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Autore: past_zonk    05/11/2012    6 recensioni
[ANGST]
Matt ha l'AIDS.
Struggente, triste, questo spezzato di vita che descrive i pesanti mesi vissuti con questo carico.
Con quest'amore inespresso che si batte e si strugge per sbocciare.
Genere: Angst, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Image and video hosting by TinyPic...Ed eccoci. L'ultimo capitolo. L'ultimo capitolo, accidenti. Son passati dieci mesi, dal sette Gennaio, il giorno in cui provai - abbastanza scettica - a tradurre il primo capitolo di Wires, questa terribile e tragica fanfiction che m'aveva fatto piangere le lacrime più amare su museslash.com...Da allora ci sono stati momenti in cui ho pensato di non continuarla, di non potercela fare, di crollare ad ogni capitolo. Perché, diciamocelo, questa storia è un calvario. Leggerla lo è, scriverla (per la scrittrice) lo sarà stato, e indubbiamente  lo è stato per me tradurla, cercare di trovare le parole giuste per trasportare tutto questo dolore su carta. Non dimenticherò mai le serate in cui le ceneriere non bastavano, gli esaurimenti neanche, e il mio vecchio dizionario d'inglese sotto braccio ad accudirmi. Davvero.
Voglio, prima di lasciarvi alla lettura, fare qualche ringraziamento (sì, è una cosa seria) e qualche informazione.
Informazione di servizio: ho ricevuto la soffiata che probabilmente la scrittrice sta scrivendo un nuovo capitolo (una sorta di epigolo), incentrato sulla lettera di Matt. NICE!
Passo ai ringraziamenti dovuti, oltre che a tutti coloro che hanno rencensito (
piuma_rosaEbianca, Leni, N i s h e, samskeyti, aleale00, ImInAcOmA, PwoperFish, Roof_s, SupermassiveBlackHolex, Linnea, Iam_intothewild, fedenow, gina1, Irene Kirsh, Ruvidina e LadyInRed)
Alle mie amiche, quelle di Cisti, Morgue in particolare. A Cecilia, Anna, Marty, e Milla, che neanche lo sanno ma m'hanno aiutata terribilmente. Ai Muse, perché, diciamocelo, sono la nostra vita, la mia vita.
Sperando di vedervi, tutti voi, lettori, appassionati, belldommer, scrittrici, adolescenti, grandi, vecchi, stupendi, scoppiettanti musers, appoggiati incazzati ad una transenna, aspettando il più vivo e stupendo dei Matt Bellamy.
Alla prossima,
Silvia.


PS: Appena finite il capitolo, mettete su Invincible, e pensate che io vi stia abbracciando <3



Don't give up the fight
You will be alright
Cause there's no one like you in the universe

Don't be afraid
What your mind conceives
You should make a stand
Stand up for what you believe
And tonight
We can truly say
Together we're invincible

During the struggle
They will pull us down
But please, please
Lets use this chance
To turn things around
And tonight
We can truly say
Together we're invincible

Do it on your own
It makes no difference to me
What you leave behind
What you choose to be
And whatever they say
Your souls unbreakable...

 


 

 
Wires, capitolo sesto.
- Invincible.

 
 
Ho trovato la tua stupida lettera nella tasca della mia giacca, ieri, e avrei potuto averla buttata, sovrappensiero, o forse no, forse l'ho riposta. Poi ho ricordato cos'ho fatto ed ho passato due ore rovistando nella mia busta della spazzatura finché puzzavo come una discarica. Non ho realizzato niente fino a quando ero in piedi sotto la doccia cercando di levare la polpa arancione dai capelli, quando ho ricordato d'averla gettata nel cestino della carta straccia in salotto, non nella spazzatura in cucina.
Tu non hai idea di quanto mi sia sentito sollevato, Matt.
L'ho capito adesso, quanto sia importante, e la sto stringendo al petto, aspirando e respirando l'odore di disinfettante, perché ormai è l'unica cosa che mi ricorda te. Non riesco nemmeno a ricordare come fosse un tempo il tuo odore.
Voglio aprire questa lettera. Quanto potrebbe essere difficile? Tutto quello che dovrei fare sarebbe aprirla con cura, e poi far finta di non averlo mai fatto.
Voglio solo sapere cosa tu voglia farmi leggere di così importante da farmi aspettare solo il momento in cui sarai scomparso. Hai sempre avuto strane priorità, e mi piacerebbe sapere qual è la più importante.
Voglio dirti che ti amo. Quanto potrebbe essere difficile? Tutto quello che dovrei fare è sapere che una volta che te l'ho detto, devo capire che tu morirai e che non sarò mai in grado di amarti ancora.
Semplice.


