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Autore: EuphemiaMorrigan    05/11/2012    4 recensioni
Lievi accenni Minato/Kushina e Fugaku/Mikoto.
Forse OOC.
Seconda coppia principale ItaSaku.
***
Il primo amore è strano; dolce e amaro al tempo stesso,
ha il sapore del cioccolato fondente in una fredda sera d'inverno.
Ti culla tra le sue braccia facendoti credere che non finirà mai.
È inutile tentare di sfuggirgli,
molti vorrebbero farlo,
ma in realtà nessuno lo vuole davvero.
E se si è abbastanza folli da tentare, forse durerà realmente in eterno.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Altri, Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Il dolce profumo dei petali di ciliegio.

-Aspettando la nostra primavera-

Note di un'autrice annoiata sull'orlo di una crisi glicemica: Salve gente ^^, è proprio vero se non mi complico la vita non sono felice e quindi, visto che gli aggiornamenti di My Immortal da settimanali diverranno mensili, pubblico questa semi long -credo di 4/5 capitoli non di più-. Anche perché ho dannatamente bisogno di qualcosa di romantico, leggero e senza nessun dramma, sì so da me che è un argomento trito e ritrito e sono anche una persona incostante visto che affermai “io un AU scolastica non la scriverò mai!” ma davvero ho un profondo bisogno di zuccheri... se non lo facevo mi sarei presa a sprangate sui denti, e ci tengo ai miei denti... Buona lettura, se vi va lasciatemi un commentino ^^. Image and video hosting by TinyPic

Il primo amore è strano; dolce e amaro al tempo stesso,

ha il sapore del cioccolato fondente in una fredda sera d'inverno.

Ti culla tra le sue braccia facendoti credere che non finirà mai.

È inutile tentare di sfuggirgli,

molti vorrebbero farlo,

ma in realtà nessuno lo vuole davvero.

E se si è abbastanza folli da tentare, forse durerà realmente in eterno.



Il vento soffiava poderoso, strappando con brutalità i petali dei ciliegi in fiore, che vorticavano leggiadri creando figure immaginarie nel cielo plumbeo carico di nuvole grigie.

La loro era una danza antica e fatata, che trovava il suo termine quando quei meravigliosi petali morivano accasciandosi sul freddo suolo.

Quell'anno sembrava che l'inverno non volesse lasciare il posto al tiepido caldo della primavera già inoltrata, orde di persone si muovevano veloci per le strade della città, si erano lasciati alle spalle sciarpe e cappotti ma non i pesanti vestiti invernali e preferivano rimanere al caldo delle loro dimore anziché uscire all'aria aperta. Tutto questo però non impediva, ogni sabato pomeriggio, ai bambini più testardi di trascinare i sofferenti genitori al parco della città per giocare.

Quel giorno tra i tanti adulti del parco due coppie se ne stavano tranquille sotto le fronde di un enorme albero di ciliegio fiorito, parlando e tenendo d'occhio i loro scalmanati figli.

«Il prossimo anno i piccoletti inizieranno la scuola eh!» Esclamò sorridente, rivolta all'amica, una donna dai folti e lunghi capelli rossi come il fuoco, si muovevano al ritmo del vento come se avessero vita propria ed era costretta a scostarli ogni volta dal viso.

«Crescono in fretta» Rispose l'altra donna inclinando la testa di lato e accennando un piccolo sorriso dolce, i capelli neri come l'ebano erano raccolti in una coda bassa e gli occhi, del medesimo colore, vagavano per il parco, controllando apprensivi che i bambini non si facessero male giocando.

Kushina Uzumaki e Mikoto Uchiha si conoscevano dal primo anno delle medie e fin da subito, nonostante l'impulsività della prima e l'apparente freddezza dell'altra, divennero grandi amiche.

Una ragazzina dai profondi occhi chiari e dai capelli rossi correva veloce per le stradine della sua città; come ogni mattina si era svegliata in ritardo ed ora rischiava di beccarsi una nota già al suo primo giorno di scuola.

