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Autore: solarial    20/05/2007    8 recensioni
“Sarò madre... io?” scivolò sul pavimento freddo, portò le gambe al petto e, attraverso un moto di auto-protezione, si abbracciò, appoggiando la testa sulle ginocchia.
Genere: Generale, Song-fic, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Bulma
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nota dell’autore: Questa cosa nasce dalla mia prima partecipazione ad un contest Violator indetto da Maki_chan
Disclaimer: I personaggi di Dragon Ball non mi appartengono, ma sono di proprietà esclusiva del suo creatore, Akira Toriyama . La fanfiction è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.
Credit: La canzone facente parte dell’album Violator del 1989 usata per la quarta song fic è Enjoy The Silence, traccia sesta, che appartiene ai Depeche Mode e solo loro detengono i diritti.


Enjoy The Silence


Ci siamo...”
La sua voce, solitamente squillante, forte, isterica, ora si era ridotta ad un suono labile: un sussurro.
Sussurro che scandiva perfettamente quel senso di profonda preoccupazione, di ansia. Improvvisamente, il cuore prese ad accelerare sempre di più, spezzando quell'inquietante silenzio che la notte aveva portato con sé.
Una mano, delicata ed affusolata, prese lentamente ad accostarsi vicino lo stomaco piatto, sfiorandolo appena, per poi risalire e posizionarsi sul seno, e premere quella parte che custodiva il suo cuore.

Credi davvero che quel gesto possa impedire al cuore di battere così?
Illusa...

Tremava la proprietaria della voce, tremava: di emozione, di eccitazione, ma soprattutto di paura.
Tutto dipendeva dal contenuto di quella busta.
Essa avrebbe portato con sé vento di cambiamento, oppure, avrebbe lasciato tutto inerme, invariato?
Buffo, vero, come una semplice busta contenesse all'interno la sua vita.

La donna, in quel momento, aveva la sensazione che quella busta avesse preso le sembianze di una moneta; rappresentava due lati, quelli di una vita, la sua.
Era come se la vedesse sollevare in aria, girare lenta, come in presenza di una moviola, che mostra perfettamente ogni singolo movimento, senza lasciare nulla al caso; e l'ansia, non può far altro che aumentare, nell'attesa di un responso.

Quegli occhi, blu, non erano mai stati così profondi come in quel momento.
Le sue iridi riflettevano perfettamente quella tipica giornata di burrasca, ove il mare in tempesta, attraverso la potenza di quelle onde spaventose, porta con sé solo pericolo e sciagure.
Chiunque ne sarebbe rimasto risucchiato, ma non sarebbe riuscito a sollevarsi, a tornare sano, non dentro la profondità di quello sguardo, non quel giorno.

Occhi blu spalancati, impauriti, si muovevano impazienti.
Ogni centimetro di quella carta era stato oltrepassato dai suoi occhi.
Tremava, e questo non le piaceva minimamente, non a lei, non a Bulma Brief.
Non a quella donna cinica e razionale dalla mente sviluppata. Non davanti ad una scienziata del suo livello. Non a quella donna amante delle avventure. Non a colei che ha visto davanti agli occhi persino la morte.
Ma soprattutto, non davanti ad una busta.

Avanti, è ridicolo! Tremare per una... una busta... è assurdo.” disse mentre faceva salire la mano dal petto sino alla fronte, per asciugarsi il sudore.
Sospirò, per la prima volta in vita sua si sentiva sottosopra. Bé, forse dire la prima volta era un po' assurdo, ma sinceramente l'attacco di qualche mostro, in quel preciso momento, avrebbe provocato meno dolore rispetto al contenuto di quella busta.

Ormai era una donna adulta e responsabile, doveva avere il coraggio di affrontare quella... cosa.
In fondo aveva superato ostacoli più duri e difficili. Cioè, essere amica di un Saiyan e condividere la casa con un altro Saiyan, non era poi così semplice.
Eppure, non era poi così difficile, bastava prenderla tra le mani, aprirla, leggerne il contenuto e poi stop, fine.

Magari fosse così semplice...” Si morse le bellissime e piene labbra mentre teneva tra le dita una ciocca blu, torturandola.
Ok, adesso basta, è ora di finirla... maledizione, è solo una busta!-
Una busta che tiene in sé le redini della tua vita, cara; le suggerì una vocina dentro la sua mente.
Chiuse per un attimo gli occhi, dannazione se era vero...

Tutto dipende da te” sussurrò. “Adesso basta”
Senza tergiversare oltre, si avvicinò al tavolo che teneva la busta e senza esitare, la prese tra le mani.
Eccola...

