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Autore: lafatablu    05/11/2012    2 recensioni
Alla fine arriva il blu. In mezzo a tutto questo sangue e a questa follia che è la nostra vita, alla fine arriva il blu e lì ci sei solo tu ..e mi salvi sempre. Uno strano amore. Certamente unico e irripetibile, come unici e irripetibili sono i nostri protagonisti. Alice e il figlio del vampiro. Felice anniversario, Melmon!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Angel, Connor
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Profani Bagliori'
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Se fossi un Elfo, avrei detto Amore.
dedicato a Melmon

Alla fine arriva il blu. In mezzo a tutto questo sangue

e a questa follia che è la nostra vita, alla fine arriva il blu

e lì ci sei solo tu ..e mi salvi sempre.

~ ~ ~ ~ ~

Happy Anniversary, Melmon

lafatablu

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≈ ◦  ≈ ◦ ≈ ◦ ≈ ◦ ≈

Lunedì mattina, c’è sempre tanto da fare in un grande ristorante e Alice ha deciso che non poteva stare solo a guardare. È corsa da sua madre, corre sempre da lei quando sente che il suo mondo minaccia di crollare. Lei non poteva stare a guardare inerme. È contro la sua natura. Lei ha bisogno di muoversi, ha bisogno di fare qualcosa, qualsiasi cosa. Anche guarnire una torta può essere utile per scacciare via la paura. Non poteva stare a guardare il tremolio nelle mani dell’uomo che ama e quel suo sguardo perso nel vuoto. Ha accarezzato il suo viso prima di uscire, ma non è sicura che lui se ne sia accorto. L’ha coperto bene e l’ha baciato delicatamente. Un bacio leggero, in punta di piedi, silenzioso. Non vuole spaventarlo. “Vado a dare una mano a mia madre. Ci vediamo dopo” Forse lui ha annuito, ma lei non è tanto sicura.

Sente gli sguardi indagatori di sua madre su di sé, sicuramente ha intercettato la sua tristezza. Ma Alice non vuole parlare di ciò che lei stessa non riesce a comprendere. Cosa potrebbe dire a sua madre? Il mio ragazzo sta vivendo dentro il suo peggior incubo e io non posso fare nulla per aiutarlo? Questo porterebbe a domande a cui lei non può rispondere. Sua madre non conosce le vere origini di Connor. Pensa che un giorno le dirà tutto, ma quando lo farà, Connor sarà accanto a lei. Non può parlarne adesso, sarebbe come un tradimento.

“Queste o queste?” chiede sua madre, indicando le cassette delle arance.

“Sono arance, mamma.. sembrano uguali. Per cosa ti servono?”

Mamma Lia le si avvicina e come sempre accade, riesce a farla sorridere per come scimmiotta le sue espressioni facciali. “Allora sei qui, pensavo di no.. ti ho fatto almeno dieci domande prima e non hai risposto..” Alice pensa che è certamente vero. Lei non è lì, non con la mente, ne tanto meno con l’anima. Sua madre continua a sorriderle e le sistema un ciocca di capelli dietro l’orecchio “Alice, lo sai che in cucina dovresti usare la cuffia” Lei sbuffa e sua madre quasi ride “Quelle arance sono diverse, dovresti saperlo. Ho preparato il millefoglie alla frutta, voglio guarnirlo con le nostre arance. Penso che userò queste rosse. Arance rosso sangue.”

Sangue. Alice detesta quella parola e si chiede che accidenti di sapore possa avere il sangue. È forse più dolce delle sue stesse labbra? Perché sembra che ora Connor lo preferisca ai suoi baci e lei odia tutto questo. Il sangue lo sta allontanando da lei e il senso di impotenza che sente, la sta uccidendo. Non è servito a nulla correre da sua madre, Connor è dentro la sua anima.

“No, non quelle rosse, usa le altre. Se metti anche le fragole, alla fine c’è troppo rosso.. serve un po’ di giallo e anche un po’ di verde.. metterai anche il kiwi?”

“Certo che metto il kiwi. Questa torta non è per il ristorante. Una persona l’ha ordinata per una cena.. sai, credo sia una di quelle cene a lume di candela..” Fa un gesto portando le mani sul cuore, e sbatte gli occhi ripetutamente, imitando le coppie romantiche d’altri tempi.

