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Autore: Sciarpata di verde    05/11/2012    2 recensioni
[Lorax - Il guardiano della foresta]
- Aaah… è per una ragazza! – aveva esclamato Once-ler da dietro la finestra sbarrata.
- Chee? No… - aveva risposto il bambino cercando di nascondere il motivo per quale voleva un albero: Audrie.
- Davvero? Perché quando uno fa una stupidaggine una volta, beh, è perché è un ragazzo, ma se fa una stupidaggine due volte di solito è per far colpo su una ragazza… -
- Ehi! Non è una ragazza qualunque! È una donna! Va al liceo… e adora gli alberi! Ed io glene porterò uno. – dichiarò sicuro.
- Ooh… Che bello vedere qualcuno che non si fa scoraggiare da cose come la realtà! – ricordò se stesso che invece aveva fatto l’opposto.
- Grazie –
[Dal passato di Once-ler, che ha bisogno di parlare ancora una volta di ciò che è successo, e dei suoi errori.]
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Per una ragazza

 

Un giorno come un altro a Thneedville, finalmente città circondata dalla natura, alberi con chiome morbide al tatto e orsetti che mangiano marshmallow con pesciolini canterini in giro a rallegrare le persone una volta imprigionate in una città finta ed irrespirabile.

Once-ler si era finalmente perdonato e grazie all’aiuto del piccolo Ted era riuscito a rimediare ad un grande errore.

 

- Aaah… è per una ragazza! – aveva esclamato Once-ler da dietro la finestra sbarrata.

- Chee? No… - aveva risposto il bambino cercando di nascondere il motivo per quale voleva un albero: Audrie.

- Davvero? Perché quando uno fa una stupidaggine una volta, beh, è perché è un ragazzo, ma se fa una stupidaggine due volte di solito è per far colpo su una ragazza… -

- Ehi! Non è una ragazza qualunque! È una donna! Va al liceo… e adora gli alberi! Ed io glene porterò uno. – dichiarò sicuro.

- Ooh… Che bello vedere qualcuno che non si fa scoraggiare da cose come la realtà! – ricordò se stesso che invece aveva fatto l’opposto.

- Grazie –

 

Era per lui giunto il momento di liberarsi un altro peso dal cuore prima di lasciare il mondo. Qualcosa che prima gli sembrava futile e che non fosse importante in quel momento. Ma ormai era vecchio, ne aveva passate tante nella sua vita… e sentì finalmente il desiderio di narrare al giovane amico Ted del suo grande amore… Spes.

Una ragazza dai lunghissimi capelli ricci fino alle ginocchia e rossi come il fuoco, due occhi azzurri che riflettevano acqua luminosa, alta più o meno fino al busto di Once-ler. Si, per lui era davvero piccolina.

Dolcissima ragazza, ma con un carattere forte e spesso aggressivo, ed amava le corse a cavallo.

Lui la conosceva dall’età di 16 anni, lei sapeva tutto di lui, i suoi complessi i suoi scoraggiamenti, le lotte con la propria famiglia… e ovviamente lui sapeva tutto di lei, di come era scappata di casa molto giovane, i conflitti con la sua famiglia che probabilmente non avrebbe mai risolto, delle sue avventure prima di arrivare in quel deserto dove potevano vivere solo persone dal cuore duro come la pietra, ma dove lei era riuscita a trovare un’unica persona buona di cuore, che voleva aiutare tutti, a discapito di quelli che non gli volevano bene o che lo prendevano in giro o che lo trattavano male. Un ragazzino molto sensibile nato non si sa come in quel postaccio formato solo da erbacce e sabbia ed era riuscito a germogliare come un bellissimo fiore.

- E tu l’hai mai baciata? – aveva domandato Ted seduto nel suo salotto con a fianco l’anziana nonna che guardava con ammirazione l’ormai vecchio Once-ler sulla poltrona.

- Oh ohoh…. – aveva riso l’anziano – Si… ma devi aspettare che finisca di raccontare per sapere in che occasione! Come al solito interrompi… -

- Scusa… -

- Allora… vi racconterò come andò –

 

Ero un giovane sognatore, ma questo ormai, mi sembra lo sappiate già tutti. Sognavo un mondo diverso. Un mondo in cui sarei potuto essere stimato ed amato. Ma ogni giorno mi pareva andasse peggio.

Spes arrivò in città a cavallo alla velocità della luce coi capelli al vento. Le prime persone che incontrò furono i miei parenti, probabilmente i più antipatici del paese. Insieme a loro c’ero anche io, ma si può dire che non mi aveva neanche notato. Nessuno li mi notava…e avevo dato per scontato che se ne fosse andata via.

