Crossover
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Autore: miciuzumachi    04/11/2012    3 recensioni
In una cittadina vicino a Buenos Aires, le persone sono obbligate a rimanere in una situazione di eterna giovinezza da circa 200 anni e non possono ne morire (in qualsiasi modo immaginabile) ne procreare. Solo una ragazza può farlo, una ragazza dai capelli ricci color del fuoco e gli occhi verdi come le foglie d'arancio. Lei, unica speranza della città, riuscirà ad estinguere la maledizione e a riportare la tranquillità nei cuori delle persone, potendogli finalmente permettere anche solo di morire?
(Se vi sono errori grammaticali, per favore, fatemelo sapere tramite commento! Io non mi offenderò! XD)
(Crossover molto blando con Bleach e Yu-Gi-Oh!)
Genere: Avventura, Azione, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing
Note: AU, Cross-over, Lime | Avvertimenti: Incompiuta, Tematiche delicate
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The Flame Dancer

Benvenuti nella mia nuova storia! The Flame Dancer è stata forse la storia che più di tutte mi ha sorpreso mentre la immaginavo, perché la protagonista non è assolutamente convenzionale, ma è molto versatile. Originariamente immaginavo l’intera storia a Buenos Aires (non mi ricordo se si scrive così ^^’) come luogo in cui ambientarla. Però, non essendoci mai stata, non potevo fare altro che inventare una nuova cittadina in cui far svolgere i fatti. Fu così che inventai una città, la città di Lobos (lupi in spagnolo), per ovviare a tale problema. Ci saranno incursioni di personaggi non miei, che voi conoscete molto bene. Prima del capitolo vero e proprio, ci sarà una piccola introduzione in cui si parlerà di Lobos, di com’è fatta e in quale mondo si trova, e di come mai la protagonista abbia quel nome.

La protagonista è Kah Hitodama… un personaggio totalmente mio. Non incarna me, è un miscuglio di caratteri!

Spero vi piaccia e che commenterete.

Baci, Miciuzumachi!

Incantevole… questa era la descrizione alquanto poco accurata di Lobos, cittadina vicina (ma non troppo) a Buenos Aires, dall’aria spagnoleggiante e solare. Le case erano antiche, ma ben tenute, di epoca vittoriana, le strade larghe e asfaltate bene, i monumenti molto belli e suggestivi, le fontane spettacolari e altamente coreografiche, ma molto semplici ed eleganti. Ecco cosa vedevano i turisti. Ok, se i turisti la pensavano così, allora non sapevano che significava viverci dentro, per davvero.

Lobos era costantemente sotto un incantesimo che la obbligava a restare come paralizzata nel tempo… in cui c’erano le stesse persone di duecento anni fa. Questo incantesimo, considerato più una maledizione, faceva in modo che ogni anno le persone ringiovanissero dello stesso quantitativo di tempo appena passato, cioè 365 giorni (o 366, se bisestile). Loro, gli abitanti, disperati ed ormai spenti, non potevano avere neanche figli e quindi, non potendo ne procreare ne invecchiare, avevano iniziato a fare solo una cosa: adattarsi ad ogni moda che circolava in giro per il pianeta, per cercare di mantenere le apparenze del tempo che passava, a parte quelle mode relative ai divertimenti. Si diceva, per di più, che si divertiva era condannato a scomparire, tanto che neanche i bambini ultra centenari uscivano fuori per giocare. Nel resto del mondo stava dilagando la moda delle carte, ma qui nessuno aveva intenzione di giocarci, poiché qui le mode arrivavano come la brezza d’estate.