La prima cosa che le venne in mente, mentre la teneva tra le mani, era che quella busta le pesava. Aveva un peso non indifferente: c'era il suo futuro dentro.
Respirò a lungo prima di riaprire gli occhi cercando di evitare il più possibile di centrare il bersaglio nel farlo.
Infine si decise.
In fondo, fare in quel modo non l'avrebbe di certo aiutata; quindi puntò dritto i suoi occhi nella busta che sembrava così grande in quelle piccole mani.
Ed il cuore mancò un battito quando le dita premettero sul lato di apertura.

Pochi istanti, ed ecco il contenuto.
Se prima le pesava, adesso bruciava tra le mani. Ed ancora, non riusciva a leggere.

Ma che mi succede?”
Con gesti meccanici, fece sventolare il contenuto della busta sul volto, sperando di trovare almeno un po' di fresco.
Strano, quel giorno veniva percorsa da improvvise vampate di caldo, come quella.
Eppure era strano sentire caldo in quel periodo dell'anno.
In un periodo come quello, fine Febbraio, doveva sentire freddo, doveva diventare un tutt'uno con i riscaldamenti.
Quelle vampate di caldo non erano normali, non in quel periodo.
Doveva essere lo stress e l'ansia a farla sentire così, non vi erano altre spiegazioni.

Ed eccola lì adesso, che continuava a sudare nonostante quel gesto, e non era una bella sensazione, no per nulla!
Una doccia, ipotizzò. Sì, quello che ci voleva era proprio una doccia.

Avrebbe dovuto rilassarsi, tutta quell'ansia non le avrebbe di certo giovato.
A parte il fatto che sentire il sudore scivolare dalla sua fronte non era estetico, per non parlare di quegli aloni fastidiosissimi. E della pelle? Ne vogliamo parlare?
Ma dov'era finita quella bellissima e delicatissima pelle?
Forse avrebbe dovuto comprare qualcosa... tipo qualche macchina in grado di ridarle tono.
Forse andare in qualche centro di bellezza?
Sottoporsi a quelle macchine?
Ma no, un attimo!
Perché comprare, o peggio spendere fiumi di soldi, quando lei stessa poteva creare.
Un sorrisetto divertito, da saputella, si delineò sul volto.

Eh sì, negli anni era diventata una scienziata di tutto rispetto, oltre che bella.
La più bella. Nessuna era come lei.
Bellezza, fascino, attrattiva ed intelligenza: un miscuglio meravigliosamente incorporato in un unico corpo di donna.
Era la migliore.
Niente era impossibile per lei, perché lei l'impossibile lo rendeva possibile. Avreste anche potuto darle nelle mani anche della ferraglia e lei sarebbe stata in grado di tramutarla in un apparecchio sofisticato.

Oh sì, sono la migliore in assoluto!” Disse sorridendo. Per un solo attimo, aveva dimenticato il problema che aveva dinnanzi a sé.
Il solo pensare a quanto fosse grande come inventrice, le bastava per cambiare umore, anche perché si rendeva perfettamente conto di essere una donna diversa dalle altre. Per questo si sentiva speciale.
Si passò la mano libera tra i capelli, prima di andare davanti alla finestra ed aprirla.

Aria, ho caldo...” Una sensazione di freschezza la invase a contatto della pelle con l'aria fresca della notte. Ma quella sensazione durò troppo poco forse.
Il vento, a contatto con i fogli, li aveva fatti smuovere, ed il rumore la riportò troppo violentemente alla realtà.


Bulma Brief vs Fogli.
Atto secondo.

Che farò qualora... “ inghiottendo la saliva in eccesso, si leccò le labbra secche. “...qualora il risultato fosse positivo?”
Aspettò ancora un po' prima di posare gli occhi sul foglio per leggere quelle maledette righe.

Ti prego, fa che il risultato sia negativo!” strinse i fogli al petto, pregando con tutta se stessa che il responso fosse ciò che più sperava ardentemente. “Non farmi questo... ti prego... non sarei in grado di...”

E finalmente, con la paura negli occhi, cominciò lentamente a scorrere quelle righe leggendole.

Pochi attimi.
Silenzio.
La stanza prese a girare vorticosamente, troppo velocemente. Mise una mano sul petto e, mentre il cuore mancava un battito, sentì la sensazione di smarrimento impossessarsi di lei.
Cominciò a muoversi con fare confuso.
Che succederà adesso? Continuava a chiedersi con ossessione quasi maniacale.
Sentì una strana sostanza salire dalle viscere del suo essere; portando una mano sulla bocca, si diresse verso il bagno dove rigettò tutto dentro il water.

