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Autore: Alex_J    04/11/2012    3 recensioni
Urla strazianti riempiono la stanza. Urla, altre urla. E ora più che urla, vagiti.
Una donna dai capelli neri sorride alla fioca luce che filtra dalle tende. Accoglie tra le braccia la piccola, mentre l’ancella si allontana per dare intimità a madre e figlia.
Gli occhi verdi di Arys guardano la figlia appena nata, pieni di ardore. Ardore per la fortuna che gli dei le hanno concesso: dopo quindici anni ha finalmente potuto avere una figlia, cercando di colmare il precedente vuoto.
Spera che almeno la piccola rimanga con lei, che gli dei siano clementi, che non gliela portino via ancora una volta.
Prega Atena di donargli l’intelligenza; prega Afrodite di concederle un briciolo della sua divina bellezza.
- Didyme - sussurra poi alla neonata.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Aro, Didyme, Marcus, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Precedente alla saga
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Un anno.
 

 

Urla strazianti riempiono la stanza. Urla, altre urla. E ora più che urla, vagiti.
Una donna dai capelli neri sorride alla fioca luce che filtra dalle tende. Accoglie tra le braccia la piccola, mentre l’ancella si allontana per dare intimità a madre e figlia.
Gli occhi verdi di Arys guardano la figlia appena nata, pieni di ardore. Ardore per la fortuna che gli dei le hanno concesso: dopo quindici anni ha finalmente potuto avere una figlia, cercando di colmare il precedente vuoto.
Spera che almeno la piccola rimanga con lei, che gli dei siano clementi, che non gliela portino via ancora una volta.
Prega Atena di donargli l’intelligenza; prega Afrodite di concederle un briciolo della sua divina bellezza.
- Didyme - sussurra poi alla neonata.

- Didyme, qui, subito! - la voce di sua madre è irata, molto irata.
La ragazzina dai tratti angelici, gli occhi color verde smeraldo e i capelli neri, neri come carbone e pece fusi assieme… un miscelato letale per gli umani e gli dei.
- Dovresti smetterla - le sibila con gli occhi accessi dal fuoco della rabbia.
- Di fare cosa madre? - domanda innocente la ragazzina.
- Di ammaliare in questo modo - la ragazza la guarda interrogativa e sua madre scuote la testa con forza, facendole segno di andare.
Gli dei non saranno mai clementi con lei.
Sbuffa, mentre osserva la figlia giocare con le sue compagne.
Didyme ride, ride di una risata fresca e spensierata assieme alle sue compagne.
Giochi composti, degni di una signorina della sua età e della sua classe sociale.
Le sue amiche la guardano con invidia: com’è possibile che attiri ogni uomo nel giro di chilometri?
Didyme è bella, ma non bellissima. Didyme è simpatica, ma non fa mai battute. Didyme è elegante, ma nessuno le ha mai insegnato le buone maniere.
Didyme forse non è niente di tutto questo, lei è solo lei: una piccola ragazzina, venerata e viziata dalla famiglia come una piccola dea. Non è arrogante, non è nel suo carattere, sa trovare il buono in tutto e in tutti: non sa cosa vuole dire soffrire.
Fino ad ora.
Didyme è vigile, molto vigile. Avverte accanto a se una presenza strana, che però non la preoccupa.
- Cosa turba il tuo animo? - le chiede una delle ancelle, venuta a richiamarla per il bagno.
- Mi sento osserva, Agnes - sussurra piena di paura.
- Gli dei ti guardano piccola, sempre, è normale che tu ti senta così - risponde con un grande sorriso.
Allora la piccola si tranquillizza,e si lascia accompagnare da Agnes verso la sua piccola domus.
- Didyme - sente dopo pochi passi.
Intorno a lei succede qualcosa di strano, molto strano.
Agnes si allontana da lei, infastidita.
Una forza la spinge a raggiungere la voce.
Percorre tutta la città, senza dare particolari sospetti. Supera il tempio, l’agorà e arriva alla base della foresta di Atene.
E’ tutto buio ma Didyme non ha paura, anzi è felice.
Due occhi la guardano nel buio, due occhi color rosso cremisi , seguiti da un largo e bianco sorriso.
- Didyme, sorella mia - allarga le braccia la voce, rimanendo nel buio.
- Aro, fratello? - domanda incredula ma eccitata.
-Si, sono io, vieni qui - la piccola si lascia stringere.
Nello stesso momento i suoi pensieri vengono passati in rassegna, analizzati e controllati.
- Saluta per me nostra madre - la piccola annuisce e nei colori del tramonto riesce a vedere i caratteri fisici del fratello, riconoscendolo dopo tanti anni e sorprendendosi di non notare alcun cambiamento.
Si volta e corre verso la madre,almeno così pare.
- Sei sicuro Aro? E’ una creatura così fragile e innocente - un’altra voce, più sussurrata e titubante.
- Sono sicurissimo, caro Marcus. Mia sorella è perfetta, si abituerà tranquillamente a vivere con noi - risponde Aro allegro.
- Ma è così piccola… -
- Ancora un anno. Quando raggiungerà i diciassette vedrai che fiore diventerà! -
Marcus rimane in silenzio, mentre Didyme ascolta da dietro di un albero rimanendo incantata da quella voce e dai quei tratti insoliti che scorge appena.
Un anno, Didyme non aspetta altro.

Una preghiera silenziosa, una lacrima dolorosa.
Gli dei non sono clementi con Arys Volturi, non lo sono stati e non lo saranno mai.
Non le resta che sacrificarsi per raggiungere i suoi due figli nell’ade.
Quando il pugnale entra nelle sue viscere e lei non vede altro che il buio, capisce che è troppo tardi.
I suoi figli non sono mai stati all’Ade, mai ci arriveranno.

 
Alex_J ‘s corner:
In pausa dal mio amato/odiato disegno, ho deciso finalmente di pubblicare questa schifezza, per vedere che effetto fa al pubblico di efp. Didyme non è un personaggio su cui molti scrivono, è un personaggio secondario che secondo me , potrebbe essere molto usato per la storia particolare.
Io mi sono cimentata in questa piccola shot grazie a un concorso sul forum  a cui poi non sono riuscita ad inviarla per tempo.
Mamma e tata di Didyme sono miei OC e desidero rimangano tali.
Con questo finisco il mio monologo e spero vi sia piaciuta la shot, non mi dispiacerebbe avere un parere :D
 
 

  
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