Era così concentrata sulla corsa che non si accorse minimamente di un'altra ragazza della sua stessa età che gli stava tagliando la strada, anche questa camminando con passo affrettato. Si scontrarono e Kushina finì a gambe all'aria sbattendo il sedere sul freddo asfalto.

«Cavolo, che male!» Imprecò ad alta voce alzandosi in piedi e massaggiandosi la parte lesa.

«Scema, la prossima volta guarda dove vai» Disse l'altra mentre si assestava la divisa che si era scomposta nello scontro, la guardò un'ultima volta dall'alto in basso con i suoi taglienti occhi color pece, poi girò i tacchi e se ne andò, incamminandosi con andatura fiera e distinta.

Kushina sgranò gli occhi per poi alzarsi di scatto e urlargli contro «Ehy tu strega, come hai osato insultarmi?» alzò un pugno al cielo in direzione di quella snob con la puzza sotto al naso, ma poi notando l'ora tarda riprese a correre maledicendo la sua sfortuna.

Per uno strano scherzo del destino le capitò come compagna di banco proprio la ragazzina altezzosa di poco prima... Stranamente nessuna delle due era così dispiaciuta come dava a vedere...”

Mikoto arrotolò una ciocca di capelli neri tra le dita, sfuggita dall'elastico della sua coda, e si rivolse al marito che stava animatamente discutendo con quello della sua amica «Fugaku caro, non assillare il povero Minato» era leggermente dispiaciuta dal dover assistere nuovamente, come ogni giorno, alle solite discussioni di quei due testoni. Ogni argomento era buono per litigare. Almeno con gli anni avevano smesso di prendersi a pugni.

«Non preoccuparti Mikoto-san, ormai so come trattare l'orso scorbutico che ti sei sposata» Affermò Minato con un sorriso solare mettendo una mano sulla spalla del suo vecchio amico, mentre questo la scrollava da lui stizzito.

Kushina rise alla scena guardando comprensiva e divertita la sua migliore amica.

«Tzs. Non crescerai mai» Sbuffò Fugaku irritato.

Due ragazzi di sedici anni, uno dai capelli neri e l'altro biondo, se ne stavano dando di santa ragione fuori dal cancello dell'istituto superiore che frequentavano.

«Idiota senza cervello» Inveì Fugaku preparandosi a dare al suo avversario un potente calcio sugli stinchi.

Minato parò il colpo e urlò «Damerino del cazzo» tentando di spaccargli la faccia con un pugno.

Passarono diversi minuti e i due continuavano a picchiarsi con forza, tempo dopo il biondo si fermò e disse «Fugaku-bastardo perché stiamo facendo a botte?».

«Sinceramente, non me lo ricordo» Rispose ansimando e sputando un po' di sangue dalla bocca, era davvero riuscito a spaccargli un labbro.

«Allora finiamola. Tanto ho vinto io, non vorrei rovinare il tuo bel faccino» Affermò Minato deridendolo.

«Minato mi hai rotto le palle, ora ti faccio vedere io» Esclamò il ragazzo moro tirandogli un pugno in piena faccia ricambiando il favore e spaccando anche il suo di labbro.

Per fermarli dovettero intervenire Kushina e Mikoto che, furiose ed esterrefatte dal loro comportamento, li presero a sberle così forti da fargli ancora più male di quanto se ne erano fatti da soli...”

Nonostante gli Uchiha e gli Uzumaki fossero due famiglie distinte, in tutti quegli anni si erano avvicinati sempre di più, superando insieme momenti difficili e condividendo quelli sereni, il clima che si respirava quando erano insieme era sereno e accogliente, si era instaurato un legame profondo tra loro. Così profondo che quando Mikoto rimase incinta del suo secondo figlio e Kushina del primo si ritrovarono tutti e quattro, chi più chi meno, a sperare in un maschio e una femmina così che una volta cresciuti, se il destino ci avesse messo lo zampino, avrebbero potuto innamorarsi ed unire in modo legale le loro due famiglie. Ma purtroppo non fu così, la bella Mikoto diede alla luce un altro maschio, per la gioia di Itachi, il figlio maggiore, che da sempre desiderava un fratellino.