Tutto questo, però, venne folgorato con un lampo di speranza, circa vent’anni fa, dall’arrivo in città di un uomo vestito di nero uscito da chissà dove e di una donna bellissima proveniente dall’isola di Giava! Questi due erano Marin Krakatau e Katon Hitodama. I due si innamorarono e quindi si sposarono. L’intera popolazione festeggiava, allora, poiché erano anche gli unici che potessero invecchiare e procreare, quindi la sola speranza di poter uscire da quell’incantesimo e riuscire finalmente a morire o anche solo invecchiare. Lui, capelli rossi, pelle bronzea e occhi grigi, era un abile utilizzatore di spade giapponesi e fruste estremamente esperto. Lei, bellissima donna dai lunghissimi capelli ricci e neri, pelle diafana e occhi verdi come le foglie d’arancio, era una sacerdotessa del fuoco e dei vulcani, nonché vulcanologa.

Dalla loro unione nacque una splendida bambina, dai capelli color del fuoco, ricci e… gli occhi verdi più belli di sempre, pieni di luce e “fuoco”. La chiamarono Kah, cioè fiamma in giapponese. Tutto andava bene, la madre le insegnava le arti del fuoco ereditate dalla sua antica casta di sacerdoti, il padre le insegnava a usare la spada e la frusta. La bella creatura, dalla pelle diafana, iniziò a ballare fin da piccolissima, ed il primo regalo ricevuto da suo padre era un Oav in cui c’era un tutorial di danza. Fu così che avanzò la prima richiesta: fare danza. Man mano che cresceva diventava sempre più brava, sempre più energica e sicura di ciò che faceva e di come faceva sentire i maschietti quando la vedevano.

Poi, un giorno, la piccola Kah conobbe una signora nata e cresciuta li, di nome Balìa. Anche lei era stata colpita dalla maledizione. Era cresciuta per le campagne, ma era elegante e ben educata. Sorpresa dalla bella bambina, le chiese il nome. Lei rispose con ardore e fierezza pronunciando quelle tre lettere, e questo bastò a convincere la signora ad insegnarle lo stile di combattimento del Giaguaro, inventata e perfezionata proprio sulle alture dei Maya! La bimba crebbe, diventando una bellissima ragazza, i cui capelli rossi sembravano lingue infuocate. Il bel corpo, abituato ormai alle fatiche degli allenamenti, era agile e scattante.

Ed eccoci arrivati al passato più prossimo. Le cose erano diverse, grazie a quella ragazza piena d’energie. La cittadella si era trasformata, diventando veramente bella e raggiante di energia. Tutto fino a quando… i genitori di Kah non furono uccisi brutalmente nel cuore della notte da uno sconosciuto, un killer su commissione. Il padre, caduto per primo nel tentativo di proteggere la famiglia, venne tagliato a pezzi e bruciato mentre era ancora cosciente. La madre, prima di tentare di abbattere il nemico, disse a Balìa di prendere la figlia e di andare via dalla casa, poi si buttò nella battaglia. Venne sgozzata, ma all’ultimo istante, cercando di salvare la sua adorata piccola ballerina, appiccò un incendio alla casa con un incantesimo. Il sicario, quindi, bruciò con lei.

La ragazza, ormai senza più una famiglia, si sentiva perduta e venne in parte consolata dalla sua insegnate, che la prese con se. Da allora, Kah studia le arti del combattimento e la danza.

Ma adesso ha intenzione di fare ciò che prima non aveva intenzione di fare: trovare il mandante del sicario e chiedergli il perché dell’omicidio tragico e brutale dei suoi genitori. Così ha deciso di diventare la ragazza che nei notiziari locali viene definita la ballerina delle fiamme e il cui “nickname” è Lady Kira, guerriera della notte, notte illuminata dal fuoco.

Capitolo 1 – Blame It On The Girl

-Yuppiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!- gridò felice la giovane, cercando di non farsi mettere sotto da un’auto –Accidenti, se Balìa lo scopre mi scotenna!- aggiunse alla fine ridendo, mentre continuava a correre. Passò davanti al suo fast-food preferito, la cui commessa si stava sporgendo per passarle il sacchetto di carta pieno di pesanti squisitezze.

-Kah, il pranzo!- urlò la donna, per farsi sentire. La ragazza lo prese al volo e corse via, ma si ricordò che non aveva pagato, così tornò indietro, sempre di corsa, porgendo il denaro alla signora, che già la stava aspettando con la mano aperta. –Sei sempre la solita, vero, dolcezza?- chiese scherzosamente, ridendo di gusto.

