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Autore: Yuliya    05/11/2012    19 recensioni
Bella, intelligente e ricca, Demi Lovato sembrava riunire in sé alcuni dei vantaggi migliori dell'esistenza.
All'apparenza perfetta, era invidiata da tutte le ragazze e desiderata da tutti i ragazzi.
E se in realtà fosse una maschera costruita con cura e dedizione?
Se fosse una debole foglia in balia del vento?
Beh, allora basterebbe una folata leggermente più potente per farla cadere.
[Demi/Niall]
{IN REVISIONE}
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Demi Lovato, Niall Horan
Note: OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
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Finzione



 




Bellezza.
Popolarità.
Fortuna.
Chi non vorrebbe possedere almeno una di queste caratteristiche?
Numerosi ragazzi venderebbero un organo al più losco tra i commercianti per ottenere un solo attimo di gloria. Ma è risaputo che l’adolescenza sia un periodo criptico e difficile da superare per il giovane che lo sta vivendo.
Infatti è comunemente definita come quel tratto dell'età evolutiva caratterizzato dalla transizione dallo stato infantile a quello adulto dell'individuo.E’ mediamente arduo superare questo periodo indenni senza subire modifiche somatiche e psicologiche.
E la mia storia, purtroppo, non inizia e non termina in modo differente.
 

 
Bella, popolare, fortunata.
La gente non pensava nient'altro sul mio conto.
Non tentava di conoscermi, rinunciava fin dal principio definendomi irraggiungibile. Come se appartenessi a una dimensione ultraterrena, una bolla di perfezione estranea a tutto e a tutti.
Eppure se solo qualcuno fosse andato oltre alle semplici apparenze, avrebbe trovato una ragazza diversa da quella che immaginava e ben lontana dalla dispotica perfezione. Una ragazza che respirava tramite menzogne e illusioni, ma che per errori dettati dalla distrazione finiva per essere coinvolta e a volte persino soffocata da essi.
Nessuno, però, aveva mai avuto il coraggio di compiere un passo a mio parere banale e scontato.
Nessuno tranne lui: Niall Horan.