Ospedale. Calma. Calore. Bianco.
Tu sei addormentato. Respiro, respiro. Bip, bip. Questo è il monitor del tuo cuore, grazie al cazzo.
Non dovrei essere qui, ma non mi interessa. Non me ne frega un cazzo di quello che dice Chris. Lui non mi comanda. Non devo fare tutto quello che dice. Posso sedermi qui per quanto voglio e fissarti quando mi pare e piace.
"Ehi, Dom" dici, facendo improvvisare persino a me un sorriso che sembra finto "Non ti si è visto qui per un po'-" Tossito. "Successo qualcosa di interessante?"
Mi stringo nelle spalle. "Non molto."
Tossito, ma più forte questa volta. Come un suono stridente in gola. I tuoi respiri sono rochi e c'è un livido sul tuo collo che sembra una nazione. Non so quale.
"Non mi lasciano guardare i notiziari nel caso dicano qualcosa su di me" Risata. Tossito. "Cosa pensi s'aspetti, Chris? Credenti della Westboro Baptist Church che agitano forconi fuori dall'ospedale?"
Risata.
Tossito.
"Matt, non è divertente"
Tossito "Dannazione, Dom, calmati. Dovresti essere tu a rallegrarmi. Qualcosa non va?"
Sembri davvero interessato, quindi decido di essere serio con te "Sì, Matt, c'è qualcosa che non va. Stai morendo e sei il mio migliore amico ed io non voglio che tu muoia. Ecco cosa non va, Matt"
Ridi, ma non è lo stesso modo in cui hai riso prima; è come se non lo trovassi affatto divertente.
"Ti rendi conto di quanto suoni egoista?" dici "Ti rendi conto di quanto cazzo tu sia patetico, dicendo questo? Sai quante persone stanno morendo in questo reparto? In questo cazzo di corridoio? Lo sai che ieri qualcuno potrebbe essere morto? Qualcuno che ti ha sorpassato in mezzo alla strada, qualcuno che ha preso un tuo ordine al ristorante. Eppure ti interessa solo di me. Perché?"
"Perché sei il mio migliore amico" dico intontito, stordito dal tuo improvviso bisogno di sfogare su di me "Ed io...io..."
"Cazzo, dillo, Dom, perché non starò in giro per sempre, sai"
Non è forse la verità?
Penso d'amarti. "Non voglio fare i conti con i tuoi sbalzi d'umore di merda, Matt" dico.
"Vattene via, Dom" rispondi "E puoi pure passare tutta la tua vita sapendo di non avermi mai detto la verità, perché sei un codardo del cazzo. Esci dalla mia stanza" Lacrime stanno mordendo le tue palpebre, mentre scoppi in una risata amara "Non è divertente che stia per morire qui dentro?" Dici, anche se non è affatto divertente. "In questa stanza di merda, con la televisione satellitare e la cazzo di ciotola con la frutta di plastica. Non è divertente, Dom?"
"No, davvero no" bisbiglio.
"No, lo è...è ironico." Ti giri di nuovo a guardarmi, gli occhi già rossi e scintillanti "E' buffo perché - aspetta, senti, senti questa Dom, la adorerai - ti ricordi quando eravamo piccoli ed io dissi che saremmo morti insieme, tu ed io e Chris? Ti ricordi?"
"Sì, mi ricordo"
"Bene, bene, tutto questo è così dolorosamente e fottutamente divertente perché, senti questa Dom...sto per morire per conto mio". Ed rilasci una di quelle apatiche, abbaianti risate che lasciano brutti, freddi colpi di crepacuore giù per la mia spina dorsale.
"Tu non stai andando a morire da solo. Io sarò qui"
"Sei serio, cazzo? Tu non mi vedrai morire, Dom"
"Perché no? Voglio essere qui. Voglio—"
"Non mi importa se vuoi pure filmartelo per farne un documentario, Dom; tu non mi vedrai morire. Mai. Ti sta abbastanza bene?"
Il tuo atteggiamento sicuro crea un silenzio tra noi, ed io non voglio guardarti, così mi tengo occupato lasciando il mio posto e muovendomi verso la finestra. Sbatucchio via la carcassa di una mosca in un angolo del davanzale, per poi poggiare le mie dita contro la superficie e fissare il cielo sempre più scuro. Il mio respiro comincia ad appannare la finestra, aderendo alla superficie con aria così petulante da farmi ricordare di te. Con un lungo sospiro, trascino il mio dito indice sull'alone sul vetro; un suono (quasi fosse un urletto) riempie - più forte di quanto m'aspettassi - la stanza.
