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Autore: El_Roy    03/11/2012    2 recensioni
Niente di nuovo per il Dottore e i Pond, che accidentalmente sbagliano la destinazione. Qualcosa però non quadra: dove sono finite tutti gli abitanti di Alaska? Beh, forse un piccolo aiutino potrebbe averlo dato il buco nero che pende inesorabile sulla testa del pianeta!
Buona lettura!
Genere: Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Amy Pond, Doctor - 11, Nuovo personaggio, Rory Williams
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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"...e benvenuti in Alaska!"
Disse il Dottore spalancando gioiosamente la porta del Tardis e uscendo di passo lungo sul nuovo suolo. Amy e Rory lo seguirono completamente imbacuccati e  anche un pochino scettici, dato che i viaggi con il Dottore non vanno mai come dovrebbero andare; e dato che quello che si propose loro davanti non sembrava affatto l'Alaska, Amy disse qualcosa che suonava più o meno come:
"Tottote quetta ton tembra l'Ataska!"
"Amy, togliti la sciarpa da davanti la bocca." fece in risposta Rory abbassandole la sciarpa con gesto audace, salvo poi beccarsi un'occhiataccia che stava a ricordargli perchè lui era Mr.Pond ed Amy non era Mrs. Williams.
"Stavo dicendo, che questa non sembra l'Alaska. Abbiamo sbagliato qualcosa. Di nuovo."
"Oh, oh, oh no, Pond!" disse il Dottore mentre vorticava nella piccola stradina di sassi costeggiata da villette cupe sulla quale il Tardis era atterrato.
"Questo è proprio Alaska! Oh, beh, non l'Alaska che credevamo noi; niente cani, niente slitte, niente neve e neanche lo snowboard! Un sacco divertente, quella tavola. Vi ho mai raccontato di quando mi annoiai degli scii? Ad ogni modo, benvenuti su Alaska, Pond! Alaska pianeta! Più o meno Settima Galassia a destra di Cornucopia, il Pianeta dove la frutta non manca mai e tutti sono sorridenti come alle Hawaii. Perchè vi parlo bene di Cornucopia? Perchè Alaska è un paese triste a quanto vedo e non c'è niente. Vedete? Niente." concluse mentre disegnava un cerchio allargando le braccia.
"Se non altro almeno c'è ossigeno, altrimenti saremo morti soffocati dopo pochi passi al di fuori del campo di protezione del Tardis." concluse il Dottore. Amy e Rory si guardarono intorno; effettivamete non c'era niente. Niente persone, niente rumore, niente luce. Sembrava un piccolo villaggio scozzese nel tardo pomeriggio, immerso nella penombra della notte ventura.
"Strano che...non ci sia proprio niente, no? Voglio dire....dove sono le persone, il trambusto e...i problemi?" chiese Rory con la speranza che all'ultima domanda non ci fosse risposta, anche se in cuor loro il trio ben sapeva che sarebbe stata l'unico quesito non evaso. Il Dottore diede una veloce sonicata in giro e controllò i risultati dell'analisi. Si sistemò il cravattino e sorrise, il classico sorriso che poteva voler dire solo due cose: o "i cravattini sono forti" o "siamo in un mare di guai; di guai divertenti, ad ogni modo."
"Molto bene, Pond. Ho scoperto due cose molto interessanti. La prima è il perchè Alaska è disabitata. Diciamo che principalmente potrebbe essere, e badate bene che parlo in via del tutto teorica, perchè sta lentamente venendo risucchiato in un Buco Nero distante qualche anno luce. Qualche migliaia, di anni luce. Direi che in circa otto giorni l'Alaska a cui miravamo avrà l'esclusiva sul nome. Immagino che l'evacuazione sia stata l'unica scelta rimasta per gli Alaskiani."
"Inizio a sospettare che siamo noi a creare problemi sui pianeti." disse Amy puntando gli occhi al cielo, mentre Rory le passava un braccio sulle spalle e cercava di fare il suo sguardo da duro.
"La seconda scoperta, Dottore?"
"Vedi Rory, è molto bello che tu me lo chieda. La seconda notizia è che il mio cacciavite sonico ha rilevato una forma di vita su questo pianeta. Una sola, ma palpitante e....beh, viva. In realtà viva più o meno, dato che c'è qualcosa di strano che non riesco ad inquadrare dall'analisi del cacciavite. Qualcosa che mi sfugge, i segni vitali sono un po' diversi dal normale, quindi magari è un robot, un cyborg senza parte umana o un muffin. Spererei per la terza opzione, dato che inizio ad aver fame e non so perchè il nome "muffin" mi mette appetito."
"Andiamo a vedere cos'è, Dottore?" chiese Rory sperando che la risposta fosse "no". Fu un sacco sorpreso, quando il Dottore, forse per una delle rare volte, esaudì il suo desiderio.
