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Autore: Zana Banana    22/05/2007    8 recensioni
Oneshot. Xiaoyu viene sorpresa nel peggior giorno della sua vita dall'ultima persona che si sarebbe aspettata.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hwoarang, Ling Xiaoyu
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Molti che leggono fanfiction su Tekken già mi conosceranno: sono Valy_Chan e posto il mio primo esperimento di traduzione.
I motivi per questa scelta di storia sono due: oneshot, corta, di poche parole (conviene cominciare in piccolo le grandi imprese xD), e comunque bella, originale, densa d'emozioni. Oltre a questo, forse, per non sembrare l'unica pazza che tifa per questa coppia. xD
L'autrice della storia è Zana Banana
QUI la sua fanfiction in Inglese.
QUI la sua pagina personale.
A seguito del nuovo regolamento del sito riporto il testo che dà il suo conenso alla traduzione:
Hey. I'm flattered that you want to translate it. Sure, as long as you give me credit for the original story somewhere...but you knew that. :)
Buona lettura ^^



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Era, senza dubbio, il giorno peggiore della vita di Xiaoyu.

A guardarla adesso, seduta con le coperte tirate fino al suo mento nel letto, i suoi soliti capelli neri e lucenti scompigliati qua e là, avreste pensato di esser capitati nella casa sbagliata. I suoi gioiosi occhi marroni avevano perso il loro vigore dopo un giorno di tumulto, e si erano abbassati al pizzo della stoffa color crema davanti a sé. I cerchi anneriti sotto i suoi occhi rilevavano lo stress che il suo corpo aveva sopportato. Non voleva niente più che restare nel letto per il resto della settimana, inattiva e rilassata.

Tante di quelle volte aveva combattuto per mantenere spensierata la sua vita, la sua mentalità felice e ottimista. Tante di quelle volte aveva finto, dimostrato tutt'altro.

La sua camera da letto, elegantemente decorata con teneri pupazzi e quadri colorati, questa volta non le sollevava lo spirito. Panda aveva visto il modo in cui l'aveva guardata al momento del ritorno a casa da scuola e le aveva poggiato la testa, percependole il dolore quasi come se fosse stato riflesso su di sé. "E' per Jin, non è così?" voleva chiedere, ma rimase cheta, già interiormente informata sulla risposta del quesito.

Tante di quelle volte aveva tentato di parlargli, di scoprire chi era dietro la sua apatica facciata. Tante di quelle volte aveva fallito, archiviato, guardato con condiscendenza.

Egli se ne era andato di nuovo. Andato, una condizione che cominciò a trovare familiare quando si trattava di lui, sebbene neppure una volta era mai stata sicura di dove stava ritornando. Aveva tentato di aiutarlo. E dove l'aveva portata? Finché era sola, si sarebbe sentita come un fallimento. Una fallita che quasi certamente non voleva essere disturbata da nulla, nessuno.

Il silenzio che infestava la stanza venne rotto da un brusco bussare alla porta. Lei fece un verso di disapprovazione, nascondendo impulsivamente il suo viso sotto le coperte. Ella non voleva - no, non doveva - avere visite di nessuno che la vedesse in quello stato.

Il bussare persistette. Dovette alzarsi.

Scansò debolmente le coperte da una parte e discese sul pavimento di legno pulito, le spesse calze bianche della sua uniforme scolastica calate leggermente sopra la sua levigata superficie. Era stata così distratta, così turbata quando era tornata a casa, che si dimenticò di cambiarsi l'abito scolastico. La grinzosa gonna dell'uniforme attuale sfiorava contro i suoi oggetti esposti mentre arrancava verso la porta della sua stanza, lo sforzo di muoversi quasi faticando.

La porta scricchiolò semiaperta rilevando la piccola figura di Wang Jinrei, suo nonno e mentore. "Oggi è arrivato un pacco per te, Xiao," disse sommessamente, i suoi anziani occhi che diedero segno di apprensione mentre le porse con le sue mani invecchiate una scatola bianca. Ella forzò un sorriso per mostrare il suo apprezzamento e si ritirò, chiudendo lentamente la porta ancora una volta.

Il pacco era stato modellato in modo strano, come se dentro ci fosse un cilindro. Gli indirizzi sul lato erano scritti in una lingua che non riusciva a decifrare, tuttavia sembrava essere Coreano. La fatica ebbe la meglio su di lei, e si lasciò cadere in una posizione seduta al margine del suo letto mentre strappava le cavità della scatola.

Dopo averla aperta, poté vedere perché era stata incurvata in quella strana maniera; dentro c'era un cilindro, composto da plastica con un coperchio circolare. All'interno del contenitore cilindrico c'erano degli origami a forma di gru, sufficienti a riempirlo fino al bordo; erano relativamente piccoli di forma, ma vibranti di colori, e Xiaoyu credette per un momento di star tenendo un arcobaleno in una bottiglia. Abbastanza incuriosita, rimosse il coperchio e raggiunse l'interno, pescando una gru dallo strato più alto che le fece subito trovare per caso il suo colore preferito, una tenue tonalità di rosa.