 

Quello stesso giorno, continuando a pensare a cose davvero poco allegre (complessi da adolescente), mi andai a rifugiare vicino alla mia duna di sabbia preferita. Non era niente di speciale, anzi era tale e quale alle altre, ma lì si poteva vedere un grande dirupo con un precipizio, c’era anche una gran vista, perché  quel precipizio non portava al niente, bensì ad un’immensa regione di rocce e montagne come il Gran Canion, rosse ed arancioni, e anche se molto deserto il tramonto era comunque bellissimo.

La mia sorpresa fu che quando arrivai, C’era quella stessa ragazza a cavallo, seduta sulla mia duna a guardare il mio paesaggio.

- E-ehi… - avevo interrotto la sua meditazione.

Lei si era girata dolcemente, per niente spaventata dalla mia intrusione, ma con occhi tristi.

- Cosa vuoi? Cacciarmi per la seconda volta? – rispose freddamente.

- No… Ero solo sorpreso che qualcuno conoscesse questo posto – in verità non avevo terminato la frase… ma venne ugualmente completata…

- Qualcuno, per esempio, come me che non vive in questo paesino –

Dovevo ammetterlo. In effetti non mi aspettavo che qualcuno che non fosse mai stato lì conoscesse quel posto.

- Stavo andando via dalla città, quando ho visto questo paesaggio. Dovevo fermarmi per forza – s’era rigirata verso lo strapiombo, così mi sedetti di fianco a lei guardando anche io – Perché in questo villaggio sono tutti così ostili? Ma soprattutto, perché tu sei l’unico che non lo è? –

Quella domanda mi sconvolse. Si può dire che per la prima volta mi resi veramente conto di essere effettivamente diverso da tutti. Molto diverso! Mi resi conto del perché avevo sempre idee diverse, facevo ragionamenti diversi, provavo cose diverse! Perché semplicemente ero diverso. Comunque non seppi cosa risponderle… E ricordo ancora cosa mi disse molto tempo dopo il nostro primo incontro: “Sei come un fiore nato nel deserto. Ne nasce uno ogni 100 anni!” mi sembrava davvero ironica come frase, eppure mi faceva sentire speciale, speciale per lei! Ed essere diverso per una volta non fu un problema.

Me ne innamorai quasi subito, ma non glielo confessavo mai… Lei rimase, non so per quale assurdo motivo. Forse solo per il paesaggio… o forse perché non sapeva dove andare… fatto sta che  passammo tanti  anni assieme, strimpellando la mia prima chitarra che comprai anche grazie a lei, disegnando, si perché lei era brava anche in questo, inventando i più strani marchingegni che ci venissero in mente, e un giorno provò anche a farmi usare l’arco, ma fu inutile…passavamo tutti i giorni a fare qualcosa di diverso, e ogni giorno i miei mi sgridavano per il tempo che perdevo con lei..

Un giorno, come tanti, avevo litigato coi miei fratelli, con mia madre, ed ovviamente coi miei zii. A casa almeno per un giorno non ci sarei stato. Mi sedetti al mio solito posto, sulla mia solita collinetta di sabbia davanti al mio solito (e personale) Gran Canion ripensando al litigio, poi arrivò lei in tutta la sua allegria perenne.

- Lo sai che ti vedo da casa mia? – incrociò le gambe vicino a me.

- Ah si? – risposi mogio.

- Da casa mia, quella che ho preso in affitto, posso vedere parte di questo paesaggio, ma soprattutto posso vedere quando tu ti siedi qui, e raggiungerti! – sorrise – Che è successo sta volta? –

- Niente, le solite lagne. Sai come sono i miei.

- Si, lo so… - sospirò.

Una delle cose belle che mi piacevano di Spes è che lei non era proprio una grande consolatrice… no! Anche lei passava le mie stesse esperienze coi genitori prima di trasferirsi da sola, ma non aveva idea di come consolare una persona. Lei parlava se aveva qualcosa da dire, e non parlava quando sapeva di non dover parlare. Non sempre mi capiva al volo, però spesso intuiva bene. Insomma, quello che sto cercando di dire è che non era una ragazza perfetta… ma per me lo era.

Rimanemmo così in meditazione ed in silenzio per un po’ di tempo.

Il mio vuoto non riusciva ad essere colmato, vuoto creato da un amore assente da parte i tutta la famiglia. Si continua a perdere se si è abituati a farlo. Purtroppo io lo ero. Dopo un po’ che ti ripetono che “sei un buono a nulla”, cominci a pensarlo. E se ti abitui a pensarlo, lo diventi.