Sasuke era intelligente e schivo, da un primo colpo d'occhio poteva sembrare un bambino glaciale e insensibile; quando in realtà non era così, nascondeva il lato più dolce del suo carattere mostrandolo solo alle persone che amava. Fugaku, quando lo prese la prima volta tra le braccia, affermò convinto il fatto che il suo secondogenito avesse preso tutta la bellezza di sua moglie. Infatti era così, all'apparenza delicato come una bambola di porcellana ma con lo stesso carattere duro e autoritario del padre.

Anche Kushina ebbe un maschio, Naruto, la copia carta carbone di Minato; aveva perfino ereditato lo stesso sorriso caldo e gentile. Ma era un peperoncino pieno di vita, un vero e proprio uragano. Minato lo chiamava adorabile volpe e perfino l'austero Fugaku appoggiava tale descrizione per Naruto, era praticamente impossibile dire di no ad una richiesta fatta da quella peste, difatti l'idea di andare al parco con quel tempo poco primaverile era stata proprio del piccolo Uzumaki.

«Dico solo che una scuola privata sarebbe più opportuna» Riprese il discorso Fugaku.

«Scherzi? I bambini che la frequentano sono tutti così tirati e rigidi. Naruto si troverebbe male in un posto del genere» Disse Kushina scuotendo la testa all'idea di suo figlio trasformato in un damerino. Quel vulcano biondo, per quanto ingestibile, doveva rimanere tale.

«Per Sasuke sarebbe perfetta, in fondo è la stessa che frequenta Itachi» ribadì lui sedendosi accanto alla moglie.

«Non credo la prenderà bene» Affermò Minato osservando i bambini che ora si stavano alternando per salire sull'altalena, era il turno di Itachi e Sasuke, e Naruto se ne stava con il solito tenero broncio ad aspettare il suo.

Al Namikaze scappò una piccola risata quando vide il minore degli Uchiha cedergli il posto con fare superiore, come se si fosse stancato di giocare, quando in realtà non era così, ma lo faceva solo per renderlo felice.

«Cosa te lo fa pensare?» Domandò Fugaku guardando il suo amico.

«Guardali si comportano come fratelli. Naruto lo dice chiaramente, Sasuke è forse un po' timido nelle sue dimostrazioni d'affetto ma osservalo -indicò Sasuke che stava spingendo con aria fintamente scocciata l'altalena di Naruto-, si prende cura di lui come se lo avesse adottato» Concluse ridendo per poi tornare composto, per quanto Minato Namikaze potesse esserlo.

«Credo che Minato abbia ragione tesoro» Affermò Mikoto rivolta al marito.

«Va bene. Niente scuola privata» Sbuffò lui, in fondo non poteva dargli torto, Sasuke non l'avrebbe mai perdonato se l'avesse diviso dal suo amico. E poi era l'unico bambino con cui aveva stretto amicizia, se li avesse separati il figlio minore si sarebbe chiuso in se stesso ancora di più, aveva ereditato il suo stesso carattere chiuso e freddo, quel carattere che di tutte le persone incontrate nell'arco della sua vita aveva fatto avvicinare a sé solo sua moglie, Minato e Kushina, e nonostante gli anni, nessuno di loro poteva ancora dire di conoscere alla perfezione ogni suo lato caratteriale.

«Evvia!» Urlò Kushina ridendo serena, sarebbe stato divertente vedere quei due mocciosi crescere insieme. E anche tremendamente dura, sentiva che le cose non sarebbero state come per suo marito e Fugaku o come per lei e Mikoto, forse però in certo senso migliori.



