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Autore: FragileGuerriera    05/11/2012    7 recensioni
Capitolo introspettivo di V all'interno del Larkhill e il suo legame con Valerie dal momento in cui riceve l'autobiografia della ragazza.
L'uomo prima della leggenda.
Il rating è passato da giallo ad arancio per determinate scene cruenti all'interno del racconto.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: V
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Per il cinque novembre, con un po' di ritardo, una shot in onore di V.
Prima di lasciarvi alla lettura vorrei precisare due cose: la "sezione" e i contenuti della storia. Innanzitutto anche se voi la trovate sotto la sezione delle storie a più capitoli sarebbe più giusto considerare questo scritto come una shot, come l'ho appena definita. Il motivo per cui ho messo che è a più capitoli è perchè ho l'idea di pubblicare qualcos'altro per il prossimo cinque novembre. Perciò ho scritto il capitolo in modo che sia comunque autoconclusivo. Il motivo per cui non l'ho classificato come una raccolta di one-shot è perchè il capitolo sucessivo (o i capitoli sucessivi, è tutto da decidere) è il seguito di questo.
La seconda nota è fatta per evitare che qualcuno possa dirmi che la shot non rispecchia il vero pensiero espresso nella storia nei confronti della religione. Il film infatti attacca pienamente l'istituzione della Chiesa, come possiamo chiaramente capire dalla condotta corrotta nonchè deviata di padre Lilliman; ma non è contro Dio. Questo lo si può capire facilmente dalla scena in cui Evey liberata, sotto la pioggia ricorda le parole della lettera di Valerie, affermando che "Dio è nella pioggia". Questa precisazione serve solo per farvi notare che mi sono pienamente attenuta alle idee della storia. Perciò non ditemi poi che non vi avevo avvisato.
Detto ciò posso solo ringraziare chi deciderà di leggere la storia e chi vorrà recensirla.
Ringrazio immensamente Yas Venice per avermi aiutato correggendo i vari errori di scrittura =)




Cinque novembre.
E' la notte del mio diciottesimo compleanno e mi sto auto dedicando mentalmente un misero "Happy birthday".
Non sono un uomo felice, come potrei esserlo? Mi guardo le mani sporche e i buchi che ho nelle braccia. Sembrano bruciature di sigarette e ne ho sparse in tutto il corpo, anche in faccia, chiaro segno dello stato avanzato del virus. Eppure sono ancora vivo mentre molta altra gente è morta, tra atrocità disumane. Tengo stretta la lettera di Valerie con il cuore a pezzi. E' morta da una settimana. Lo so perchè pur non avendola vista avevamo l'abitudine di bussare al muro quando tornavamo dalle nostre iniezioni quotidiane. Chi tornava bussava e l'altro rispondeva. Era un po'come dire: "Ciao, come stai? Anche oggi è passato ed io sono qui accanto a te". Sono stato io ad aver instaurato questo rapporto di solidarietà. Ho iniziato dopo aver ricevuto la lettera di quella donna meravigliosa, con un cuore troppo grande per questo misero mondo. Tuttavia da una settimana i suoi tocchi si eran fatti più leggeri, finchè un giorno tornando non sentii la sua risposta. Ho pensato che fosse fuori anche lei, ma poi ho sentito il carrello da carico e scarico di solito usato per caricare quegli esperimenti umani "scaduti", non più utilizzabili per i loro scopi malvagi ed ho pregato intensamente che si fermasse prima o dopo, ma non qui, non alla sua cella. Da una settimana leggo e rileggo questa lettera che Valerie mi ha scritto un mese prima, una lettera carica di amore e onore. Prima vivevo di quel profondo sentimento che mi trasmetteva con i suoi tocchi. Ora mi sento perso, sono di nuovo solo. Non mi resta che la sua lettera, l'unico antidoto a tutto il male qui intorno.
Avrei voluto morire con lei.
Aveva all'incirca quindici anni più di me, grande di cuore e d'intelligenza, ma soprattutto innocente. Io almeno, partecipando ai moti rivoluzionari me l'ero in un certo senso cercata, ma lei perchè?! "Dio è nella pioggia". In questa struttura non piove da anni e Dio... non esiste. Buona Valerie che credevi a quella favola umana! Sei stata come una giovane madre e con la tua lettera mi hai dato e mi dai la forza per continuare a vivere. Se sopravviverò a questo inferno voglio essere forte come te e ti vendicherò un giorno! Però prima voglio diventare una persona dignitosa almeno la metà di quello che eri tu. Voglio anch'io potermene andare con un solo pensiero: "Non ho chiesto scusa a nessuno". Voglio mostrarti che non hai sbagliato nell'aprirmi il tuo mondo e il tuo cuore in un'epoca in cui non c'è spazio per il tuo cuore.
Voglio dimostrati che non hai sbagliato a donarmi il tuo amore pur non conoscendomi.
Voglio darti prova che posso diventare una persona migliore.
Voglio...
Voglio..
Voglio...
Ma lo sconforto invade il mio cuore, chi voglio illudere? Confidare in un giorno in cui tutto questo finirà è come credere in Dio e tu che pensavi che ci fosse un Padre Divino... Beh... non potrai mai dirmi che ti sbagliavi, ora che, ovunque il tuo corpo sia, non potrai nemmeno ragionare sul fatto di essere morta. Mi manchi, mia dolce amica.
Una lacrima riga il mio volto.
Sono esausto.