-Ci puoi giurare, Bella!- disse la ragazza di rimando, con faccia sicura, per poi ripartire più veloce di prima. La sua vita era come quella di molte donne, dopotutto: frenetica. Lei stessa era un tipo nervoso.

-Ahahahahahah… sempre così piena di vita!- rise la commessa, di gusto, a cui non restava che guardarla sparire dietro l’angolo. –Beata lei che può invecchiare!- disse poi, malinconica e consapevole della sua situazione.

Intanto Kah, i cui capelli rossi si agitavano proprio come fiamme, evitò un altro incidente saltando addirittura l’auto che la stava per mettere sotto ed arrivò giusto in tempo per le lezioni. –Pfieu!- fece, rassicurata di essere ancora viva e vegeta, per poi scoppiare in una frase plateale –Kah Hitodama batte nuovamente la campanellaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!-

Ora vi chiederete quanti anni abbia e perché stesse correndo così tanto, giusto? Beh, lei ne ha 20 e rischiava di arrivare tardi alle lezioni di geologia, specializzazione vulcanologia! Lei sa bene che all’università non ci sono campanelle, ma lo aveva momentaneamente scordato, presa dall’euforia che le dava l’alta velocità!

Non ebbe il tempo di riprendere fiato che… -KAH, QUANTE VOLTE TI DEVO DIRE CHE ALL’UNIVERSITÀ NON CI SONO CAMPANELLE?- le urlò la sua amica Magda, dandole un pugno in testa.

-Ahio, Magda! Stupida tinta, sai bene che per me è un rito propiziatorio importante, quello di urlare quella frase!- rimandò la rossa. Magda Lolitas era la sua amica d’infanzia, se così si poteva dire. Era una bella ragazza dai capelli corti e neri, pelle color cioccolato ed occhi castano scuro, dal fisico atletico ed allampanato. Nata circa 220 anni fa. Secondo la protagonista è la sua versione scura e con i capelli corti!

-Non mi interessa se è un rito o quant’altro! Non devi farlo, ti scambierebbero per stupida, e tu non lo sei!- rispose a tono la mora, cercando di evitare che la ragazza davanti a se continuasse con quei atteggiamenti così infantili.

-Giusto! La sottoscritta è la migliore del corso di vulcanologia!- disse esuberante e piena d’orgoglio Kah, ricevendo un altro pugno in testa, questa volta ben più forte dell’altro.

-Ti ho detto di non vantarti! Sembri una bambina, così!- trillò di nuovo Magda. Ma la ballerina non ci stava, e no! Kah Hitodama, al secondo pugno, scatena davvero la guerra! Il rapporto tra le due sembrava a tutti abbastanza conflittuale, ma andavano veramente d’amore e d’accordo, in realtà.

-RAZZA DI SCELLERATA, VUOI FARMI PERDERE I CAPELLI A SUON DI PUGNI! VIENI QUI, CHE TI MATO!- (ti mato, a casa mia, significa “ti ammazzo”, molto scherzosamente! Ndme) quindi le due iniziarono a litigare come cane e gatto. Capitava spesso che le due si azzuffassero, soprattutto per vedere chi tra di loro era la più forte fisicamente. Si fermarono, però, quando davanti a loro passò la ragazza che più odiavano: Charlie Muñez. Bionda, corpo niente male, occhi grigi… ma con poco sale in zucca. Sfortunatamente, la figlia dell’uomo più ricco della città. Anche lei era ballerina, considerata brava ma non eccezionale, ed un tempo era amica di Kah. Amicizia che svanì quando soffiò la parte di protagonista ad un musical alla collega, corrompendo l’intera giuria con metodi alquanto deplorevoli.