Alice ride. Sua madre è grande quando fa così. “Da quando accetti ordinazioni a domicilio?”

“Da mai. Ma questa è una ordinazione speciale e a giudicare dalla voce di Lui, aveva tutta l’aria di essere una cosa urgente. Alla vostra età è sempre una questione di vita o di morte” Mamma Lia ride ancora e Alice, a sua volta, non può che rispondere con una risata. “Lui?” lei annuisce. “Si, il giovane che ha chiamato circa dieci minuti prima che arrivassi tu. Mi ha implorato di fare una eccezione per una volta, poverino.. sembrava disperato.. e ho deciso di accontentarlo..”

Alice sente una sensazione di serenità farsi strada dentro lei. Il mondo, dopo tutto, ruota ancora intorno all’amore. Pensa che anche Connor adora il kiwi. Il suo mondo, dopo tutto, ruota sempre intorno a Connor.

Chiama Buffy al cellulare, vuole sapere come sta Connor. Con Angel non riesce ancora a parlarci, non come vorrebbe. Invece con Buffy è tutto così facile. “È uscito? Da solo? Ma perché non mi avete chiamato? ..ok, arrivo subito..”

Sfila il camice, un bacio veloce a sua madre “Devo scappare, è urgente. Mi dispiace, mamma” Poi si ferma. Sente quello strano formicolio. Connor. Si volta e lui è lì che le sorride. Le pare di non averlo visto da mille anni e il mondo intorno a lei sparisce. C’è solo lui e il suo sorriso. Non parlano, nessuno dei due vuole interrompere quel dialogo interiore fatto di parole mute. Lui tende la mano. Lei l’afferra subito. È un invito ad uscire da lì, vuole condurla altrove e lei andrà ovunque voglia andare. Quel lieve bacio ha forse avuto il potere di risvegliare il suo principe?

Connor saluta sua madre con un cenno della mano. Da quando sono rientrati dall’Irlanda si sono visti poco. A signora Lia, i suoi ragazzi, sono mancati moltissimo. “Ragazzo mio, sembri dimagrito parecchio. In Irlanda vi è mancata la mia cucina, non è vero?” Lo abbraccia, lei è sempre molto generosa e Connor, forse un giorno smetterà di sentirsi a disagio davanti a tanto affetto. Il suo abbraccio però, lo fa sentire a casa. “Non sa quanto. Si, ci è mancata molto la sua cucina.. soprattutto quando abbiamo finito i soldi, gli ultimi giorni mangiavano solo panini” Ride. Con mamma Lia, Connor ride sempre.

Lei ora finge di essere burbera, e spinge fuori entrambi con uno strattone, ma non può non notare il pallore di Connor. Adesso capisce la preoccupazione di sua figlia. “Non avevi detto che era urgente? Fuori dalla mia cucina, ragazzi. È lunedì e ho un sacco da fare oggi..” poi guarda Connor in modo complice “..compresi gli extra” L’attimo dopo sono già volati via. Lei li guarda dalla finestra. Il mondo ruota ancora intorno all’amore ..e lei deve ancora guarnire una torta.

Alice e Connor, mano nella mano, la salutano dall’altro lato della strada, prima di sparire dietro ad un vicolo. Lui non può aspettare oltre. L’attira a sé e la bacia. Poi il suo sorriso si spegne “Mel, non farlo mai più” Lei non capisce, ma Connor sembra molto serio adesso “Cosa non devo fare mai più?” Lui si dirige sicuro verso la metropolitana, il luogo in cui devono andare è a circa dieci isolati dal ristorante della signora Lia. Potrebbero correre, ma è meglio non sprecare energie. “Sei sparita senza dire niente.. non era mai successo prima.. non.. farlo mai più, ok?”

“Dormivi, non volevo svegliarti”

“Non dormivo”

“Va bene, allora eri nel tuo.. Non so neppure più come chiamarlo.. in quel tuo mondo “non mi sento completo se non ho mio padre vicino” ..e lì non c’è posto per me.”