Stanca, sconvolta, si appoggiò alla vasca da bagno. Aprì il rubinetto e mentre l'acqua scorreva, si sentì invadere da una profonda stanchezza.
Tremò mentre si sciacquava il viso, passandosi la mano sulla fronte e sul volto, sul collo.
Quello che più temeva, si era realizzato. Quello stupido foglio le aveva appena spezzato in due la vita.

Cazzo, e ora... ora che faccio?”
A passo incerto, mordendosi le labbra, ritornò in camera. Si avvicinò al tavolino, dove ai piedi vi era la busta artefice di tale sconvolgimento ed il foglio.
Sconvolta, ritornò a posare il suo sguardo su quelle righe, scorrendo nervosa gli occhi sul foglio, rileggendo strani valori, percentuali, per poi fermarsi in particolare su quella maledetta frase, con quell'unica parola scritta in grassetto.

Valori di laboratorio del Beta HCG(*): superiore a 10ui/l
Test di gravidanza: Positivo

Maledizione!” prese il foglio tra le mani e lo stropicciò, sollecitata da un moto di rabbia e dolore improvviso.
Cazzo, non può essere vero... no... NO... mi rifiuto di crederci... andiamo, è impossibile...” Cercò di auto-convincersi che quel test fosse sbagliato, che gli esami fossero sbagliati, dovevano esserlo.
Aveva passato tutto il giorno a sperare in qualcosa di positivo sì, ma non voleva di certo vedere quel positivo su quel dannato foglio. Forse, se avesse ripetuto gli esami...

Quel foglio non si sbaglia, mia cara.
Sorridi, tesoro.
Tra alcuni mesi sarai mamma.
Ma non solo:
Sarai la madre dell'erede dello spietato principe dei Saiyan.

Che cosa vuoi di più dalla vita?

Sarò madre... io?” scivolò sul pavimento freddo, portò le gambe al petto e, attraverso un moto di auto-protezione, si abbracciò, appoggiando la testa sulle ginocchia.Non voglio...” una piccola gemma cominciò a scivolare via dai suoi occhi acqua-marina. “Non voglio diventare mamma... non voglio portare in grembo questo bambino... non lo voglio... no...NO!” Cercò con tutte le forze di asciugarsi quelle maledette lacrime, ma ogni tentativo risultò vano. “Non mi sento pronta...”
No, decisamente non lo era. La cosa che più rendeva orgogliosa e felice una donna, adesso, non faceva altro che spezzare ogni possibilità di felicità ad una donna come lei. Non si sentiva pronta a portare quel fardello.

Ma come diavolo era potuto accadere?
Quando poi...?
Improvvisamente tutto le fu chiaro.
Quella notte... quando aveva fatto l'amore con quel demonio.
La loro prima volta...
Tremava mentre pronunciava quelle parole, versava lacrime mentre scandiva quelle lettere.

Non posso farlo, non posso... capisci? Tu mi capisci, vero?” Lasciò che una mano lenta prendesse ad accarezzare il ventre ancora piatto, parlando come se qualcuno potesse ascoltarla e capire.Tu mi capisci, vero? Non posso lasciare che tu nasca...” sospirò “Mi spiace, mi spiace davvero tanto, ma... non posso...- Continuando ad accarezzare il ventre “Io so che ogni vita è un Dono del Cielo, ma questo non è il caso, sai perché? Perché io... io... non posso lasciarti nascere. Mi spiace, ma non posso tenerti, non devo.”
Bulma si alzò da terra, e si mise a sedere sul letto.

Non posso tenerti con me perché non è il momento giusto. Ti farei soffrire, io non sarò mai una madre lodevole. Sai, io sono menefreghista, altezzosa, cocciuta, sbadata, cinica e ho tanti di quei difetti che nemmeno immagini. Se ti lasciassi nascere la mia vita subirebbe un cambio radicale, sai?
Dovrei abbandonare la mia carriera, dovrei dedicarmi totalmente a te, ed io non... non voglio... non posso rinunciare così, su due piedi, a tutto quello che ho costruito negli anni.- una mano sul viso stanco “Io sono egoista, egocentrica, non posso rinunciare a me stessa e alla mia carriera per te...”
Si stese, con la testa sul cuscino e una mano che calava sulla fronte.

E' principalmente colpa mia...”