-Oh, ma guardatele! Così grandi, eppure così piccine! Ahahahahah. Non vi vergognate, ragazze? Azzuffarvi come due bambini per la tettarella!- disse, sprezzante e senza rispetto. Le due finirono immediatamente di bisticciare e guardarono la ragazza di traverso, cercando di spaventarla, poiché più alte.

-Ohi, Charlie! Attenta. Si dice che chi è troppo pieno di se, prima o poi scoppia!- ruggì la mora –Poi cerca di rispettare chi è più grande di te, mocciosa!- aggiunse in seguito. Magda, nonostante sembrasse una ventenne, in realtà aveva ben 220 anni e sette mesi.

-Cosa? Ti ricordo che abbiamo solo due anni di differenza, stupida!- ringhiò indispettita la bionda.

-Sai, l’altro giorno hanno visto un pallone gonfiato in giro per il cielo. Non è che eri tu, Charlie?- disse provocatoria Kah, cercando di farla innervosire, riuscendoci, per di più.

-Come osi, stupida cagna?- gridò con enfasi l’avversaria.

-Hai sentito, scema ossigenata!- dissero in coro le due amiche, per poi mettersi a ridere di gusto e fare il suono che presumibilmente faceva un pallone aerostatico. La loro era davvero la tipica trollface.

-Addirittura imitate il suono di quell’aggeggio! Siete proprio sciocche! Ma non mi stupisce più di tanto.- appropinquò la bionda –Siete davvero poco femminili!- Ovviamente, le due ragazze non ci stavano a farsi prendere in giro come delle stupide.

Infatti Madga disse –Vedi che fino a poco tempo fa eri sciocca e poco femminile anche tu, visto che stavi sempre con noi!- colpendo nel segno. –Poi noi almeno assomigliamo a delle donne, tu invece sei così piatta ed hai sopracciglia così assurde che un uomo, quando ti vede, pensa che stia parlando con un Chupacabra!-

-È per questo che sono uscita dal vostro “gruppo”! Per evitare di restare a vita una perdente! Razza di troie!- affermò piccata Charlie, cercando di non perdere la calma.

NO. Kah Hitodama non si faceva insultare gratuitamente. Per questo si avvicinò di qualche passo a lei e le quasi sussurrò all’orecchio –Ma pensa… io pensavo che le vere perdenti e troie fossero quelle che si fanno una giuria intera, pur di fare la parte della protagonista in un musical!-. Questo bastò per far si che la sua avversaria le saltasse addosso per fare a pugni. Peccato che per far male a una come la rossa ci volessero le botte di un uomo! Anzi… in genere era lei che menava gli uomini, quindi… potete ben capire che non le facesse proprio niente.

-Come osi, razza di prostituta che non sei altro!- urlò più di quanto si potesse aspettare. Kah, però, sapendo che se avesse fatto a botte l’avrebbero espulsa dalla facoltà, decise di optare per la difesa non violenta. Questo le fece guadagnare punti contro la sua avversaria, che per cercare di farle del male stava per tirarle dei pugni in faccia. Intervennero gli insegnanti, che la bloccarono appena in tempo.

-Adesso basta voi due!- proferirono ad alta voce i professori. La rossa fece spallucce, asciugandosi un attimo le labbra dal leggero rivolo di sangue che le stava scendendo giù per il mento. Piccoli prezzi da pagare, dopotutto, per sembrare innocente. Giusto?

-Ehy, io non stavo facendo niente. È lei che mi è saltata addosso!- si difese la ballerina. I professori sgridarono entrambe per equità, lei lo capiva… ma quella bastarda la guardava come se volesse ammazzarla! Questo le dava un grande fastidio! Inoltre era come se quella dannata fosse stata sicura di poterlo fare. Strano, molto strano. Si riprese dai suoi pensieri per il continuo chiamare dell’amica. -Scusa, non ti avevo sentita. Stavo pensando allo sguardo di quella mezza calzetta! Era come se mi volesse ammazzare. –informò la sua amica, che le sventolava ancora la mano davanti agli occhi, nonostante la stesse ascoltando!