“Non c’è posto per te? Ti sbagli, Melmon. Io.. quando ho visto che non c’eri, mi sono sentito perso invece ..e ho sentito la tua rabbia, la tua tristezza, la tua paura.. posso sentirti.. lo sai”

Lei lo sa sicuramente, non l’ha certo dimenticato. Loro possono sentirsi anche se sono lontani. Le loro anime erano connesse fin da prima che si incontrassero.. ormai quasi quattro anni fa. È rassicurata dalle sue parole e il tono della voce si addolcisce. Adesso può mostrare la sua vulnerabilità. Con Connor può permettersi il lusso di essere se stessa. 

“Non riuscivo a star lì, con le mani in mano, sapendo che non potevo fare niente per te.. avevo bisogno di muovermi.. di fare qualcosa.. di non pensare a tutta questa cosa del sangue. Ed ero anche stanca di tutti questi misteri, sembra che tutti ne sappiano più di me e nessuno vuole dirmi niente. Accidenti, stavo per dare una bella pestata a Spike.. gli voglio bene, ma quando fa quella faccia da “io so e non posso dirti ciò che so” lo odio e lui non deve sfidarmi con quello sguardo e con quello stupido sorriso. Dimentica forse che sono una cacciatrice?”

La risata di Connor, così rara in queste ultime settimane, scaccia via ogni paura residua. “Non.. tu non.. non l’hai pestato sul serio, vero?” Ridono insieme mentre cercano dei sedili liberi. “No, Buffy mi ha bloccato prima che.. però insomma.. un bel pugno se lo sarebbe meritato”

Difficile trovare due posti liberi sulla metropolitana. Non a quest’ora. Ne trovano solo uno, ma per loro non è un problema. Alice sta benissimo seduta sulle ginocchia del suo ragazzo, soprattutto ora che lui la circonda con le sue braccia, tenendola saldamente per la vita. “Però Faith era divertita..” continua Alice “..e anche tuo padre. Credo che approvasse la mia sfuriata” Connor non ha alcun dubbio su questo “Approva eccome. Ti avrebbe anche dato una mano..”

Alice sembra realizzare solo in quel momento l’assurdità della situazione. “Connor? ma.. come mai sei qui? Sei riuscito a stare lontano da..” Lui la stringe più forte e lei vede che il tremolio delle mani non è scomparso. Nulla è cambiato, ma ciò che conta è che Connor è lì con lei. Deve esserci una ragione. Una ragione dannatamente importante.

“..dalla mia culla ovattata di sicurezza? Volevi dire questo?” Lei annuisce. Lui è stato fin troppo esplicito. “Melmon, io non so cosa stia accadendo..” i suoi occhi si velano di paura “non so cosa mi stia accadendo, ma in quel mio mondo a cui non riesco ancora a dare un nome, sei tu il mio respiro vitale, la mia salvezza. Sento che andrà tutto bene, e sento che se tu non ci sei, è come se mi mancasse l’aria.. è solo che non so come spiegarlo meglio di così. Parliamo d’altro adesso, vuoi? Oggi è un giorno importante per noi.. io non posso essere che qui.. con te..”

Alice sa a cosa si riferisce Connor. Lo abbraccia, infischiandosene della moltitudine che affolla il vagone della metro “Non l’hai dimenticato. Nonostante tutto, hai ricordato questa piccola cosa, questa piccola insignificante data.. tu sei.. sei straordinariamente unico..”

“Straordinario? Tutto qui? potresti mostrarmi un po’ più di entusiasmo.. coi fatti.. intendo dir..”

Le labbra di Alice sono dolcissime, specie quando ridono contro le sue. La folla intorno come per magia si dissolse. Ora ci sono solo loro due. Le sua labbra sanno di panna e forse sciroppo d’acero. Lui ride ancora “Proprio non riesci a non assaggiare le torte mentre le decori, eh?” Anche lei ride “Meno male che sei arrivato in tempo.. avevo già fatto fuori mezzo bicchiere di nutella.. lo sai, quando sono depressa, la nutella mi salva sempre.. è lei il mio eroe..”