"Non ho intenzione di rischiare la vostra vita per una missione senza scopo, ancora una volta. Dopo quel trambusto con il Manicomio Dalek, poi i Dinosauri, il Cyborg Cowboy. No. No vuol dire no."
"Dottore guarda che a noi va bene andarcene, chi stai cercando di convincere con quei "no"?" fece Amy incrociando le braccia.
"Me stesso, chi altri?" Il Dottore entrò di nuovo nel Tardis che attendeva paziente e silenzioso, mentre i Pond lo seguirono senza proferir parola. Il Dottore si avvicinò alla console della sua macchina del tempo e la danza iniziò, accompagnata da quel motivetto che è l'overture di tante avventure.
"Ah-Ha!" esclamò il Dottore.
"Ah-Ha?" fecero i Pond.
"Ah-Ha!" ribadì il Dottore.
"Sbaglio o non ci stiamo muovendo, Dottore?" disse Rory accigliandosi e iniziando a sbattere freneticamente il piede per terra.
"Appunto, Ah-Ha! Non ci stiamo muovendo. Il Tardis rileva degli scudi intorno al pianeta, che disturbano ogni circuito temporale e non consentono lo spostamento nello spazio e nel tempo. Scudi! Scudi intorno al pianeta! Senz'altro un ottimo modo per difenderlo, niente e nessuno riuscirebbe a penetrare questa barriera. Beh, eccetto un Buco Nero, anche se presumo che la barriera verrà risucchiata intatta. Ottima vittoria per la stima di questi scudi, Yu-hu! Ma il punto è un altro..."
"...se gli scudi non ci fanno andare via...com'è possibile che ci abbiano consentito di atterrare?" concluse Amelia, mentre sul Dottore traspariva uno sguardo che diceva "stai imparando Pond!"
"Oh, Amy. Oh, Rory. E' questo il punto. Perchè siamo riusciti ad atterrare, quando tecnicamente questa barriera doveva far credere al Tardis che qui non ci fosse nient'altro che cumuli di stelle? A questo punto resta ben poco da fare. Direi che per iniziare potremo..."
"...localizzare e raggiungere quella forma di vita." anticipò Rory. Forse viaggiavano davvero da troppo tempo insieme, pensò il Dottore. Però erano bravi; oh, se lo erano.
"Esatto, andiamo a trovare quel mattacchione che si nasconde in un pianeta prossimo al disperdimento atomico in un Buco Nero!" Il trio uscì di nuovo dal Tardis, mentre Amy esordiva con "Che aspettiamo? Geronimo."
Quello che il team scoprii molto presto verificando la prima impressione, è che Alaska non era per niente un pianeta divertente. Era buio e grigio, probabilmente perchè andando verso il Buco Nero si era spostato dal sole che dava luce ai suoi giorni e alle sue mattine. Nonostante l'abbandono in massa dei cittadini, i lampioni funzionavano e c'erano insegne di alcune attività che ancora erano illuminate da luci al neon: "Comprate qui il vostro naso di bellezza!" recitava uno alla destra del gruppo. "19 ore su 19 aperto! La boutique di Kalkesh l'onesto vende truffe per tutti." continuava un altro più avanti. Il Dottore era accigliato, man mano che proseguivano verso quest'unica fonte di vita del pianeta. Sicuramente se era un abitante del pianeta avrebbero dovuto convincerlo ad evacuare e magari a togliere gli scudi per far si che il Tardis potesse andarsene; ma se era rimasto al suo posto fino a questo momento, nonostante l'impatto obbligatorio tra otto giorni e l'abbandono di tutta la popolazione del pianeta, cosa poteva fargli cambiare idea? Arrivarono ben presto ad una strada che si inerpicava su per una collina sabbiosa ed erbosa allo stesso tempo, con al termine della quale una casa dall'aspetto lugubre e spettrale troneggiava nella sua posizione sopraelevata. Le finestre erano sbarrate da assi di legno disposte ad X, mentre al tetto spiovente mancavano numerose tegole che probabilmente si erano schiantate causa gravità. Amy pensò che lo stile delle case di Alaska, non era molto diverso da quello terrestre; forse l'unica cosa che rendeva quella grande villa un po' più "esotica" era il grande lucernario sulla parete ovest, anche se il tempo l'aveva annerito e non vi era più luce da filtrare.
"Ci siamo!" esclamò il Dottore riponendo il cacciavite nel taschino interno della giacca e sfregando le mani l'una con l'altra.
"Il sopravvissuto è qui dentro."
"Mh...che facciamo? Andiamo là e bussiamo?" chiese Rory, che per tutto il tragitto si era canticchiato "Englishman in New York" nella testa e nient'altro.
"Direi di si, Rory. E, guarda un po', sono le 17 orario terrestre! Chi ha portato i biscotti?"
   
 
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