*            *            *

Un'esplosione mi sveglia di colpo. Pochi istanti dopo sento i nostri carnefici urlare e correre da tutte le parti. Dopo dieci minuti un'altra esplosione più vicina dalla parte opposta. La gente prigioniera urla nelle stanze: siamo topi in trappola. Come se non lo sapessimo già. Sento odor di fumo, ora inizio a preoccuparmi anch'io mentre un'altra esplosione sopravviene dalla parte opposta a dove mi trovo. La gente fuori urla. Loro sono liberi di fuggire e noi? Del fumo entra dalla fessura della porta nell'istante in cui sento persone che gridano: -Al fuoco!-; gli aguzzini si urlano tra loro che c'è stato un guasto. Morirò per inalazione di fumo o bruciato vivo? "Valerie salvami!" è il primo pensiero che mi viene in mente, ma un morto non mi può aiutare. Ed io che mi credevo già un uomo a soli diciotto anni mi rendo conto anche di essere un vile. Fino a poco fa volevo morire con lei e ora prego il suo cadavere di salvarmi da morte certa. Non posso aver paura di morire, non devo...
Un'esplosione interrompe i miei pensieri colpendo due stanze prima della mia e apre il varco dell'uscita. Sono salvo per miracolo, ma il fuoco dilaga dalla stanza del poveretto di certo morto. La prima cosa che tento di fare è scappare, ma mi accorgo che nel sonno mi è scivolata la lettera di Valerie. No, non posso permettere che muoia anche il tuo ricordo. Non ho potuto salvarti, ma salverò almeno il tuo buon nome. Il calore mi avvolge mentre il fumo annebbia la mia vista. Mi riparo con le braccia mentre cerco di vedere dove può essere finita la lettera in una stanza di due metri quadrati; finalmente la vedo: è là in quell'angolo. Il fuoco non l'ha ancora toccata, mi getto su di essa e le faccio da scudo con la mia mano. Mi dirigo verso l'uscita quand'ecco che una fiamma mi cattura. La mia tunica arancione prende fuoco. Devo togliermela di dosso senza perdere la lettera. Altre fiamme mi accerchiano. Tutto brucia; prendo fuoco per intero. Mi straccio la veste e mi butto attraverso il fuoco senza pensarci. Il mio corpo brucia e anche la testa. Cazzo! La stanza si attraversa in pochi secondi, ma per me in quelle fiamme ogni secondo è stato come un minuto. Il fuoco non si è risparmiato nulla, il mio naso, le mie palpebre, la mia bocca e tutto il corpo restante. Non sento altro che dolore lacerante. Ora sono salvo però e con la poca forza che ho in mano stringo la lettera di Valerie. Guardo fuori ed è un fuggi fuggi di dottori, carcerari e prigionieri. Cerco di capire se l'artefice di tutto è ancora vivo. Di sicuro non si è allontanato senza aver cercato di salvare la sua perfetta macchina omicida. La riconosco dai suoi occhi attoniti su di me: il suo "prodotto" preferito è vivo! Qualcosa sfiora il mio occhio. Mi guardo attorno e... piove! "Mia nonna mi diceva sempre che Dio è nella pioggia". E questa che cade dall'alto è pioggia. Pioggia di fuoco. Zampilli blu e rossi cadono dall'alto della struttura divorata dalle fiamme, proprio come me prima. Ma con la mia stessa resistenza è in gran parte ancora in piedi. Allora Valerie... sei viva! Dio esiste e mi ha salvato e tu sorriderai ora che finalmente l'ho capito. Sono un uomo vivo e libero. Dio E' ed io mi vendicherò di me, di te e di Lui contro chi ha compiuto questa mattanza nell'abominio più totale nel Suo nome. L'onnipotenza divina è nelle mie mani, mi pervade con la stessa intensità con cui ogni mio capillare è stato toccato dal fuoco su tutto il mio essere. Un solo pensiero occupa la mia mente ora. Guardo la dottoressa allucinata e urlo con tutta la forza che ho, allargo le braccia al cielo accogliendo Dio mio Salvatore e abbracciando finalmente anche te Valerie. Lielo giuro con gli occhi prima di fuggire. Un giuramento fatto con il fuoco e con il sangue. Un giuramento che da forza ai muscoli e alle ossa ancor più sotto i muscoli.
Vendetta.
  
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