“Credevo di essere io il tuo eroe. È dura competere con un barattolo di nutella.. è una battaglia persa in partenza” Connor poi intravede un’anziana signora, che avanza incerta cercando un posto dove sedersi. Prende Alice per i fianchi e la fa alzare “Facciamo posto.. noi abbiamo gambe buone..” Alice si volta a guardare e capisce. Fa spazio per far passare la signora che ringrazia “Credevo che i bravi ragazzi fossero in via d’estinzione. Deve essere fiera del suo fidanzato, ha l’aria di essere una personcina per bene. Questo è sicuramente un gesto eroico”

Alice le sorride e poi guarda Connor. Non si stupisce di vedere il suo imbarazzo. Una cosa che ama molto in lui. Si è sempre chiesta perché arrossisca quando gli fanno i complimenti, sembra che lui si trovi più a suo agio quando viene ferito e lei sa che questo accade spesso.

“Melmon, smettila per favore, so cosa stai facendo.. puoi smettere di farlo?” Lei è seria adesso. “È più forte di me, non riesco a non guardarti.. ok, ok.. la smetto” Poi lui la prende per mano e tre secondi dopo sono fuori dal vagone. “Siamo arrivati, riconosci questo posto?” Le stazioni della metro sono tutte uguali.. pensa lei, ma questa la riconoscerebbe tra mille. “Si” sussurra.

Sembra che il tempo si sia fermato, è tutto così simile alla prima volta che si incontrarono. Di corsa, mano nella mano, salgono le scale facendo i gradini a due a due, e alla fine il sole esplode sui loro visi. Alice è sempre stata affascinata dalla sensazione di calore che invade il suo corpo, quando esce dall’oscurità della metro. La fa sentire viva. Non sa perché, ma in quel momento pensa ad Angel, poi ricorda la telefonata con Buffy. “Conn.. ti stavano cercando prima.. erano preoccupati. Meglio chiamare” In quel momento squillano i cellulari di entrambi. Rispondono, allontanandosi l’un l’altro e dandosi le spalle per non disturbarsi a vicenda e Connor si limita ad annuire e sorridere. Dice soltanto “Grazie” e chiude subito. “Chi era?” chiede lei. Lui risponde evasivamente, non può certo dirle che è mamma Lia. “Tu?” Alice lo guarda un po’ confusa, poi gli passa il cellulare “È per te. È tuo padre.” Lui ride “Ha chiamato te? wow.. suppongo significhi ‘sono molto preoccupato’. Papà, sei così prevedibile..”

“Prevedibile o no, suppongo tu abbia dimenticato che ho un udito molto buono e posso sentirti anche da qui. Eh si, sono molto preoccupato. Si può sapere perché sei scappato via così?”  

Connor porta il cellulare all’orecchio.. accidenti, non ricordava quanto fosse potente la voce di Angel quando è arrabbiato. “Hai ragione. Scusami e comunque non urlare, anche io ho un udito molto buono..” Lo sente ridere e sente la sua voce diventare miele, o così sembra a Connor. “Stai bene?” È sufficiente questo, perché lui si senta dentro il suo mondo ovattato, quello in cui Alice pensa di non poter entrare. La prende per mano e la stringe forte.

“Si papà, sto bene. Stiamo via un paio d’ore, non prendere tutto alla lettera.. un paio potrebbe anche voler dire ‘ci vediamo stasera’, ok? Buffy è lì?..se è arrabbiata non passarmela..” Angel ride ancora “Si, è qui e NO.. è meglio se non te la passo..” Poi sente la voce di suo padre diventare più profonda e sente tutta la sua ansia.

“Connor? Non fare nessuna prova di forza con te stesso, non devi dimostrare niente a nessuno. Non appena avverti i primi sintomi, chiama subito e vengo a prenderti. Mi hai sentito, figliolo?”

Connor non può fare a meno di notare che sentire la sua voce lo fa sentire dannatamente bene “Si, ok.. ma sto bene, dico davvero. Insomma, posso farcela. Papà? tu.. però tieni il cellulare libero, ok?” Sente Angel che sospira per la frustrazione e sente la voce concitata di Buffy. “Certo. Ora, passami Alice.” Adesso è Connor che sente frustrazione “Ho detto che sto bene”

“Connor, passami Alice! O vuoi che venga lì a penderti? Passami Alice!! Subito!”