"Perché non vuoi che io stia qui?" chiedo lentamente, impaurito abbastanza da non guardarti.
"Immagina se tu dovessi morire" dici all'improvviso, come se ti aspettassi che io ti ponessi questa domanda "Immagina che tu stia effettivamente morendo in questo momento. Immagina di avere questi cazzo di brutti segni su tutto il tuo corpo ed i capelli caduti e, immagina, non puoi respirare correttamente e devi essere spinto su una sedia a rotelle perché non puoi mantenere il tuo stesso peso. Immagina che io sia in perfetta salute e di essere tu quello che deve farsi fare la doccia da un'infermiera di quasi vent'anni più vecchia di te. Vorresti che io ti vedessi in questo modo?"
"No" dico.
"E' la cosa più imbarazzante del mondo, Dom, e vorrei che tu potessi capire. Mi piace avere la vostra compagnia, ma ogni volta che intravedo il mio riflesso vedo la tua espressione esatta sul mio volto. E' pietoso il modo in cui tu la indossi, e sembra, nella mia mente, di aver visto qualcuno mentre gli sparavano in testa. Mi faccio vomitare. Sono disgustoso"
"Non lo sei" dico, un po' più forte del previsto, e mi rivolgo a te, sedendo sul bordo del letto e prendendo la tua mano nella mia "Te l'ho detto prima e te lo dirò di nuovo. Sei bellissimo, Matt"
"Vaffanculo. Ad ogni modo, non ho finito." nonostante il linguaggio volgare, stai sorridendo un po', e le tue dita premono delicatamente sulla mia mano, stringendola a dirmi di non lasciarla andare "Se fossi tu quello morente in questa merdosa piccola stanza e, e mettiamo che ti senti la cosa più brutta del mondo e non vuoi neanche che il tuo migliore amico ti veda, perché sei debole e brutto e morente, vorresti che io fossi lì a vederti morire?"
"No", dico.
"Ecco, allora. E' per questo che non ti voglio qui"
"E se vuoi dirmi qualcosa?"
"E' tutto nella lettera" ti fermi un attimo, la tua mano scivola dalla mia mentre i tuoi occhi si stringono sospettosi "Non l'hai ancora letta, vero?"
"Certo che no. Hai un minimo di fiducia in me?"
Stai sorridendo adesso, e, e questo non calza al tuo viso emaciato, ma non lo dico perché almeno sei felice "Non lo so, Dom, ero un po' tentato di dare a Chris precise istruzioni di non dartela per dieci anni. Sei la persona più nasona e impicciona che abbia mai conosciuto" Ridi improvvisamente, la tua gola che raschia sgradevolmente finché risuona una tosse secca, ma rido anche io, ora, ricordando il suono della tua vecchia risata. "Ti ricordi quando eravamo piccoli e ti feci promettere sotto pena di morte che non saresti entrato nella mia stanza mentre mi stavo cambiando?"
"Mi stai facendo sembrare un pervertito"
"Questo perché lo eri, Dom! Un quindicenne pervertito! Eri fottutamente disgustoso! Io ero lì, stavo prendendo i miei vestiti, mi giro ed eccoti in piedi con la porta spalancata, tutto 'ehi, Matt, bel culo'-"
"Non dissi questo!" urlo indignato, raggiungendoti per schiaffeggiarti leggermente il lato della testa, ma fermandomi all'ultimo minuto, per paura di farti troppo male. Invece decido di punzecchiarti piano il braccio e scrollare le spalle, ridacchiando.
"Sì, l'hai detto, mi ricordo chiaramente che mi desti un'occhiata e dicesti che avevo un bel culo"
"No, in pratica successe che c'era la porta aperta e mi trovavo lì, e..-"
"Sporco bugiardo! Volevi solo vedermi nudo!"
