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Autore: EdoardoSilente    04/11/2012    3 recensioni
"Albus è una ragazzo timido e ambizioso e per questo viene smistato a Serpeverde, contro la sua volontà; diventerà presto conosciuto non solo per essere il figlio di Harry Potter, ma per il fatto di essere il più potente ragazzo della scuola, surclassando anche la geniale Rose (addirittura si vocifera sia più potente di Silente stesso).
Nella casata di Salazar Serpeverde conoscerà Scorpius Malfoy, un ragazzo che si scoprirà poi essere soggetto di un'interessante profezia, che riguarda la rinascita dei Mangiamorte e di un Signore Oscuro, che in realtà è..."
Buona lettura!
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Rabastan Lestrange | Coppie: Albus Severus Potter/Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Capitolo 1:

“La partenza a King Cross”

 

 

Era una bella mattinata di settembre, di quelle in cui ti svegli con il sole caldo e ti senti rinvigorito. Sarebbe stato così anche per Albus Severus Potter se quel giorno non fosse stato quello della sua partenza per Hogwarts, la Scuola di Magia e Stregoneria più famosa al mondo, e non avesse avuto il terrore di finire a Serpeverde, tradendo l’onore della sua famiglia rigorosamente tutta Grifondoro. 

< Al! Ti puoi alzare, che è tardi? > gridò mia mamma dal piano terra, per la centesima volta. 

Contro voglia, mi sfilai la coperta e infilai i piedi nelle pantofole, presi la bacchetta, che avevo appoggiato sul comodino la sera prima, dopo averla osservata per ore, ammirandone la sua bellezza: 13 pollici, biancospino, abbastanza flessibile e con il nucleo composto da code di thestral... “Una bacchetta molto potente, a sentir Igor”.

Infatti da quando Olivander era andato in pensione, il suo apprendista si era proposto per il ruolo e si era scoperto che se non era bravo tanto quanto il maestro, lo superava.

< Albus, vieni subito GIU!  > strillò mia madre. 

< Arrivo...un attimo... > bofonchiai, ancora mezzo addormentato; tolsi il pigiama e m’infilai i vestiti Babbani. 

Sistemai la bacchetta nel baule e, dopo aver dato un'ultima occhiata alla stanza per controllare se avevo preso tutto, lo chiusi e lo trascinai fuori. Appena aperta la porta, venni subito colpito da una sciarpa verde e argento: la sciarpa della casa di Serpeverde.

< JAMES! Se ti prendo ti ammazzo!  > urlai con tutta la voce che avevo in corpo.

Si aprii una porta sulla sinistra del lungo corridoio e ne uscii Harry, mio padre, con un’espressione confusa, dicendo: < Cosa gridi? > poi vedendo la sciarpa, assunse un’espressione mista a sollievo e divertimento.

< Vieni qui, dai > disse spingendomi dolcemente dentro lo studio.

< Che c’è, pa’? > chiesi sedendomi sulla poltrona, che usava di solito mio padre per leggere la sera prima di andare a dormire o per finire di compilare le scartoffie del lavoro per il Ministro della Magia da consegnare l’indomani.

< Quante volte te lo dobbiamo ripetere io e la mamma che non c’importa se finisci in una casa che non sia Grifondoro? > chiese fissandomi negli occhi.

< Uhm...ancora una o due > dissi scherzoso. 

Con un ultimo sospiro, mio padre uscii dalla stanza e, prendendo il mio baule scese al piano di sotto, dove mia madre, Ginny, tutta agitata, dava ordini a mia sorella e a mio fratello in continuazione: < Dai muoviti James...Lily, mettiti subito quel giubbotto, non mi fare arrabbiare!...James ho detto: muoviti! >.

< Dai piccola, mettiti il giubbotto...non fare arrabbiare la mamma, e James staccati da quella lettera > disse mio padre rivolto alla mia sorellina, conciliante. 

Mi alzai dalla poltrona e andai in bagno, a prepararmi. 

Dopo soli cinque minuti, mia mamma era riuscita a farmi fare colazione, caricare i bagagli sulla macchina e infilarmi nel camino che, acceso con la metropolvere, mi fece arrivare in pochi secondi alla stazione di King Cross.

