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Autore: Tilly_moonlight    05/11/2012    1 recensioni
Amy ha diciotto anni e un passato difficile alle spalle. Spinta dalla madre a passare un anno in un centro di riabilitazione per i suoi problemi con il cibo si troverà spesso a sentirsi sola e spaventata, ma con l'aiuto delle sue amiche pazzerelle affronterà i suoi problemi giorno per giorno. Se poi ad aiutarla ci sono cinque ragazzi speciali come lei che arrivano come regalo di Natale ma che non si scolleranno da lei facilmente...beh ci sarà da divertirsi!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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SABATO 20/11/12
Secondo il calendario sono passati cinque mesi da quando sono venuta qui, ma per me è come se fosse passata un’infinità di tempo. Tra poco verrà a trovarmi mia madre e questo mi rincuora un po’, anche se l’unica cosa che potrebbe rendermi davvero felice sarebbe tornare a casa mia, dalla mia famiglia e dai miei amici.
Oggi Caroline ha cucinato cibo italiano e sembrava tutto squisito, ma questo non è bastato per farmi venire l’appetito. Quello non mi viene da un po’ di anni ormai. Qui continuano a dirmi che sto prendendo un po’ di colorito in faccia…lo spero, così almeno mi dimettono prima. Kitty, la mia compagna di stanza sta cominciando a mangiare più di me e sono contenta per lei. Oggi poi è davvero fuori di testa perché ci hanno detto che a Natale una delle sue band preferite verrà a suonare qualche canzone. Non vado proprio pazza per loro, ma devo ammettere che passare un giorno diverso è un’alternativa molto allettante.
Oh quasi dimenticavo di scrivere la mia solita frase: oggi non mi sento depressa. Va bene Kitty? Tanto lo so che ficcherai il naso nelle mie cose!!
Ora devo andare perché mi aspetta la solita chiacchierata con mamma e Schizzo, il mio psicologo. Perché lo chiamo Schizzo? Beh, perché e completamente schizzato! XD
STAY STRONG, AMY.
 
Ripongo il quadernino sotto il mio materasso e vado a vestirmi per scendere nel salotto. Prima di uscire mi guardo allo specchio appeso alla parete del bagno e ciò che vedo come sempre non mi piace. I miei capelli, prima sempre perfetti, ora sono un ammasso marrone scuro, il mio viso e scavato e i miei occhi scuri sono vuoti e tristi. Sorrido, non perché mi senta felice, anzi, ma voglio che mia madre non si preoccupi inutilmente per me. Starò meglio, mi ripeto.
In salone mia madre e Schizzo mi aspettano parlottando a bassa voce. -Ciao mamma! – dico a voce alta per farmi sentire. Lei si gira mostrandomi il suo solito sorriso a trentadue denti.
-Amy! Come stai tesoro?- la solita domanda scontata quanto inutile. – Sto okay!- dico incrociando le braccia al petto mentre lei mi stritola in uno dei suoi abbracci togli fiato.
- Ah, senti come mi risponde la mia pulcina! Sei nella tua fase da rapper?- “ No ti prego non metterti a fare la mamma moderna!” – Non sono in nessuna fase ma’, se non quella premestruale- le dico una volta libera dal suo abbraccio. Schizzo, fin’ ora rimasto zitto in un angolo, si schiarisce la voce e mi guarda da dietro i suoi enormi occhiali da vista. – Amy…ciao! Fammi un sorriso!- “Ecco che ricomincia con questa storia del sorriso”. – Salve Schi…Tony- “Ops…per poco non mi facevo sgamare!”.