La colpa era sua, principalmente sua.
Se solo non si fosse lasciata sopraffare in quel modo dalla passione, se solo avesse usato una maggiore accortezza, se solo avesse chiesto a lui di usare delle protezioni...
Ma d'altronde non poteva dare la colpa solo ed esclusivamente a Vegeta, nemmeno sapeva cosa fossero le “protezioni”.
Aveva lasciato da poco Yamcha, ed eccola che si ritrovava incinta del principe dei Saiyan.

Complimenti Bulma...”
E lei era stata troppo imprudente; non solo aveva accolto in casa un assassino, ma ci era anche andato a letto.

Ancora complimenti!” si ammonì ironicamente.

E ti sei innamorata di lui...
Hai dimenticato questo?


Cosa avrebbero pensato tutti se solo avessero saputo?
Come l'avrebbe giudicata Yamcha dopo quello?
In fondo era stata lei a lasciarlo, a troncare la relazione. Aveva tutte le ragioni di questo mondo, non sopportava più le loro frequenti litigate, per non parlare delle frequenti scappatelle di lui da una notte e via, cosa che per lei era davvero umiliante.
Più andavano avanti nel tempo, più la situazione degenerava.
L'unica cosa da fare per rimediare al peggio era quella di separarsi. Lui era quasi arrivato a chiederle la mano, ma lei non poteva accettare, non con quei presupposti.

Non dopo quell'imprevisto chiamato Vegeta.

Lei si era accorta ormai da tempo di non amarlo più. Bé, lo amava sì, ma ormai quello che provava per lui era soltanto amore fraterno.
Era meglio così, d'altronde.
Lui però quel giorno, quando lei aveva detto di no alla proposta, l'aveva fissata negli occhi e con sguardo assente le aveva detto:

E’ per lui, non è così?”
Lei non aveva risposto, si era alzata da quella sedia, gli aveva augurato tanta felicità e l'aveva lasciato da solo.
Eppure non gli erano sfuggite quelle parole rabbiose:

Credi davvero che con lui sarai felice? Ogni giorno sarà un tormento tesoro, non avrete mai un futuro roseo assieme, io lo so, tutti lo sanno... Cosa ti aspetti da lui, eh? Amore?” Una risata cattiva, di derisione, accusatrice “Andiamo, lo sai meglio di me che lui non saprà mai amare. Cosa vorresti fare? Un miracolo? Ma smettila! Torna in te... lo sai benissimo... lui non sa amare, è nato solo per uccidere, solo per quello... Bulma, stai percorrendo una strada senza uscita, mettila di sognare, svegliati prima che sia troppo tardi...-

"E' già troppo tardi, Yamcha." sussurrò.

Era troppo tardi per tornare indietro. Non poteva improvvisamente rinnegare quel sentimento che provava per quell'uomo burbero, il cui scopo principale era quello di superare il livello di Goku.
Era inutile mentire a se stessa, lo amava, punto.
Era assurdo farlo capire, nessuno se non lei stessa sapeva quello che provava, era impossibile cercare di far capire agli altri.
Lei non vedeva in Vegeta solo l'uomo demoniaco sceso in terra con lo scopo di portare con sé l'Apocalisse.
Lei era andata oltre la sua prima facciata.
Era bravo Vegeta a nascondere sotto la corazza dura del suo carattere indomabile quello che più lo faceva soffrire, ma lei aveva capito, sapeva. Ma non glielo avrebbe mai detto.

Ma adesso?
Cosa ne sarebbe stato di lei?
Come avrebbe reagito Vegeta a questa gravidanza?

Sai, la situazione è piuttosto delicata, non posso lasciarti nascere così, con un padre...” Alla parola padre sussultò, mentre la figura maschia di un uomo dai possenti muscoli, capelli neri, occhi di pece e fisico imponente le si faceva strada nella sua mente. “...cosa succederebbe se lo venisse a sapere?” Strinse entrambe le mani, inconsciamente, attorno al ventre, con fare protettivo “Non credo che reagirebbe bene... Lui... potrebbe anche... uccidermi... ucciderci...-

Immagini terrificanti le si presentarono davanti agli occhi.

Lei trafitta improvvisamente da uno di quei potentissimi colpi.
Il ghigno cattivo su quelle labbra.

Lei che assiste alla morte della creatura di pochi minuti davanti agli occhi.
Soddisfazione su quel volto.

Il sangue di quella creatura sulle proprie mani.
Risata sguaiata e malefica.

Io non sono il padre”
Parole dolorose.

Pianto di un bambino.
Lacrime di donna.
Madre infranta.