Magda, nel frattempo che parlava, stava ascoltando attentamente, ma a quell’affermazione disse, scoppiando a ridere –Sai bene che non può ucciderti! XD Tu sei più forte di lei!- continuò a ridere finchè non sembrò ricordarsi di una cosa che per lei era importante -Comunque, parlando d’altro… che desiderio hai espresso, l’altro giorno, per la tua festa di metà compleanno? Tanto sai benissimo che quelli si posso dire! Tanto qui quelli si avverano comunque, sono gli altri che ti devi tenere stretta!-.

Altra particolarità di Lobos era proprio questa: si festeggiavano i metà compleanni. E il desiderio, qualunque esso fosse, si poteva rivelare dopo una settimana solo alla migliore amica, perché si sarebbe avverato comunque. –Ho espresso il desiderio che un ragazzo bello, tosto con i contro fiocchi, forte e affascinante bussi alla mia porta! Muahahahahahahahahahah- rivelò Kah con candore e ridendo come se fosse stato un piano diabolico.

La reazione di quella scellerata della sua amica fu questa –AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH… divertente!- continuando poi a ridere come se la povera rossa fosse un pagliaccio in pose compromettenti. –Dai, sul serio! Che desiderio hai espresso?- chiese, dopo la grassa risata, per l’ennesima volta la mora!

-Sono serissima!- esplicò la povera ballerina, non capendo il motivo dell’ilarità di poco prima della mora. Si, Kah amava sognare il suo principe azzurro. Lo voleva proprio come nella descrizione, perché così ci avrebbe preso gusto a picchiarlo. Si. Lei picchiava gli uomini. E le piaceva pure!

E di nuovo, la reazione dell’amica fu questa –AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH… non ti facevo così sognatrice, cara mia! AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH! Poi mi immagino quel povero malcapitato che si fa picchiare come una marionetta da te e a come fugge dopo circa dieci minuti che state insieme! OUCH!- per farla finire, quindi, la protagonista le diede un sonoro pugno in testa. Questo spense l’ilarità.  -Mi hai fatta male!- si lamentò la ragazza dall’età esorbitante, massaggiandosi la calotta cranica proprio al centro con la mano destra, mentre la sinistra stava attaccata poco sopra l’orecchio sinistro –Questa me la paghi, rossa!- bofonchiò poi, con una lacrimuccia carina carina agli occhi.

-Ben ti sta. Ci stavano guardando tutti! E non fare quella faccia da cucciolotta, lo sai che sono sensibile a queste cose!- si lamentò l’esuberante Kah. Fu per questo che Magda rifece la stessa faccia, facendo avere codesta reazione alla sua conoscente –AARG! Quanto sei carina, scusamiiii! XO-. Dopo di ciò, continuarono a parlare fino all’inizio delle lezioni di magnetismo terrestre, che seguirono assiduamente, e poi andarono ciascuna per conto proprio: la mora a casa per studiare, la rossa verso la palestra in cui si allenava spesso per la danza.

Una volta li, accese lo stereo ad alto volume optando per “What’s new pussycat?” di Tom Jones, eseguendo un bel ballo burlesque. Continuò fino a circa le 21 e, dopo gli allenamenti, prese la sua Harley-Davidson e tornò verso la sua villa (ristrutturata dai cittadini volontari dopo l’incendio) in stile catalano, non vedendo l’ora di farsi un bel bagno ristoratore. Immaginò perfino il vapore che lentamente si alzava in volo dall’acqua bollente. Però, mentre percorreva quella strada, aveva la sensazione che prima o poi avrebbe incontrato qualcuno, qualcuno di speciale.

Nel frattempo, altrove.

Esisteva, in un altro mondo, un qualcosa (o per meglio dire qualcuno) che stava lottando contro un buco nero in cui era finito mentre dormiva e si era svegliato giusto sul suo bordo, appena in tempo per poter reagire. Sfortunatamente per lui il buco sembrava proprio odiarlo! Per questo la povera vittima della gravità non poteva crederci: era per di più la prima volta che decideva di riposare di punto in bianco. Lui era l’uomo delle decisioni prese subito ed alla svelta, d’altronde, quindi non c’era niente di cui stupirsi.