Mentre Alice parla con Angel, lui si allontana. Non vuole sentire ciò che già conosce a memoria. Si appoggia con la schiena contro un muro, le mani in tasca e scalcia per la rabbia. “Ma che bello, sorvegliato speciale e pure con la guardia di scorta” Colpisce ripetutamente il muro con il piede e alcuni mattoni vanno in frantumi. Connor ultimamente, dimentica troppo spesso che la sua forza è superiore alla media. Odia questo. Odia questa maledetta dipendenza da Angel.  

“È questo che pensi di me? Pensi che io sia la tua guardia del corpo? Pensi di essere un prigioniero da sorvegliare? Possiamo tornare indietro anche subito, se vuoi.. Connor? ho visto il tuo viso mentre parlavi con tuo padre e ho visto le tue mani. Quel tremolio è scomparso subito e TU stavi dannatamente bene. È così strano per te scoprire che siamo tutti preoccupati per come ti senti? Adesso mi dici che accidenti ti prende? Guarda.. torniamo indietro.. è meglio..”

“NO”

Accidenti, Alice è furibonda e lui sa che non sarà facile farla sorridere adesso. La conosce bene e quando lei alza la voce, è meglio lasciar perdere. Cerca di aggiustare il tiro, tentar non nuoce “Volevo dire.. NO, hai ragione.. mi sono lasciato un po’ prendere dalla.. okkk hai ragione.. ma non voglio tornare.. quando potremmo stare ancora da soli noi due? Vedi? per ora posso gestire la cosa.. non.. Melmon per favore non guardarmi così, dimmi qualcosa, qualsiasi cosa..”

“Voglio sapere che cosa avevi in mente di fare.. voglio che tu mi dica come pensavi di..”

“Volevo solo passare alcune ore con te, lontano da tutto e tutti.. ecco cosa avevo in mente. Volevo farti una sorpresa. Volevo dirti che.. che tre anni fa.. proprio qui.. ti ho parlato della mia vita.. ti ho detto chi e che cosa sono. Perché allora credevo di saperlo.. oggi non ne sono più tanto sicuro ..e questo mi spaventa, ma so che quando sono con te, IO so di essere IO ..e comunque parlare con te è sempre un casino, Mel. Perché parti subito all’attacco? Ora sto peggiorando le cose, non è vero? questo non avrei dovuto dirlo.. Melmon, ho solo bisogno di silenzi.. ma insieme a te.. e non so ancora per quanto tempo potrò reggere tutto questo..”

“Hai sentito cosa ha detto quella signora della metro? Lei ha detto che devo essere fiera del mio fidanzato, perché sei capace di essere eroe anche quando.. quando è difficile esserlo. Questo è sicuramente un gesto eroico, Connor O’Connor e sono felice che finalmente ti sei deciso a dirmi queste cose.. è da quando siamo stati su alla baita di Galway che tento di farti portar fuori le tue paure.. Io ti amo Connor e questo non cambierà mai.. anche quando mi dici che hai paura ..ma non devi dimostrarmi niente, non devi forzare la situazione. Non sappiamo ancora cosa sia questa tua attrazione improvvisa per il sangue. Per ora conosciamo solo i sintomi ..e anche la cura. L’unica cosa che ti fa star bene è stare vicino a tuo padre. Ora, ti chiedo solo di essere completamente sincero.. almeno con me. È questo il gesto eroico di cui parlavo. Sii sincero con me e con te stesso. Pensi davvero di poterlo gestire? Pensi di poter stare lontano da Angel per qualche ora? La nostra giornata speciale, sarà speciale anche se torniamo indietro adesso. Possiamo.. noi possiamo stare soli soletti nella nostra mansarda.. noi possiamo stare insieme, da soli, ovunque vogliamo.. l’abbiamo fatto mille volte anche prima..”

Mentre parlava, Alice si era avvicinata a lui fino a quasi a sfiorargli il corpo. Connor aveva ascoltato in silenzio, ma lui non aveva voglia di parlare. Voleva solo silenzi. Le prese il viso con entrambe le mani e sottovoce mormorò. “Vorrei solo che tu ti fidassi di me. Ti amo e ora non vorrei essere in nessun altro luogo, se non qui con te” La baciò con dolcezza e sebbene le mani tremassero, non era più certo che fosse il sintomo della sua strana malattia. Tremava così ogni volta, quando sentiva che lei, la sua Melmon, era completamente con lui ..e ora erano davvero insieme. Sentiva il suo amore ed era questo a farlo tremare. “Mi fido di te” sussurrò lei.

