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Autore: Nero__    04/11/2012    2 recensioni
Assassin's Creed III.
Il testo si divide in due parti.
La prima parte racconta il discorso che hanno Achille e Connor dopo che questi ha ucciso il padre Haytham (confronto mai avvenuto nel videogioco, ma che io faccio coincidere cronologicamente con l'inizio della Sequenza 12).
La seconda parte invece è un monologo di Connor sulla tomba di Achille riguardo al senso delle sue azioni e alla sua vita da assassino (fine Sequenza 12).
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Achille Davenport, Connor Kenway
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Sequenza 12 - Missione: Mentore.

Connor sedeva davanti al letto del suo mentore oramai allo stremo delle forze.
La sua condizione fisica peggiorava di giorno in giorno.
“Quindi lo hai ucciso?” esordì il vecchio con voce rauca.
Ogni parola pronunciata gli costava grande fatica, era evidente.
“Si, Haytham è morto. Non sono riuscito a fargli cambiare idea” rispose cupo l’assassino mentre evitava lo sguardo dell’uomo.
“Era giusto così. Tuo padre era un pericolo e lo sarebbe sempre stato fino al giorno della sua morte” continuò Achille.
 "Lo so” disse Connor malinconico, eppure conscio del fatto che quella fosse stata la cosa giusta da fare.
Purtroppo però, fino all'ultimo, non aveva abbandonato l'idea che suo padre potesse cambiare e, quando finalmente aveva preso coscienza della verità, il colpo era stato duro da incassare.
Ma alla tristezza si sostituì presto la determinazione. “Quando farò fare a Charles Lee la stessa fine, il mio popolo sarà finalmente salvo e questa nazione libera” continuò dopo un attimo di riflessione, fiero e pieno d’ira.
“Non strafare, Connor. Sii sempre prudente e cauto. Ricorda che le tue possibilità sono limitate” lo ammonì il mentore, mentre il tono della voce andava progressivamente scemando.
“Cosa dovrei fare allora? Arrendermi?!” replicò immediatamente l’assassino, mostrando evidenti segni di nervosismo e impazienza nell'agire.
“No, certo che no. Io sono fiero di te e di quello che hai fatto, Connor. Però ti dico che se riporrai troppa fiducia nel mondo, finirai per restarne deluso”.





Achille, avevate ragione.
Probabilmente ho fallito su tutti i fronti.
Ho avuto fiducia negli uomini e ne sono rimasto deluso.
Il mio popolo, per il quale ho arduamente combattuto, è stato scacciato dalla sua stessa terra per mano di coloro che io ho aiutato a salire al potere.
Coloro che parlavano di libertà e indipendenza, ma avevano uomini e donne sotto il loro controllo.
Uomini e donne considerati alla stregua di bestie.
Ma qual era l’alternativa?
Mio padre e i templari avevano forse ragione?
Eppure, cos’è un uomo senza la sua libertà?
Come avrei mai potuto tollerare una pace che non la contempla?
Lo spirito ha detto che io sono stato capace di fare la differenza.
Ma sarà davvero così? E per chi, soprattutto?
Di sicuro non per la mia gente, non per me stesso.
Lo spirito mi ha anche detto di nascondere quest’amuleto di cui non capisco il fine in modo che nessuno possa trovarlo.
Un giorno anche questo farà la differenza. O almeno, è quello che mi è stato detto.
Ed eccomi qui, di fronte alla tua tomba, sperando in un futuro migliore per questo popolo di schiavi.
Sperando che quello che ho fatto sia servito davvero a qualcosa.
Eppure, anche se non riesco a vederne i risultati, non me ne pento.
Ho combattuto per ciò in cui credo e combatterò ancora se sarà necessario.
Mi farò carico della sofferenza della gente e cercherò disperatamente la libertà.
Resisterò, lotterò, fino alla fine.
Solo io posso farlo.


Ricordo sincronizzato: Sequenza 12 terminata.

  
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