Atto I: Lavori
in corso
Incrociatore Rangar, in orbita nella cintura degli asteroidi.
Il
capo branca scientifica Gorthan stava studiando un
libro terrestre: “storia delle festività del mondo anglo sassone”.
“Sono
così strani i terrestri! Sono costantemente in cerca di emozioni, proprio come
noi Evroniani, ma poi non sanno che farsene. Sarebbe
opportuno che qualcuno desse loro una dimostrazione pratica di come utilizzare
questa enorme fonte di energia, anche se dubito che potrebbero capirla dopo
essere stati coolflamizzati in massa”
Sfogliò
un altro paio di pagine.
“Queste
feste sono un’usanza interessante. Alcune sono uguali per tutte le nazioni
della terra, e questo vuol dire che per qualche giorno l’anno, con tutti i
terrestri concentrati sulla festa, l’intero pianeta diventa un concentrato di
emozioni. Potremmo scegliere uno di quei momenti per attaccare, così sarà anche
maggiore l’effetto sorpresa”
Abbassò
lo sguardo per studiare un calendario terrestre.
“Il
momento migliore sarebbe Natale, ma per arrivare a quella festa mancano ancora ottantacinque
rotazioni del pianeta Terra e non ho intenzione di aspettare tanto. Vediamo se
c’è qualcosa di più imminente”
Tornò
al libro e sfogliò alcune pagine all’indietro.
“Ah!
Questo sì che è interessante! I terrestri hanno dedicato una festa alla paura. Molto
appropriato… La chiamano Halloween”
Gorthan
si spostò al grande oblò ricurvo che dava sullo spazio aperto, verso la stella
chiamata Sole dai terrestri.
Da
quella distanza la Terra non era niente più che una minuscola biglia.
“Questo
Halloween è solo tra trenta rotazioni. È il caso di dare inizio ai lavori”
*
Deposito di Paperon De’Paperoni, in una città
che conosciamo tutti molto bene.
:-Allora?!
Non hai sentito? DOBBIAMO DARE INIZIO AI LAVORI!-:
Paperino
si sistemò meglio il berretto che l’urlo dello zio gli aveva fatto finire di
traverso.
:-Sì,
sì, ho sentito! Ho sentito e protesto! Non puoi schiavizzarmi ogni volta che
hai qualche lavoro pesante da sbrigare!-:
Zio
Paperone lo zittì con un “Bah” di sufficienza.
:-Ma
che schiavizzare! Se avessi voluto schiavizzarti ti avrei messo ad impastare
con le zampe le trentamila tonnellate di cemento per il mio nuovo parco a tema!
Invece come vedi sono generoso e ti sto chiedendo solo di pulirlo-:
:-Certo,
come no? Da cima a fondo e in soli quindici giorni! È impossibile!-:
Protestò
ancora il papero nel tentativo di far ragionare colui che deteneva la
chilometrica lista dei suoi debiti.
Fatica
sprecata.
:-Se
credi che il tempo sia poco hai una ragione in più per cominciare subito. E
ricorda che tutto deve essere pronto per il giorno dell’inaugurazione! Riesci
ad immaginarlo,o nipote di ristrette vedute?
Halloween Town, l’unico posto dove è Halloween tutto l’anno! I bambini di tutto
il mondo vorranno venire qui! Ovviamente dopo che tu avrai provveduto a
sistemare tutto-:
:-Ma
zio… per fare tutto quel lavoro in così poco tempo
dovrei lavorare ventidue ore ogni giorno… hai
calcolato che devo dormire?-:
Paperone
esplose in una gran risata.
:-Ah
ah ah! Dormire! Questa sì che è bella! Pensa che io una volta nel Klondyke non ho dormito per ben…-:
:-Urgh! No, no, basta, ti prego! Preferisco i lavori
forzati!-:
Paperino
acchiappò la mappa dove era indicata la posizione del cantiere e filò via prima
che lo zio potesse ricominciare a parlargli della sua gioventù di cercatore
d’oro.
Per prima cosa passò dalla Ducklair
Tower e in ascensore fu accolto da UNO.
:-Allora?
Era “un altro raggiro di proporzioni epiche” come credevi tu?-:
Il
povero papero bistrattato si lasciò andare contro la parete dell’ascensore con
un sospiro sconsolato.
:-No,
UNO, è peggio! Molto peggio!-:
E
gli raccontò la storia del nuovo parco giochi da ripulire.
:-In
effetti questo tuo zio ha delle pretese un po’ eccessive, considerando che tu
sei un biologico-:
Dovette
ammette infine UNO.