Si riscosse immediatamente. Quelle immagini erano terrificanti.
No, ormai conosco Vegeta, non farebbe mai del male ad un bambino... credo...” chiuse gli occhi “In fondo, se avesse voluto ucciderci, l'avrebbe fatto da tempo, quindi...” sospirò “Ma perché dovevo innamorami di uno così? Perché devo portare in grembo un figlio che forse non amerà mai? Che farò adesso?”
Lui non le aveva mai dimostrato alcun sentimento simile all'amore. Però, quando si erano ritrovati l'uno tra le braccia dell'altro, non aveva visto solo passione bruciante...
Ma adesso non era quella la cosa importante, c'era in gioco l'avvenire di un bambino.
E lei sarebbe stata davvero così egoista da permettere la nascita di una vita che sarebbe stata privata?

Chiuse gli occhi.
Rimase molto tempo in silenzio, non si accorse del tempo che passava e non si accorse nemmeno che ormai era giorno.
Se ne stava là, immobile, stesa su quel letto cercando di non pensare a quanto dolore avrebbe causato la nascita o la morte di quella creatura che cresceva dentro di sé.
Ma, per quanto dolorosa potesse essere la seconda scelta, forse era quella più ovvia per il momento.
Avrebbe evitato di crescere un bambino nella completa solitudine, avrebbe evitato di far soffrire quella creatura, avrebbe evitato le ire di Vegeta, ed i giudizi di tutti, tutta quella situazione...

Sei davvero così meschina da uccidere?
Riusciresti davvero ad ammazzare TUO figlio?
Non provi nemmeno un rimorso di coscienza nell'aver pensato a tale eventualità?
Con quale coraggio oseresti guardarti nuovamente allo specchio?

La porta si aprì improvvisamente, lasciando entrare una donna dall'aspetto giovanile, fasciata come al solito da abiti sexy - non esattamente adatti alla sua età -, dai biondi e cotonati capelli legati in una buffa acconciatura; si muoveva con fare sinuoso mentre portava sulle mani un vassoio con tante prelibatezze.
Tesoro, è ora di alzarsi! Non dirmi che sei stata tutta la notte sveglia a pensare a qualche bel ragazzo!” Disse maliziosamente la donna mentre appoggiava il vassoio sul tavolo.
Si avvicinò allo specchio, quasi ignorando totalmente la figlia sprofondata in uno strano stato di trance. “Devo dire che sono davvero in forma!” Lo specchio riflesse anche l'ombra di Bulma, e questo fece sobbalzare la donna.

Tesoro, perché quell'aria? Sei così pallida.” disse mentre si avvicinava ad una Bulma stranamente silenziosa; si sedette sul letto.Stai male, tesoro?” Nessuna risposta. “Tesoro, hai fatto quei controlli che dovevi fare?” solo un accenno di consenso “E... allora?” Solo una mano che indicava la busta per terra con accanto il foglio accartocciato. La signora Brief, con il sorriso sulle labbra si avvicinò al foglio e, senza esitare, lesse.
Pochi istanti di silenzio e poi un urlo!
Quello strillo riuscì a far svegliare la ragazza che, con aria omicida, osservò la madre in preda ad una delle sue solite crisi isteriche-euforiche.

Mamma, per cortesia, smettila di urlare, ho male alla testa e mi... mi...” Una corsa verso il bagno.
Un altro urlo.

MAMMA, TI HO DETTO DI SMETTERLA DI URLARE!” urlò furiosa Bulma non appena riuscì ad emergere dal bagno. Prese il bicchiere appoggiato sul comodino accanto al letto, e, dopo aver ingerito una pasticca antidolorifica, bevve, sperando che il dolore e la nausea sparissero al più presto.

Mio Dio, mi sento uno schifo!”
Te-Tesoro, ho letto bene... stai per... cioè, mi renderai nonnina?” Domandò la donna in preda all'emozione, cominciando a ballare per tutta la stanza sotto lo sguardo serio della figlia.
A quanto pare” rispose lentamente “Ma non per molto...” la donna si fermò improvvisamente, prendendo ad osservare negli occhi la figlia.
Cosa significa non per molto?”
L'hai capito benissimo, mamma!”
Stai scherzando, vero? Non penserai mica di...”
Ci sto seriamente pensando”
Tesoro, vuoi per caso farmi morire prima del mio tempo? Oddio, devo sedermi...” Con la mano sul cuore, lo sguardo melodrammatico, si sedette sulla sedia. “Hai idea di cosa...-”
Credi che non lo sappia da me?” Bulma interruppe la donna mettendosi di fronte a lei “Hai idea di cosa rappresenti questo bambino per me?”
Un dono?” Domandò la madre cercando di calmare il battito del cuore che accelerava sempre di più.
No mamma, la FINE, sarebbe la fine per me. Dovrei abbandonare tutto per un moccioso?” A quelle parole cattive, la signora Brief rimase per un attimo stupita da tale reazione. Sapeva perfettamente di che pasta fosse fatta sua figlia, ma mai un giorno si sarebbe aspettata una tale reazione dinnanzi una notizia del genere. Assottigliò lo sguardo guardandola con fare curioso. C'era qualcosa che non andava, decisamente, e lei era intenzionata a scoprire di cosa si trattasse. Conosceva troppo bene sua figlia per reagire in quel modo ad un evento che da sempre l'aveva resa felice e curiosa.
Tesoro, chi è il padre?”
Bulma fissò per un tempo indecifrabile sua madre, per poi lasciare andare quel nome in un sussurro.
Ci fu un attimo di silenzio tra quelle mura, non un rumore, solo il suono dei loro respiri.