Stiamo ridendo, e nella mia testa sto sostituendo i secchi tossii con il suono dei tuoi vecchi contagiosi, acuti risolini. Non me ne rendo neanche conto, ma quando la cosa mi colpisce, quando realizzo che sto cercando di trasformarti nel Matt che eri un tempo, tutto smette di essere divertente.
"Cosa? Che succede?" sembri preoccupato.
"Niente, io..."
Sembri così stanco, Matt. I tuoi occhi sono terribilmente vuoti e senza vita e grigi, e ultimamente, devo sforzarmi così tanto per ricordare quanto fossero blu. Ti fisso per un momento o due, visualizzando il modo in cui solevi essere tanto tempo fa, e poi strizzo gli occhi a cosa sei adesso, e stai guardando verso di me, chiamando il mio nome con la tua voce.
"Vado" dico lentamente, e il tuo viso decade miseramente "Ho fame. Devo prendere una barretta di cioccolato o qualcosa del genere. Torno presto, promesso".
Incontro Chris accanto al distributore. Sta camminando verso la tua stanza. Lascio scivolare venti pence nella fessura della macchinetta; Chris si ferma per darmi un leggero pugno sulla spalla, mentre passa.
"Stai bene, Dom?" mi chiede, rallentando e fermandosi accanto a me "Hei, senti, ho visto George oggi. Ha detto che ha parlato col medico di Matt"
Una strana sensazione, a metà tra terrificante preoccupazione e estatica sorpresa, si spande alla base del mio stomaco "Che ha detto?"
Chris sospira, facendo spallucce mentre mi chino per salvare la mia barretta di Mars dal distributore "Non so. Non ho mai capito davvero tutte le cose che continuano a dire i dottori, tu sì?"
Premo le mie labbra fino a formare una linea sottile; intanto cerco di pescare dalla mia tasca abbastanza monete per comprare una lattina di Relentess dalla macchinetta "Che ha detto, Chris?"
"George m'ha detto che il dottore gli ha parlato di..." Chris sospira profondamente, scuotendo impercettibilmente la testa "Qualcosa come sprofondamento degli organi di Matt. Cadono in uno stato incavato o qualunque cosa abbia detto. Non lo so, amico, ho solo pensato che avrei dovuto dirtelo. Ora vado a salutarlo. Vieni?"
Raggiungo con la mano il mio energy-drink e stappo la lattina rumorosamente, per poi ingurgitare l'intero contenuto in due fermi sorsi.
"Sì. Ha un umore di merda, comunque. Non dirgli nulla di negativo. O positivo, comunque. In effetti, non dire proprio nulla. Siediti, fissalo, e basta."
Addento ferocemente la mia barretta di Mars con un cipiglio, per niente stupito delle tue attitudini violente, ma Chris ridacchia e mi dà un pacca sulla spalla "Va fuori per una sigaretta" suggerisce "Me la vedrò io con lui per un po'. Hai bisogno di calmarti."
Seguendo il suo consiglio, attraverso cupamente i corridoi, fino all'esterno dell'ospedale, dietro le porte. Mi appoggio al muro, ticchettando il fondo del pacchetto per far uscire l'ultima sigaretta e guardando il fumo divenire spirale nel vento, quando all'improvviso sento un urlo, potente e spaventato, e poi diverse voci calme in risposta. Il mio stomaco si rigira orribilmente, ma mi forzo di rimanere calmo. Non può essere niente che ti riguardi.
Può?
Prima di pensare a cosa stia facendo, soffoco la sigaretta sotto il mio piede e corro tempestivo nella tua stanza, spalancando la porta con panico scritto negli occhi e su tutta la mia faccia.
E' tutto ok. Tu stai bene. Stai bene.
Chris, sopracciglia alzante, mi domanda "Che t'ha fatto scattare il culo?" con tono divertito. Tu ridacchi mentre mi guardi.
"Pensavo..." mi riprendo, le mie guance si riscaldano. Mi fissi con quei tuoi occhi ed io mi sento improvvisamente impossibilitato ad incontrare il tuo sguardo "Niente, non importa". Frugo nelle mie tasche fino a trovare la barretta di Mars ancora integra che avevo lasciato lì; le tolgo la carta e scivolo nella sedia accanto a Chris, masticando. "Che mi sono perso?"