– Amy… oggi vorrei procedere con un nuovo metodo. Non ti preoccupare sarà una semplice chiacchierata come tante, solo che starai sdraiata e ti farò chiudere gli occhi, d’accordo?- mi domanda Schizzo una volta nel suo ufficio. – Va…va bene- rispondo poco convinta scambiando un’ occhiata smarrita a mia madre che si limita a scrollare le spalle. Il pazzoide mi fa accomodare sul lettino e comincio a fissare le ragnatele del soffitto. “ Jenny dovrebbe fare un salto qui si tanto in tanto! Santo cielo è lurido questo posto!”
-Gli occhi Amy- mi sussurra mia madre all’orecchio. – devo proprio?- chiedo abbastanza scettica.
- Devi, Amy. Sorridi e rilassati- “ Cazzo tu e sti sorrisi del cazzo! Ma perché dovrei sorridere sempre poi? Non sono un’ idiota come te, brutto scemo!”.
Mio malgrado mi trovo a chiudere gli occhi e a “liberare la mia mente”. Dopo un po’ la voce del pazzo mi giunge all’orecchio stranamente distante.
-Se ti dico la parola “ sole” a cosa pensi Amy?- “eh? Mi prende per il culo?”
-Penso ad una sfera infuocata che non si può guardare- rispondo poco dopo. Lui sospira e muove qualche foglio. – Proviamo con un’ altra parola, ma voglio che stavolta tu non mi dia la definizione ma ciò a cui ti fa pensare la parola stessa, va bene?-
- Va bene!- sta volta sono io a sospirare. – Pensa alla parola “casa”- stringo i pugni. Tra tutte le parole ha scelto quella che meno volevo sentire.
- La parola casa mi fa venire in mente tutto ciò che non ho- dico di getto, diventando rossa. – Spiegati meglio Amy- interviene Schizzo. Mi schiarisco la voce e comincio a pensare sul serio a quella dannata parola. – La parola casa non mi appartiene, perché sento che in questo momento non ho una casa- continuo a parlare cercando di ignorare i singhiozzi sommessi di mia madre. – Non ho una casa perché per me questa parola vuol dire molto di più del semplice luogo dove si vive. Per me la parola casa vuol dire sentirsi al sicuro e protetti, vuol dire essere se stessi e non lasciare che i giudizi degli altri ti distruggano, vuol dire urlare, piangere, ridere, cantare, ballare e fottersene della gente che magari può guardarti come una pazza, perché…beh è casa tua e puoi fare tutto quello che vuoi-. Sento una lacrima solitaria rigare la ma guancia, ma la blocco subito. Io non piango di fronte alla gente.
- Tu non hai un luogo dove puoi fare tutto questo?- mi chiede Schizzo. – No…non ce l’ho mai avuto- è la mia risposta sincera. Mia madre continua a singhiozzare, ma non voglio guardarla. Mi ferirebbe troppo. – Direi che per oggi può bastare così tesoro- “Menomale!”.
Dopo un po’ mia madre mi abbraccia forte e mi dice che se ne deve andare. So che l’ho ferita e questo fa male anche a me, ma prima o poi le cose bisogna buttarle fuori perché con il passare del tempo cominciano ad acquistare peso.
                     *   *   *
All’ora di cena in sala non si fa altro che parlare di questi cinque ragazzini che devono venire a Natale e Kitty è la prima a strillare quanto siano belli, bravi, simpatici, fighi e chi più ne ha più ne metta. In tutto questo io fisso la mia cena schifata e disgustata. – Mangia su! Vuoi che ti imbocchi?- mi chiede Kitty ridendo. – Sta zitta bionda!- la sfotto come sempre con il nomignolo che tanto odia, perché i suoi capelli sono rossi e lei li avrebbe voluti biondi come quelli del padre.
Dopo aver mangiato la mia fettina di carne…(vabbè non l’ho finita, ma sono dettagli) vado a sedermi sul divano con le mie amiche e accendo la tv. Quando finalmente trovo un film decente e di questo secolo, se ne viene Kitty urlando furibonda. – Metti subito su Mtv! Ti ammazzo!- “ma che diavolo…?” –Eh?- è la mia brillante risposta. – Quante volte ti devo dire che ci sono i One Direction? Eh, quante?- dice scuotendomi come un pupazzo. – Scusa ma l’intervista è alle dieci! Ora sono le nove!- dico aggiustandomi la maglia che la mia amica mi ha gentilmente sgualcito. – E allora? Manca pochissimo e io non voglio perdermi nemmeno un millesimo di secondo, okay?-
E così mi trovo a guardare la pubblicità si Mtv e qualche cazzata varia, fino a quando non appaiono quelle cinque sagome e tutte le mie amiche cominciano ad urlare. – Quanto sono arrapanti!- è il commento di Bonnie, un’ altra mia presunta amica. I ragazzi cominciano a ballare sulle note di “Just Dance” e il biondo tinto è così ridicolo che non posso fare a meno di scoppiare a ridere come una pazza. Poi è il turno di quello con le bretelle che cerca di infilarsi una carota nel naso, mentre il ricciolino se la ride e si affoga con i cocktail. Liam, l’ unico di qui ricordo il nome perché si chiama come mio fratello, si mette a testa in giù, mentre il moro con il ciuffo biondo, probabilmente vittima di un avanzo di tinta dell’ altro biondo, comincia a suonare il triangolo. “ Ma siamo sicuri che stiamo guardando Mtv? Non è per caso il circo? Bah!”. Ma il momento clou della serata si raggiunge quando la presentatrice chiede ai ragazzi dove passeranno il Natale. Liam sorride dolcemente e dice : - Lo passeremo al “Green House Center”- ovvero il nostro centro di riabilitazione. Vi lascio immaginare le urla, i pianti e i capelli strappati che avvengono nel salone, tanto da portare le infermiere a correre da noi pensando al peggio. Brutta esperienza, ve lo assicuro. Ma la domanda che mi sorge spontanea è: se ora hanno fatto tutto questo casino a Natale cosa faranno? Si suicideranno?
Andiamo bene!
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Hi everybody girls!
Questa è la mia prima ff e ad essere sincera non sono tanto convinta se continuarla o meno, quindi, per favore, commentate e fatemi sapere se vi incuriosisce! Vabbè così sembra troppo un ordine e io non voglio obbligare nessuno a fare niente u_u”. Se però la storia vi attira e volete esprimere una vostra opinione, o se vi fa cagare e volete dirmi quanto vi fa schifo commentate, non abbiate paura!!!
Detto questo mando un bacione carotoso(?) a tutte le ragazze che passeranno di qui! Xoxoxoxo
Stay Strong,Tilly J
  
 
  
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