Se lui lo venisse a sapere, non la prenderebbe bene.” una mano sulla fronte.
Questo non puoi saperlo.”
Ah, no? Credi davvero che lui sarebbe felice? Tu credi che verrebbe da me, mi abbraccerebbe, mi stringerebbe tra le braccia con fare protettivo, sussurrandomi quanto sia felice e orgoglioso? Magari si mette anche a piangere..." sorrise amaramente “Andiamo mamma, sai meglio di me di che persona stiamo parlando!”
Oh, ma è per questo che so che lui ne sarebbe felice.” Le rispose sorridendo ottimista. In quel momento, Bulma avrebbe voluto avere quell'ottimismo con sé.
Mamma, Vegeta non è Goku, capito? Non la prenderà mai bene... renditi conto che non ci metterebbe moltissimo ad ucciderlo o peggio, rinnegare la sua paternità.”
Ti ha mai fatto del male?”
Come?”
Rispondi alla mia domanda!”
No... cioè, ci punzecchiamo sempre, non facciamo altro che litigare, ma mai ha osato mettermi le mani addosso...”
Beh, visto quello che c'è scritto sul foglio, direi che le mani addosso te le ha messe, ed anche qualcos'altro aggiungerei!” Una risatina maliziosa echeggiò nella stanza mentre le guance di Bulma assunsero una tonalità rosea.
Ma... mamma!” Tuonò la voce imbarazzata di Bulma.
Tesoro, non devi vergognarti, sai? Sono cose naturali. Anzi, direi che il caro principe funziona alla perfezione, è così carino, ha certi muscoli poi... è quella camminata sexy? Ne vogliamo parlare? Per non parlare del modo in cui mangia, così selvaggio... mmm... se solo avessi qualche anno di meno...” Bulma sgranò gli occhi spalancando la bocca scandalizzata.
MAMMA, smettila!”
Eh? Oh, sì, scusami cara... beh... dicevo...” tossì tornando seria “Non ti ha mai fatto del male, quindi perché farlo alla creaturina? Ricordati che se lo avesse voluto, non ci avrebbe messo tanto a farci morire, amore.”
Lo so...”
Vedi? Secondo me sarà restio all'idea di un bambino solo all'inizio. In fondo, è cresciuto in un mondo pieno di odio e rancore, dove vince chi rimane vivo. Poverino, non è abituato all'amore. Ma col tempo, restando a contatto con noi, capirà davvero il significato di tale parola, bisogna avere solo pazienza.”
Sei troppo ottimista!”
No, sono realista, amore. La presenza di un pargolo e di una donna che lo ama riuscirà a cambiarlo, ne sono sicura.”
Come diavolo fai ad esserne così sicura? Andiamo, è assurdo!”
Cosa?”
L'idea di avere un bambino... io, non posso averlo... non mi sento pronta...”
Di cosa hai paura?”
Di cosa? Te lo devo ripetere? Ok... allora, di perdere tutto quello che ho costruito sino adesso. Un bambino non è un giocattolo, è una grossa responsabilità, dovresti saperlo meglio di me!
Se io decidessi di tenerlo, dovrei sacrificare la mia carriera per lui... potrei sempre dividere la mia vita tra carriera e mamma, ma ne sarei capace?
No... o forse all'inizio sì, ma andando avanti nel tempo, sacrificherei il bambino per il lavoro.
Mi conosco troppo bene, un giorno potrei anche pentirmene, sbattergli in faccia il tutto, e, secondo te, lui ne sarebbe felice? Sarebbe contento sapendo di avere sulle spalle la mia infelicità?”
Si mise davanti alla finestra, prendendo ad osservare il paesaggio.