Era così bello camminare in silenzio, mano nella mano, senza una meta precisa. Entrambi si resero conto solo adesso, di quanto avessero bisogno di questo. Stare insieme nei loro silenzi. Si ritrovarono, quasi senza accorgersene, a camminare sulla spiaggia e il loro pensiero andò a quella sabbia bianchissima sulla baia di Galway, dove secoli prima, una loro antenata, aveva nascosto i loro anelli. Tutto era chiaro e luminoso proprio come quella magica notte. Alice si fermò a sedere un attimo e lui si sdraiò accanto a lei. Ancora pochi minuti e il sole sarebbe sparito dietro le dune. Entrambi amavano il crepuscolo. Connor intrecciò la mano con la sua Melmon e le sollevò al cielo alzando le braccia. “Stai bene?” chiese. Lei annuì. Sapeva che lui ora aveva voglia di parlare. Sicuramente avrebbe detto qualcosa per farla ridere. Lo conosceva troppo bene.. ma davvero non si aspettava di sentirgli dire questo.

“Melmon?”

“Uhm?”

“Cosa sono quei.. quei cosi che hai appiccicato nel tuo sito? Era parecchio che non entravo a leggere.. non ci sono storie nuove.. ma ho notato quei cosi colorati..”

“Cosa? Oh questa poi.. Per tua norma e regola, sappi che quei cosi colorati, sono premi, mio caro!! Premi che ho vinto, insomma sono come dei premi letterari. Non ci sono nuove storie, eh? sei molto distratto Connor O’Connor, forse dovresti controllare la tua e-mail qualche volta.. magari scopriresti che ho fatto degli aggiornamenti di recente.. hai visto che carini i miceti?”

Era riuscito a farla ridere, come sempre. Adorava quando lei fingeva indignazione.

“Si, ho visto ..e ho visto anche la vampira. Mel, non starai scrivendo storie di vampiri anche tu? è una moda molto diffusa. Comunque, ho riletto alcune storie e ho visto che hai una nuova fan.. lafatablu. Ma che razza di nome è lafatablu? Comunque le mie recensioni non le batte nessuno.. solo che non ricordo più la password e non posso più recensire..”

Alice notò il tremore sulle sue mani e su tutto il corpo e vide di nuovo la paura nei suoi occhi. Dovevano rientrare. Si tolse la giacca e lo coprì. “È meglio andare adesso, il sole è ormai sparito del tutto..” Lui si rannicchiò accanto a lei “Melmon? Dico sul serio, ci sono cose che mi sfuggono.. ho difficoltà a ricordare certe cose.. come le password o come chiamare mio padre per avvertirlo che tornerò tardi.. e questo non mi era mai accaduto prima..” Lei lo baciò delicatamente sulla labbra e lui chiuse gli occhi. Alice sentì il sapore salato delle sue lacrime “Ho paura Alice..” Lo strinse più forte e gli accarezzò il viso. “Lo so”

Il viaggio di ritorno fu molto più veloce e molto più silenzioso. Connor stava male e Alice dovette sorreggerlo per quasi tutto il tempo. Decise di non chiamare Angel, obbedendo d’impulso alla richiesta di Connor. “Possiamo risparmiargli almeno questo? dai Mel, stiamo tornando no? se lo chiami ora, gli verrà un colpo..” Poco prima di varcare la soglia di casa, lui l’abbracciò per rassicurarla “Starò bene.. sento già la sua vicinanza e sto già meglio, ok? dammi solo qualche minuto e poi ci rintaniamo nel nostro rifugio.. dimmi solo che aspetto ho?”