Girò l'origami più e più volte nel suo palmo, studiando ogni sua piega e spigolo. Fu in seguito che notò una traccia di china nera andare verso l'interno. Colta di sorpresa, spiegò cautamente la gru e vide che c'era scritto qualcosa nel suo interno, molto probabilmente un messaggio dal mittente del pacco. Fece scappare un sospiro di conforto, perché il testo era in Inglese, una lingua che riusciva a interpretare; la lesse a voce alta. "Xiao! Sono Hwoarang."

Sorrise brevemente, nonostante la depressione momentanea che appesantiva il suo bell'aspetto. Era una delle ultime persone che si sarebbe aspettata di sentire; lo immaginava vederlo correre con la sua moto, rimorchiare donne, e organizzare combattimenti tutta l'estate. Posando la gru aperta accanto a sé sul letto, ne scelse un'altra dal cilindro; stavolta una gialla. "Quasi fuori da scuola, huh? Mancano solo poche settimane alla fine dell'anno, credo. Devi essere felice di lasciare quel posto." Era vero, sebbene sapeva che avrebbe perso i suoi amici dopo il diploma.

Una gru di colore viola. "Come stai? Tutto bene? Se non è così, sappi che tutto ciò che devi fare è chiamarmi e io sarò con il prossimo volo in Cina." Questa considerazione le fece scaturire una risatina. Era sempre stato protettivo. Una gru rossa. "Sto andando alla grande. E sì, sono sicuro di questo." E lei, a sua volta, era sempre stata colei che si prendeva cura e che aiutava - forse un po' troppo per i gusti di lui.

Xiaoyu si dedicò a leggere gli origami che erano stati ammassati dentro il barattolo di plastica, poggiati all'indietro contro il suo cuscino per dare più comodità a se stessa. Diverse delle sue frasi la fecero ridere e sorridere, mentre altre le avevano fatto scuotere la testa e arridere furbamente, come il suo scherzoso punzecchiare nell'indagare su cosa stava indossando e dove nascondeva il suo vibratore. Una delle considerazioni di lui, in particolare, inserita dentro una gru arancione, attirò la sua attenzione.
"Sei troppo buona per Kazama. Non merita di stare con una come te."

Lei sbatté le palpebre. "Sei troppo buona per Kazama."

Tante di quelle volte aveva combattuto per mantenere spensierata la sua vita, la sua mentalità felice e ottimista. Tante di quelle volte aveva finto, dimostrato tutt'altro.

"Non merita di stare con una come te."

Tante di quelle volte aveva tentato di parlargli, di scoprire chi era dietro la sua apatica facciata. Tante di quelle volte aveva fallito, archiviato, guardato con condiscendenza.

Una gru color magenta. "Ci sono cento gru in questo contenitore. Vai avanti e contale; io l'ho già fatto. Ne ho costruita una per ogni volta che ti ho pensato oggi." Lei sorrise, la dolcezza stava tornando gradualmente sul suo volto di porcellana mentre la sua coscienza le ricordò che era quasi sicuramente cento volte di più di quanto aveva mai fatto Jin. E, in qualche modo, quel pensiero non la toccò.

Giunse distrattamente con il prossimo all'ultimo origami, uno verde lucente in fondo al cilindro di plastica. "Ad essere onesto, Xiao, ti ho dato molti più pensieri di così - l'ho sempre fatto - ma il contenitore non era abbastanza grande per raccoglierli tutti."

Si morse il labbro inferiore mentre era arrivata all'ultima gru, che era di una bella tonalità d'azzurro. "C'è qualcosa che devo dirti."

Ci fu un altro bussare alla porta. Xiaoyu, colta dalla suspense del momento, saltò in piedi sorpresa, causando il capovolgersi del contenitore oltre la base del letto e lo sferragliarsi rumoroso sul pavimento. Rabbrividendo, notò che le mani avevano cominciato a tremarle. Lasciò cadere la gru e allacciò le sue dita dietro la schiena, come se nella sua reazione tentasse di nascondere la verità a se stessa.

"Chi è?" chiamò, la sua voce che uscì dalle labbra più debole di quanto aveva previsto. "Sono io," una voce sorprendentemente familiare rispose da dietro il portone.

Quando stavolta aprì la porta, nei suoi passi tornarono balzi gioiosi.











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Rispondo qui a tutti i commenti ^^
@joolly: Hai praticamente sunto in poche parole il problema che, ti giuro, inizialmente non riuscivo a capire! xD Succede sempre così, anche con le traduzioni scolastiche: le prime righe hanno sempre ma proprio sempre una sintassi o un lessico involontariamente molto poco curati. :P Ma man mano che vado avanti mi si sblocca automaticamente quel grande intoppo, chissà come ^^'' Comunque, anche se all'inizio e basta, rimedierò all'immediata! Grazie di avermi fatto notare gli errori, correggerò subito! ^^
@Miss Trent: Grazie ammosissima ^*^ Tradurrò il tuo commento per riferirlo all'autrice originale ^^ Per il lessico... vedrò di rimediare xD
  
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