..NeverMore..
Note
dell’autrice: non
chiedetemi perche abbia
scritto una cosa simile, forse ne avevo la necessità. In
queste righe c’è
scritto tutto quello che è successo negli ultimi mesi della
mia vita. A nessuno
di voi importerà, probabilmente la cancellerò
quando più avanti mi accorgerò
che effettivamente sono davvero una stupida, ma per ora è
qui… Scusate per
questo sfogo, ne avevo bisogno.
Eccomi qui, nuovamente mi
ritrovo a non sapere cosa scrivere, ma mi sento nell’obbligo
di farlo. Credo
che giudicherò questo “coso” come una
pagina di diario, un mio sfogo personale
perche è come se ne avessi in quale modo bisogno.
Apro gli occhi ogni
mattina e sempre ho paura di quello che può succedere.
Ultimamente è come se
tutto andasse storto, non tengo più il conto di questi
giorni irrilevanti, non
ne ho bisogno ormai…
Sai una cosa buffa?
Vorrei tornare indietro nel tempo, vorrei tornare a sei mesi fa, dove
credevo
che tutto potesse essere perfetto, mi piacerebbe tanto fermare il tempo
ad
allora. Avevo amici ovunque mi voltassi, andavo in giro col sorriso
sulle
labbra cosciente del fatto che tanto nulla mai avrebbe potuto
distruggermi, le
mie gambe sembravano essere fatte di ferro, nessuno avrebbe potuto
farmi
cadere. Ero invincibile!
Uscivo di casa e lui c’era, era lì
ad aspettarmi seduto
su quella sedia di legno malridotta, giocava col cellulare
nell’attesa, oppure
mi comprava una bottiglia di tè alla pesca, sapeva che era
il mio preferito.
Lui sapeva tutto di me.
Hai presente quel momento
in cui ti dimentichi del tempo che passa? L’istante in cui il
mondo che ti
circonda non ha più importanza? Quando sai che
c’è solo una persona su altre 6.874.078.490
presenti sulla Terra che è in grado di farti stare bene?
Lui era questo per me:
una fuga dalla realtà, era il mondo in cui vivevo, era la
vita che avrei
desiderato vivere! Lui era il solo che mi dava i limiti e i confini che
i miei
genitori fanno tutt’ora fatica a darmi. Non era solo il mio
partner, era mio
amico, era mio fratello, era parte di me. Lo incontrai la prima volta e
mi
sorrise. Credo di non aver mai provato tanta voglia di abbracciare una
persona
solo guardandola e subito pensai ad una cosa: imprinting.
Esatto, proprio come quello che Jacob prova nei
confronti della figlia di Bella.
Ma come tutte le cose,
anche la nostra relazione finì.
Ehi, tu lo sai quanto
piansi? Quante lacrime versate, quanto mascara ho lasciato sul mio
cuscino,
sulla spalla della mia migliore amica?
Sembrò come se
avessero
strappato via il mio cuore, mi parve di poter morire ogni giorno. Si,
lui non
mi disse “ciao”, era un addio. Da allora lo rividi
poche volte, non c’era più
quel sorriso che mi fece innamorare, non c’era più
quella luce che mi aveva
illuminata. D’un tratto sembrò come se non
splendesse più sole per me, perche
lui era l’origine della mia forza. Tutto quello che ho, non
l’avrei mai avuto
se non fosse stato per lui.
Lui mi ha insegnato
cos’è
il coraggio, cosa vuol dire cadere e rialzarsi, il significato della
parola
amore era dentro lui e c’è tutt’ora.
Sono passati sei mesi da allora e ancora
credo che il mio cuore gli appartenga nonostante tutti gli sforzi che
ho fatto,
nonostante tutti i ragazzi che ho avuto dopo…
L’altro giorno
l’ho
aspettato per due ore, fuori da casa sua… Non era la prima
volta che l’aspettavo,
ma come sempre è stato come se il mio corpo non avesse
voluto muoversi da quel
posto, come se gli appartenessi. E’ stata un’altra
attesa inutile, ma aspettare
lui non è mai stato un peso, mai.
Subito dopo la sua
assenza, si sono susseguiti solo fatti tristi: ho perso molti amici, i
miei
genitori si sono divisi, mia madre ha tentato il suicidio e io mi sono
buttata
nel mondo della droga. E’ sembrato come un appagamento a
tutte le torture a cui
tutti i giorni vengo sottoposta.