Lei era molto preoccupata invece. Il suo aspetto era orribile, ma non lo disse a lui. Era pallidissimo, tremava visibilmente, la fronte e i capelli erano bagnati di sudore. Era evidente che lottava per riuscire a stare in piedi ..e per sorridere quando invece avrebbe voluto piangere “Il nostro rifugio? ..ok, ancora pochi passi e siamo arrivati.. volevi dire 'piccionaia' come dice Gunn?” Connor riuscì a ridere ma ora era allo stremo delle forze. Gli ultimi metri li fece di corsa

“Ma tu guarda i nostri piccioncini” disse Spike vedendoli entrare mano nella mano, ma né Alice né Connor risposero. Connor cercò Angel con lo sguardo e un istante dopo, era proprio accanto a lui. Aveva bisogno di stare il più possibile vicino a suo padre e gli sfiorò un braccio, senza però mai lasciare la mano di Alice. “Sto bene, papà.. sei ancora incazz.. arrabbiato?” Angel scosse la testa in segno di diniego, non riusciva a parlare, non sopportava di vederlo ridotto così. Angel guardò Alice per un istante e lei con le lacrime che minacciavano di uscire da un momento all’altro, annui un ‘ha bisogno d riposare’. Lasciò la mano di Connor e fu certissima che lui non se ne accorse, perché crollò di colpo, richiudendosi in quel mondo dove Alice non poteva entrare. Come avrebbe potuto? lei non era una vampira, lei era solo Melmon, una ragazza irrimediabilmente innamorata di questa straordinaria creatura unica. Connor. Il figlio di due vampiri.

Angel afferrò Connor prima che cadesse e lo fece sedere sul divano, mentre Alice sentì una mano confortevole che stringeva la sua. Era Buffy che la conduceva lontano da lì. In quel momento, lei era davvero l’unica persona di cui poteva sopportare la presenza, perché era l’unica che poteva capirla. “Siete stati bene?” chiese Buffy commossa, sebbene lesse la risposta negli occhi di Alice. “Avete l’aria stanca, ma so che siete stati bene..” Alice prese fra le mani la tazza di thè caldo che le porse Buffy e annuì “Eravamo insieme.. ed era ciò che volevamo. Stare Insieme.”

Entrambe smisero di parlare. Da lì potevano vedere Connor che si rannicchiava contro Angel e lo sentirono mormorare strane parole a suo figlio, mentre, rassicurante, gli stringeva le mani. Furono raggiunte da Spike e Faith e anche loro, guardavano la scena stranamente silenziosi. Spike era tesissimo mentre Faith ribolliva di rabbia. Aveva davvero voglia di prendere a calci il bastardo che stava facendo questo a Connor. Buffy invece non lasciò mai la mano di Alice, ma non riuscì a staccare gli occhi da Connor. Lo vedeva inerme, completamente riverso contro il corpo di suo padre e sentì il dolore di entrambi. Per un attimo incrociò lo sguardo con Angel. Lui aveva bisogno di tutta la forza possibile e lei gli sorrise. Sapeva che era sufficiente questo e sapeva che Alice percepiva le stesse sue emozioni. Questo era il prezzo da pagare per chi era connesso con l’anima dell’altro. Questo era il prezzo da pagare, per chi come loro, amava in modo totale, ma questa era anche la loro grande forza. “Mi sta cercando” disse Alice, lasciando la mano di Buffy e lei annuì. Raggiunsero Angel e Connor e si sedettero accanto a loro.

Connor sembrò rianimarsi e cercò la mano di Alice, trovandola proprio lì accanto a lui. Sollevò la testa e sorrise a Buffy. “Sei ancora arrabbiata con me?” Lei allungò una mano e gli sistemò una ciocca di capelli che ricadeva libera sugli occhi. “Va meglio ora?” Lui annuì e si sedette con la schiena ritta. Adesso poteva anche allontanarsi da Angel. Per ora aveva fatto il pieno di coccole, sentiva di nuovo la sua forza, come se avesse ricaricato le batterie e Angel allentò la presa. Il suo piccolo era tornato fra i vivi. Alice poteva vedere la muscolatura del suo corpo che si rilassava e ne fu sollevata. “Vado a fare una doccia..” disse e Connor la seguì. Lei era ormai sparita dietro la porta del loro nido d’amore quando lui sentì Angel che lo chiamava. “Connor?”