All’improvviso mi sentii tirare per un braccio e caddi così su di lei. Mi abbracciò con tanto affetto e poi mi bisbigliò:- Riuscirai a riempire il vuoto che hai dentro, te lo prometto! –

Poi capii il perché di questo affetto improvviso: avevo cominciato a piangere e non me ne ero neanche accorto. Avevo 20 anni e ancora piangevo per cose come queste. Dovrei essere indipendente ormai, pensavo nella mia testa.

Mi sono sempre domandato come avesse fatto Spes a 14 anni a decidere di partire, abbandonare tutto, per scoprire posti migliori, gente migliore, cose migliori… ed essere indipendente, cavarsela così, con un arco, frecce ed un cavallo, e facendo elemosine in giro per il mondo.

 

- Il thneed! – esclamai entusiasta della mia idea – Lo produrrò! – le mostrai i miei schizzi vari e disegni.

- Si… - mi rispose Spes, con (molto) meno entusiasmo – Che roba è? –

- è un oggetto che ne sostituisce mille! Cambia forma e può essere questo quello e blablabla…. – parlavo così velocemente che credo non abbia sentito una parola di quello che avevo detto.

- Interessante… sono contenta che ti sia venuta in mente un’idea che finalmente riconosci come tale! – mi sorrise, ma sapevo che non aveva capito molto della spiegazione.

- Spes, quelle non erano idee… - mi riferii alle mie vecchie invenzioni.

- Non lo erano per i tuoi, ti sei fatto influenzare. – aveva sguardo serio, ma accennò ad un sorriso.

Rimanemmo in silenzio.

Poi ruppi il silenzio:- Devo ancora trovare un materiale. Partirò presto, il tempo di parlarne coi miei e… -

- No! – mi interruppe.

- No? No, cosa? –

- Non parlarne con i tuoi, ti scoraggeranno solamente, lo fanno sempre!  

- Ma devo parlarne... – venni nuovamente interrotto.

- Allora promettimi che partirai qualunque cosa dicano i tuoi. Promettimi che non cambierai la tua idea! – mi puntò contro il dito.

La guardai per un secondo incerto.

- Certo… -

- Bene – e tranquilla si allontanò.

- A-aspetta! Volevo chiederti una cosa! – la fermai. Lei si voltò.

- Ecco… vuoi partire… con me? – lei rimase un po’ spiazzata dalla mia domanda, ma sembrò felice. Mi sorrise e rispose di si. Ne fui felicissimo. Volevo tenerla con me.

 

Parlarne coi miei non fu proprio come mi aspettavo. Credevo finalmente di aver trovato qualcosa che potevano trovare utile, e invece no, continuavano gli scoraggiamenti. Del resto doveva essere prevedibile. Che povero stupido che sono! Come ho potuto solo pensare una cosa simile?

Avevo fatto una promessa, ero partito, dietro di me la mia migliore amica, avevo mantenuto la promessa. Ma il vuoto non si era riempito.

 

Arrivammo al posto perfetto! Fu tutto incredibile! I pesci che cantavano, gli orsetti che gironzolavano, gli uccelli che volavano, arcobaleni vari!! Insomma era fantastico! Beh, successe quel che successe, la storia, mio caro Ted, già la sai.

Lei mi aiutò a produrre il mio thneed e anche nei vari tentativi di vendita, ed io mi innamoravo sempre di più di lei.

- Anche oggi non siamo riusciti a venderlo… -

- Vedrai che ci riuscirai, quante volte ancora dovrò ripetertelo prima che tu abbia finalmente fiducia in te?–

- Chissà… - e successe così, senza preavviso, all’improvviso, come se fosse una cosa come un’altra, lei mi prese il mento abbassandomi e mi baciò. Avrei sempre voluto farlo io, ma nel momento giusto! Perché aveva scelto proprio quel momento?

Non fu un bacio veloce, però neanche molto intenso, era semplice. Quando finì il momento ero mezzo stordito e tutto rosso, le domandai quasi inconsciamente:- Perché? –

- Perché io ho fiducia in te. Voglio riempire io quel vuoto che disperatamente cerchi di riempire. Quel vuoto creato dalla tua famiglia lo voglio io. –

- Ma io già ti amo! – mi uscì spontaneo per poi subito riarrossire. Lei semplicemente sorrise con quel suo bellissimo sorriso smagliante e riprendemmo a baciarci, per poi non specificare altro.