 
E' notte, ora, e Tom ha preso il mio posto perché mi sono steso ancora una volta affianco a te.  Da sopra le coperte, comunque. Sto cercando di apparire naturale, come se fossi seduto lì perché non ho nessun altro posto dove sedermi, ma Tom ghigna cupo come se sapesse quanto io sia disperato di posizionarmi al tuo fianco e premere le mie labbra su ogni centimetro della tua scarna faccia.
La tua testa ciondola silenziosamente accanto a me, poi finalmente cade contro la mia spalla. I tuoi respiri si fanno più lenti, ora, più calmi mentre cadi in un sonno gentile. Chris e Tom stanno conversando quieti ed io immagino come sarebbe stato, cosa staremmo facendo proprio ora se niente di tutto questo fosse accaduto.
Mi piace pensare, Matt, che ora io e te abbiamo formato una solida relazione, ma la filosofia pessimista che ho adottato recentemente mi fa pensare che la precisa ragione per la quale mi sento libero di baciarti quando siamo soli è che stai per morire. Saremmo stati gli stessi di sempre, se non fosse per questa piccola cosa chiamata AIDS.
"Dom," sussurri affianco a me "Dom, vieni qui un secondo"
"Sono qui, idiota"
Le tue fredde, lunghe dita s'aggrappano al mio polso e tirano la mia mano al tuo petto "Dom, sono così stanco", dici piano, ed io prendo un respiro profondo e ti guardo.
Stai sorridendo, il tipo di sorriso che mostra tutta la tua infinita tristezza, e le tue palpebre stanno cadendo, mentre dico stupidamente "Perché non dormi un po'?"
Il tuo sorriso tremola leggermente, una grossa lacrima si forma e balla sulla punta delle tue ciglia "Non è quel genere di stanchezza".
Chris e Tom si sono fatti silenziosi. Mi chiedo se stiano sentendo ogni nostra parola, ma non mi interessa particolarmente.
"Che tipo di stanchezza?" sillabo, mentre la lacrima striscia sulla tua guancia, correndo sulle tue labbra secche e precipitando dal tuo mento. Una sensazione di umido sulle mie guancie mi fa realizzare con un scossa che anche io sto piangendo "Matt, cosa intendi?"
"Non lo so, davvero" scivoli più vicino a me, la tua testa atterra ancora una volta sulla mia spalla "Ti dirò, Dom, comunque. Ce l'abbiamo fatta"
"Cosa?"
"Quello, sai. Quello che dicevamo che avremmo fatto. Siamo arrivati in cima. Abbiamo fatto Wembley, Dom. Wembley Stadium. Abbiamo della fottuta merce nello store e siti e groupies, proprio come dicevamo che avremmo avuto"
Sento entrambi Chris e Tom prendere un respiro tremante, dietro di noi. Altre lacrime stanno correndo sul mio volto, rispecchiando le tue "Certo che ce l'abbiamo fatta", ghigno, la mia mano raggiunge il tuo viso per scacciare via l'umido "Ho sempre saputo che ce l'avremmo fatta, io tu e Chris"
"Matt." Chris è dall'altro lato del letto, gli occhi gli luccicano mentre si siede. Gli si stanno riempiendo (e svuotando) di lacrime, come i miei. Tira su col naso pesantemente, ridendo e scuotendo la testa "Perché tutto questo, ora?"
Tu fai spallucce, un altro di quei sorrisi tristi in cui sei diventato così bravo "Solo...solo che sono...sono stanco, e voglio...dire questo. Prima di addormentarmi. Voglio dire grazie per...per essere..." il tuo respiro si risucchia in qualcosa che sembra rotto e gelido, i tuoi occhi scattano aperti e copiose lacrime scendono sul tuo naso "per essere...per...noi. Voglio dirvi grazie per noi. La Battle delle band e i tour e le session di registrazione e tutte le piccole cose merdose che non significano nulla" Ti sporgi dalla mia spalla verso Tom, che sniffa udibilmente e si muove per sedersi affianco a Chris sul letto "E anche tu", aggiungi, "Perché saremmo stati merda senza di te, e lo sai"
Tom ghigna anche se non sembra particolarmente felice "Grazie", mormora.
Tu sorridi assonnato, muovendoti più vicino a me mentre ancora ci fissiamo l'un l'altro, i nostri nasi che si toccano, e lo vedo nei tuoi occhi, Matt. Starai bene. Perché tutto questo non ti trascinerà, né ora né mai. Non importa cosa dicono i dottori, o cosa chiunque altro mi dice, perché tu puoi sconfiggere questo, puoi, e lo farai. Non ti porterà via da me. Starai bene. Ti farò stare bene, anche se ci metterò una vita per farlo. Ti curerò.
"Ti amo", dico.
La tua testa cade all'indietro; occhi aperti, vitrei e vuoti dalla scintilla di speranza che stringevano a sé un secondo prima, ed io ti scuoto e ti scuoto e non ti muovi e quindi prendo il corpo di Matthew tra le mie braccia ed urlo "Mi hai sentito?"
Cade come una pietra nel mio stomaco, l'improvvisa realtà di tutto e di niente, e sono cosciente di star stringendo, vacuo, il suo corpo al mio petto come fosse un giubbotto di salvataggio, il che è ironico, detto così. Posso vedere vagamente persone muoversi, sentire mani provare a separarci, ma per qualche motivo non riesco a lasciarlo andare, e non so perché, c'è uno statico beep che risuona nella stanza, il beep che mi dice schiettamente che Matthew Bellamy è morto.
E per il resto della mia vita, mi chiederò se m'abbia sentito dire ti amo.
Probabilmente no.













   
 
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