Intanto i bambini avevano deciso di cambiare svago, visto che si stavano annoiando, ed iniziarono a giocare a nascondino, visto che Itachi era il più grande del piccolo gruppetto era il suo turno contare

Sasuke e Naruto si erano nascosti insieme, inoltrandosi nel parco, accucciandosi dietro ad un grande albero.

«Sas'ké secondo te qui ci trova?» Sussurrò piano all'orecchio del suo amico.

«Shhhh se parli ci trova sicuramente» mormorò ammonendolo, mettendosi un dito davanti alle labbra.

Così Naruto si azzittì, passarono diversi minuti ma di Itachi ancora nessuna traccia.

«Uffa, io mi annoio» Si lamentò Naruto incapace di stare fermo e zitto per più di cinque minuti.

«Sei una lagna» Sbuffò Sasuke che in verità si trovava d'accordo con lui, ma non voleva ammetterlo.

«Facciamo un gioco mentre aspettiamo?» chiese speranzoso Naruto.

«Che gioco?»

«Ecco... Vediamo... Io ti faccio una domanda e tu giuri di dirmi la verità» Disse dopo averci pensato un po' su.

«Ma è stupido» Esclamò Sasuke per niente convinto da quella proposta.

«E dai, ti prego» Lo supplicò Naruto facendo gli occhi dolci e mettendo il broncio come al solito quando voleva ottenere qualcosa.

«Uffa... E va bene» Si arrese incapace di dirgli di no.

«Ok. Ok. Allora vediamo... Domanda, domanda, domanda. -cominciò a blaterare mettendosi l'indice sotto il labbro inferiore e alzando gli occhi al cielo- Eccola! Ti piace Sakura-chan?»

Sasuke arrossì imbarazzato «Beh... la trovo carina» disse esitante, sembrava più una domanda.

«Sì, sì lo è davvero! E poi i suoi capelli fantastici» Affermò euforico Naruto.

Sasuke storse la bocca immaginandosi i capelli rosa della bambina «No quelli no, sono rosa».

«Allora di che colore ti piacciono? Neri come i tuoi?» Chiese curioso.

«No, biondi» Rispose innocentemente.

«Come quelli di Ino-chan?»

«Emmm sì... Direi di sì» Disse Sasuke.

Per un po' calò nuovamente il silenzio, che fu interrotto come al solito da un'altra domanda di Naruto «'Suke senti, ma te li hai mai visti la tua mamma e il tuo papà darsi un bacino?»

«Sì, una volta» Rispose il bambino dagli occhi neri.

«Ma perché gli adulti si baciano sulle labbra?» Chiese nuovamente.

«Mamma mi ha detto che lo fanno perché si vogliono bene, è una dimostrazione d'affetto» Spiegò come fa un professore durante una lezione scolastica.

«Tu mi vuoi bene?»

«Certo... Che domande sono» Rispose spiazzato dalla domanda.

«Allora me lo dai un bacio?» Chiese sorridente.

«No scemo, lo fanno solo i grandi» Disse Sasuke esasperato dalla stupidità del suo amico.

«Uffaaaaaaaaaaa... Dai Sas'kè» Pregò mettendo in atto la solita tattica del broncio.

«Va bene. -Sbuffò rassegnato, avvicinando la proprie labbra a quelle di Naruto per un bacietto leggero e innocente- Contento?»

«Sì. -Affermò alzandosi in piedi felice- Andiamo Sas'kè secondo me Itachi Nii-san si è addormentato da qualche parte» concluse scherzando e porgendogli la mano per aiutarlo ad alzarsi.

«Pigro com'è non ci scherzerei tanto» Afferrò la sua mano tesa e si alzò.

«Stasera mamma ha detto che cenate da noi» Lo informò Naruto contento di poter passare del tempo in più con il suo migliore amico.

«Dimmi che non fa il Ramen» Disse mogio, sapeva che non c'era via di scampo.

«Ovvio che si mangia Ramen» Affermò Naruto, sapendo quanto odiasse quel piatto Sasuke.

Così ridendo uno e sbuffando l'altro si avviarono per mano verso i genitori che li stavano aspettando.