Il mattino dopo mi sentii terribilmente soddisfatto e pieno di vita pronto a riaffrontare quegli antipatici cittadini con affianco Spes, pronta per me. Di nuovo un fallimento, sta volta volevo rinunciare e lanciai sul serio per aria il mio thneed. Tornammo a casa…

- Basta non voglio più saperne di thneed, ne ho avuto abbastanza! – avevo esclamato quel giorno.

- Secondo me non dovresti arrenderti così facilmente… - disse Spes, ma già non la sentivo più.

Ma una volta a casa arrivò una mandria, una folla inferocita che reclamava la mia invenzione offrendo di tutto e di più. Alla vista dei soldi quasi non ci vidi più. Mi ritornò in mente la voglia di arricchirmi, di rendere fiera di me la mia famiglia. Volevo riscattarmi, era questione d’orgoglio, di rispetto… come se fosse un conto in sospeso.

- Perché hai chiamato la tua famiglia?! – si arrabbiò lei.

- Per dimostrare loro chi sono e cosa posso fare! E poi ho bisogno del loro aiuto –

- Mi sembrava che le cose fossero cambiate! Ma perché continui a pensarci? E poi ci sono già io come aiuto! –

- Anche a te voglio dimostrare quanto io sia ambizioso! Voglio darti tutto ciò che vuoi!

- Cosa c’è che devi darmi? Tu non devi dimostrare niente né a me né alla tua famiglia!

- Si invece! È complicato! -

- Cosa c’è di complicato?Perchè non riesci a dimenticare “Il buono a nulla” che tutti credevano?! Non è così difficile come sembra! Io l’ho fatto… -

Aveva ragione. Non riuscivo a dimenticare. Era una ferita troppo profonda per me. Dimenticare il rancore forse è una cosa che non capirò presto. Tutta questa confusione…

- Perché dai così tanta importanza a loro?! – era infuriata sta volta

- Io sto dando importanza non solo a loro! Ma anche a te! Voglio rendere tutti felici!

– Ma non capisci che per me non devi fare niente?! Mi basti così! Ah! Lascia stare!– sbuffò vistosamente, poi si avvicinò alla porta.

- Dove stai andando? –

- Vado a giocare a carte con Lorax, il paperotto e gli orsetti! – rispose antipatica prima di sbattere la porta.

- Ci sono anche i pesciolini canterini – aggiunsi sotto voce.

- LORO FANNO I SOLITARI! – urlò da fuori. Cavolo! Non immaginavo m’avesse sentito…

A quanto pare Spes doveva aver parlato a Lorax, perché si presentò proprio nel momento in cui i miei famigliari arrivarono col camper.

 

Spes non tornò a casa quella sera… chissà dove sarà rimasta!

Non feci che pensarla tutta la sera. E a dire il vero, non feci altro che pensarla tutte le sere! Non tornò a casa per non so quanti giorni! E intanto la mia azienda prendeva vita. La cercai, ma mi ritrovavo sempre davanti Lorax che mi impediva di continuare le ricerche. Non voleva parlarmi, e come darle torto?

 

Il resto della storia è cosa ormai nota, la mia famiglia mi trasportò in un circolo di soldi che non potevo evitare, e per qualche mese mi sembrò anche che il vuoto fosse stato riempito… o meglio: il vecchio vuoto fosse stato riempito… ma l’assenza di Spes aveva lasciato un ulteriore varco in me. Così tornai a cercarla, ormai ricco sfondato. Volevo portarla con me, volevo farle vedere quanto ero diventato indipendente, e come potevo darle una vita benestante! Volevo coinvolgerla!

Ma quando le parlai lei mi rispose:- Non sei maturato, e non hai capito che io non ho girato il mondo allontanandomi dai miei per trovare una vita benestante! Quella la tenevo già. Volevo qualcosa di più, trovare le bellezze del mondo. Fare esperienze che avrei tenuto per sempre nel cuore… abbiamo passato dei bei momenti assieme. Eri la mia bellezza preferita, ma sei svanita. La crudeltà del deserto ti ha sotterrato sotto un cumulo di sabbia dove non può crescere nient’altro. E non ti sei neanche reso conto di quello che veramente stai facendo al resto della foresta! Hai ignorato completamente Lorax. E continui ad ignorare. Tu non stai pensando alla felicità di tutti… renditene conto prima! –

Ma a quelle parole mi infuriai solo di più e tornai ai miei progetti. Era tutto una tale confusione! Non sapevo cosa facevo, perché lo facevo, e per chi lo facevo.

E il tutto crollò.

Lasciandomi un enorme punto interrogativo.

Abbattei l’ultimo albero.

Lorax mi abbandonò.