 

 

§ § § §

 

 

< Buongiorno capo > dissero due uomini appostati ai lati di un palo di mattoni, con la scritta “Binario 9 3/4”, con un aria seriosa e rispettosa, rivolgendosi a mio padre. 

< Buongiorno ragazzi, riposo... > disse stringendogli la mano e facendoci segno di andare avanti .

< Abbastanza, tranne un ragazzino che per poco non finiva sotto il treno... > disse uno dei due.

< ... e per fortuna che gli ho lanciato un incantesimo di Appello! > concluse il secondo tutto contento di fare bella figura con il proprio direttore.

< Bravo > disse questo accompagnando la frase con una pacca sulle spalle degli uomini e dirigendosi verso di noi seguito dal “Ci vediamo in ufficio” dei due Auror.

Nel frattempo noi avevamo già caricato le valigie sul treno e preso una cabina dove avevamo appoggiato le nostre cose. 

< Ehi, papa > cominciò Lily, smettendo per un secondo di lamentarsi per il fatto che non poteva andare a Hogwarts e distogliendo l’attenzione dei miei genitori sulle battute che continuava a farmi James sulle cose orripilanti che avrei trovato “sicuramente” una volta arrivato a scuola, < Mi spieghi di nuovo che lavoro fai? Non l’ho ancora capito bene... >.

< Certo... > cominciò inginocchiandosi davanti alla sua bambina, gli chiese dolce. 

< Ma quindi tu sei un servizio di...ehm..quella roba lì? > chiese Lily. 

< No, no...io sono un Auror e lavoro al Servizio di Difesa Superiore...hanno cambiato il nome perché sia gli addetti sia il reparto avevano lo stesso indirizzo e si combinavano un sacco di problemi con le lettere... > concluse girandosi a guardare James che, dopo avermi “torturato” per bene, era corso dietro a Ted, il figli di Remus Lupin e Ninfadora Tonks, morti nella tragica “II Guerra Magica” e che ormai avevamo fatto l’abitudine ad avere in casa. 

< Tutto bene, Albus? > mi chiese dolcemente mia madre, vedendomi diventare lentamente verdognolo.

Mi era venuto in mente tutt’un tratto che da lì a qualche ora, sarei stato smistato, e la sola idea di finire a Serpeverde mi metteva il voltastomaco. 

< Sì, sì...grazie > mentì sorridendo a Ginny e avvicinandomi di soppiatto a Harry, senza però avere il coraggio necessario a chiamarlo. 

Ignaro del fatto che io dovevo parlagli urgentemente, mio padre mi diede le spalle e richiamò James, disse a mia madre di prendere Lily, che aveva ricominciato a piangere disperatamente, chiedendo, o meglio supplicando, di poter venire anche lei con noi a Hogwarts. 

Un suono acutissimo lacerò l’aria e il motore del treno si accese, inducendo Harry a chiedere a James e a Ted, che nel frattempo era venuto da noi e ci aveva salutato, di prendere le ultime cose e di caricale sul mezzo. Solo dopo un minuto, si accorse che io mancavo e si girò per cercarmi: mi vide subito e mi si avvicinò, stranito dal mio comportamento.

< Cosa c’è, Albus? > mi chiese prendendomi sotto braccio, e spingendomi lontano dal rumore che c’era vicino al binario. 

< E’ che...papa e se finisco a Serpeverde? > chiesi liberandomi di un peso.

< Allora Serpeverde avrà acquisito un membro fantastico, no? > disse, ma vedendo che ero ancora preoccupato, continuò: < Senti Al, a noi non importa in che casa finisci, che sia Grifondoro, Tassorosso, Corvonero e Serpeverde. L’importante non sono le persone che ci sono in quella casa, ma cosa sei tu e come ti comporti... e non credo proprio che il figlio di Harry Potter diventi un Mago Oscuro, no? > concluse sorridendo.