La giornata era iniziata come tante altre che ormai da tempo si susseguivano monotone e senza mostrare la ben che minima variabilità.
Mi ero diretta molto lentamente verso la scuola, inspirando a pieni polmoni la fresca aria mattutina e l'odore di fieno bagnato proveniente dai campi vicini a Dallas.
Adoravo la mia vita apparentemente perfetta, eppure in un certo senso, magari contorto e che nessuno avrebbe potuto capire, ero vuota.
La gente si fingeva gentile nei miei confronti solo perché io ero Demetria Lovato: capitana scolastica delle cheerleader, con un quoziente intellettivo oltre la media e con talmente tanti soldi da uscire fuori dal culo.
"Ciao Dems! Adoro i tuoi capelli, sono meravigliosi!" iniziò a cinguettare una ragazza affiancandomi all'entrata dell'istituto, di cui non ricordavo il nome e che pensava di entrare nelle mie grazie solo adulandomi. Erano tutte esattamente come lei, le persone che mi circondavano, vuote e ipocrite. E io le odiavo, diamine se le odiavo. Giorno dopo giorno percepivo crescere una rabbia dentro al cuore, che sapevo, sarebbe esplosa a momenti. Perché si dice che sia bello vivere in un mondo fottutamente perfetto, ma in realtà se qualcuno si trovasse per davvero in una situazione simile, farebbe di tutto per fuggirne.
Nessuno vorrebbe vivere per finta.
Nessuno vorrebbe per sempre far parte del mondo delle bambole.
Prima o poi bisogna reagire e vivere di vere emozioni.
"Questa mattina non mi sono pettinata." sbottai, alzando gli occhi al cielo. Cercai di aumentare l’andatura per seminarla, ma probabilmente non aveva intenzione di lasciarmi in pace troppo presto. 
"Ma lo sai di essere più bella al naturale?" riprese inseguendomi, i tacchi a spillo che tintinnavano fastidiosamente sul terreno.
"Sei così smielata che mi fai venire il diabete." le risposi disgustata, allontanandomi. Non le rivolsi nemmeno un’occhiata di sufficienza, non meritava la mia attenzione. Nessuno in quella scuola la meritava.
Allo stesso modo nessuno di loro meritava le mie lacrime versate, eppure i minuti seguenti mi ritrovai a singhiozzare incontrollatamente sul freddo pavimento di un’aula, la prima libera e abbastanza isolata che avessi trovato al piano terra.
Ero stanca di quell’ambiente di apparenze.
Per quale motivo la gente non provava a conoscermi? Perché erano tutti così finti e subdoli? Non potevo avere anch’io degli amici che potessero definirsi tali per una buona volta?
Era in quei momenti che desideravo ardentemente essere una ragazza comune al liceo, magari anonima e sfigata, ma con qualcuno sincero accanto su cui fare completo affidamento.
Anche le persone perfette provavano invidia, ed io non ne ero esente.
Mi sembrava di vivere in un film. Mi ritrovai a paragonarmi ad una spettatrice rinchiusa nel cinema e costretta ad assistere alle torture della protagonista nella pellicola. Il senso di impotenza divorava ogni istante della mia misera esistenza.
Le lacrime continuavano a scorrere senza interruzione, offuscando la vista e sciogliendomi il trucco che non sarebbe più stato perfetto. Non vedevo e non provavo niente, se non il dolore che accompagnava la mia vita da tempo immemore.
"Perché piangi?" domandò all’improvviso una voce cristallina, facendomi sobbalzare e spezzando l'alone di tristezza che mi attanagliava lo stomaco.
Mi voltai, notando un ragazzo accostato alla porta che mi fissava con cipiglio curioso.
I capelli biondi erano sparati in tutte le direzioni e qualche ciuffo ricadeva ribelle sul viso; e gli occhi, oh quei maledetti occhi cerulei erano talmente belli da mozzare il fiato in gola. Si rischiava di smarrirsi talmente erano limpidi e magnetici.
Era di una bellezza sconcertante, di quelle bellezze che si trovano solo nelle riviste patinate. Che fosse anche lui, esattamente come tutti gli abitanti di quel mondo, finto? Lo avrei scoperto a momenti.
Mi asciugai le lacrime e tentando malamente di ricompormi mi avvicinai circospetta. Sperai solo che non sarebbe andato a riferire in giro di avermi trovato in quello stato pietoso, per paura che quella bolla di perfezione si infrangesse. Ero combattuta, e mi facevo schifo per questo, tra il desiderio di tornare anonima e di continuare quella vita costruita su menzogne.
 "E perché tu sei qui?"
"Lo sai che non si risponde mai a una domanda con un'altra domanda?" ridacchiò mostrando una fila perfetta di denti bianchi. Non potevo negare che il ragazzo che mi stava di fronte sfoggiando quel sorriso da uomo della Mentadent fosse una delle persone più attraenti che avessi mai avuto l'onore di incontrare.
Per un istante mi abbagliò, ma forse era solo per lo stato di incoscienza in cui ero precipitata. Prima o poi a osservare gli altri da una montagna, può finire che si inciampi e si commetta un errore dovuto per un attimo di distrazione. E quella giornata non ero riuscita a trattenermi, finendo di conseguenza col scoppiare.
Sorrisi amaramente, passandomi una mano sul volto. "Piango perché la mia vita è vuota. Non ha senso."
Non capivo il motivo per il quale mi stessi confidando, per giunta con uno sconosciuto. Forse per i suoi occhi, da cui non riuscivo a distogliere lo sguardo.
"Sei la capitana delle cheerleader, se non sbaglio. Hai una famiglia che ti ama, tutti ti ammirano. Cos'è che rende la tua vita così vuota?" chiese realmente interessato, avvicinandosi. Potevo intravedere le ciglia bionde accarezzargli lo sguardo, e piccole efelidi ricoprirgli il naso.
"La gente, come si comporta nei miei confronti. Io non ho un amico vero." sussurrai, un improvviso groppo in gola a soffocarmi. Sperai che non avesse colto quelle parole, che l’aria le avesse coperte, ma purtroppo parve sentirle fin troppo nitidamente.
"La gente alle volte è proprio stupida." affermò sorridendo gentile "Ma potrei essere io un tuo amico. Mi farebbe molto piacere." 
"Sul serio?" ancora non comprendo da dove trassi il coraggio necessario ad accettare un sentimento così importante, nato da una richiesta talmente stupida. Perché i bambini si giuravano eterna amicizia allo stesso modo.
I bambini, dannazione! Dov’era finito il sano orgoglio? Dove?
Demetria Lovato, sei proprio ridotta male.
"Sì. Io sono Niall." si presentò porgendomi la mano.
L'afferrai delicatamente senza rimuginare sulle conseguenze, come se con poca gentilezza potessi frantumare quel sogno. "Demetria, ma per gli amici Demi. Beh, ho sempre desiderato dirlo ad un amico." conclusi aprendomi nel mio primo, vero, sorriso.
 
 





 
Angolo Autrice:
salve, dopo tanti mesi ho deciso di revisionare la storia, chiarendo magari alcune parti che precedentemente non erano lineari.
In questo capitolo ho volutamente ripetuto le parole “vera” “perfezione” e altri sinonimi, per farvi capire il dolore che prova Demi.
Il suo incontro con Niall è sempre strano da spiegare: lui è attratto dalla demi Perfetta, però al contrario degli altri vuole esserle davvero amico.
Per dubbi mi trovate qua:

Face: https://www.facebook.com/niall.efp
Ask: https://ask.fm/Hahaha_cit_Niall
Twitter: https://twitter.com/SonoJamesBonda
 
   
 
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