-Fottutissimo buco nero! Giuro che ti uccido!- disse il bell’uomo, rendendosi poi della cazzata appena detta –Ma che dico? Un buco nero non si può uccidere! Soprattutto non con il metodo che vorrei usare per uccidere quel dannato bastardo di…- non riuscì a finire la frase, poiché un sasso attirato dalla gravità del buco gli finì in faccia.

–AHIA! STRONZISSIMO BUCO NERO, IO TI SCOTENNO, TI FICCO UN CERO NEL CULO E TE LO FACCIO USCIRE DALLA BOCCA! POI LO FACCIO PASSARE PER LE ORECCHIE E… CAZZO, STO ANCORA PENSANDO AD UCCIDERE UN FOTTUTISSIMO BUCO NERO! LA PIETRA DI PRIMA DEVE AVER FATTO DANNI, MERDA!- urlò, al massimo dell’esasperazione. Come avrete capito, si tratta di un arrancar. Ma non vi dico quale.

Alla fine, sembrò che il buco nero si fosse stancato di vederlo ancora in bilico. Infatti si ampliò all’improvviso, lasciando cadere il povero mal capitato. –No! Scherzavo, lo giuro! Chiuditi, chiuditi, fottuto buco! CHIUDITIIIIIIIIIIII!- non riusciva a usare neanche il sonido… beneeeee. Il destino ce l’aveva con lui! Arrivato a circa la metà dell’altezza del buco nero, però, questo iniziò a restringersi e stranamente ad aumentare la sua capacità attrattiva verso gli oggetti, in particolar modo quelli grandi ed enormi.

Quando il povero mal capitato lo notò, iniziò a sudare freddo. Fu così che, ad un tratto, gli arrivò un grosso masso addosso, pieno di speroni. –AAAAAAAAAAAAAAAARG!- gridò il povero, sorpreso da quell’urto considerevole e devastante. L’arrancar perse i sensi, e cadde a peso morto nel mondo con cui il buco nero aveva creato una connessione. Precipitò in un giardino con magnolie, avocado, aloe vera, rose e peperoncini. L’ultima cosa che sentì fu proprio il forte odore di rose.

 

Angolo delle perversioni dell’autrice. (Levan Polka style)

Me: bene… ho finito l’introduzione ed il primo capitolo. Sono molto soddisfatta! U.U

Personaggio ombra: Io no! Per niente! Mi fai sembrare sfigato in eterno, scema! DB

Me: Smettila di trattarmi male e pensa a fare il tuo lavoro, cioè il personaggio! DB Poi era tutto previsto dal copione della storia, quindi pensa a recitare, demente! U.U

P.O.: NO! Se proprio devo fare una parte in questa storia assurda, allora voglio essere figo ed avere un sacco di nemici da uccidere, torturare e maciullare! BD

Me: Questa storia non è horror! CHIARO? Tu sarai un personaggio figo, tranquillo… avrai solo qualche piccolo problema di memoria all’inizio, segno che dovresti mangiare meno mostri e più pesce! U.U

P.O.: Ma che cavolo dici, bastarda? Eh? DB Non puoi dire “piccolo problema di memoria”, quando invece sono grossi q… *pungo in testa*. Ahi! Lurida nana! DX

Me: non rilevare dettagli preziosi prima del secondo capitolo, tremendo bastardo con la faccia da triglia! DX Sai quanto c’ho messo per perfezionare tutto, in questa storia? Giorni! Ora sta zitto! E ricordati che hai firmato un dannato contratto! DX

P.O.: Ora basta, me ne vado! DX

Me: bravo, tornatene nel camerino! *il P.O. se ne va* Bene… dopo questa discussione che ho avuto con quel bastardo, posso finalmente dirvi arrivederci! Spero che questo cap vi piaccia e che commenterete in tanti! A prestoooooooooooo! Baci baci!

   
 
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