Mi sentivo molto meglio ora, mi sembrava di avere una preoccupazione in meno, e stavo per dirlo a mio padre, quando si alzò di scatto e venne abbracciato con forza da un uomo alto, robusto e con i capelli rossi: zio Ron. 

 

 

§ § § §

 

 

< Ciao, Harry! > disse una voce melodiosa, quella di zia Hermione, che aveva sotto braccio sua figlia Rose, che, a sentire zio Ron, aveva ereditato tutto dalla madre, a parte i capelli rossi. 

< Ciao, Hermione! > Harry si girò ad abbracciare anche lei, < Come va? Tutto bene, Rose? Agitata per l’imminente partenza? >.

< Abbastanza, soprattutto non ho finito di leggere tutto il libro d’Incantesimi...mi mancano ancora due capitoli! Però credo che sul treno ce lo potrei fare... > disse sollevando lo sguardo sulla madre, che gli sorrise incoraggiante e la prese da parte, per scambiare due parole in privato. 

< Che ti avevo detto, eh? > disse zio Ron, dopo aver scambiato con Harry uno sguardo molto significativo, < E’ identica alla madre! >.

Ci mettemmo tutti e tre a ridere, e non smettemmo solo quando il treno fischiò, e tutti i ragazzi corsero dentro alle proprie cabine, mormorando gli ultimi saluti. 

< Hugo? > gridò zio Ron, in cerca di suo figlio, < Dove sei? >.

< Eccomi papà...peccato che non posso andare anch’io... > disse il piccoletto, rosso come il padre, deluso come Lily. Infatti, i due piccoli si avvicinarono e cominciarono a confabulare a bassa voce, continuando a guardarsi le spalle, probabilmente spaventati che qualcuno riuscisse ad ascoltarli. 

< Allora, Albus... tuo fratello è già su. Stai calmo, lo sai che ti vogliamo bene e ti scriveremo tutti i giorni se vuoi... > dopo queste parole della madre, Albus la interruppe preoccupato: < Bè, non proprio tutti i giorni, ma... una volta alla settimana può bastare... >. 

< Ok, certo... > concluse Ginny schioccandogli un bacio sulla guancia e spingendolo verso il treno. 

Lui s’incamminò, al fianco di Rose; all’ultimo secondo arrivò Lily, che lo abbracciò frettolosamente e corse dalla madre, ancora lamentandosi del fatto che non poteva venire con noi. 

Salii i gradini un attimo prima che le porte di chiudessero. Mi guardai intorno, ero in un lungo corridoio di legno, con una sfilza di porte sulla destra. Mi diressi verso seconda, ci entrai e vidi Rose che salutava dal finestrino e un altro ragazzo seduto tranquillamente, che non riconobbi subito. 

Non ci feci caso e corsi ad affacciarmi dal finestrino, dando un ultimo sguardo alla mia famiglia: i Potter e i Weasley, che da soli occupavano mezza stazione, ora che erano arrivati anche nonno Arthur e nonna Molly, con zio Bill e la sua famiglia, zio Fred con moglie e figlio, un po’ in ritardo: giusto in tempo per salutare frettolosamente dalla banchina. 

Il treno partii, con un rumore assordante, e dopo pochi secondi la vista dei miei familiari sparì e mi sentii un po’ solo, abbandonato. Poi però mi ricordai di James, di Hugo, di Ted, di Rose, del professor Paciock, del professor Lumacorno e di Hagrid: tutte persone conosciute e che mi avrebbero sicuramente aiutato una volta arrivato al castello. 

Rimisi la testa nella cabina e subito dopo avergli dato una seconda occhiata, mi venne immediatamente in mente chi era quel ragazzo seduto pacatamente davanti a me; biondo, occhi azzurri, abbastanza pallido, magro...scambiai uno sguardo con Rose che sembrava a sua volta avesse appena intuito con chi stavamo condividendo lo scompartimento...il figlio dell’acerrimo nemico di mio padre negli anni passati a Hogwarts: Scorpius Hiperyon Malfoy. 

Il ragazzo che zio Ron aveva esplicitamente detto di non frequentare.
 

Ho sistemato un po' il testo, rileggete se volete. Alla prossima, cari lettori!

  
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