Non c’è
più il mio sbocco
dalla realtà, le sue braccia non potranno mai più
proteggermi, il suo amore lo
sta donando ad un’altra persona più fortunata di
me e che ammetto d’invidiare
profondamente. Ogni volta che pronunciano il suo nome lo sento
così vicino a
me, come se lo potessi sfiorare, ma lui non tornerà mai,
vero? Prova solo
disgusto e pena nei miei confronti ormai, anche se mi guarda, non lo fa
più con
gli stessi occhi di prima.
Forse, una delle poche
cose che mi sono rimaste sono le amiche di cui mi sono sempre fidata,
mia
sorella e … la solita canna.
Quando esco di casa, lo
faccio con molto più timore rispetto a prima, tutti (sia
vecchi che giovani),
sanno tutto di me, sanno che mia madre è stata ricoverata in
psichiatria e
faccio pena anche a loro. Mi vedono come la “poveretta che
deve assumersi tutte
le responsabilità” e forse è proprio
quello che sono. Ma la sai una cosa? Io
non voglio apparire così, non ce la faccio più,
non sopporto tutti quegli
sguardi freddi, gelidi che mi seguono in ogni dove.
E’ davvero
difficile
indossare la maschera della ragazza che se ne frega di tutto, ma ho
scelto
questa ormai, non posso più cambiarla. Sorridere agli altri,
ma dentro urlare.
Sono arrivata a questo punto!? Credo proprio di si…
A volte penso che se lui
fosse con me, tutto sarebbe più semplice. Il solo stare tra
le sue braccia
allevierebbe il dolore che provo tutti i giorni, non avrei
più bisogno di droga
o antidepressivi che mi ostino a prendere di nascosto.
Se mi chiedessero mai
quale sia il mio desiderio, credo che risponderei lui.
Forse sarei di nuovo in grado di rialzarmi, credo che afferrerei
solo la sua mano per reggermi ancora sulle mie gambe.
La cosa più bella
e
fantastica che mi è rimasta è la mia migliore
amica, è mia sorella. Lei mi ha
sempre capita, sostenuta, supportata, aiutata… A volte mi
chiedo dove trovi il
coraggio di starmi affianco nonostante tutto, dove trovi la forza
necessaria
per darmi il sorriso che forse non merito.
Lei, che è la
persona che
non solo mi ha aiutata in ogni modo umanamente possibile, lei che
c’è sempre
stata per me, che dice di volermi tanto bene quante sono le stelle
nell’universo.
Se un giorno mai perdessi lei, davvero non so che farei. Non la
lascerò mai
andare via, mai.
Non è vero, amica
mia?
Grazie per tutto quello che mi hai dato, grazie per tutte le volte che
hai
pianto insieme a me, abbracciandomi, facendomi sentire importante per
qualcuno.
Sei il mio fuoco d’artificio, ricordi? Me lo dissi tu, prima
di conoscere lui.
Non ti diedi ascolto
quella volta, mi dispiace. Avevi ragione tu, come sempre. Credo che mai
leggerai queste righe e da un lato forse è meglio
così, forse è meglio tenerti
nascosta questa parte di me che cerco di sopprimere ogni giorno.
Sei la sola luce che
è
capace d’illuminare questi giorni inutili.
Quella volta che pregai,
inginocchiata davanti alla chiesa, ricordi? Era la prima volta che
chiesi
qualcosa a quello lassù.
Gli stavo
chiedendo di restituirmi la forza, il coraggio, il sorriso vero e non
la solita
maschera, lui. Il giorno dopo
illudersi che forse la mia preghiera fosse stata ascoltata è
stata la menzogna
più bella della mia vita, sai? Grazie per avermi protetta
anche lì.
Una parte del mio cuore
apparterrà per sempre a quel ragazzo, anche se probabilmente
l’avrà già gettato
via, come il braccialetto che gli regalai. Neanche lui
leggerà mai queste
righe, neanche lui saprà mai nulla di questo scritto, ma
continuerà a vivere la
sua vita come se nulla fosse, facendo finta che io non esista.
Mi chiedo quando mai
troverò la forza per tirarmi di nuovo in piedi.
Quando sorriderò
di nuovo
e mi deciderò a gettare via la mia maschera?
Non ne ho idea, ma
so che
ho di nuovo e urgentemente bisogno del mio rifugio dalla
realtà. Solo quella
luce, ancora. Almeno per una volta…