volte, sogno anche una bara bianca. Chiusa. Io mi avvino e il coperchio scompare e all’interno c’è il tuo corpo, hai gli occhi chiusi, gli occhiali storti sul naso e la bacchetta in mano, segno che sei morto combattendo.
Io, mi volto e grido contro Ron e gli chiedo perché ci sei tu lì dentro, perché sei stato messo in una bara. Lui, mi risponde che sei morto. Così io mi butto nella bara e ti prendo a schiaffi e ti ordino di svegliarti. Ma tu rimani fermo lì, e noto che sei freddo. Inizio a gridare, come se fosse vero.
Vedi, io ho paura di dormire, perché forse, i sogni potrebbero mostrarmi le verità che potrebbe riservarmi il domani.



Gli amici se sapessero, che sono proprio io
pensare che credevano, che fossi quasi un Dio
perché non mi fermavo mai
nessuna storia inutile
uccidersi d'amore ma per chi.

 

Ricordi com’ero? Dicevi che ero forte, combattiva, fiera e orgogliosa, un’ottima Grifondoro.
E, io voglio che quando tu torni, penserai questo di me.
 Si, io combatto, anche se sono ferma qui. Non ubbidisco agli ordini che mi danno, quelli che ti voglio uccidere.
E sono felice di essere combinata in questo modo. Ho cicatrici sul viso, le braccia, su tutto il corpo. I lividi, mi danno uno strano colorito sai? Un po’ nero, viola. Il labbro è spaccato, forse anche lì rimarrà una cicatrice. Pensa, non ci vado nemmeno più in infermeria per farmi medicare se non quando è proprio necessario. Il più delle volte, vado a dare una mano. Sai, usano la maledizione Cruciatus, su i bambini del primo anno; e io non posso farlo, perché è a noi più grandi che ci dicono di farlo. Io non lo faccio, mi impongo e sto ferma. A volte, mi usano come un bersaglio, come lo chiamano i babbani? Pungiball? Però, e per questo che lottiamo no? E per questo che tu te ne sei andato, giusto? Per far cambiare il mondo, per sconfiggere il male, esatto? Ma a volte mi chiedo, perché è toccato a noi? Perché è toccato a te, avere questo ruolo? Non saremmo stati tutti meglio se fossi nati in un universo in cui avremmo potuto vivere felici e contenti, come dicono nelle fiabe babbane? Forse, siamo speciali. Forse, siamo abbastanza forti, da potercela fare? Poi, avremo anche noi un “felici e contenti” giusto?
 

Lo sai all'improvviso, sei arrivata tu
non so chi l'ha deciso, m'hai preso sempre più
una quotidiana guerra, con la razionalità
ma va bene pur che serva, per farmi uscire

   

Mi hanno chiamato, mi hanno detto che dovevamo vederci nella Stanza. E sono corsa, pensando che Neville o qualcun altro, avesse portato notizie dal mondo esterno, forse notizie su di te. Sono tutti riuniti attorno a qualcosa o qualcuno. Sento la tua voce, forse sono davvero uscita pazza. Vedo qualcuno che mi sorride, come ad incoraggiarmi ad avvicinarmi.
Mi fanno spazio eccoti. Sembri una visione sai? Sei più pallido, più magro e anche più alto. Devo avvisarti, ma riesco solo a dire il tuo nome e risentire la tua voce che mi saluta sembra come se fossi in un sogno. Si, mio fratello sta  sempre sdrammatizzare, ma Seamus ha ragione, c’è un solo te.

  

Come mai, chi sarai, per fare questo a me
notti intere ad aspettarti, ad aspettare te
dimmi come mai, ma chi sarai, per farmi stare qui
qui seduto in una stanza pregando per un si.

 

Ci dirigiamo fuori e penso solo ad una cosa:
non ti ho detto troppe volte “ti amo”.
O, “resta qui”, “sei importante”, “ti voglio bene”. Non ti ho detto troppe volte, niente.
Chiedo a Neville chi sia la persona che Hagrid tiene in braccio, ma nessuno mi risponde. Ora, che ti vedo lì, tra le braccia di Hagrid, e sento Lui che dici “Harry Potter, è morto” con al sua voce fredda e sottile, penso solo che i sogni a volte si realizzano e per questo che squarcio il silenzio con la mia voce rotta dalle lacrime che sto cercando di reprimere. Voglio correre da te e dirti di svegliarti e che è uno scherzo stupido e non mi devi più lasciare e che sei proprio stronzo Harry James Potter. Ci provo, ma qualcuno mi trattiene. Lui mi chiama “Stupida ragazza” e mi ridice quello che la mia mente non vuole sentire.
Non so chi mi sta trattenendo,  riesco solo a pensare ad una vita senza te. Recepisco parole sconnesse, sento delle risate. Dice che se vogliamo vivere dobbiamo unirci a lui, ma sai cos’è la morte per me ora? Nulla, forse è addirittura una meta, penso che lì ti potrei rivedere, potrei stare di nuovo con te, anche l’inferno andrebbe bene, perché per me sarebbe il paradiso.
Draco se ne va con la sua famiglia, Neville si fa avanti e dice che nonostante tu sia morto, non dobbiamo smettere di combattere. E io, te lo prometto Harry, combatterò ti prometto di lasciare questo mondo combattendo, voglio cambiare le cose, come ci hai provato tu e sperando solo di morire, perché per me non ha senso vivere in un modo diverso da questo scuro e freddo, senza di te.
 

Dimmi come mai, ma chi sarai per fare questo a me
notti intere ad aspettarti, ad aspettare te
dimmi come mai, ma chi sarai, per farmi stare qui
qui seduto in una stanza pregando per un si

 

Lui, ride alle parole di Neville. Ma io ci credo. Mi dico che avrò tempo per piangermi addosso, per piangere per te e che devo provare, devo mettere assieme le mie forze e combattere, ancora una volta.
Mentre mi faccio forza, tu cadi dalle braccia di Hagrid. Sembra che tu l’abbia fatto apposta e me ne convinco, quando tu ti rialzi e lanci un incantesimo a Voldemort, cercando di farlo venire da te. E così è, iniziamo a combattere, col solo pensiero, che c’è una luce di salvezza in questo universo e siamo noi. Che c’è un futuro, in cui sono sicura, saremo insieme e te, finalmente in un “felici e contenti”.





 

Scritta in un momento particolarmente depressivo in cui mi sentivo abbastanza romantica. Okay so che è una cavolata, però non sono riuscita a fermarmi. Comunque, che ne direste di dirmi cosa ne pensate? Sapete le recensioni non portano alla morte, ma fanno felici tante tipe come me che vorrebbero sentire il vostro parere.
Tanto odio e astio.
No sta volta non suona bene.
Tanto amore, Freak

  
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