E il padre? Hai pensato anche a questo? Hai idea di come si potrebbe sentire se venisse privato di tale figura? Mamma, non sarebbe giusto, un bambino ha bisogno di entrambe le figure famigliari... ed io non riuscirò mai a colmare il vuoto di Vegeta... e se poi un giorno dovesse chiedermi dove sta suo padre? Cosa dovrei dirgli? Tesoro, mi spiace ma tuo padre non vuole saperne di te e me? Oppure mentire e dire che è morto? Oh si, grande soluzione.” Appoggiò i gomiti sul davanzale, chiuse gli occhi.
E poi, hai idea di che periodo sia questo?”
Periodo?”
“ Ma sì, mamma... ti ricordo che tra un anno si realizzerà ciò che quello strano ragazzo ha riferito. La terra tremerà ancora a causa del male, a causa della venuta di tre androidi costruiti dal Dottor Gelo. Ci sarà il panico, e questi androidi saranno spietati, non si fermeranno di fronte a nulla, nemmeno davanti ad un bambino!“ Si fermò un attimo prima di riprendere la parola “Ed io dovrei essere così meschina da permettere a questo figlio di nascere in un periodo come questo?”
Non è questo il punto, e tu lo sai benissimo.”
Bulma si girò di scatto per osservare negli occhi la madre.

Non si tratta di questo, tesoro, stai cercando tutte le scuse possibili per auto-convincerti che questo bambino non debba nascere.” Bulma sussultò. “Bingo! Lo sapevo, dunque era come sospettavo... ma d'altronde, è normale, è più che normale, non devi vergognarti di questo, figlia mia!” Si alzò dalla sedia e si mise accanto a lei. “Perché ti vergogni di ammettere la verità?”
Quale... verità?” Domandò Bulma cercando di non fissarla negli occhi. “Non c'è nessuna verità, smettila di dire idiozie”
Ah no? E allora perché non mi guardi negli occhi mentre lo dici?” Bulma sospirò mentre sua madre sorrideva soddisfatta. “Coraggio, che cos'è che ti turba? La verità figliola"
Perché mi sentirei una debole, mamma” Odiava doverlo ammettere, ma era così.
Debole devi sentirti solo per aver pensato a quell'eventualità. Ma tanto lo so, non ne avresti mai avuto il coraggio.”
Come fai a saperlo?” Domandò lei senza fissarla.
Amore, anche se ti sembro una mamma svampita, io ti conosco benissimo, sei mia figlia! Ma non solo, adesso io ti parlo come madre, ad una madre!” La signora Brief sorrise.
Io ho paura mamma, quello che ti ho detto lo penso davvero, non so se sarò mai capace di perdonarmi un giorno sapendo di aver causato sofferenza a questa creatura...- disse mentre si toccava la vita “Non so se sarò in grado di fare da padre e da madre”
Ma soprattutto?” la incitò la madre.
Soprattutto, ho paura di fallire mamma, di fallire come madre e come donna... ho paura di non essere all'altezza di questa cosa... guardami...” spalancò le braccia “Io sono così maledettamente egoista, non so se riuscirò ad essere una brava madre... con questo carattere poi...” sua madre sorrise “Cosa c'è di così comico?”
Amore, ti dirò una cosa che ti servirà per la vita” Le accarezzò il volto lentamente, Bulma non si ritrasse, ma continuò ad osservarla negli occhi “Avrai una vita davanti cara, non sarà di certo tutta rose e fiori, ogni giorno sarà una sfida, questo lo so... e più delle volte ti troverai a commettere errori, ti chiederai spesso se sarai una madre esemplare, se quello che fai è giusto.
Più volte ti troverai a dover fare delle scelte che ricadranno sulla tua creatura, scelte che non sempre saranno giuste o sbagliate, ma amore...” si interruppe per prenderle le mani ed appoggiarle sul suo grembo “Madre non si nasce, madre si diventa, con il tempo e l'esperienza!” sorrise apertamente.