:-Già,
ed ha anche una lista dei miei debiti eccessivamente lunga con cui
ricattarmi!-:
:-Però
tu hai come tuo alleato la più strepitosa intelligenza artificiale che esista
sulla terra! Ecco cosa faremo-:
E
UNO si mise a spiegargli il piano.
*
Incrociatore Rangar, in rotta di avvicinamento alla terra.
:-Allora,
il piano è questo-:
Spiegò
il generale Zorpad.
Di
fronte a lui una squadra di dieci soldati sull’attenti aspettava ordini.
:-Sbarcheremo
sulla terra in questo punto-: Indicò con un raggio laser un punto sulla mappa
del Nord America
:-Poi
raggiungeremo questa struttura e piazzeremo un deviatore di sequenze
elettromagnetiche che permetteranno alla nostra nave spaziale di assumere il
controllo delle strutture elettroniche di questo posto chiamato Luna Park.
Le
entrate, le uscite, le vie di comunicazione, ed i macchinari stessi del parco saranno
manovrati dai nostri scienziati e una volta che il posto sarà completamente
isolato e i terrestri chiusi all’interno potremo strizzarli per bene come un
branco di beepi!
I
terrestri costruiscono queste cose per provare forti emozioni, e per di più questo
Luna Park deve essere ancora aperto al pubblico, quindi il giorno
dell’inaugurazione sarà perfetto per fare un colossale pieno di energia-:
Il
suo discorso venne interrotto dall’addetto al controllo dei monitor.
:-Signore,
rileviamo un’anomalia! Non doveva esserci nessuno nel parco…
e neanche i robot dovevano funzionare! Invece qui c’è…-:
:-Fammi
vedere, incapace!-:
L’immagine
sul monitor era chiara: un papero stava stravaccato su un’amaca e mangiava un
gelato, mentre tutto intorno i robot erano impegnati in vari lavori.
:-Questo
non era previsto-:
Disse
più che altro a se stesso.
:-Generale,
dobbiamo partire lo stesso e coolflamizzare subito
quel terrestre?-:
In
effetti l’idea del soldato non era male, ma Zorpad
doveva ragionare più in grande.
Dopotutto
era un generale.
:-No,
non lo toccate. Lo sai che i terrestri si preoccupano per i loro simili e se
questo sparisse senza lasciare traccia potremmo compromettere la missione. Lasciamolo
stare, tanto non potrà stare lì per sempre-:
*
Pianeta Terra, dove
(non) lavora un certo papero.
:-Che
pacchia! Sai, UNO, potrei anche stare qui per sempre!-:
In
effetti aveva ragione: il massimo sforzo che aveva fatto era stato trasportare
l’amaca ed appenderla tra due travi d’acciaio nella sala comandi del nuovo
parco giochi di Zio Paperone.
Al
lavoro ci pensavano il robot del parco, controllati da UNO che si era
interfacciato con la sala comandi attraverso l’extransformer.
E
a proposito di UNO la sua voce risuonò amplificata da tutti gli altoparlanti
del parco per maltrattare i timpani del papero nullafacente.
:-Spero
per te che non sia così! Sei già al terzo gelato in un ora, e se moltiplichiamo
le calorie di ogni gelato per il fatto che la tua attività motoria è ridotta a
zero otterremo come risultato una palla di lardo. Vuoi forse essere il primo
super eroe oversize?-:
Paperino
ridacchiò immaginando un se stesso in costume da Paperinik ma con la stazza di
suo cugino Ciccio Papero.
:-Non
ti preoccupare, UNO. Tanto Zio Paperone provvederebbe a farmi saltare in piedi
tra quindici giorni! Anzi sono già certo che per il giorno della sua spettacolare
inaugurazione ha qualche altro lavoro in serbo per me, quindi voglio godermi il
riposo finché posso-:
Un’ombra
passò nello sguardo del papero.
:-A
proposito, UNO, io volevo… sì, ecco, volevo
ringraziarti-:
:-Ringraziarmi?
E perché mai?-:
:-Oh,
andiamo, non fare il modesto perché tanto non ti riesce! Intendo dire grazie
per tutto questo. Lo sia bene che senza te che fai fare le pulizie ai robot io
mi sarei dovuto consumare tutte le piume! A volte mi chiedo…
perché lo fai?-:
L’intelligenza
artificiale sghignazzò un po’ prima di rispondere.
:-Lo
faccio perché so di poterlo fare meglio! Io ho installato nell’ hard disk un
programma di pulizie rapide che di solito uso per la manutenzione della Ducklair Tower, e tu chiaramente
non lo hai!-:
Paperino
avrebbe anche potuto sorridere di questa risposta, ma aveva altro per la testa.