Scese di corsa le scale e Angel gli parlò sottovoce, Alice non doveva sentire. “Prima.. è venuta la madre di Alice, ha consegnato delle cose a Buffy.. le ha sistemate su.. da voi.. ha detto che tu sapevi di che si trattava..” Sorrise imbarazzato. Connor trasalì “Cristo.. l’avevo dimenticato”

“Va tutto bene, Connor”

“No papà, non va affatto bene. Ultimamente dimentico le cose.. anche quelle importanti..”

“È solo un sintomo, Connor.. questo non sei tu..” Poi sorrise apertamente “La madre di Alice ha detto che.. non ho capito bene.. forse è meglio se chiedi a Buffy..” In quel momento Connor realizzò che suo padre e signora Lia si erano conosciuti e ne lui ne Alice erano presenti. Un po’ era contento di questo, ma chissà Alice come l’avrebbe presa.

“Connor?” Buffy lo chiamava e lui quasi rise per l’espressione del suo viso. Era buffissima. “Ora non arrabbiarti.. prometti?” disse Buffy e lui promise. “Devi togliere la torta dal frigo mezz’ora prima e devi SOLO scaldare alcune delle cose buonissime che ha portato Lia.”

“Mezz’ora prima di cosa?” chiese Angel.
“Lia? Siamo già arrivati a questo?” chiese Connor.

Buffy serissima rispose “Angel? prima di mangiarla, ovviamente. Connor, fra mamm.. fra donne ci comprendiamo subito al volo. Si, certo, la chiamo per nome. Lia!!” poi ancora seria continuò. “HO già apparecchiato ..e non dimenticare che hai promesso di non arrabbiarti.. ho solo pensato che potevi essere stanco.. volevo darti una mano.. tutto qui.. le cose che devi scaldare prima, le riconosci subito perché ho messo su un post-it, quindi non puoi sbagliare..”

Si, in altre circostanze Connor si sarebbe sicuramente arrabbiato, ma non ora. Buffy era.. accidenti.. lei era straordinaria e rise quando lei disse ancora “Nel post-it, ho scritto ‘scaldare prima’ non puoi sbagliare. Ora corri da Alice.. quella ragazza merita questa cena romantica.. e non dimenticare..”

“..le candele?” chiese Connor divertito, mentre stava già volando su per le scale.

 

Molte ore dopo.. quasi all’alba..

 

Alice e Connor erano mollemente distesi sui cuscini che lui aveva sistemato per terra. Si tenevano abbracciati strettissimi e nessuno dei due voleva andare a dormire. Questo giorno perfetto, non doveva finire mai. Avevano cenato a lume di candela, avevano fatto l’amore e Alice aveva scritto anche una nuova storia, per festeggiare il quarto compleanno del suo sito. Connor le aveva regalato delle ore indimenticabili, sapendo bene quanto lui avesse lottato per vincere i suoi sintomi ed era questo a fare di lui un eroe. Per amor suo, aveva sconfitto la paura. Guardò ancora il bigliettino che aveva trovato sotto al piatto. “Connor.. è bellissimo..”

Lui la baciò ancora “Ti va un po’ di torta?”

Lei annuì e solo allora notò le arance rosso sangue. Mamma, alla fine fai esattamente come hai deciso di fare. Ecco da chi ho preso la mia testardaggine, pensò fra sè. Come se Connor avesse intuito i suoi pensieri, cominciò a parlare e ciò che disse, Alice non l’avrebbe mai dimenticato.

Alla fine arriva il blu. In mezzo a tutto quel sangue e a questa follia che è la nostra vita, alla fine arriva il blu e lì ci sei solo tu ..e mi salvi sempre. Tu ci sei in quel mondo, Melmon.. tu ci sei sempre.. se tu non fossi lì con me, non potrei tornare. Sei tu che mi porti fuori da lì, non è mio padre. Lui mi tiene solo stretto a sé per impedirmi di cadere, ma quando il rosso sangue diventa troppo e tutto è insopportabile, afferro la tua mano e mi porti con te nel tuo blu.

..e insieme, torniamo a vivere!

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Happy Anniversary, Melmon

lafatablu

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Note: Per comprendere meglio questa storia, dovreste leggere  Gleaming of Love

   
 
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