Ho tanta paura di fargli mancare qualcosa.”
Amore, se già ci pensi evidentemente non lo farai... io lo so... devi solo capirlo da te!”
E se con la venuta degli androidi io non fossi in grado di proteggerlo?”
Lo proteggerai. Una madre non permetterà mai a nessuno di fare del male alla sua creatura. Una madre è pronta a sacrificare la sua vita per quella dei suoi figli.”
E se sarò da sola?”
Tu non sei sola amore, ci sono io, c'è papà, ci sono i tuoi amici... e c'è Vegeta!”
Si, come no...”
Ti dico di si, vedrai, un giorno capirà anche lui, e per quanto voi non formerete mai una famiglia esemplare, beh, sarete una famiglia... certo tra te opportunista ed egocentrica e lui solitario e burbero... povero nipote mio, ma è per quello che ci sarò io!”
Beh, grazie della fiducia!” un sorriso ironico.
Uhuhuhuh... non vedo l'ora che nasca... chissà se sarà un pupo o una pupa!” la signora Brief cominciò a volteggiare per la stanza. “Amore, dovremmo cominciare a fare le prime spese per lui o lei... uhuhuhuh.”
Se tu sei diventata mamma... forse anche io...” sorrise prima di tornare ad affacciarsi alla finestra.
Sai, amore, c'è un ultima cosa che voglio dirti prima di andare via... certo non saranno le mie parole ma, i Depeche Mode, in questo momento sono d'aiuto!”
I Depeche Mode?”
Si, non sai chi sono?”
No, cioè... certo che sì... solo che... non sapevo ti piacesse quella musica!”
Beh amore, io sono alternativa e mi mantengo giovane ascoltando la vostra bella musica!”
Tu e i Depeche mode? Assurdo! Alla tua pazzia non c'è proprio limite... non finirai mai di stupirmi!”
Certamente, tesoro... sono una madre preziosa io!”
Spero di non diventare come te, allora!”
Che dici, amore... dovresti prendermi da modello!”
Mamma, prima che ti cacci fuori a calci, ti prego di dirmi cosa volevi dirmi!”
Cosa volevo dirti?”
MAMMA!”
Ma su, stavo scherzando, come sei suscettibile!”
...”
Ok, ok, dicevo: Ricordati sempre, bambina mia, che le parole rompono il silenzio, le parole irrompono distruggendo, ma tutto ciò che hai sempre desiderato, ora è tra le tue braccia!” Detto questo, salterellando uscì dalla sua camera lasciando Bulma da sola.

Pleasures remain
So does the pain
Words are meaningless
And forgettable

All I ever wanted
All I ever needed
Is here in my arms

Words are very unnecessary
They can only do harm

Sussultò Bulma quando sentì quella musica, sgranò gli occhi mentre le parole di quella canzone echeggiavano per tutta la casa.
Sua madre aveva acceso lo stereo, mettendo quella canzone a tutto volume. Sorrise mentre si toccava per l'ennesima volta il ventre.

EHI VECCHIA, LA VOGLIAMO FINIRE CON QUESTO CASINO? MALEDIZIONE!” una voce tuonò per le mura.

Bulma scoppiò a ridere.
Godiamoci questi attimi di pace... tutto quello di cui ho bisogno, è tra le mie braccia!”


The End


(*) Beta HCG: Gonadotropina Corionica Umana.
E' un ormone prodotto dalla placenta sin dalle primissime fasi della gravidanza; per questo motivo il suo dosaggio viene utilizzato proprio per diagnosticare l'instaurarsi di una gravidanza.
(Si ringraziano Scandros ed Alex_Kami e Google (lol) per questi termini e per l'aiuto su argomenti da me sconosciuti.)

Ambiendazione:
La fic dovrebbe essere ambientata nella serie Z, prima della venuta dei Cyborg.

Precisazioni:
Ecco la quarta song fic del contest. Accidenti, erano mesi che non scrivevo! Ma fortunatamente sono tornataXD
C'è da dire che questa è stata la mia PRIMA fic che ho scritto sul fandom di DB, e probabilmente sarà anche l'ultima.

Quindi, per qualunque incongruenza o altro, mi scuso in anticipo.
Ho cercato di far rimanere Bulma e sua madre IC, ma se non ci fossi riuscita, vi pregherei di farmelo notare ed io provvederò a mettere la nota OOC.

Perché Bulma? Perché mi piace... credo sia uno dei personaggi femminili della serie con un minimo di carattere oltre che di un cervello! Detto questo, ho cercato di pormi nei panni di una ragazza come Bulma e cercare attraverso la sua figura di pensare a cosa farei o cosa potrei pensare io qualora rimanessi incinta.
Ed ecco il risultato.
Spero sia di vostro gradimento comunque^^

Vegeta non compare molto, è voluta come scelta, perché il mio obbiettivo non era quello di parlare di loro come coppia, era quello di fare una sorta di introspezione di una donna ed i dubbi della gravidanza in un periodo non felice, alla quale si contrapponeva il rapporto con la madre, attraverso le sue parole e le sue riflessioni.
Credo sia contorta come definizioneXD Ma spero possiate capire leggendo^_^


   
 
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