Il fastidioso suono della sveglia buttò letteralmente giù dal letto un biondo sedicenne che, strofinandosi gli occhi con il pugno della mano e sbadigliando sonoramente, si incamminò verso il bagno, dopo nemmeno due secondi che era entrato la porta si aprì d'improvviso.

«Papà mi devo lavare» Disse rivolto ad un trafelato Minato ammonendolo, mentre si toglieva la maglia del pigiama.

«Scusa Naruto è un emergenza, se non mi sbrigo tua madre mi uccide e tuo zio Fugaku gli da una mano... Spazzolino, spazzolino dove ti sei cacciato?» Affermò velocemente mentre cercava lo spazzolino perduto chiamandolo. Un pazzo senza speranza.

«Capito, capito. Andrò nel bagno degli ospiti, non voglio avere la tua morte sulla coscienza» Disse Naruto scuotendo la testa divertito.

«Sei il figlio migliore del mondo» Esclamò teatralmente Minato, fingendosi commosso dal suo gesto e mettendosi una mano sul cuore.

«Se se» Rispose raccattando le sue cose ed uscendo dal bagno.

Una volta finito di lavarsi e vestirsi si fiondò in cucina per fare colazione, stava morendo di fame.

«Oddio! Sei già in piedi? La fine del mondo deve essere vicina» Lo prese in giro Kushina, scompigliandoli i capelli biondi in un gesto affettuoso.

Naruto si buttò in avanscoperta del frigorifero per cercare la sua colazione, agguantò una merendina, del succo d'arancia e si mise seduto al tavolo.

«È colpa di quel bastardo di Sasuke -rispose a bocca piena alla madre- mi ha minacciato di uccidermi tra atroci torture, se gli facevo fare tardi il primo giorno di superiori».

«Dovrò ringraziarlo allora» Affermò Kushina. Proprio in quel momento il suono del campanello li interruppe e lei andò ad aprire, sapendo già chi aspettarsi davanti alla porta di casa.

«Buon giorno, Sasuke» Disse con un luminoso sorriso.

«Buon giorno, zia» Rispose il ragazzo, da quando era bambino gli era stato insegnato a chiamare i genitori di Naruto zia e zio, e lui faceva lo stesso con i suoi.

Naruto, sentendo la voce del suo amico, quasi non si strozzò con la colazione per finirla in fretta.

«''Wellà'' Teme, sono prontissimo, visto?» Disse allargando le braccia e facendo un giro su se stesso, mostrandosi perfettamente vestito e pronto ad uscire di casa.

«Muoviti e zitto -Affermò Sasuke gelido, appena alzato era sempre di pessimo umore, non che dopo migliorasse- Arrivederci zia Kushina, buona giornata» concluse rivolto alla donna trascinando per il colletto della camicia il cretino.

«Ehy piano -disse questi che si stava strozzando per la seconda volta in quella mattina- CIAO MAMMA. IL TEME RESTA A CENA» urlò in direzione di sua madre per poi, a fatica, staccarsi dalla presa di Sasuke.

«Chi ti ha detto che vengo a cena da te, dobe?» Chiese Uchiha inarcando un sopracciglio.

«Lo dico io» Rispose ridendo Naruto e prendendolo a braccetto.

«Smettila di fare il bambino» Disse scocciato staccandolo da lui.

«Cattivo teme, ed io che dimostro il mio affetto per te» Recitò fingendosi offeso.

«Ne faccio volentieri a meno, grazie» Si rivolse a lui ghignando divertito.

Dopo un buon quarto d'ora di cammino fatto di battute idiote da parte di Naruto e risposte piccate di Sasuke i due arrivarono difronte l'entrata della loro nuova scuola.

Le medie inferiori erano passate in un lampo e ora li aspettava un mondo completamente diverso da quello che conoscevano; pieno di cambiamenti così profondi da mettere in discussione perfino un rapporto consolidato in più di quindici lunghi anni.

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