La mia famiglia mi abbandonò.

Spes mi abbandonò…

La vidi allontanarsi a cavallo col suo arco e le sue frecce… non ebbi il coraggio di fermarla.

Per cosa avevo fatto tutto quello? Per cosa? A che scopo?

I vuoti man mano diventano sempre più grossi, ma il tempo fa diventare più belli i ricordi…

 

- Così finisce la storia?! – intervenne Ted all’improvviso.

- In un certo senso si. – decretò il vecchio.

- E non l’hai mai più vista? –

- Si, l’ho rivista. Erano passati tanti anni, ti avevo già conosciuto e già avevi “salvato il mondo”. Ed esso stava rinascendo. Poco dopo aver rincontrato Lorax, tornato dal cielo, vidi arrivare al galoppo un cavallo che riconobbi subito. Era lei, Spes, Non potevo crederci! …

Lei scese da cavallo, mi si avvicinò e mi sorrise da sotto il cappuccio.

Era ancora arzilla come una volta, ma era chiaro che fosse invecchiata.

Non la riconobbi subito, era passato tanto tempo! Ma di certo non l’avrei mai scordata.

- Ciao, Once-ler. – spostò il cappuccio mostrando i capelli rossicci con sfumature bianche e occhi vecchi e stanchi.

- Ciao Spes – ricambiai il sorriso – Mi sei mancata – presi a piangere.

- Anche tu mi sei mancato! – corse ad abbracciarmi.

Come al solito non avemmo bisogno di spiegazioni, di parole, ma solo di sguardi. Ci capimmo al volo. Io avevo capito la lezione, troppo tardi, ma ci ero riuscito. Il detto dice “meglio tardi che mai”…

- Ho sentito fin da molto lontano cosa è successo, e sono accorsa il prima possibile. Hai capito quali sono stati  tuoi errori ed io ci speravo tanto! Si dice che di speranza non si può vivere, ma il mio nome è Spes, speranza. Ho tanto sperato di rincontrare quel dolce fiore nato nel deserto… - parlava con voce roca, stanca, ma sentivo quanto fosse diventata saggia solo in quelle parole, in quello sguardo, in quel sorriso che mi rivolgeva, e fu allora che capii quanto lei mi amasse veramente!

 

- Questa è la fine? – chiese Ted.

- Stavolta si… - confessò l’anziano.

- E quindi cosa significava quella frase “Perché quando uno fa una stupidaggine una volta è perché è un ragazzo, ma se fa una stupidaggine due volte di solito è per far colpo su una ragazza”? qual è stato il secondo errore? A me è sembrato lo stesso della prima! – domandò scettico.

- Ma non capisci? Ho fatto uno sbaglio doppio! Sia per una motivazione che per un’altra, è sempre stato errato tutto quello che facevo in quel periodo perché ero condizionato sia dal mio senso di vuoto creato dalla mia famiglia, sia da quello che cercava di riempire Spes. Ma quello che non capiva lei, era che non stava cercando di riempire un unico vuoto, bensì me ne aveva creato un secondo. Non facendolo apposta, ovviamente, ero io che mi sentivo inferiore e non degno di lei. Ma era questo che cercavo di esprimere! Non si era capito? – sbracciò su e giù.

- Beh… non tanto! Dovevi essere più chiaro! – si divertiva proprio quel bambino a tormentarlo.

- O forse dovevi essere tu più attento! Ah! Ma che continuo a fare a raccontarti le mie faccende da vecchio?! –

- Perché te le chiedo! – sorrise.

- E perché me le chiedi?! –

- Sbaglio o sa di domanda retorica? –

- In effetti lo è! E penso che tu un giorno mi farai finire in manicomio! –

- E perché mai? – fece finta di niente.

- Perché non era in questo modo che volevo terminare una fanfiction del genere! Ma tu l’hai rovinata definitivamente! Vedi dove te ne devi andare! – e con passo strisciato si alzò dalla poltrona e se ne andò sbuffante dalla stanza seguito dalle chiassose risate del ragazzino!

 

 

 

Autrice: si, finisce in modo strano XD ma mi piace da impazzire, spero di aver reso bene i concetti che volevo, e di essermi fatta capire senza creare troppa confusione, se avete critiche criticate pure perché credo di non aver scritto una delle mie migliori ff XD eppure ci ho lavorato per giorni!! Beh, vi ringrazio comunque per essere arrivati fin qui ^^ e arrivederci grandi fan di Lorax and Once-ler ;) che sarà per sempre il mio personaggio preferito! ^^ saluti da una sciarpa verde!

   
 
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