:-Non
era delle pulizie che parlavo. No, intendo perché mai un essere straordinario e
capace come te abbia deciso di fare società con una mezza nullità come me-:
UNO
apparve improvvisamente sotto forma di globo verde dall’extransformer
e la voce si diffuse solo quanto bastava per farsi sentire dal papero.
:-Ascoltami
bene, signor “mezza nullità” se non la smetti di fare discorsi patetici ti
strizzo e ti utilizzo come mocho per lavare i
pavimenti, chiaro? Te lo piego semplice semplice, in modo che tu possa capire: una società è
dove ognuno dei due guadagna qualcosa, e se io non l’ho ancora sciolta vuol
dire che ci sto guadagnando-:
:-Ma… che cosa?-:
UNO
sembrò riflettere prima di dargli una risposta.
:-Io
ci guadagno variabili, imprevisti, casualità. Tu mi dai la possibilità di
entrare in contatto con situazioni assolutamente non programmate. Il che, per
uno che è “tutto un programma” è davvero un bel guadagno, te lo assicuro!-:
:-Quindi
mi stai ringraziando perché ti complico l’esistenza? Complimenti! Primo perché
sei più contorto di quello che pensavo e secondo perché hai appena fatto una
battuta di spirito quasi biologico. Insomma, tu stai in società con me perché
ti diverti?-:
:-Sì,
in un certo senso è così. E sai cosa mi divertirebbe davvero tanto? Questo!-:
Uno
dei robot, una mummia, lasciò il panno per i vetri e si diresse barcollando a
braccia tese verso Paperino, che però non sembrò particolarmente impressionato.
:-Non
crederai davvero di spaventarmi con questo trucco!-:
La
mummia si avvicinò ancora.
:-Lo
so che la stai manovrando tu!-:
E
ancora.
:-Non
ho paura! Non ho… aaaahhhhh!!!-:
Prima
che la mummia lo acchiappasse Paperino saltò giù dall’amaca e scappò dall’altra
parte della stanza.
La
risata di UNO si diffuse in tutto il parco.
:-Ecco
quello che intendevo! Sai, potrei farti rincorrere fino a stasera solo per
monitorare e catalogare le espressioni del tuo becco! Ma fortunatamente per te
c’è tanto lavoro da fare-:
La
mummia invertì la rotta e tornò a lucidare vetri con il collega zombie.
:-N-n-non fa-fa-farlo mai più,
chiaro?-:
Lo
sfortunato papero aveva tutte le piume sulla testa sparate in aria e tremava
come una maracas.
*
Incrociatore Ragnar, dodici rivoluzioni del pianeta dopo
:-Allora?
È andato via quel fastidioso yestol (NdA: pidocchio del pianeta Gr’aat. Lungo due metri e pesante centocinquanta chili)?-:
Sbraitò
il generale Zorpad appena entrato nella sala monitor.
L’addetto
gli rispose subito perché non era per niente saggio far infuriare un superiore
già arrabbiato.
:-Sembra
che stia smontando la cosa su cui ha riposato tutto questo tempo. Forse questo
vuol dire che se ne sta andando-:
Per
fortuna la risposta sembrò soddisfare il generale.
:-Bene,
perché tra cinque ore terrestri noi scenderemo a fare il nostro lavoro e se lo
troveremo ancora lì tanto peggio per lui!-:
*
:-Che
bello, ho anche finito con due giorni di anticipo! Spero solo che Zio Paperone
non si abitui a queste performances straordinarie!-:
Paperino
arrotolò di nuovo l’amaca, poi scollegò l’extransformer
dalla consolle principale e prese l’ascensore per tornare a piano terra, dove
lo aspettava la fedele 313.
“Però… tutto questo parlare di paura mi fa venire in mente i
miei amici violacei, che è da tempo che non vedo. Spero che non stiano
architettando qualcosa!”
Si
rivolse all’extransformer che per l’occasione aveva
l’aspetto di una cassetta degli attrezzi.
:-Hei, UNO, per favore, controlla se rilevi tracce di Evroniani-:
:-Io
controllo continuamente, e posso assicurarti che per ora non rilevo
assolutamente niente-:
Paperino
mise in moto, ma non era del tutto convinto.
:-Bè… in ogni caso tieni le schede video ben aperte. Sarà
tutto questo parlare di Halloween, ma a me è venuta un po’ di paura-:
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Cantuccio dell’’autore
Ben
ritrovati amici e colleghi con mantello e mascherina!
Il
merito di questa idea è di Tim Burton e del suo “Nightmare
before Christmas” e poi il 31 Ottobre è anche il mio
compleanno ed ho deciso di festeggiarlo così!
Non
è magnifica? È il mio regalo a me per il mio compleanno! *citazione
da un cartone Disney*